Edicola: il Milan si è perso. Giroud, gol e ira.

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GDS in edicola: al Maradona è pari show. Giroud illude. Il Milan non la chiude e il Napoli lo riprende. Kvara sul finale spreca il possibile 3-2. Nè Pioli nè Garcia sono caduti dalla torre. Entrambi sono rimasti aggrappati, ma con i piedi di fuori. Inizio coraggioso e aggressivo del Milan che si è portato in vantaggio di due gol. Gli infortuni di Kalulu e Pulisic hanno condizionato il secondo tempo. Pellegrino ha pasticciato sul primo gol, ROmero ha causato la punizione del 2-0. Forse avrebbe fatto comodo la sostanza di un Pobega. Leao ancora deludente. Giroud il migliore. Il Milan resta alla spalle della Juve e l'Inter è più lontana. Ma ha risposto dopo i tre schiaffoni di Parigi.

Corriere della Sera: illusione Milan. Fugge sul 2-0 poi il Napoli si sveglia e rimonta. Nessuna delle due squadre avrebbe meritato la vittoria. Pioli e Garcia si dividono anche il tempo sulla gogna mediatica. Il Napoli risorge, il Milan si butta via pensando che sul 2-0 avrebbe portato a casa i tre punti.

Repubblica: Giroud illude il Milan, ma il Napoli non finisce mai. Nel primo i campioni d’Italia si sono lasciati annichilire dal Milan dell’acrobata Giroud, redivivo come l’intera squadra dopo la doppia batosta con Juventus e Psg. La ricorrenza del 30 ottobre rischiava di essere offuscata dai fischi meritati e la stagione napoletana di Rudi Garcia, allenatore sotto esplicita tutela del presidente De Laurentiis, pareva volgere davvero all’autunno. Pioli, al contrario, si guadagnava sul campo la fiducia dichiarata dall’ad Furlani al rientro da Parigi. Ma poi il secondo atto, con i gol cesellati da Politano e da Raspadori, ha ribaltato le sentenze precoci. Così il Milan è staccato dietro Inter e Juventus e davanti al Napoli stesso, con la fastidiosa aggiunta della non impeccabile prova di una certezza come Maignan, degli infortuni muscolari croce dell’annata — Kjaer in mattinata, Kalulu in corso d’opera, Pulisic nell’intervallo — e soprattutto del malessere nello spogliatoio: Leao e Giroud non hanno gradito la sostituzione a 10’ dalla fine. Nulla è prevedibile a fine ottobre, ma certo sarà anche il cammino nell’edizione della Champions in corso a decidere ogni destino, con gli annessi ricavi ormai indispensabili per il bilancio economico: la rivincita del 7 novembre con Mbappé è ammantata di ovvia ansia. Il Milan non ha ancora battuto una grande, eppure stava riassaporando il gusto, accompagnato dal risveglio di Giroud, che non segnava dall’1 settembre e su azione dal 21 agosto, dal parziale apporto del criticato Leao alla fase di copertura e dall’energica serata di Calabria, capitano riabilitato previo chiarimento con l’allenatore per le critiche del Parco dei Principi.

Tuttosport: un'occasione sprecata dal Milan. Napoli non è più benigna e, dopo quattro vittorie consecutive al Maradona tra campionato e Champions, arriva un pareggio che lascia parecchio amaro in bocca ai rossoneri, reduci dai ko con Juventus in Serie A e Psg in Europa. E non soltanto perché vedono l'Inter allungare in testa alla classifica e la Juventus balzare solitaria al secondo posto. Pioli deve recriminare sull'incapacità con cui i suoi (e lui) non hanno saputo gestire il doppio vantaggio scaturito dai colpi di testa del redivivo Giroud. Uno che, quando vede la maglia azzurra, ritrova l'istinto del gol. Milan sul 2-0 a fine primo tempo, un risultato che avrebbe potuto essere più ampio se non avesse sprecato alcune ghiotte opportunità. Situazioni da rimpiangere ulteriormente, visto il cambio di passo avversario dopo l'intervallo. Troppo brutto il Napoli per essere credibile: slegato nei reparti, molle nei contrasti, distratto in appoggio. Con fischi meritati al momento di andare negli spogliatoi. Una situazione su cui Garcia ha lavorato con i cambi (tre a inizio ripresa) e nella testa. Totalmente differente l'atteggiamento nei secondi 45', con il pareggio raggiunto nello spazio di un quarto d'ora.

Il Milan ha sbandato in quei momenti, dopo essere stato padrone del gioco. Centrocampo aggressivo, pronto a inaridire le fonti di gioco altrui, e presa di possesso delle fasce. Più la destra dell'amata sinistra, visto che i due cross per la capoccia di Giroud sono arrivati entrambi da destra: prima con Pulisic, quindi con Calabria. Rossoneri che davano l'impressione di disporre come volevano della controparte, come capitato la passata stagione con il clamoroso 4-0 al Maradona che aveva fatto da antipasto alla vittoria nei quarti di Champions. La colpa è stata, come detto, quella di non aver chiuso. Nello specifico un paio di conclusioni di Reijnders, soprattutto la seconda su invito di Theo, spedita alta di poco.
I fischi, seguito a un ignobile lancio di petardi tra le due curve alla destra della tribuna, e le decisioni di Garcia cambiavano il match nel secondo tempo. Olivera e Ostigard chiudevano spazi dietro, mentre Simeone andava a dare una mano al troppo isolato Raspadori. Il tutto con una aggressività che era parsa merce rara. Una varietà di alternative che, invece, non apparteneva al Milan. Così se nel primo tempo era toccato al - finora - oggetto misterioso Pellegrino sostituire in corsa l'infortunato Kalulu (Kjaer aveva avuto un problema nelle ore precedenti il match), Pioli doveva inserire Romero al posto di Pulisic, arresosi a una contrattura, perdendo in equilibrio e gestione del pallone. E proprio i due subentrati erano protagonisti nelle azioni decisive pro Napoli. Prima Pellegrino cercava un improbabile anticipo di testa su Politano, perdendo l'avversario sul tempo per una conclusione che non lasciava scampo a Maignan. Quindi Romero, molto fumoso, entrava in ritardo su Zielinski provocando una punizione dal limite che Raspadori insaccava sul palo protetto da Maignan.
Ma sarebbe ingeneroso gettare la croce solo su loro due, perché anche i più esperti del Milan hanno barcollato in quel quarto d'ora. Una situazione da cui i rossoneri sono usciti ritrovando ordine e sfiorando un nuovo vantaggio su conclusione di Leao. Bravo a riscattarsi Meret mandando in angolo, così come Maignan si riscattava a sua volta al 49' su una delle rare volte in cui Calabria perdeva il confronto con Kvaratskhelia: il portiere respingeva con il corpo la connclusione in area del georgiano. La parola fine su un 2-2 decisamente giusto.
Il commento di Pioli: «Se avessimo perso anche questa partita, beh, avremmo dovuto parlare di un momento davvero sfortunato. L’errore è stato sul primo gol, quando abbiamo rimesso l’avversario in partita. Per quello che abbiamo creato, due gol sono pochi: uscire con un punto è un dispiacere. Quando vai in doppio vantaggio, devi cercare di portare a casa la partita. Sulla situazione del 1-2 abbiamo dato coraggio al Napoli, ma sia chiaro che noi non abbiamo smesso di giocare. Nel primo tempo abbiamo dominato, nel secondo un po’ meno ma non siamo stati passivi». Sul cambio Leao e Giroud, che l’hanno presa bene e lo hanno dimostrato in modo plateale: «Avevamo bisogno di energie. Ho messo dentro due giocatori freschi che hanno fatto anche bene. Se Leao chiede spiegazioni, come è giusto che sia, gliele darò».
 

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Repubblica: Giroud illude il Milan, ma il Napoli non finisce mai. Nel primo i campioni d’Italia si sono lasciati annichilire dal Milan dell’acrobata Giroud, redivivo come l’intera squadra dopo la doppia batosta con Juventus e Psg. La ricorrenza del 30 ottobre rischiava di essere offuscata dai fischi meritati e la stagione napoletana di Rudi Garcia, allenatore sotto esplicita tutela del presidente De Laurentiis, pareva volgere davvero all’autunno. Pioli, al contrario, si guadagnava sul campo la fiducia dichiarata dall’ad Furlani al rientro da Parigi. Ma poi il secondo atto, con i gol cesellati da Politano e da Raspadori, ha ribaltato le sentenze precoci. Così il Milan è staccato dietro Inter e Juventus e davanti al Napoli stesso, con la fastidiosa aggiunta della non impeccabile prova di una certezza come Maignan, degli infortuni muscolari croce dell’annata — Kjaer in mattinata, Kalulu in corso d’opera, Pulisic nell’intervallo — e soprattutto del malessere nello spogliatoio: Leao e Giroud non hanno gradito la sostituzione a 10’ dalla fine. Nulla è prevedibile a fine ottobre, ma certo sarà anche il cammino nell’edizione della Champions in corso a decidere ogni destino, con gli annessi ricavi ormai indispensabili per il bilancio economico: la rivincita del 7 novembre con Mbappé è ammantata di ovvia ansia. Il Milan non ha ancora battuto una grande, eppure stava riassaporando il gusto, accompagnato dal risveglio di Giroud, che non segnava dall’1 settembre e su azione dal 21 agosto, dal parziale apporto del criticato Leao alla fase di copertura e dall’energica serata di Calabria, capitano riabilitato previo chiarimento con l’allenatore per le critiche del Parco dei Principi.
 

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Corriere della Sera: illusione Milan. Fugge sul 2-0 poi il Napoli si sveglia e rimonta. Nessuna delle due squadre avrebbe meritato la vittoria. Pioli e Garcia si dividono anche il tempo sulla gogna mediatica. Il Napoli risorge, il Milan si butta via pensando che sul 2-0 avrebbe portato a casa i tre punti.
 

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Corriere della Sera: illusione Milan. Fugge sul 2-0 poi il Napoli si sveglia e rimonta. Nessuna delle due squadre avrebbe meritato la vittoria. Pioli e Garcia si dividono anche il tempo sulla gogna mediatica. Il Napoli risorge, il Milan si butta via pensando che sul 2-0 avrebbe portato a casa i tre punti.

Repubblica: Giroud illude il Milan, ma il Napoli non finisce mai. Nel primo i campioni d’Italia si sono lasciati annichilire dal Milan dell’acrobata Giroud, redivivo come l’intera squadra dopo la doppia batosta con Juventus e Psg. La ricorrenza del 30 ottobre rischiava di essere offuscata dai fischi meritati e la stagione napoletana di Rudi Garcia, allenatore sotto esplicita tutela del presidente De Laurentiis, pareva volgere davvero all’autunno. Pioli, al contrario, si guadagnava sul campo la fiducia dichiarata dall’ad Furlani al rientro da Parigi. Ma poi il secondo atto, con i gol cesellati da Politano e da Raspadori, ha ribaltato le sentenze precoci. Così il Milan è staccato dietro Inter e Juventus e davanti al Napoli stesso, con la fastidiosa aggiunta della non impeccabile prova di una certezza come Maignan, degli infortuni muscolari croce dell’annata — Kjaer in mattinata, Kalulu in corso d’opera, Pulisic nell’intervallo — e soprattutto del malessere nello spogliatoio: Leao e Giroud non hanno gradito la sostituzione a 10’ dalla fine. Nulla è prevedibile a fine ottobre, ma certo sarà anche il cammino nell’edizione della Champions in corso a decidere ogni destino, con gli annessi ricavi ormai indispensabili per il bilancio economico: la rivincita del 7 novembre con Mbappé è ammantata di ovvia ansia. Il Milan non ha ancora battuto una grande, eppure stava riassaporando il gusto, accompagnato dal risveglio di Giroud, che non segnava dall’1 settembre e su azione dal 21 agosto, dal parziale apporto del criticato Leao alla fase di copertura e dall’energica serata di Calabria, capitano riabilitato previo chiarimento con l’allenatore per le critiche del Parco dei Principi.

Tuttosport: un'occasione sprecata dal Milan. Napoli non è più benigna e, dopo quattro vittorie consecutive al Maradona tra campionato e Champions, arriva un pareggio che lascia parecchio amaro in bocca ai rossoneri, reduci dai ko con Juventus in Serie A e Psg in Europa. E non soltanto perché vedono l'Inter allungare in testa alla classifica e la Juventus balzare solitaria al secondo posto. Pioli deve recriminare sull'incapacità con cui i suoi (e lui) non hanno saputo gestire il doppio vantaggio scaturito dai colpi di testa del redivivo Giroud. Uno che, quando vede la maglia azzurra, ritrova l'istinto del gol. Milan sul 2-0 a fine primo tempo, un risultato che avrebbe potuto essere più ampio se non avesse sprecato alcune ghiotte opportunità. Situazioni da rimpiangere ulteriormente, visto il cambio di passo avversario dopo l'intervallo. Troppo brutto il Napoli per essere credibile: slegato nei reparti, molle nei contrasti, distratto in appoggio. Con fischi meritati al momento di andare negli spogliatoi. Una situazione su cui Garcia ha lavorato con i cambi (tre a inizio ripresa) e nella testa. Totalmente differente l'atteggiamento nei secondi 45', con il pareggio raggiunto nello spazio di un quarto d'ora.

Il Milan ha sbandato in quei momenti, dopo essere stato padrone del gioco. Centrocampo aggressivo, pronto a inaridire le fonti di gioco altrui, e presa di possesso delle fasce. Più la destra dell'amata sinistra, visto che i due cross per la capoccia di Giroud sono arrivati entrambi da destra: prima con Pulisic, quindi con Calabria. Rossoneri che davano l'impressione di disporre come volevano della controparte, come capitato la passata stagione con il clamoroso 4-0 al Maradona che aveva fatto da antipasto alla vittoria nei quarti di Champions. La colpa è stata, come detto, quella di non aver chiuso. Nello specifico un paio di conclusioni di Reijnders, soprattutto la seconda su invito di Theo, spedita alta di poco.
I fischi, seguito a un ignobile lancio di petardi tra le due curve alla destra della tribuna, e le decisioni di Garcia cambiavano il match nel secondo tempo. Olivera e Ostigard chiudevano spazi dietro, mentre Simeone andava a dare una mano al troppo isolato Raspadori. Il tutto con una aggressività che era parsa merce rara. Una varietà di alternative che, invece, non apparteneva al Milan. Così se nel primo tempo era toccato al - finora - oggetto misterioso Pellegrino sostituire in corsa l'infortunato Kalulu (Kjaer aveva avuto un problema nelle ore precedenti il match), Pioli doveva inserire Romero al posto di Pulisic, arresosi a una contrattura, perdendo in equilibrio e gestione del pallone. E proprio i due subentrati erano protagonisti nelle azioni decisive pro Napoli. Prima Pellegrino cercava un improbabile anticipo di testa su Politano, perdendo l'avversario sul tempo per una conclusione che non lasciava scampo a Maignan. Quindi Romero, molto fumoso, entrava in ritardo su Zielinski provocando una punizione dal limite che Raspadori insaccava sul palo protetto da Maignan.
Ma sarebbe ingeneroso gettare la croce solo su loro due, perché anche i più esperti del Milan hanno barcollato in quel quarto d'ora. Una situazione da cui i rossoneri sono usciti ritrovando ordine e sfiorando un nuovo vantaggio su conclusione di Leao. Bravo a riscattarsi Meret mandando in angolo, così come Maignan si riscattava a sua volta al 49' su una delle rare volte in cui Calabria perdeva il confronto con Kvaratskhelia: il portiere respingeva con il corpo la connclusione in area del georgiano. La parola fine su un 2-2 decisamente giusto.
Il commento di Pioli: «Se avessimo perso anche questa partita, beh, avremmo dovuto parlare di un momento davvero sfortunato. L’errore è stato sul primo gol, quando abbiamo rimesso l’avversario in partita. Per quello che abbiamo creato, due gol sono pochi: uscire con un punto è un dispiacere. Quando vai in doppio vantaggio, devi cercare di portare a casa la partita. Sulla situazione del 1-2 abbiamo dato coraggio al Napoli, ma sia chiaro che noi non abbiamo smesso di giocare. Nel primo tempo abbiamo dominato, nel secondo un po’ meno ma non siamo stati passivi». Sul cambio Leao e Giroud, che l’hanno presa bene e lo hanno dimostrato in modo plateale: «Avevamo bisogno di energie. Ho messo dentro due giocatori freschi che hanno fatto anche bene. Se Leao chiede spiegazioni, come è giusto che sia, gliele darò».
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Corriere della Sera: illusione Milan. Fugge sul 2-0 poi il Napoli si sveglia e rimonta. Nessuna delle due squadre avrebbe meritato la vittoria. Pioli e Garcia si dividono anche il tempo sulla gogna mediatica. Il Napoli risorge, il Milan si butta via pensando che sul 2-0 avrebbe portato a casa i tre punti.

Repubblica: Giroud illude il Milan, ma il Napoli non finisce mai. Nel primo i campioni d’Italia si sono lasciati annichilire dal Milan dell’acrobata Giroud, redivivo come l’intera squadra dopo la doppia batosta con Juventus e Psg. La ricorrenza del 30 ottobre rischiava di essere offuscata dai fischi meritati e la stagione napoletana di Rudi Garcia, allenatore sotto esplicita tutela del presidente De Laurentiis, pareva volgere davvero all’autunno. Pioli, al contrario, si guadagnava sul campo la fiducia dichiarata dall’ad Furlani al rientro da Parigi. Ma poi il secondo atto, con i gol cesellati da Politano e da Raspadori, ha ribaltato le sentenze precoci. Così il Milan è staccato dietro Inter e Juventus e davanti al Napoli stesso, con la fastidiosa aggiunta della non impeccabile prova di una certezza come Maignan, degli infortuni muscolari croce dell’annata — Kjaer in mattinata, Kalulu in corso d’opera, Pulisic nell’intervallo — e soprattutto del malessere nello spogliatoio: Leao e Giroud non hanno gradito la sostituzione a 10’ dalla fine. Nulla è prevedibile a fine ottobre, ma certo sarà anche il cammino nell’edizione della Champions in corso a decidere ogni destino, con gli annessi ricavi ormai indispensabili per il bilancio economico: la rivincita del 7 novembre con Mbappé è ammantata di ovvia ansia. Il Milan non ha ancora battuto una grande, eppure stava riassaporando il gusto, accompagnato dal risveglio di Giroud, che non segnava dall’1 settembre e su azione dal 21 agosto, dal parziale apporto del criticato Leao alla fase di copertura e dall’energica serata di Calabria, capitano riabilitato previo chiarimento con l’allenatore per le critiche del Parco dei Principi.

Tuttosport: un'occasione sprecata dal Milan. Napoli non è più benigna e, dopo quattro vittorie consecutive al Maradona tra campionato e Champions, arriva un pareggio che lascia parecchio amaro in bocca ai rossoneri, reduci dai ko con Juventus in Serie A e Psg in Europa. E non soltanto perché vedono l'Inter allungare in testa alla classifica e la Juventus balzare solitaria al secondo posto. Pioli deve recriminare sull'incapacità con cui i suoi (e lui) non hanno saputo gestire il doppio vantaggio scaturito dai colpi di testa del redivivo Giroud. Uno che, quando vede la maglia azzurra, ritrova l'istinto del gol. Milan sul 2-0 a fine primo tempo, un risultato che avrebbe potuto essere più ampio se non avesse sprecato alcune ghiotte opportunità. Situazioni da rimpiangere ulteriormente, visto il cambio di passo avversario dopo l'intervallo. Troppo brutto il Napoli per essere credibile: slegato nei reparti, molle nei contrasti, distratto in appoggio. Con fischi meritati al momento di andare negli spogliatoi. Una situazione su cui Garcia ha lavorato con i cambi (tre a inizio ripresa) e nella testa. Totalmente differente l'atteggiamento nei secondi 45', con il pareggio raggiunto nello spazio di un quarto d'ora.

Il Milan ha sbandato in quei momenti, dopo essere stato padrone del gioco. Centrocampo aggressivo, pronto a inaridire le fonti di gioco altrui, e presa di possesso delle fasce. Più la destra dell'amata sinistra, visto che i due cross per la capoccia di Giroud sono arrivati entrambi da destra: prima con Pulisic, quindi con Calabria. Rossoneri che davano l'impressione di disporre come volevano della controparte, come capitato la passata stagione con il clamoroso 4-0 al Maradona che aveva fatto da antipasto alla vittoria nei quarti di Champions. La colpa è stata, come detto, quella di non aver chiuso. Nello specifico un paio di conclusioni di Reijnders, soprattutto la seconda su invito di Theo, spedita alta di poco.
I fischi, seguito a un ignobile lancio di petardi tra le due curve alla destra della tribuna, e le decisioni di Garcia cambiavano il match nel secondo tempo. Olivera e Ostigard chiudevano spazi dietro, mentre Simeone andava a dare una mano al troppo isolato Raspadori. Il tutto con una aggressività che era parsa merce rara. Una varietà di alternative che, invece, non apparteneva al Milan. Così se nel primo tempo era toccato al - finora - oggetto misterioso Pellegrino sostituire in corsa l'infortunato Kalulu (Kjaer aveva avuto un problema nelle ore precedenti il match), Pioli doveva inserire Romero al posto di Pulisic, arresosi a una contrattura, perdendo in equilibrio e gestione del pallone. E proprio i due subentrati erano protagonisti nelle azioni decisive pro Napoli. Prima Pellegrino cercava un improbabile anticipo di testa su Politano, perdendo l'avversario sul tempo per una conclusione che non lasciava scampo a Maignan. Quindi Romero, molto fumoso, entrava in ritardo su Zielinski provocando una punizione dal limite che Raspadori insaccava sul palo protetto da Maignan.
Ma sarebbe ingeneroso gettare la croce solo su loro due, perché anche i più esperti del Milan hanno barcollato in quel quarto d'ora. Una situazione da cui i rossoneri sono usciti ritrovando ordine e sfiorando un nuovo vantaggio su conclusione di Leao. Bravo a riscattarsi Meret mandando in angolo, così come Maignan si riscattava a sua volta al 49' su una delle rare volte in cui Calabria perdeva il confronto con Kvaratskhelia: il portiere respingeva con il corpo la connclusione in area del georgiano. La parola fine su un 2-2 decisamente giusto.
Il commento di Pioli: «Se avessimo perso anche questa partita, beh, avremmo dovuto parlare di un momento davvero sfortunato. L’errore è stato sul primo gol, quando abbiamo rimesso l’avversario in partita. Per quello che abbiamo creato, due gol sono pochi: uscire con un punto è un dispiacere. Quando vai in doppio vantaggio, devi cercare di portare a casa la partita. Sulla situazione del 1-2 abbiamo dato coraggio al Napoli, ma sia chiaro che noi non abbiamo smesso di giocare. Nel primo tempo abbiamo dominato, nel secondo un po’ meno ma non siamo stati passivi». Sul cambio Leao e Giroud, che l’hanno presa bene e lo hanno dimostrato in modo plateale: «Avevamo bisogno di energie. Ho messo dentro due giocatori freschi che hanno fatto anche bene. Se Leao chiede spiegazioni, come è giusto che sia, gliele darò».
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Tuttosport: un'occasione sprecata dal Milan. Napoli non è più benigna e, dopo quattro vittorie consecutive al Maradona tra campionato e Champions, arriva un pareggio che lascia parecchio amaro in bocca ai rossoneri, reduci dai ko con Juventus in Serie A e Psg in Europa. E non soltanto perché vedono l'Inter allungare in testa alla classifica e la Juventus balzare solitaria al secondo posto. Pioli deve recriminare sull'incapacità con cui i suoi (e lui) non hanno saputo gestire il doppio vantaggio scaturito dai colpi di testa del redivivo Giroud. Uno che, quando vede la maglia azzurra, ritrova l'istinto del gol. Milan sul 2-0 a fine primo tempo, un risultato che avrebbe potuto essere più ampio se non avesse sprecato alcune ghiotte opportunità. Situazioni da rimpiangere ulteriormente, visto il cambio di passo avversario dopo l'intervallo. Troppo brutto il Napoli per essere credibile: slegato nei reparti, molle nei contrasti, distratto in appoggio. Con fischi meritati al momento di andare negli spogliatoi. Una situazione su cui Garcia ha lavorato con i cambi (tre a inizio ripresa) e nella testa. Totalmente differente l'atteggiamento nei secondi 45', con il pareggio raggiunto nello spazio di un quarto d'ora.

Il Milan ha sbandato in quei momenti, dopo essere stato padrone del gioco. Centrocampo aggressivo, pronto a inaridire le fonti di gioco altrui, e presa di possesso delle fasce. Più la destra dell'amata sinistra, visto che i due cross per la capoccia di Giroud sono arrivati entrambi da destra: prima con Pulisic, quindi con Calabria. Rossoneri che davano l'impressione di disporre come volevano della controparte, come capitato la passata stagione con il clamoroso 4-0 al Maradona che aveva fatto da antipasto alla vittoria nei quarti di Champions. La colpa è stata, come detto, quella di non aver chiuso. Nello specifico un paio di conclusioni di Reijnders, soprattutto la seconda su invito di Theo, spedita alta di poco.
I fischi, seguito a un ignobile lancio di petardi tra le due curve alla destra della tribuna, e le decisioni di Garcia cambiavano il match nel secondo tempo. Olivera e Ostigard chiudevano spazi dietro, mentre Simeone andava a dare una mano al troppo isolato Raspadori. Il tutto con una aggressività che era parsa merce rara. Una varietà di alternative che, invece, non apparteneva al Milan. Così se nel primo tempo era toccato al - finora - oggetto misterioso Pellegrino sostituire in corsa l'infortunato Kalulu (Kjaer aveva avuto un problema nelle ore precedenti il match), Pioli doveva inserire Romero al posto di Pulisic, arresosi a una contrattura, perdendo in equilibrio e gestione del pallone. E proprio i due subentrati erano protagonisti nelle azioni decisive pro Napoli. Prima Pellegrino cercava un improbabile anticipo di testa su Politano, perdendo l'avversario sul tempo per una conclusione che non lasciava scampo a Maignan. Quindi Romero, molto fumoso, entrava in ritardo su Zielinski provocando una punizione dal limite che Raspadori insaccava sul palo protetto da Maignan.
Ma sarebbe ingeneroso gettare la croce solo su loro due, perché anche i più esperti del Milan hanno barcollato in quel quarto d'ora. Una situazione da cui i rossoneri sono usciti ritrovando ordine e sfiorando un nuovo vantaggio su conclusione di Leao. Bravo a riscattarsi Meret mandando in angolo, così come Maignan si riscattava a sua volta al 49' su una delle rare volte in cui Calabria perdeva il confronto con Kvaratskhelia: il portiere respingeva con il corpo la connclusione in area del georgiano. La parola fine su un 2-2 decisamente giusto.
Il commento di Pioli: «Se avessimo perso anche questa partita, beh, avremmo dovuto parlare di un momento davvero sfortunato. L’errore è stato sul primo gol, quando abbiamo rimesso l’avversario in partita. Per quello che abbiamo creato, due gol sono pochi: uscire con un punto è un dispiacere. Quando vai in doppio vantaggio, devi cercare di portare a casa la partita. Sulla situazione del 1-2 abbiamo dato coraggio al Napoli, ma sia chiaro che noi non abbiamo smesso di giocare. Nel primo tempo abbiamo dominato, nel secondo un po’ meno ma non siamo stati passivi». Sul cambio Leao e Giroud, che l’hanno presa bene e lo hanno dimostrato in modo plateale: «Avevamo bisogno di energie. Ho messo dentro due giocatori freschi che hanno fatto anche bene. Se Leao chiede spiegazioni, come è giusto che sia, gliele darò».

C'è poco da commentare, mi sembrano reportages senza grosse fesserie, tutto sommato.
 

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