De Benedetti vs Elkann: "Peggio di Cena dei Cret.ini"

Andris

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De Benedetti, ex tessera numero 1 del Pd, attacca John Elkann su Domani:

“Elkann è riuscito in quattro anni a distruggere il gruppo editoriale che il principe Carlo Caracciolo, suo prozio, aveva creato in circa quindici anni.
Un massacro incomprensibile nei suoi scopi.
John ha venduto tutti i quotidiani locali, che andavano bene. ù
Poi ha devastato pure Repubblica
, che ancora si aggira tra i quotidiani italiani con la maestà malinconica delle rovine.
Mi dispiace moltissimo. È straziante.
Addirittura avevano messo ad amministrare i giornali uno che allo stesso tempo si occupava della Juventus.
Carta e palloni. Non so se mi spiego.
A quel gruppo dirigente ho visto fare cose che manco nella ‘Cena dei cret.ini’.
Dicono ‘digital first’ ma non hanno investito un centesimo in serie acquisizioni sul digitale, mentre hanno annientato la carta

Alla fine venderanno pure Repubblica e la Stampa.
So che ci sono contatti.
Con la famiglia Angelucci?
Non penso che venderanno a loro.
Credo che Elkann stia pensando a un’espressione internazionale.
Anche se c’è da dire che se Repubblica continua a essere gestita così non so nemmeno cosa resterà da vendere”


Poi un accenno al suo partito e alla politica italiana:

"Questa destra non mi pare tanto normale.
E Meloni non mi piace per niente.
Se dolorosamente costretto a scegliere tra Meloni e Conte, sceglierei Meloni.

Io Schlein l’ho appoggiata e anche aiutata in qualche modo.
Pensavo che fosse la persona di cui il Pd aveva bisogno.
Pensavo fosse un cambiamento vero, non il modo di Dario Franceschini per restare al potere.
Il partito non c’è più da prima di Schlein, e io per la verità non so nemmeno che politica esprima ormai.

Credo nessuna.
Non sta nemmeno facendo un’opposizione comprensibile.

Il Pd mi sembra un partito esangue.
Mi ricorda la Dc alla fine della sua parabola, si aggrappa a tutto pur di restare al governo"
 
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De Benedetti, ex tessera numero 1 del Pd, attacca John Elkann su Domani:

“Elkann è riuscito in quattro anni a distruggere il gruppo editoriale che il principe Carlo Caracciolo, suo prozio, aveva creato in circa quindici anni.
Un massacro incomprensibile nei suoi scopi.
John ha venduto tutti i quotidiani locali, che andavano bene. ù
Poi ha devastato pure Repubblica
, che ancora si aggira tra i quotidiani italiani con la maestà malinconica delle rovine.
Mi dispiace moltissimo. È straziante.
Addirittura avevano messo ad amministrare i giornali uno che allo stesso tempo si occupava della Juventus.
Carta e palloni. Non so se mi spiego.
A quel gruppo dirigente ho visto fare cose che manco nella ‘Cena dei cret.ini’.
Dicono ‘digital first’ ma non hanno investito un centesimo in serie acquisizioni sul digitale, mentre hanno annientato la carta

Alla fine venderanno pure Repubblica e la Stampa.
So che ci sono contatti.
Con la famiglia Angelucci?
Non penso che venderanno a loro.
Credo che Elkann stia pensando a un’espressione internazionale.
Anche se c’è da dire che se Repubblica continua a essere gestita così non so nemmeno cosa resterà da vendere”


Poi un accenno al suo partito e alla politica italiana:

"Questa destra non mi pare tanto normale.
E Meloni non mi piace per niente.
Se dolorosamente costretto a scegliere tra Meloni e Conte, sceglierei Meloni.

Io Schlein l’ho appoggiata e anche aiutata in qualche modo.
Pensavo che fosse la persona di cui il Pd aveva bisogno.
Pensavo fosse un cambiamento vero, non il modo di Dario Franceschini per restare al potere.
Il partito non c’è più da prima di Schlein, e io per la verità non so nemmeno che politica esprima ormai.

Credo nessuna.
Non sta nemmeno facendo un’opposizione comprensibile.

Il Pd mi sembra un partito esangue.
Mi ricorda la Dc alla fine della sua parabola, si aggrappa a tutto pur di restare al governo"
Magna tranquillo dottò, finché hanno in mano la presidenza della Repubblica e gli alti gradi della Pubblica Amministrazione continueranno a comandare. Se, in più, c'è l'appoggio delle organizzazioni internazionali, possono dormire tra due guanciali e divertirsi a cambiare segretario pure una volta al mese.
 
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