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Tiago Estêvão, Scouting/Recruitment Analyst del Milan, si racconta ad un podcast su Spotify
C'è una famosa citazione di Guardiola che dice "l'unica cosa che posso fare è portare la mia squadra nell'ultimo terzo di campo, da lì in poi sta a loro segnare". Dal punto di vista dello scouting offensivo, sei d'accordo che bisogna guardare alle qualità dei giocatori nell'ultimo terzo e che queste vanno oltre la tattica?
A chi fa scouting viene chiesto un determinato ruolo, un determinato tipo di giocatore o delle determinate caratteristiche, e tu parti da lì. E, nella maggior parte delle squadre, è vero che gli attaccanti hanno delle libertà che il resto della squadra non ha, ma ti vengono comunque date delle linee guida per il tipo di profilo che vuole il club. Per esempio, se l'obiettivo è un numero 9, bisogna capire se vuoi uno che si concentra molto sul venire incontro e sul giocare spalle alla porta o se vuoi uno che taglia alle spalle e va in profondità, o se vuoi uno che magari fa entrambe le cose, che poi è il motivo per il quale Vlahovic è costato quanto è costato. Per le ali bisogna considerare se vuoi un'ala classica o vuoi uno che viene dentro il campo, al giorno d'oggi molte squadre vogliono entrambe le cose, cioè uno che sappia giocare a campo aperto ma anche negli half-spaces. Inoltre, ricevi un sacco di richieste in base al ruolo ma anche in base a come integrare i giocatori che ti servono con quelli che hai già, quindi se devi prendere un'ala la scelta dipende molto anche da quale punta hai, da qual è il terzino che avrà dietro di lui, dal tipo di centrocampo (se è una coppia o un trio), ecc.
2. Fino a che livello puoi spingerti con le decisioni che prendi? Voglio dire, nella scelta che fai oggi di un giocatore/ruolo, puoi considerare anche chi prenderai in futuro, ad esempio se credi che ad un certo punto cambierete un po' tipo di gioco e passerete ad un terzino a piede invertito? Ne puoi tenere conto?
Questo tipo di decisioni le prende chi sta costruendo la squadra, sono loro che tracciano il cammino da seguire. Se sei quella persona che ha questo compito, quindi non pensa solo al breve periodo ma che programma a medio/lungo, penso proprio che la risposta sia sì, devi tenere in considerazione anche quegli aspetti, cioè puoi andare a prendere oggi dei profili che saranno quelli che serviranno in futuro. Per quanto riguarda me o per quelli che hanno ruoli simili al mio, il focus è sul presente. Inoltre i giocatori firmano contratti di 4-5 anni, quindi come un giocatore si può integrare in evoluzioni future, cioè quanto è versatile o legato allo schema di gioco attuale, è un qualcosa che influisce anche sul se rinnovare un contratto o meno e a che stipendio farlo.
3. Quando sei un allenatore e arrivi in un club, sicuramente hai una modello di gioco ideale che vorresti applicare, ma devi anche fare i conti con le caratteristiche dei giocatori che hai. Quanto influisce questo per uno scout?
Penso che ci siano sempre più allenatori che hanno un modello di gioco dinamico e un sistema di gioco adattivo, e che hanno voglia di sperimentare. Se non è questo il caso, se quindi arriva un allenatore che è molto rigido sullo schema e sul modo di giocare, se il tuo club è gestito bene saranno molto chiari/espliciti nelle richieste, tutti quelli coinvolti capiranno che da quel momento in poi c'è un bisogno specifico di determinate cose.
Ma, come dicevo prima, ultimamente c'è una forte crescita dell'altro tipo di allenatori, quelli che sperimentano e si adattano, ed è qui che entra in gioco la versatilità dei giocatori. E non parlo solo di abilità di giocare in più posizioni, anzi credo che il concetto di posizione sotto certi aspetti sia un po' sopravvalutato, parlo di abilità di giocare in diversi sistemi e di svolgere diversi compiti, questa è la cosa davvero importante.
4. Quindi la flessibilità di un giocatore è una cosa che consideri? Ad esempio un giocatore che attualmente non è proprio il giocatore ideale per un determinato ruolo ma che ha l'abilità per diventarlo (sia per quello che magari anche per altri ruoli) in futuro.
Penso che devi cercare di capire quali caratteristiche un giocatore ha come innate/ereditate e quali invece può sviluppare e acquisire, grossa parte del lavoro di uno scout è questo. In generale, quello che devi guardare quando è in possesso di palla, a parte ovviamente le abilità tecniche, è soprattutto il decision-making. Questa è una caratteristica che può essere sviluppata, se il giocatore si abitua sempre più ad essere in situazioni difficili. Ovviamente sempre fino ad un certo punto/limite, ma credo sia la cosa che può essere sviluppata di più in fase di possesso. Quando invece è senza palla, guardi al comportamento generale, i movimenti, il posizionamento, sia in difesa che in attacco. Una cosa di un giocatore che non puoi sviluppare è la velocità, perché non cambia mai (a meno che ovviamente non sia in là con gli anni), mentre può aumentare molto la massa muscolare. Devi anche conoscere bene l'allenatore e il suo staff, questo può influire molto sulla % di miglioramento che può avere un determinato giocatore. Se ad esempio hai un allenatore molto bravo a migliorare la fase difensiva dei giocatori, puoi puntare su un terzino che è offensivamente pazzesco anche se non è granché difensivamente, perché sai che verrà fatto migliorare. Questo concetto è valido non solo con l'allenatore e il suo staff, ma anche con giocatori molto esperti in determinati ruoli della squadra, soprattutto centravanti e difensore centrale. Se dai ad un attaccante giovane 6 mesi di allenamenti con un attaccante esperto con le stesse caratteristiche, lo aiuterà tantissimo coi movimenti in area, le corse senza palla, ecc. Stessa cosa per i centrali difensivi.
5A. Nel vostro lavoro di scouting, guardate anche ai giocatori sotto forma di KPI (indicatori), di output e cose di questo genere?
Ho discusso a lungo di questo con Ben (Ben Torvaney, lavorano insieme al Milan) perché credo sia un'idea davvero molto interessante, ma penso anche che sia molto difficile da applicare al calcio. Il punto è che i sistemi non sono statici, ma tendono anzi ad adattarsi al contesto e quindi inevitabilmente cambiano. Credo comunque che non sia qualcosa da evitare completamente, ma sia un'idea interessante. Forse questo tipo di strategia può essere considerata in un contesto in cui sei una squadra piccola, con grosse limitazioni di budget e di giocatori da cui attingere. In scenari del genere, può valere la pena considerare di sostituire giocatori che hanno determinati output con altri giocatori che hanno output simili. Ad oggi però è molto più un qualcosa di cui discutere piuttosto che qualcosa con cui lavoro quotidianamente.
5B. Quindi non fai come in "Moneyball" dove ti siedi, prendi un giocatore che sa fare 3 cose e lo sostituisci con 3 giocatori che sanno fare ognuno una di quelle 3 cose?
Da questo punto di vista non è così male, c'è una certa logica dietro e ripeto, ci sono degli scenari dove magari ha anche senso applicarla. Non credo comunque che questa cosa sia mai stata sperimentata nel calcio. O almeno, io non l'ho mai fatto.
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C'è una famosa citazione di Guardiola che dice "l'unica cosa che posso fare è portare la mia squadra nell'ultimo terzo di campo, da lì in poi sta a loro segnare". Dal punto di vista dello scouting offensivo, sei d'accordo che bisogna guardare alle qualità dei giocatori nell'ultimo terzo e che queste vanno oltre la tattica?
A chi fa scouting viene chiesto un determinato ruolo, un determinato tipo di giocatore o delle determinate caratteristiche, e tu parti da lì. E, nella maggior parte delle squadre, è vero che gli attaccanti hanno delle libertà che il resto della squadra non ha, ma ti vengono comunque date delle linee guida per il tipo di profilo che vuole il club. Per esempio, se l'obiettivo è un numero 9, bisogna capire se vuoi uno che si concentra molto sul venire incontro e sul giocare spalle alla porta o se vuoi uno che taglia alle spalle e va in profondità, o se vuoi uno che magari fa entrambe le cose, che poi è il motivo per il quale Vlahovic è costato quanto è costato. Per le ali bisogna considerare se vuoi un'ala classica o vuoi uno che viene dentro il campo, al giorno d'oggi molte squadre vogliono entrambe le cose, cioè uno che sappia giocare a campo aperto ma anche negli half-spaces. Inoltre, ricevi un sacco di richieste in base al ruolo ma anche in base a come integrare i giocatori che ti servono con quelli che hai già, quindi se devi prendere un'ala la scelta dipende molto anche da quale punta hai, da qual è il terzino che avrà dietro di lui, dal tipo di centrocampo (se è una coppia o un trio), ecc.
2. Fino a che livello puoi spingerti con le decisioni che prendi? Voglio dire, nella scelta che fai oggi di un giocatore/ruolo, puoi considerare anche chi prenderai in futuro, ad esempio se credi che ad un certo punto cambierete un po' tipo di gioco e passerete ad un terzino a piede invertito? Ne puoi tenere conto?
Questo tipo di decisioni le prende chi sta costruendo la squadra, sono loro che tracciano il cammino da seguire. Se sei quella persona che ha questo compito, quindi non pensa solo al breve periodo ma che programma a medio/lungo, penso proprio che la risposta sia sì, devi tenere in considerazione anche quegli aspetti, cioè puoi andare a prendere oggi dei profili che saranno quelli che serviranno in futuro. Per quanto riguarda me o per quelli che hanno ruoli simili al mio, il focus è sul presente. Inoltre i giocatori firmano contratti di 4-5 anni, quindi come un giocatore si può integrare in evoluzioni future, cioè quanto è versatile o legato allo schema di gioco attuale, è un qualcosa che influisce anche sul se rinnovare un contratto o meno e a che stipendio farlo.
3. Quando sei un allenatore e arrivi in un club, sicuramente hai una modello di gioco ideale che vorresti applicare, ma devi anche fare i conti con le caratteristiche dei giocatori che hai. Quanto influisce questo per uno scout?
Penso che ci siano sempre più allenatori che hanno un modello di gioco dinamico e un sistema di gioco adattivo, e che hanno voglia di sperimentare. Se non è questo il caso, se quindi arriva un allenatore che è molto rigido sullo schema e sul modo di giocare, se il tuo club è gestito bene saranno molto chiari/espliciti nelle richieste, tutti quelli coinvolti capiranno che da quel momento in poi c'è un bisogno specifico di determinate cose.
Ma, come dicevo prima, ultimamente c'è una forte crescita dell'altro tipo di allenatori, quelli che sperimentano e si adattano, ed è qui che entra in gioco la versatilità dei giocatori. E non parlo solo di abilità di giocare in più posizioni, anzi credo che il concetto di posizione sotto certi aspetti sia un po' sopravvalutato, parlo di abilità di giocare in diversi sistemi e di svolgere diversi compiti, questa è la cosa davvero importante.
4. Quindi la flessibilità di un giocatore è una cosa che consideri? Ad esempio un giocatore che attualmente non è proprio il giocatore ideale per un determinato ruolo ma che ha l'abilità per diventarlo (sia per quello che magari anche per altri ruoli) in futuro.
Penso che devi cercare di capire quali caratteristiche un giocatore ha come innate/ereditate e quali invece può sviluppare e acquisire, grossa parte del lavoro di uno scout è questo. In generale, quello che devi guardare quando è in possesso di palla, a parte ovviamente le abilità tecniche, è soprattutto il decision-making. Questa è una caratteristica che può essere sviluppata, se il giocatore si abitua sempre più ad essere in situazioni difficili. Ovviamente sempre fino ad un certo punto/limite, ma credo sia la cosa che può essere sviluppata di più in fase di possesso. Quando invece è senza palla, guardi al comportamento generale, i movimenti, il posizionamento, sia in difesa che in attacco. Una cosa di un giocatore che non puoi sviluppare è la velocità, perché non cambia mai (a meno che ovviamente non sia in là con gli anni), mentre può aumentare molto la massa muscolare. Devi anche conoscere bene l'allenatore e il suo staff, questo può influire molto sulla % di miglioramento che può avere un determinato giocatore. Se ad esempio hai un allenatore molto bravo a migliorare la fase difensiva dei giocatori, puoi puntare su un terzino che è offensivamente pazzesco anche se non è granché difensivamente, perché sai che verrà fatto migliorare. Questo concetto è valido non solo con l'allenatore e il suo staff, ma anche con giocatori molto esperti in determinati ruoli della squadra, soprattutto centravanti e difensore centrale. Se dai ad un attaccante giovane 6 mesi di allenamenti con un attaccante esperto con le stesse caratteristiche, lo aiuterà tantissimo coi movimenti in area, le corse senza palla, ecc. Stessa cosa per i centrali difensivi.
5A. Nel vostro lavoro di scouting, guardate anche ai giocatori sotto forma di KPI (indicatori), di output e cose di questo genere?
Ho discusso a lungo di questo con Ben (Ben Torvaney, lavorano insieme al Milan) perché credo sia un'idea davvero molto interessante, ma penso anche che sia molto difficile da applicare al calcio. Il punto è che i sistemi non sono statici, ma tendono anzi ad adattarsi al contesto e quindi inevitabilmente cambiano. Credo comunque che non sia qualcosa da evitare completamente, ma sia un'idea interessante. Forse questo tipo di strategia può essere considerata in un contesto in cui sei una squadra piccola, con grosse limitazioni di budget e di giocatori da cui attingere. In scenari del genere, può valere la pena considerare di sostituire giocatori che hanno determinati output con altri giocatori che hanno output simili. Ad oggi però è molto più un qualcosa di cui discutere piuttosto che qualcosa con cui lavoro quotidianamente.
5B. Quindi non fai come in "Moneyball" dove ti siedi, prendi un giocatore che sa fare 3 cose e lo sostituisci con 3 giocatori che sanno fare ognuno una di quelle 3 cose?
Da questo punto di vista non è così male, c'è una certa logica dietro e ripeto, ci sono degli scenari dove magari ha anche senso applicarla. Non credo comunque che questa cosa sia mai stata sperimentata nel calcio. O almeno, io non l'ho mai fatto.
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