Diritti tv A: 900 mln o ecco Lega Channnel.

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Sarebbe la manna dal cielo scegliersi solo le partite del Milan e non pagare le altre cesso di partite della serie A, ma salterà fuori sicuramente qualche gabola o mezza truffa.
Penso sarà uguale.

Per non "peggiorare" serve 1 miliardino, in qualche modo dovrà entrare.
E sempre dalle tasche dei tifosi arriverà.

Se si andrà molto sotto, anche se saremo felici perchè pagheremo 5 euro in meno al mese, se non corrisponderà parimenti ad un calo degli introiti anche agli altri campionati europei:

- Perderemo semplicemente ulteriore competitività, e sarebbe un peccato visto che la Serie A, Premier a parte, è li a lottare per essere il secondo campionato mondiale.

Personalmente, preferisco spendere 30 euro al mese.
Ma so che suona stupido, manco mi venisse qualcosa in tasca :asd:
 

-Lionard-

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Peccato che faranno prezzi al rialzo per cui anche prendere solo la squadra del cuore costerà, come minimo, quanto il prezzo attuale di Dazn(ma probabilmente di più con qualche magata tipo "tutte le partite del Milan in casa a 10 euro al mese, tutte le partite 22,90 euro, con il derby e la Juve 25,90") senza avere quel di più che Dazn ti dá, tipo la NFL.
Esattamente. Tra l'altro non sarebbe neanche una novità visto che agli inizi degli anni 2000 Tele + e Stream funzionavano esattamente così. Anzi, la questione era ancora più complessa. Avevi la certezza di vedere tutte le partite della tua squadra del cuore in casa + quelle in trasferta sui campi delle altre squadre Tele +. Quando il tuo team affrontava fuori casa una formazione dell'emittente rivale allora non vedevi neanche quella. E i prezzi degli abbonamenti, al netto del discorso inflazione, erano forse anche più alti di quelli attuali con cui però vedi tutta la serie A + calcio straniero + altri sport.

Il tema è che comunque gli ascolti sono in netto calo. Ma in Italia. La leggenda per cui in tutto il mondo il calcio è in calo ha delle fondamenta di verità (soprattutto con gli under 20, ma non sono ancora loro il target di riferimento delle Pay tv, lo saranno tra 5/10 anni) ma viene anche esagerata. Quest'estate il primo weekend di Premier ha registrato un +40% sull'anno precedente e il 2022/2023 ha avuto un +10% su quella precedente. In tutto il mondo pare ci siano 1,4 miliardi di persone che hanno guardato una partita di Premier nell'ultimo anno.

Possiamo raccontarci quello che vogliamo e pensare ai macro-sistemi ma la questione è più semplice di quanto sembri. O offri un prodotto interessante o la gente si limiterà a seguire la proprio squadra del cuore e poco altro. La Lazio è andata in Champions e ha fatto un mercato di parametri 0 e scommesse dopo aver venduto il top player. Il Napoli con il tricolore sul petto ha venduto il suo difensore più forte e chi ha preso? Se i presidenti vogliono più soldi dalle Pay tv e da noi tifosi, anche con prezzi allo stadio ridicoli, dovrebbero impegnarsi anche loro e investire adeguatamente per migliorare il prodotto.
 
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Sarebbe la manna dal cielo scegliersi solo le partite del Milan e non pagare le altre cesso di partite della serie A, ma salterà fuori sicuramente qualche gabola o mezza truffa.
Farebbero che per vedere Milan- Lecce devi essere abbonato sia alle partite del Milan che a quelle del Lecce, se no oscurano la trasmissione quando gli avversari hanno il pallone… :asd:
Scherzi a parte, mi sembra proprio impossibilissimo che possano prevedere un meccanismo che consenta di abbonarsi a una sola squadra. Un miliardo all’anno solo per i diritti tv, più tutto il resto. Con abbonamenti “selettivi” non avrebbero abbastanza soldi né dagli abbonamenti né dalle pubblicità, che sarebbero mediamente inferiori dato il più ristretto bacino d’utenza potenziale.
Al massimo farebbero come faceva Sky consentendo di acquistare una sola giornata o una sola partita, ma a prezzi tali che con un paio di acquisti superi il costo dell’abbonamento mensile.

Fermo restando che, come detto da altri, per me è solo il solito teatrino che vediamo ogni volta che si discute il rinnovo dell’assegnazione dei diritti tv.
 
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Peccato che faranno prezzi al rialzo per cui anche prendere solo la squadra del cuore costerà, come minimo, quanto il prezzo attuale di Dazn(ma probabilmente di più con qualche magata tipo "tutte le partite del Milan in casa a 10 euro al mese, tutte le partite 22,90 euro, con il derby e la Juve 25,90") senza avere quel di più che Dazn ti dá, tipo la NFL.

Tranquillo, tanto i "geni" della lega stanno solamente tentando di far alzare l'offerta alle varie emittenti

Anche perché un sistema del genere sarebbe veramente ridicolo sia per i tifosi (dato che in Italia le squadre campano principalmente con i diritti tv, dubito che l'offerta proposta ai tifosi per seguire la propria squadra possa essere inferiore ai 20€, a sto punto tanto vale pagarne 29 e guadare tutte le partite), sia per le piccole squadre che si ritroverebbero ancora di più schiacciate dal sistema e impossibilitate a fare mercato (e il livello della serie A calerà ancora più a picco).

Ora le piccole squadre "mangiano" dal 50% dei diritti tv che vengono distribuiti equamente tra tutte le squadre. l'altra fetta viene distribuita in base al numero di spettatori e ai piazzamenti. Escluse le BIG e qualche altra squadra con un buon bacino di tifosi, che si fa con tutte le altre squadre?
 

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Repubblica: Immaginate di comprare solo la partita che vi interessa. O solo quelle della vostra squadra. Oggi è impossibile, ad agosto chissà. Perché oggi, per la prima volta, la Serie A pensa davvero all’idea di non assegnare i diritti tv. E sviluppare un canale tutto suo, che le darebbe più elasticità. Possibilità che piace ad alcuni club dalla visione imprenditoriale: Juve, Inter e Milan. Altri preferiscono la via più nota, e questo rischia di aprire una nuova spaccatura tra le squadre del campionato lunedì prossimo, in un’assemblea da cui dipende il futuro del calcio italiano. In realtà dipenderà tutto dalla partita che i club giocheranno oggi. In campo Lotito (Lazio), De Laurentiis (Napoli), Percassi (Atalanta), Cappellini (Inter) e Campoccia (Udinese), la commissione scelta dalle squadre per trattare con le tv. Calcio d’inizio alle 10.30 a Milano. L’ultimo atto della infinita trattativa privata con Sky e Dazn per assegnare i diritti televisivi per la Serie A dal 2024 al 2029, cinque anni di calcio italiano. La partita è soprattutto una questione di numeri. Il ritornello che si sente spesso, tra i club, è questo: “A meno di 900 milioni a stagione non si discute neppure”. A quella cifra (auspicabilmente anche oltre), molti club si convincerebbero ad assegnare. Ma c’è ancora un bel passo da fare, per arrivarci. Le offerte infatti arrivano a una media di 880 milioni all’anno (680 da Dazn e 200 da Sky, compresi i diritti per i bar) ma a crescere: si parte bassissimi, da 820 per la stagione 2024/25 a salire, soprattutto nel quarto e quinto anno, e con percentuali sui ricavi da condividere. Per le squadre di Serie A vorrebbe dire però perdere nel prossimo campionato 140 milioni rispetto alla stagione in corso. Per molti, in Lega, una formula irricevibile. Incassare meno prima, per poi ricevere la differenza più avanti, non convince i club. Sarebbe un salto nel buio. Ma ieri in Lega sono arrivate voci gelide: non aspettatevi rilanci dalle tv. Se le piccole sembrano più disposte a scendere a compromessi, altri sono pronti a bocciare le offerte: i 7 voti che servono ci sarebbero già. E il canale è una tentazione reale. Perché permetterebbe di rivoluzionare il concetto stesso di fruizione del calcio. Dazn ha dimostrato che la Serie A ha un pubblico sostanzialmente inscalfibile: nonostante l’aumento dei prezzi, la tv non ha perso abbonati. Vuol dire — è il ragionamento che inizia a circolare — che le stesse persone se da domani dovessero abbonarsi a un canale della Lega, lo farebbero senza battere ciglio. Un bluff? Non è questa l’impressione. La Lega ha già sviluppato un progetto avanzato con l’advisor Lazard, che permetterebbe di arrivare a produrre utili in 3 anni (finanziandosi nel periodo aprendo una linea di credito con fondi o banche d’affari: le offerte sono già state ricevute). Un progetto che permetterebbe abbonamenti su misura del tifoso: abbonamenti esclusivi alla propria squadra o al posticipo. E una formula “ricaricabile”: si spende a seconda di quante partite si guardano e se si arriva al prezzo dell’abbonamento mensile non si paga più. In più, lotta strenua alla pirateria e il contributo delle squadre per sviluppare più contenuti esclusivi come inter- viste con i giocatori. L’esperienza della radio, iniziata a settembre, è la base. La tentazione è forte e coinvolgerebbe tutti i club nella promozione del prodotto. Per evitarlo alle tv servono 900 milioni.
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Albijol

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Repubblica: Immaginate di comprare solo la partita che vi interessa. O solo quelle della vostra squadra. Oggi è impossibile, ad agosto chissà. Perché oggi, per la prima volta, la Serie A pensa davvero all’idea di non assegnare i diritti tv. E sviluppare un canale tutto suo, che le darebbe più elasticità. Possibilità che piace ad alcuni club dalla visione imprenditoriale: Juve, Inter e Milan. Altri preferiscono la via più nota, e questo rischia di aprire una nuova spaccatura tra le squadre del campionato lunedì prossimo, in un’assemblea da cui dipende il futuro del calcio italiano. In realtà dipenderà tutto dalla partita che i club giocheranno oggi. In campo Lotito (Lazio), De Laurentiis (Napoli), Percassi (Atalanta), Cappellini (Inter) e Campoccia (Udinese), la commissione scelta dalle squadre per trattare con le tv. Calcio d’inizio alle 10.30 a Milano. L’ultimo atto della infinita trattativa privata con Sky e Dazn per assegnare i diritti televisivi per la Serie A dal 2024 al 2029, cinque anni di calcio italiano. La partita è soprattutto una questione di numeri. Il ritornello che si sente spesso, tra i club, è questo: “A meno di 900 milioni a stagione non si discute neppure”. A quella cifra (auspicabilmente anche oltre), molti club si convincerebbero ad assegnare. Ma c’è ancora un bel passo da fare, per arrivarci. Le offerte infatti arrivano a una media di 880 milioni all’anno (680 da Dazn e 200 da Sky, compresi i diritti per i bar) ma a crescere: si parte bassissimi, da 820 per la stagione 2024/25 a salire, soprattutto nel quarto e quinto anno, e con percentuali sui ricavi da condividere. Per le squadre di Serie A vorrebbe dire però perdere nel prossimo campionato 140 milioni rispetto alla stagione in corso. Per molti, in Lega, una formula irricevibile. Incassare meno prima, per poi ricevere la differenza più avanti, non convince i club. Sarebbe un salto nel buio. Ma ieri in Lega sono arrivate voci gelide: non aspettatevi rilanci dalle tv. Se le piccole sembrano più disposte a scendere a compromessi, altri sono pronti a bocciare le offerte: i 7 voti che servono ci sarebbero già. E il canale è una tentazione reale. Perché permetterebbe di rivoluzionare il concetto stesso di fruizione del calcio. Dazn ha dimostrato che la Serie A ha un pubblico sostanzialmente inscalfibile: nonostante l’aumento dei prezzi, la tv non ha perso abbonati. Vuol dire — è il ragionamento che inizia a circolare — che le stesse persone se da domani dovessero abbonarsi a un canale della Lega, lo farebbero senza battere ciglio. Un bluff? Non è questa l’impressione. La Lega ha già sviluppato un progetto avanzato con l’advisor Lazard, che permetterebbe di arrivare a produrre utili in 3 anni (finanziandosi nel periodo aprendo una linea di credito con fondi o banche d’affari: le offerte sono già state ricevute). Un progetto che permetterebbe abbonamenti su misura del tifoso: abbonamenti esclusivi alla propria squadra o al posticipo. E una formula “ricaricabile”: si spende a seconda di quante partite si guardano e se si arriva al prezzo dell’abbonamento mensile non si paga più. In più, lotta strenua alla pirateria e il contributo delle squadre per sviluppare più contenuti esclusivi come inter- viste con i giocatori. L’esperienza della radio, iniziata a settembre, è la base. La tentazione è forte e coinvolgerebbe tutti i club nella promozione del prodotto. Per evitarlo alle tv servono 900 milioni.
si sa qualcosa sui diritti per l'estero?
 
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Il canale della Lega è solo una minaccia per spillare più soldi alle tv. Non lo faranno mai per un semplice motivo: gli ascolti della Serie A sono bassi e anche il trend è in ribasso. Metteresi in proprio vuol dire collassare. Non per niente Dazn se la passa male e più di un presidente teme che possa smettere di pagare.
Ormai il canale della Lega è come Baselli al Milan. Annunciato periodicamente ma senza mai concretezza.
 
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