Calcagno vs Furlani su decreto crescita:"Aberrante".

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Calcagno, presidente AIC, a TMW contro Furlani sul decreto crescita:"Io credo che sarebbe, oltre che aberrante, anche difficile da giustificare mantenerlo solo per il mondo del calcio, quando oggi sappiamo bene che verrà eliminato negli altri settori. È un provvedimento devastante, sia per i nostri giovani che per chi gioca già ad alto livello: poter beneficiare di una detassazione del 50 per cento crea una disuguaglianza che ha acuito ancora di più la percentuale di stranieri in Serie A. È una richiesta che facciamo al ministro Abodi: è il momento giusto per togliere questa sperequazione. Non è una battaglia allo straniero, non ci appartiene: vogliamo fare tornare gli italiani allo stesso livello degli stranieri".

I club però la vedono diversamente: Furlani ha detto che la sua abrogazione sarebbe la distruzione del calcio italiano.

"È proprio il contrario. È una frase per me incredibile: il nostro calcio si deve basare su un risparmio fiscale sugli stranieri per non andare alla distruzione? Spero sia stata una provocazione: capisco che sia un risparmio per le società, ma non può essere a danno della Nazionale e di tutto il movimento. Guardiamo al minutaggio: Lippi nel 2006 contava sul 70 per cento di italiani e 30 per cento di stranieri; Mancini prima e Spalletti poi fanno i conti con percentuali invertiti. E questo vale ancora di più per i club più importanti: nel Milan se non gioca Calabria non ci sono italiani, in Champions aveva in campo gli stessi francesi del PSG. Io spero che il ministro Abodi capisca questa istanza, del resto non si capisce perché, se in tutte le altre categorie, debba rimanere nel calcio, dove teoricamente si dovrebbe partire alla pari".
 

Djici

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Calcagno, presidente AIC, a TMW contro Furlani sul decreto crescita:"Io credo che sarebbe, oltre che aberrante, anche difficile da giustificare mantenerlo solo per il mondo del calcio, quando oggi sappiamo bene che verrà eliminato negli altri settori. È un provvedimento devastante, sia per i nostri giovani che per chi gioca già ad alto livello: poter beneficiare di una detassazione del 50 per cento crea una disuguaglianza che ha acuito ancora di più la percentuale di stranieri in Serie A. È una richiesta che facciamo al ministro Abodi: è il momento giusto per togliere questa sperequazione. Non è una battaglia allo straniero, non ci appartiene: vogliamo fare tornare gli italiani allo stesso livello degli stranieri".

I club però la vedono diversamente: Furlani ha detto che la sua abrogazione sarebbe la distruzione del calcio italiano.

"È proprio il contrario. È una frase per me incredibile: il nostro calcio si deve basare su un risparmio fiscale sugli stranieri per non andare alla distruzione? Spero sia stata una provocazione: capisco che sia un risparmio per le società, ma non può essere a danno della Nazionale e di tutto il movimento. Guardiamo al minutaggio: Lippi nel 2006 contava sul 70 per cento di italiani e 30 per cento di stranieri; Mancini prima e Spalletti poi fanno i conti con percentuali invertiti. E questo vale ancora di più per i club più importanti: nel Milan se non gioca Calabria non ci sono italiani, in Champions aveva in campo gli stessi francesi del PSG. Io spero che il ministro Abodi capisca questa istanza, del resto non si capisce perché, se in tutte le altre categorie, debba rimanere nel calcio, dove teoricamente si dovrebbe partire alla pari".
Si staranno sparando Cardinale, Furlani e Moncada mentre si staranno masturbando a vicenda tutti i presidenti delle piccole di Serie A 😄
 
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Calcagno, presidente AIC, a TMW contro Furlani sul decreto crescita:"Io credo che sarebbe, oltre che aberrante, anche difficile da giustificare mantenerlo solo per il mondo del calcio, quando oggi sappiamo bene che verrà eliminato negli altri settori. È un provvedimento devastante, sia per i nostri giovani che per chi gioca già ad alto livello: poter beneficiare di una detassazione del 50 per cento crea una disuguaglianza che ha acuito ancora di più la percentuale di stranieri in Serie A. È una richiesta che facciamo al ministro Abodi: è il momento giusto per togliere questa sperequazione. Non è una battaglia allo straniero, non ci appartiene: vogliamo fare tornare gli italiani allo stesso livello degli stranieri".

I club però la vedono diversamente: Furlani ha detto che la sua abrogazione sarebbe la distruzione del calcio italiano.

"È proprio il contrario. È una frase per me incredibile: il nostro calcio si deve basare su un risparmio fiscale sugli stranieri per non andare alla distruzione? Spero sia stata una provocazione: capisco che sia un risparmio per le società, ma non può essere a danno della Nazionale e di tutto il movimento. Guardiamo al minutaggio: Lippi nel 2006 contava sul 70 per cento di italiani e 30 per cento di stranieri; Mancini prima e Spalletti poi fanno i conti con percentuali invertiti. E questo vale ancora di più per i club più importanti: nel Milan se non gioca Calabria non ci sono italiani, in Champions aveva in campo gli stessi francesi del PSG. Io spero che il ministro Abodi capisca questa istanza, del resto non si capisce perché, se in tutte le altre categorie, debba rimanere nel calcio, dove teoricamente si dovrebbe partire alla pari".
Il campionato italiano senza stranieri di un certo livello rischia di diventare come qualità come quello svizzero.

Non capisco poi il paragone con l'italia del 2006...
Se non vengono fuori italiani bravi il problema è del movimento e del paese.
 
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Il campionato italiano senza stranieri di un certo livello rischia di diventare come qualità come quello svizzero.

Non capisco poi il paragone con l'italia del 2006...
Se non vengono fuori italiani bravi il problema è del movimento e del paese.

Fare l' esempio della Nazionale del 2006, è proprio la prova che non ha argomenti invece.

Son passati 20 anni, e il decreto crescita c'è da forse 5.

Ergo, il decreto crescita non c'entra nulla
 
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Fare l' esempio della Nazionale del 2006, è proprio la prova che non ha argomenti invece.

Son passati 20 anni, e il decreto crescita c'è da forse 5.

Ergo, il decreto crescita non c'entra nulla
Appunto...
Goffo tentativo per coprire altre mancanze/dinamiche.

Abbiamo poche nascite e a calcio ci giocano meno ragazzi.
Vinceremo i mondiali di tiktok o padel.
 
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che nervi quando tutti vogliono fare i salvatori del calcio italiano, poi di fronte alle ruberie ACCERTATE della Juve, spariscono tutti....
Stanno ritardando solo la morte di un sistema, lo sappiamo bene tutti.

Il calcio è sempre stata una risorsa per questo paese.
Una classe politica seria avrebbe già aperto un tavolo di lavoro per salvarlo.

Senza legge sugli stadi innanzitutto non si ha futuro.

Il recente rinnovo dei diritti tv con dazn , vittoria della linea marmotta, è stato un altro passo verso l'abisso.

In compenso il brand è salvo, tra un club fallito ,uno che bara , un pm narcotrafficante e piccoli ludopatici che puntano.
 
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Calcagno, presidente AIC, a TMW contro Furlani sul decreto crescita:"Io credo che sarebbe, oltre che aberrante, anche difficile da giustificare mantenerlo solo per il mondo del calcio, quando oggi sappiamo bene che verrà eliminato negli altri settori. È un provvedimento devastante, sia per i nostri giovani che per chi gioca già ad alto livello: poter beneficiare di una detassazione del 50 per cento crea una disuguaglianza che ha acuito ancora di più la percentuale di stranieri in Serie A. È una richiesta che facciamo al ministro Abodi: è il momento giusto per togliere questa sperequazione. Non è una battaglia allo straniero, non ci appartiene: vogliamo fare tornare gli italiani allo stesso livello degli stranieri".

I club però la vedono diversamente: Furlani ha detto che la sua abrogazione sarebbe la distruzione del calcio italiano.

"È proprio il contrario. È una frase per me incredibile: il nostro calcio si deve basare su un risparmio fiscale sugli stranieri per non andare alla distruzione? Spero sia stata una provocazione: capisco che sia un risparmio per le società, ma non può essere a danno della Nazionale e di tutto il movimento. Guardiamo al minutaggio: Lippi nel 2006 contava sul 70 per cento di italiani e 30 per cento di stranieri; Mancini prima e Spalletti poi fanno i conti con percentuali invertiti. E questo vale ancora di più per i club più importanti: nel Milan se non gioca Calabria non ci sono italiani, in Champions aveva in campo gli stessi francesi del PSG. Io spero che il ministro Abodi capisca questa istanza, del resto non si capisce perché, se in tutte le altre categorie, debba rimanere nel calcio, dove teoricamente si dovrebbe partire alla pari".
Credevo Mikaela :sbav:, invece no...peccato!
 

Franco

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130 milioni ogni anno ci costa questo bel regalo impacchettato per il calcio con i nostri soldi. Il decreto crescita va eliminato, ma non per il motivo che interessa a Calcagno.
 
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Calcagno, presidente AIC, a TMW contro Furlani sul decreto crescita:"Io credo che sarebbe, oltre che aberrante, anche difficile da giustificare mantenerlo solo per il mondo del calcio, quando oggi sappiamo bene che verrà eliminato negli altri settori. È un provvedimento devastante, sia per i nostri giovani che per chi gioca già ad alto livello: poter beneficiare di una detassazione del 50 per cento crea una disuguaglianza che ha acuito ancora di più la percentuale di stranieri in Serie A. È una richiesta che facciamo al ministro Abodi: è il momento giusto per togliere questa sperequazione. Non è una battaglia allo straniero, non ci appartiene: vogliamo fare tornare gli italiani allo stesso livello degli stranieri".

I club però la vedono diversamente: Furlani ha detto che la sua abrogazione sarebbe la distruzione del calcio italiano.

"È proprio il contrario. È una frase per me incredibile: il nostro calcio si deve basare su un risparmio fiscale sugli stranieri per non andare alla distruzione? Spero sia stata una provocazione: capisco che sia un risparmio per le società, ma non può essere a danno della Nazionale e di tutto il movimento. Guardiamo al minutaggio: Lippi nel 2006 contava sul 70 per cento di italiani e 30 per cento di stranieri; Mancini prima e Spalletti poi fanno i conti con percentuali invertiti. E questo vale ancora di più per i club più importanti: nel Milan se non gioca Calabria non ci sono italiani, in Champions aveva in campo gli stessi francesi del PSG. Io spero che il ministro Abodi capisca questa istanza, del resto non si capisce perché, se in tutte le altre categorie, debba rimanere nel calcio, dove teoricamente si dovrebbe partire alla pari".

Si fotta Fuffani e tutti gli altri tirapiedi della carta stampata.
Se tolgono la misura anche per tutti gli altri settori, allora è sacrosanto che venga rimossa anche per il calcio.

Anzi, parlando da cittadino, il settore calcistico non avrebbe neanche dovuto beneficiare di questa misura.
Se vogliono acquistare gli stranieri, che paghino il costo intero e stop.
 
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