Sinora ha convinto fior di intermediari finanziari a farsi dare una quantità consistente di denaro per finanziare il saldo prezzo con Fininvest e le prime attività di esercizio. E, se l'indebitamento finanziario è su queste allarmanti soglie (ma e' da dubitare, non sappiamo quanto di esso sarà debt e quanto invece equity, nella forma di un finanziamento in conto di futuro aumento di capitale sociale, infruttifero o a bassi tassi di interesse), le garanzie devono essere apparse solide, e qui, al di là del capitale del club, sovrastimato nel prezzo di vendita, è sconosciuto il dato sul patrimonio personale di Li; oppure, il piano industriale e di investimenti, ed il piano finanziario a questo punto, devono contenere elementi che hanno convinto i suoi interlocutori sulle aspettative di flussi sul medio periodo generati dall'esercizio. Un club di calcio non è uno castello di debito sovrano, non lo puoi ristrutturare solo sul lato dei costi riducendo le inefficienze o tagliando assets, ma agendo sulla leva dei ricavi che, nell'immediato, in mancanza di una fonte stabile come quella dello sfruttamento commerciale di uno stadio proprietario, si muove sui fronti delle sponsorizzazioni e della liquidazione dei risultati sportivi, con accesso ai fondi della Champions League e del suo market pool di diritti televisivi. E si arriva, dunque, alla necessità fondamentale che la squadra venga resa competitiva per un livello da Champions League: il primo passo, inderogabile, per l'avvio del ciclo economico previsto da un modello razionale di business, e per innescare la seconda leva, quella degli sponsors. È difficile pensare che ci si butti in un bagno finanziario da 700 milioni per provare il sottile piacere di vendere, un istante dopo il closing, il signor Donnarumma, e costruire una squadra che gliene faccia perdere altrettanti.