Coltiviamo il sogno, ma niente proclami. Ranieri insegna

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Ciao ragazzi,

vi siete accorti dell'atteggiamento delle tifoserie concorrenti che, negli ultimi mesi, non fanno che attribuire a noi tifosi rossoneri affermazioni e proclami di un certo tipo? Ci dipingono come se noi stessi ci stessimo già autoproclamando vincitori, si sono talmente convinti di ciò che poi se ne escono con dibattiti in cui praticamente rispondono a cose che in realtà si sono immaginati solo nella loro testa.

Quello che io sto notando è infatti proprio il contrario. Saranno gli ultimi otto anni di delusioni, ma se c'è una cosa che da tifoso non riesco a fare sono pronostici clamorosi sulla stagione in corso. Sono felicissimo dei risultati ottenuti, ma fatico a realizzare e credere che stia nascendo qualcosa di grande.

Questa circostanza mi ha fatto venire in mente il modus operandi di Ranieri nel 2016 alla guida del Leicester. Premessa: so che non siamo nella situazione del club inglese che puntava ad una salvezza tranquilla. Ma cosa faceva l'allenatore italiano in conferenza stampa che secondo me sarebbe un metodo comunicativo perfetto per noi oggi?

Volava basso. Finché non c'è stata la matematica certezza della salvezza, parlava di quella. Raggiunta quella, ha mirato all'Europa League. Poi c'è stata la Champions e solo infine, raggiunta anche quella certezza, si sbilanciò sul campionato. Tutto questo senza, però, smettere di coltivare il grande sogno. Questo è il segreto, secondo me. Crederci, ma senza fare proclami. Quattordici partite non sono poche, ma non sono neanche tante. Volendo estremizzare questo concetto, oggi non abbiamo neanche la certezza di non retrocedere.
 
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