Furlani:"Sì San Donato. Big via? Vedremo. Investiremo in calciatori".

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L'ormai loquacissimo Furlani, presente ad un evento a San Siro, ha rilasciato le seguenti dichiarazioni rilasciate a TMW:"Elliott e Redbird? Quando ero con Elliott c'è stato un finanziamento di controllo e poi Elliott è diventato proprietario per caso, per sbaglio, per fallimento dell'azionista. La società Milan non era sostenibile come lo è oggi e sì, era vicina al fallimento. Come Elliott abbiamo dovuto fare un grande turn around, che si è basato su quattro colonne fondamentali: per primo il successo sportivo, perché non c'è progetto nel calcio e nel Milan che non abbia alla base il successo sportivo, per secondo l'aggiustamento dei costi, soprattutto quelli relativi ai calciatori che erano troppo alti per le performance, per terzo gli investimenti nell'area commerciale per avere ricavi commerciali da reinvestire e per quarto, ahimé, il nuovo stadio...

"Lo stadio? Abbiamo provato a fare il progetto San Siro, ora stiamo puntando su San Donato"

"Gli investimenti? Una volta generare risorse, le reinvestiamo per la crescita della rosa con l'investimento per i calciatori".

"I prossimi passaggi e il futuro? Abbiamo fatto il primo utile con l'ultimo bilancio dopo 17 anni e ciò si inserisce in un contesto di risanamento partito da Elliott e di una fase di crescita con RedBird. Nell'ultimo anno abbiamo potenziato la parte business con nuovi sponsor, nuovi e rinnovi di partnership, e-commerce, collaborazioni con realtà come i NY Yankees. Ovviamente il successo economico si sposa con il successo sportivo. Competitività sì, ma non competitività ad ogni costo. Siamo competitivi e attenti sui costi. I risultati sportivi portano ricavi, ma salta tutto se venisse tolto il Decreto Crescita; senza il decreto sarebbe la distruzione del calcio italiano. Da quando c'è il Decreto Crescita ci siamo trovati a fare grandi risultati in Europa come calcio italiano, perché noi siamo business di talento: siamo sotto altri mercati a livello economico, siamo in un contesto difficile... Ma guardiamo: è impossibile fare un progetto stadio, ci sono limiti su extra-comunitari, contratti più corti... L'unica leva che ci rende competitivi con gli altri campionati europei è il Decreto Crescita. I nostri sponsor sono capitale straniero che entra in Italia e che poi noi investiamo, i progetti extra-calcio sono tutti finanziati da soldi esteri: nel momento in cui non riesci ad offrire un buon prodotto senza i migliori attori non ha senso fare progetti. A me sembra una follia a livello di economica nazionale togliere il Decreto Crescita".

"I big resteranno o verranno ceduti, come Tonali? Non lo so, vediamo".
 
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L'ormai loquacissimo Furlani, presente ad un evento a San Siro, ha rilasciato le seguenti dichiarazioni rilasciate:"Elliott e Redbird? Quando ero con Elliott c'è stato un finanziamento di controllo e poi Elliott è diventato proprietario per caso, per sbaglio, per fallimento dell'azionista. La società Milan non era sostenibile come lo è oggi e sì, era vicina al fallimento. Come Elliott abbiamo dovuto fare un grande turn around, che si è basato su quattro colonne fondamentali: per primo il successo sportivo, perché non c'è progetto nel calcio e nel Milan che non abbia alla base il successo sportivo, per secondo l'aggiustamento dei costi, soprattutto quelli relativi ai calciatori che erano troppo alti per le performance, per terzo gli investimenti nell'area commerciale per avere ricavi commerciali da reinvestire e per quarto, ahimé, il nuovo stadio...

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Due balle: "l'importante è il quarto posto" e "appoggiamo il ricorso sul vincolo al Meazza".
 

Giangy

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L'ormai loquacissimo Furlani, presente ad un evento a San Siro, ha rilasciato le seguenti dichiarazioni rilasciate:"Elliott e Redbird? Quando ero con Elliott c'è stato un finanziamento di controllo e poi Elliott è diventato proprietario per caso, per sbaglio, per fallimento dell'azionista. La società Milan non era sostenibile come lo è oggi e sì, era vicina al fallimento. Come Elliott abbiamo dovuto fare un grande turn around, che si è basato su quattro colonne fondamentali: per primo il successo sportivo, perché non c'è progetto nel calcio e nel Milan che non abbia alla base il successo sportivo, per secondo l'aggiustamento dei costi, soprattutto quelli relativi ai calciatori che erano troppo alti per le performance, per terzo gli investimenti nell'area commerciale per avere ricavi commerciali da reinvestire e per quarto, ahimé, il nuovo stadio...

"Lo stadio? Abbiamo provato a fare il progetto San Siro, ora stiamo puntando su San Donato

"Gli investimenti? Una volta generare risorse, le reinvestiamo per la crescita della rosa con l'investimento per i calciatori".

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Si nell'ultimo argomento, investite almeno per i giocatori. Non riuscite manco ha portare a casa il ragazzino dello Schalke 04, sembra che lo voglia a tutti costi il Bayern adesso. Anche se non ho mai creduto ad un suo arrivo. Speriamo che dopo Popocoso arrivi altro.
 

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"I big resteranno o verranno ceduti, come Tonali? Non lo so, vediamo".

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"I prossimi passaggi e il futuro? Abbiamo fatto il primo utile con l'ultimo bilancio dopo 17 anni e ciò si inserisce in un contesto di risanamento partito da Elliott e di una fase di crescita con RedBird. Nell'ultimo anno abbiamo potenziato la parte business con nuovi sponsor, nuovi e rinnovi di partnership, e-commerce, collaborazioni con realtà come i NY Yankees. Ovviamente il successo economico si sposa con il successo sportivo. Competitività sì, ma non competitività ad ogni costo. Siamo competitivi e attenti sui costi. I risultati sportivi portano ricavi, ma salta tutto se venisse tolto il Decreto Crescita; senza il decreto sarebbe la distruzione del calcio italiano. Da quando c'è il Decreto Crescita ci siamo trovati a fare grandi risultati in Europa come calcio italiano, perché noi siamo business di talento: siamo sotto altri mercati a livello economico, siamo in un contesto difficile... Ma guardiamo: è impossibile fare un progetto stadio, ci sono limiti su extra-comunitari, contratti più corti... L'unica leva che ci rende competitivi con gli altri campionati europei è il Decreto Crescita. I nostri sponsor sono capitale straniero che entra in Italia e che poi noi investiamo, i progetti extra-calcio sono tutti finanziati da soldi esteri: nel momento in cui non riesci ad offrire un buon prodotto senza i migliori attori non ha senso fare progetti. A me sembra una follia a livello di economica nazionale togliere il Decreto Crescita".

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Neanche smentiscono più le cessioni dei big Siamo ben avanti con le cose.
Mi sa che Theo lo salutiamo già a gennaio. Ecco il perché gioca scazzato.
 

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