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Tuttosport: in un calcio stravolto all’ennesima potenza non ci si deve più sorprendere di nulla. Il Var sarebbe il meno... Non ci si deve sorprendere di fondi padroni di club o di club appartenenti a holding così complesse che è un attimo vedersi partire la labirintite mentre si prova a orientarsi tra chi è la controllante e chi il controllato. Né ci si deve sorprendere se nel frattempo, dall’altra parte della “barricata”, si è alzato anche il livello dell’associazionismo del tifo. È il caso di “Fondazione Jdentità bianconera”, ente istituzionale no profit che ha come mission quella di difendere il valore del mondo Juve nel suo complesso, tifosi in testa, nato dall’idea di 12 persone e che ora vede una ventina di avvocati nel proprio nucleo. Bene, la Fondazione, recentemente, dopo aver allestito una squadra di professionisti che si occupano di revisioni contabili e di analisi dei bilanci, ha prodotto una documento corposo e ultra dettagliato, diventato un esposto inviato alle Procure della repubblica competenti (Milano e Roma), alla Procura federale presso la Figc e alla Covisoc, la Commissione di vigilanza sulle società professionistiche di calcio. In queste 61 pagine ci si domanda, o meglio si domanda agli organi giudicanti competenti, se la situazione dell’Inter sia o no in linea con ciò che richiedono le norme del calcio. Ponendosi il quesito, non certamente secondario, se la società nerazzurra era nelle condizioni di potersi iscrivere al campionato. Certo, si tratta di una domanda. Ma formulata così ed essendo stata rivolta anche a chi è preposto per verificare e decidere, apre uno scenario destinato a fare rumore e a pretendere risposte precise. Il fondamento del dubbio legato alla corretta iscrizione dell’Inter si rifà al concetto della situazione preposta a garantire la continuità aziendale che, secondo chi ha presentato l’esposto, non si potrebbe considerare sufficiente. Non solo. Si fa riferimento anche a un’altra situazione ai conti sicuramente non floridi del club, ovvero il livello degli oneri finanziari paragonati al fatturato.
Il comunicato
A proposito di questi due aspetti - continuità aziendale e quota di debito - ecco i passaggi che la Fondazione Jdentità bianconera evidenzia nel proprio comunicato stampa che accompagna l’esposto. Continuità aziendale: « L’esposto si reputa necessario per portare all’attenzione degli organi competenti alcuni elementi destanti forti preoccupazioni, quale ad esempio, la fornitura da parte di FC Internazionale S.p.A. di garanzie a supporto della cosiddetta continuità aziendale. La continuità aziendale deve intendersi come attitudine dell’azienda a durare nel tempo o anche come la capacità di poter far fronte e quindi di onorare gli impegni finanziari nel futuro, ed è uno dei punti cardine del Regolamento UEFA sul Fair Play Finanziario la cui sussistenza o meno deve essere controllata dai revisori a prescindere dalle dichiarazioni degli amministratori. Secondo la documentazione da noi raccolta dopo approfondite ricerche nelle sedi opportune, la società di calcio FC Internazionale S.p.A. non avrebbe rispettato i requisiti minimi necessari per potersi iscrivere regolarmente al campionato di Serie A. Come riportato nel bilancio approvato al 30 giugno 2023 e pubblicato dalla F.C. Internazionale Milano s.p.a. la continuità aziendale sarebbe garantita da una lettera di patronage da parte di Grand Tower S.à.r.l., società con sede in Lussemburgo. I documenti in nostro possesso evidenziano che Grand Tower S.à.r.l. non ha mai presentato un bilancio: questo suscita forti perplessità sulle effettive capacità dell’azienda di fornire le adeguate coperture finanziarie ad F.C. INTER. A tal proposito è utile sottolineare che la società Grand Tower S.à.r.l., detentrice del 68,55% delle quote azionarie dell’FC Internazionale S.p.A. dovrà rimborsare una cifra di circa 380 milioni di euro tra capitale e interessi al fondo OakTree, che detiene in pegno le quote azionarie a garanzia del prestito in scadenza a maggio 2024». Livello di indebitamento: «Nel caso di FC Internazionale S.p.A. i bilanci analizzati relativi agli ultimi sei anni, evidenziano risultati costantemente negativi. L’unico modo di proseguire l’attività per un’azienda con questa situazione è che si proceda sistematicamente al ripianamento delle perdite, immettendo continuamente nuovo capitale. Un ulteriore elemento di oggettiva crisi è dato dal livello degli oneri finanziari sul fatturato: nella dottrina aziendale, valori superiori al 2% sono indice di default. Nel caso di FC Internazionale S.p.A.si registrano valori vicini al 10%. Per le ragioni di cui sopra si ritiene che non siano rispettate le condizioni indicate come necessarie per L’iscrizione ai campionati, sia passati che futuri, previsti dalle NOIF per mancanza cronica degli elementari equilibri economici e quindi per assenza, si può dire cronica, della continuità aziendale. Per situazioni analoghe o addirittura meno gravi, Reggina e Siena non hanno potuto iscriversi al Campionato di serie B e serie C, rispettivamente. Questo nonostante la Reggina avesse provveduto a rendere disponibili le somme necessarie a coprire il debito. In sintesi, la Fondazione Jdentità Bianconera attraverso i propri legali, chiede agli organi preposti di dare evidenza di aver effettuato le dovute approfondite verifiche al fine di dimostrare che la società FC Internazionale S.p.A. sia effettivamente in possesso di tutti i requisiti necessari per la partecipazione al campionato di Serie A».
La risposta
Ora, qui non è questione di essere tifosi bianconeri, nerazzurri, rossoneri, granata o altro. La questione non ha a che fare con la passione bensì con il rispetto del diritto e delle norme che regolano il calcio. Non quelle del campo stravolte in buona parte da un uso a singhiozzo del Var ma quelle che si studiano a tavolino da chi “gioca” in giacca e cravatta. Ora che l’esposto è stato inviato, non resta che attendere gli sviluppi della vicenda e quindi attendere le risposte. Nella speranza che siano celeri e ovviamente precise. Ne va della credibilità del sistema. Come sempre...
Il comunicato
A proposito di questi due aspetti - continuità aziendale e quota di debito - ecco i passaggi che la Fondazione Jdentità bianconera evidenzia nel proprio comunicato stampa che accompagna l’esposto. Continuità aziendale: « L’esposto si reputa necessario per portare all’attenzione degli organi competenti alcuni elementi destanti forti preoccupazioni, quale ad esempio, la fornitura da parte di FC Internazionale S.p.A. di garanzie a supporto della cosiddetta continuità aziendale. La continuità aziendale deve intendersi come attitudine dell’azienda a durare nel tempo o anche come la capacità di poter far fronte e quindi di onorare gli impegni finanziari nel futuro, ed è uno dei punti cardine del Regolamento UEFA sul Fair Play Finanziario la cui sussistenza o meno deve essere controllata dai revisori a prescindere dalle dichiarazioni degli amministratori. Secondo la documentazione da noi raccolta dopo approfondite ricerche nelle sedi opportune, la società di calcio FC Internazionale S.p.A. non avrebbe rispettato i requisiti minimi necessari per potersi iscrivere regolarmente al campionato di Serie A. Come riportato nel bilancio approvato al 30 giugno 2023 e pubblicato dalla F.C. Internazionale Milano s.p.a. la continuità aziendale sarebbe garantita da una lettera di patronage da parte di Grand Tower S.à.r.l., società con sede in Lussemburgo. I documenti in nostro possesso evidenziano che Grand Tower S.à.r.l. non ha mai presentato un bilancio: questo suscita forti perplessità sulle effettive capacità dell’azienda di fornire le adeguate coperture finanziarie ad F.C. INTER. A tal proposito è utile sottolineare che la società Grand Tower S.à.r.l., detentrice del 68,55% delle quote azionarie dell’FC Internazionale S.p.A. dovrà rimborsare una cifra di circa 380 milioni di euro tra capitale e interessi al fondo OakTree, che detiene in pegno le quote azionarie a garanzia del prestito in scadenza a maggio 2024». Livello di indebitamento: «Nel caso di FC Internazionale S.p.A. i bilanci analizzati relativi agli ultimi sei anni, evidenziano risultati costantemente negativi. L’unico modo di proseguire l’attività per un’azienda con questa situazione è che si proceda sistematicamente al ripianamento delle perdite, immettendo continuamente nuovo capitale. Un ulteriore elemento di oggettiva crisi è dato dal livello degli oneri finanziari sul fatturato: nella dottrina aziendale, valori superiori al 2% sono indice di default. Nel caso di FC Internazionale S.p.A.si registrano valori vicini al 10%. Per le ragioni di cui sopra si ritiene che non siano rispettate le condizioni indicate come necessarie per L’iscrizione ai campionati, sia passati che futuri, previsti dalle NOIF per mancanza cronica degli elementari equilibri economici e quindi per assenza, si può dire cronica, della continuità aziendale. Per situazioni analoghe o addirittura meno gravi, Reggina e Siena non hanno potuto iscriversi al Campionato di serie B e serie C, rispettivamente. Questo nonostante la Reggina avesse provveduto a rendere disponibili le somme necessarie a coprire il debito. In sintesi, la Fondazione Jdentità Bianconera attraverso i propri legali, chiede agli organi preposti di dare evidenza di aver effettuato le dovute approfondite verifiche al fine di dimostrare che la società FC Internazionale S.p.A. sia effettivamente in possesso di tutti i requisiti necessari per la partecipazione al campionato di Serie A».
La risposta
Ora, qui non è questione di essere tifosi bianconeri, nerazzurri, rossoneri, granata o altro. La questione non ha a che fare con la passione bensì con il rispetto del diritto e delle norme che regolano il calcio. Non quelle del campo stravolte in buona parte da un uso a singhiozzo del Var ma quelle che si studiano a tavolino da chi “gioca” in giacca e cravatta. Ora che l’esposto è stato inviato, non resta che attendere gli sviluppi della vicenda e quindi attendere le risposte. Nella speranza che siano celeri e ovviamente precise. Ne va della credibilità del sistema. Come sempre...