Edicola: Milan, bivio Napoli. Leao vs Kvara i numeri

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Come riportato dalla GDS in edicola, la nottata di Napoli sarà già un bivio per il Milan in ottica futuro. Pioli non può permettersi la terza sconfitta in settimana. Sfida nella sfida tra Leao e Kvara. Le due stelle chiamate ad incidere. Pioli ha bisogno di ritrovare la miglior versione di Leao, quella che fece male al Napoli in due occasioni lo scorso anno.


Il confronto Leao Kvara ad oggi: media voto nelle prime 9 giornate: 6,55 il na- poletano, 6,13 il milanista. Gol (3) e assist (3) si equivalgono. Tiri: Kvara 31, Leao 15. Passaggi riusci- ti: Kvara 199, Leao 130. Tocchi in area: Kvara 58, Leao 56. Palloni intercettati: Kvara 6, Leao 1.

CorSera: visti ciascuno in casa dell’altro è come uno specchio al contrario: al Maradona Leao si sveglia dal torpore, il Diavolo invece assopisce Kvara, che contro il Milan non riesce a esser decisivo. Tocca così al portoghese — dormiente da un mese, ultimo gol il 23 set- tembre al Verona e uscito a pezzi dalla sfida con Mbappé in Champions — confermare che quando vede Napoli ricorda come si fa; tocca al georgiano — tre gol nelle ultime 6 partite — dimostrare che stavolta non basterà la visita del Diavolo a oscurare il suo grande momento di forma. Quello tra i lampi di Kvara e gli strappi di Leao è uno dei duelli più affascinanti della sfida tra Napoli e Milan, per- ché rappresenta il confronto tra due talenti indiscussi del campionato italiano, due frecce che possono far male a campo aperto, due volti giovani (22 e 24 anni) pieni di belle speranze, che sia a livello personale che di squadra hanno necessità e anche voglia di rivalsa. Tocca a loro un compito ancor più arduo: tirar fuori dai guai (veri o presunti) i rispettivi allenatori, Garcia e Pioli, finiti nel frullatore delle critiche. L’allenatore francese ha vinto l’ultima di campiona- to e l’ultima di Champions, il tecnico rossonero le ha perse tutte e due. Ma prescindendo dai risultati — raggiunti con avversari di livello diverso —, è sul piano del gioco che sia Napoli che Milan non hanno convinto. Garcia non ne fa un problema: «Se abbiamo vinto giocando male, potenzialmente siamo capaci di stra- vincere». E sulle batoste prese dai partenopei lo scorso anno — in campio- nato e in Champions — rivendica il suo metodo: «Se il Napoli, come sento da più parti, è diverso rispetto a quello dell’anno scorso, diverso sarà anche il risultato. Questa è la volta buona che vinciamo». Sarebbero tre su tre. Si dice (anche) in casa rossonera, che non c’è due senza tre, ma per fortuna del Milan non sempre i vecchi proverbi ci azzeccano. «Speremo de no sorriderebbe Nereo Rocco, fosse ancora tra noi. Una cosa è certa: dopo le dolorose batoste contro Juventus e Psg, stasera a Napoli i rossoneri dovranno fare di tutto per evitare il tris di scon- fitte (che significherebbe tris di vittorie per gli avversari) e spalancherebbe inevitabilmente la crisi. I tre punti in palio, dunque, rappresenterebbero un formidabile toccasana, ma la verità è che anche un pareggio sarebbe prezioso: prima di tutto, conta interrompere la striscia nera. Per la classifica, ma soprattutto per la testa: perdere toglie certezze. Servirà, innanzitutto, il vero Rafa, quello che nelle grandi notti troppo spesso si perde: i soli 2 gol in 17 partite di Champions sono una sentenza. Pioli ha assoluto bisogno del suo talento migliore, a patto che svesta gli abiti del solista e si senta campione al servizio della squadra. Che è quello che a Kvara riesce meglio: quando il Napoli è in difficoltà va in battaglia e porta i compagni per mano senza specchiarsi troppo nelle sue giocate, senza cercare (come Rafa) le luci del palcoscenico. Garcia se lo coccola: «È cresciuto molto da inizio stagione», lui è concentrato. Sinistra e destra, le due catene di Kvara e Leao possono decidere Napoli-Milan. Non c’è due senza tre, vittorie per i partenopei e sconfitte per i rossoneri. Nella terra della cabala i proverbi hanno un peso. Molto relativo.

Tuttosport e il solito articolo su Leao e Giroud a caccia di gol: vedi Napoli e poi... risorgi (o almeno speri che avvenga). Olivier Giroud e Rafael Leao tornano al Maradona, uno stadio dove nelle ultime due stagioni hanno fatto sfracelli. Il 6 marzo 2022 una rete del francese bastò per imporsi 1-0, tagliare definitivamente fuori il Napoli dalla corsa scudetto e tenere il passo nei confronti dell’Inter, poi battuta nella corsa al tricolore. Il 2 aprile scorso una doppietta di Leao, condita dai sigilli di Brahim Diaz e Saelemaekers, schiantò la squadra poi campione d’Italia di Spalletti; un successo che però minò le certezze degli azzurri in vista dei quarti di finale di Champions, con i rossoneri capaci di vincere 1-0 a San Siro e poi strappare un fondamentale 1-1 a Napoli il 18 aprile con la rete qualificazione di Giroud.


CHE... SILENZIO
Insomma, i due totem dell’attacco del Diavolo delle ultime annate, a Napoli hanno sempre banchettato, un motivo in più per ritrovare un po’ di fiducia in un periodo “realizzativamente” parlando tutt’altro che buono. Giroud, infatti, non segna un gol da quasi due mesi: l’ultimo squillo risale al primo settembre, Roma-Milan 1-2, rete su calcio di rigore. Da quel momento per l’ex Chelsea e Arsenal, 8 partite senza gol per un totale di 544 minuti. In più, a condire il dato, tre gettoni con la nazionale fra settembre e ottobre per altri 109 minuti di digiuno. Un po’ meglio lo score di Leao, l’ultima a volta a segno il 23 settembre in Milan-Verona 1-0. Da allora, sono passati 426 minuti disputati in 6 partite, di cui 4 da titolare. E anche il portoghese, come Giroud, deve aggiungere due presenze con la sua nazionale senza acuti durante le gare di ottobre, per un totale di altri 131 minuti. Calcolatrice alla mano, la coppia Giroud-Leao non trova il gol da 1.210 minuti. Non poco.


«MANCA L’ULTIMO PASSO»
Ci sono motivazioni per spiegare il perché di questa latitanza dei due sottoporta? Sicuramente Giroud ha accusato un po' di stanchezza, il fatto di non avere un vero alter ego - Jovic è stato a completa disposizione poche volte e raramente al top della condizione - lo ha costretto agli straordinari, oltre a un lavoro di cuciture e sponde non indifferente, con scarso aiuto dei compagni a creargli buone chance da rete. Leao invece ha perso il focus sulla porta, soprattutto nelle ultime partite: è come se il portoghese avesse staccato la spina dal tasto "tira", continuando a sprintare e dribblare, creare assist e crossare, senza però calciare con la giusta incisività verso lo specchio. Ieri Pioli, che ha detto di aspettarsi più reti dai centrocampisti, in primis Reijnders, ha spiegato sul problema del gol: «Ci stiamo lavorando, è la situazione che ci sta penalizzando di più nelle ultime partite - ha analizzato il tecnico -. Non stiamo mancando nell’avvicinarci al gol, ci sta mancando però l'ultimo passaggio, la conclusione, oltre a riempire l'area con qualche giocatore in più, le due mezzali, per esempio, ma anche l'attaccante esterno opposto al lato dell'azione. Però ripeto, nelle tre gare di Champions, per esempio, è evidente che abbiamo avuto problemi a concretizzare, ma non ci sono mancate le occasioni. Per questo dico che non è tutto da rifare, ma da migliorare». Per esempio il Milan dovrà ritrovare la fluidità e la velocità di manovra delle prime partite, così come le iniziative di Theo Hernandez, finora poco letale. È possibile che il terzino francese, un formidabile “partner in crime” di Leao sulla fascia sinistra, sia più frenato dal nuovo sistema, il 4-3-3, ma Pioli sta lavorando per ridare a Theo qualche libertà in più. Per esempio oggi Musah potrebbe giocare da mezzala sinistra, con Reijnders spostato a destra, proprio per avere nel centrocampista americano un elemento di maggiore copertura alla coppia Theo-Leao. Per il resto, Krunic è favorito su Adli in mezzo al campo, così come Kalulu su Kjaer per rimpiazzare lo squalificato Thiaw.


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Insomma, i due totem dell’attacco del Diavolo delle ultime annate, a Napoli hanno sempre banchettato, un motivo in più per ritrovare un po’ di fiducia in un periodo “realizzativamente” parlando tutt’altro che buono. Giroud, infatti, non segna un gol da quasi due mesi: l’ultimo squillo risale al primo settembre, Roma-Milan 1-2, rete su calcio di rigore. Da quel momento per l’ex Chelsea e Arsenal, 8 partite senza gol per un totale di 544 minuti. In più, a condire il dato, tre gettoni con la nazionale fra settembre e ottobre per altri 109 minuti di digiuno. Un po’ meglio lo score di Leao, l’ultima a volta a segno il 23 settembre in Milan-Verona 1-0. Da allora, sono passati 426 minuti disputati in 6 partite, di cui 4 da titolare. E anche il portoghese, come Giroud, deve aggiungere due presenze con la sua nazionale senza acuti durante le gare di ottobre, per un totale di altri 131 minuti. Calcolatrice alla mano, la coppia Giroud-Leao non trova il gol da 1.210 minuti. Non poco.

«MANCA L’ULTIMO PASSO»
Ci sono motivazioni per spiegare il perché di questa latitanza dei due sottoporta? Sicuramente Giroud ha accusato un po' di stanchezza, il fatto di non avere un vero alter ego - Jovic è stato a completa disposizione poche volte e raramente al top della condizione - lo ha costretto agli straordinari, oltre a un lavoro di cuciture e sponde non indifferente, con scarso aiuto dei compagni a creargli buone chance da rete. Leao invece ha perso il focus sulla porta, soprattutto nelle ultime partite: è come se il portoghese avesse staccato la spina dal tasto "tira", continuando a sprintare e dribblare, creare assist e crossare, senza però calciare con la giusta incisività verso lo specchio. Ieri Pioli, che ha detto di aspettarsi più reti dai centrocampisti, in primis Reijnders, ha spiegato sul problema del gol: «Ci stiamo lavorando, è la situazione che ci sta penalizzando di più nelle ultime partite - ha analizzato il tecnico -. Non stiamo mancando nell’avvicinarci al gol, ci sta mancando però l'ultimo passaggio, la conclusione, oltre a riempire l'area con qualche giocatore in più, le due mezzali, per esempio, ma anche l'attaccante esterno opposto al lato dell'azione. Però ripeto, nelle tre gare di Champions, per esempio, è evidente che abbiamo avuto problemi a concretizzare, ma non ci sono mancate le occasioni. Per questo dico che non è tutto da rifare, ma da migliorare». Per esempio il Milan dovrà ritrovare la fluidità e la velocità di manovra delle prime partite, così come le iniziative di Theo Hernandez, finora poco letale. È possibile che il terzino francese, un formidabile “partner in crime” di Leao sulla fascia sinistra, sia più frenato dal nuovo sistema, il 4-3-3, ma Pioli sta lavorando per ridare a Theo qualche libertà in più. Per esempio oggi Musah potrebbe giocare da mezzala sinistra, con Reijnders spostato a destra, proprio per avere nel centrocampista americano un elemento di maggiore copertura alla coppia Theo-Leao. Per il resto, Krunic è favorito su Adli in mezzo al campo, così come Kalulu su Kjaer per rimpiazzare lo squalificato Thiaw.
 

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Il confronto Leao Kvara ad oggi: media voto nelle prime 9 giornate: 6,55 il na- poletano, 6,13 il milanista. Gol (3) e assist (3) si equivalgono. Tiri: Kvara 31, Leao 15. Passaggi riusci- ti: Kvara 199, Leao 130. Tocchi in area: Kvara 58, Leao 56. Palloni intercettati: Kvara 6, Leao 1.

CorSera: visti ciascuno in casa dell’altro è come uno specchio al contrario: al Maradona Leao si sveglia dal torpore, il Diavolo invece assopisce Kvara, che contro il Milan non riesce a esser decisivo. Tocca così al portoghese — dormiente da un mese, ultimo gol il 23 set- tembre al Verona e uscito a pezzi dalla sfida con Mbappé in Champions — confermare che quando vede Napoli ricorda come si fa; tocca al georgiano — tre gol nelle ultime 6 partite — dimostrare che stavolta non basterà la visita del Diavolo a oscurare il suo grande momento di forma. Quello tra i lampi di Kvara e gli strappi di Leao è uno dei duelli più affascinanti della sfida tra Napoli e Milan, per- ché rappresenta il confronto tra due talenti indiscussi del campionato italiano, due frecce che possono far male a campo aperto, due volti giovani (22 e 24 anni) pieni di belle speranze, che sia a livello personale che di squadra hanno necessità e anche voglia di rivalsa. Tocca a loro un compito ancor più arduo: tirar fuori dai guai (veri o presunti) i rispettivi allenatori, Garcia e Pioli, finiti nel frullatore delle critiche. L’allenatore francese ha vinto l’ultima di campiona- to e l’ultima di Champions, il tecnico rossonero le ha perse tutte e due. Ma prescindendo dai risultati — raggiunti con avversari di livello diverso —, è sul piano del gioco che sia Napoli che Milan non hanno convinto. Garcia non ne fa un problema: «Se abbiamo vinto giocando male, potenzialmente siamo capaci di stra- vincere». E sulle batoste prese dai partenopei lo scorso anno — in campio- nato e in Champions — rivendica il suo metodo: «Se il Napoli, come sento da più parti, è diverso rispetto a quello dell’anno scorso, diverso sarà anche il risultato. Questa è la volta buona che vinciamo». Sarebbero tre su tre. Si dice (anche) in casa rossonera, che non c’è due senza tre, ma per fortuna del Milan non sempre i vecchi proverbi ci azzeccano. «Speremo de no sorriderebbe Nereo Rocco, fosse ancora tra noi. Una cosa è certa: dopo le dolorose batoste contro Juventus e Psg, stasera a Napoli i rossoneri dovranno fare di tutto per evitare il tris di scon- fitte (che significherebbe tris di vittorie per gli avversari) e spalancherebbe inevitabilmente la crisi. I tre punti in palio, dunque, rappresenterebbero un formidabile toccasana, ma la verità è che anche un pareggio sarebbe prezioso: prima di tutto, conta interrompere la striscia nera. Per la classifica, ma soprattutto per la testa: perdere toglie certezze. Servirà, innanzitutto, il vero Rafa, quello che nelle grandi notti troppo spesso si perde: i soli 2 gol in 17 partite di Champions sono una sentenza. Pioli ha assoluto bisogno del suo talento migliore, a patto che svesta gli abiti del solista e si senta campione al servizio della squadra. Che è quello che a Kvara riesce meglio: quando il Napoli è in difficoltà va in battaglia e porta i compagni per mano senza specchiarsi troppo nelle sue giocate, senza cercare (come Rafa) le luci del palcoscenico. Garcia se lo coccola: «È cresciuto molto da inizio stagione», lui è concentrato. Sinistra e destra, le due catene di Kvara e Leao possono decidere Napoli-Milan. Non c’è due senza tre, vittorie per i partenopei e sconfitte per i rossoneri. Nella terra della cabala i proverbi hanno un peso. Molto relativo.

Tuttosport e il solito articolo su Leao e Giroud a caccia di gol: vedi Napoli e poi... risorgi (o almeno speri che avvenga). Olivier Giroud e Rafael Leao tornano al Maradona, uno stadio dove nelle ultime due stagioni hanno fatto sfracelli. Il 6 marzo 2022 una rete del francese bastò per imporsi 1-0, tagliare definitivamente fuori il Napoli dalla corsa scudetto e tenere il passo nei confronti dell’Inter, poi battuta nella corsa al tricolore. Il 2 aprile scorso una doppietta di Leao, condita dai sigilli di Brahim Diaz e Saelemaekers, schiantò la squadra poi campione d’Italia di Spalletti; un successo che però minò le certezze degli azzurri in vista dei quarti di finale di Champions, con i rossoneri capaci di vincere 1-0 a San Siro e poi strappare un fondamentale 1-1 a Napoli il 18 aprile con la rete qualificazione di Giroud.


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Insomma, i due totem dell’attacco del Diavolo delle ultime annate, a Napoli hanno sempre banchettato, un motivo in più per ritrovare un po’ di fiducia in un periodo “realizzativamente” parlando tutt’altro che buono. Giroud, infatti, non segna un gol da quasi due mesi: l’ultimo squillo risale al primo settembre, Roma-Milan 1-2, rete su calcio di rigore. Da quel momento per l’ex Chelsea e Arsenal, 8 partite senza gol per un totale di 544 minuti. In più, a condire il dato, tre gettoni con la nazionale fra settembre e ottobre per altri 109 minuti di digiuno. Un po’ meglio lo score di Leao, l’ultima a volta a segno il 23 settembre in Milan-Verona 1-0. Da allora, sono passati 426 minuti disputati in 6 partite, di cui 4 da titolare. E anche il portoghese, come Giroud, deve aggiungere due presenze con la sua nazionale senza acuti durante le gare di ottobre, per un totale di altri 131 minuti. Calcolatrice alla mano, la coppia Giroud-Leao non trova il gol da 1.210 minuti. Non poco.


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Ci sono motivazioni per spiegare il perché di questa latitanza dei due sottoporta? Sicuramente Giroud ha accusato un po' di stanchezza, il fatto di non avere un vero alter ego - Jovic è stato a completa disposizione poche volte e raramente al top della condizione - lo ha costretto agli straordinari, oltre a un lavoro di cuciture e sponde non indifferente, con scarso aiuto dei compagni a creargli buone chance da rete. Leao invece ha perso il focus sulla porta, soprattutto nelle ultime partite: è come se il portoghese avesse staccato la spina dal tasto "tira", continuando a sprintare e dribblare, creare assist e crossare, senza però calciare con la giusta incisività verso lo specchio. Ieri Pioli, che ha detto di aspettarsi più reti dai centrocampisti, in primis Reijnders, ha spiegato sul problema del gol: «Ci stiamo lavorando, è la situazione che ci sta penalizzando di più nelle ultime partite - ha analizzato il tecnico -. Non stiamo mancando nell’avvicinarci al gol, ci sta mancando però l'ultimo passaggio, la conclusione, oltre a riempire l'area con qualche giocatore in più, le due mezzali, per esempio, ma anche l'attaccante esterno opposto al lato dell'azione. Però ripeto, nelle tre gare di Champions, per esempio, è evidente che abbiamo avuto problemi a concretizzare, ma non ci sono mancate le occasioni. Per questo dico che non è tutto da rifare, ma da migliorare». Per esempio il Milan dovrà ritrovare la fluidità e la velocità di manovra delle prime partite, così come le iniziative di Theo Hernandez, finora poco letale. È possibile che il terzino francese, un formidabile “partner in crime” di Leao sulla fascia sinistra, sia più frenato dal nuovo sistema, il 4-3-3, ma Pioli sta lavorando per ridare a Theo qualche libertà in più. Per esempio oggi Musah potrebbe giocare da mezzala sinistra, con Reijnders spostato a destra, proprio per avere nel centrocampista americano un elemento di maggiore copertura alla coppia Theo-Leao. Per il resto, Krunic è favorito su Adli in mezzo al campo, così come Kalulu su Kjaer per rimpiazzare lo squalificato Thiaw.


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