Baresi:"Tomori? Faremo il possibile. Gigio, Romagnoli, Tonali....".

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Baresi:"Tomori? Faremo il possibile. Gigio, Romagnoli, Tonali....".

Franco Baresi alla GDS in edicola:"Le rivali vanno rispettate tutte, ci sono squadre come l’Atalanta che lottano con entusiasmo. Ma il Milan deve pensare solo al proprio cammino».

C’è un aspetto in cui il Milan è superiore all’Inter?

«Sono due squadre diverse. Il gioco è il tratto distintivo che ha caratterizzato la nostra stagione: il Milan è propositivo, le sue vittorie passano dalla qualità come del resto dice la storia di questo club. Andiamo in campo con coraggio, a volte magari rischiando qualcosa, ma sempre con la voglia di creare più degli altri, e i risultati stanno premiando Pioli».

Donnarumma, Calabria, Romagnoli, Tonali... Quanto pesa avere un blocco italiano?

«È la nostra tradizione. Giocatori italiani di valore, spesso cresciuti a Milanello: conoscere l’ambiente significa conoscere anche la cultura del club, e il fatto che Pioli possa puntare anche su dei giovani diventati grandi qui è senz’altro un vantaggio, anche per chi arriva da fuori e deve inserirsi».

Come Tomori.

«Si sta imponendo con grande determinazione e talento. È arrivato in un campionato che non conosceva e lo ha affrontato senza paura. Sono qualità da potenziale campione, speriamo mantenga le promesse».

Resterà al Milan?

«Faremo il possibile per riscattarlo, anche se ci sono ancora due mesi da giocare e non dipenderà solo dal Milan».

Romagnoli è finito nelle rotazioni. Come gestisce situazioni simili un capitano?

«Deve solo rientrare dall’infortunio. Poi tornerà un punto di riferimento: è il capitano ed è riconosciuto da tutti».

Intanto la fascia la indossa Donnarumma. Che effetto le fa vederlo leader, e che consigli gli darebbe per il futuro?

«Portarla a 22 anni è un privilegio, questo deve saperlo. Conosciamo il valore e le qualità di Gigio, è cresciuto qui, e sappiamo quanto potrebbe essere importante per il Milan anche nei prossimi anni».

Che succede a Tonali?

«Da un giocatore con le sue qualità ci si aspetta tanto, ma non possiamo ignorare il fatto che abbia vent’anni: come si fa a pretendere che si imponga da subito come un veterano? In questi mesi è migliorato, ha tutto per diventare protagonista».

Ibra è tornato in nazionale a 39 anni...

«Non mi stupisce più. Anzi, una cosa c’è: quelle lacrime davanti alle telecamere, è un ragazzo di cuore».

Lo vedrebbe al suo fianco da dirigente?

«Bisogna chiederlo a lui... (risata, ndr). Dico solo che per cambiare ruolo c’è tempo. Io spero di vederlo un altro anno in campo, è una forza della natura».

Chi l’ha sorpresa di più?

«Kessie. È cresciuto in maniera esponenziale, sotto tutti gli aspetti: mentalmente e tatticamente. Oggi è un calciatore che incide sul rendimento dei compagni».

Pioli ha detto che ogni tanto gli viene voglia di scendere in campo a dare una mano. Capita anche a lei?

«Il Milan sta benissimo così. Merito di Pioli, è riuscito a creare un’atmosfera speciale. Vedo un gruppo in cui tutti sono coinvolti».

In che cosa deve crescere ancora questo Milan?

«È un gruppo giovane, e in quanto tale vive le partite con entusiasmo: questo a volte può portarti all’errore, ma ci sta, fa parte del percorso di crescita. Anche gli sbagli hanno il loro peso, tornano utili in futuro».

Nel 2021-22 vedremo il Milan in Champions?

«Pensiamo al presente. Quello di cui sono certo è che se ci saranno obiettivi importanti per i quali lottare, la società si muoverà di conseguenza».
 

Lineker10

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Franco Baresi alla GDS in edicola:"Le rivali vanno rispettate tutte, ci sono squadre come l’Atalanta che lottano con entusiasmo. Ma il Milan deve pensare solo al proprio cammino».

C’è un aspetto in cui il Milan è superiore all’Inter?

«Sono due squadre diverse. Il gioco è il tratto distintivo che ha caratterizzato la nostra stagione: il Milan è propositivo, le sue vittorie passano dalla qualità come del resto dice la storia di questo club. Andiamo in campo con coraggio, a volte magari rischiando qualcosa, ma sempre con la voglia di creare più degli altri, e i risultati stanno premiando Pioli».

Donnarumma, Calabria, Romagnoli, Tonali... Quanto pesa avere un blocco italiano?

«È la nostra tradizione. Giocatori italiani di valore, spesso cresciuti a Milanello: conoscere l’ambiente significa conoscere anche la cultura del club, e il fatto che Pioli possa puntare anche su dei giovani diventati grandi qui è senz’altro un vantaggio, anche per chi arriva da fuori e deve inserirsi».

Come Tomori.

«Si sta imponendo con grande determinazione e talento. È arrivato in un campionato che non conosceva e lo ha affrontato senza paura. Sono qualità da potenziale campione, speriamo mantenga le promesse».

Resterà al Milan?

«Faremo il possibile per riscattarlo, anche se ci sono ancora due mesi da giocare e non dipenderà solo dal Milan».

Romagnoli è finito nelle rotazioni. Come gestisce situazioni simili un capitano?

«Deve solo rientrare dall’infortunio. Poi tornerà un punto di riferimento: è il capitano ed è riconosciuto da tutti».

Intanto la fascia la indossa Donnarumma. Che effetto le fa vederlo leader, e che consigli gli darebbe per il futuro?

«Portarla a 22 anni è un privilegio, questo deve saperlo. Conosciamo il valore e le qualità di Gigio, è cresciuto qui, e sappiamo quanto potrebbe essere importante per il Milan anche nei prossimi anni».

Che succede a Tonali?

«Da un giocatore con le sue qualità ci si aspetta tanto, ma non possiamo ignorare il fatto che abbia vent’anni: come si fa a pretendere che si imponga da subito come un veterano? In questi mesi è migliorato, ha tutto per diventare protagonista».

Ibra è tornato in nazionale a 39 anni...

«Non mi stupisce più. Anzi, una cosa c’è: quelle lacrime davanti alle telecamere, è un ragazzo di cuore».

Lo vedrebbe al suo fianco da dirigente?

«Bisogna chiederlo a lui... (risata, ndr). Dico solo che per cambiare ruolo c’è tempo. Io spero di vederlo un altro anno in campo, è una forza della natura».

Chi l’ha sorpresa di più?

«Kessie. È cresciuto in maniera esponenziale, sotto tutti gli aspetti: mentalmente e tatticamente. Oggi è un calciatore che incide sul rendimento dei compagni».

Pioli ha detto che ogni tanto gli viene voglia di scendere in campo a dare una mano. Capita anche a lei?

«Il Milan sta benissimo così. Merito di Pioli, è riuscito a creare un’atmosfera speciale. Vedo un gruppo in cui tutti sono coinvolti».

In che cosa deve crescere ancora questo Milan?

«È un gruppo giovane, e in quanto tale vive le partite con entusiasmo: questo a volte può portarti all’errore, ma ci sta, fa parte del percorso di crescita. Anche gli sbagli hanno il loro peso, tornano utili in futuro».

Nel 2021-22 vedremo il Milan in Champions?

«Pensiamo al presente. Quello di cui sono certo è che se ci saranno obiettivi importanti per i quali lottare, la società si muoverà di conseguenza».

Frase sibillina.
 
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Franco Baresi alla GDS in edicola:"Le rivali vanno rispettate tutte, ci sono squadre come l’Atalanta che lottano con entusiasmo. Ma il Milan deve pensare solo al proprio cammino».

C’è un aspetto in cui il Milan è superiore all’Inter?

«Sono due squadre diverse. Il gioco è il tratto distintivo che ha caratterizzato la nostra stagione: il Milan è propositivo, le sue vittorie passano dalla qualità come del resto dice la storia di questo club. Andiamo in campo con coraggio, a volte magari rischiando qualcosa, ma sempre con la voglia di creare più degli altri, e i risultati stanno premiando Pioli».

Donnarumma, Calabria, Romagnoli, Tonali... Quanto pesa avere un blocco italiano?

«È la nostra tradizione. Giocatori italiani di valore, spesso cresciuti a Milanello: conoscere l’ambiente significa conoscere anche la cultura del club, e il fatto che Pioli possa puntare anche su dei giovani diventati grandi qui è senz’altro un vantaggio, anche per chi arriva da fuori e deve inserirsi».

Come Tomori.

«Si sta imponendo con grande determinazione e talento. È arrivato in un campionato che non conosceva e lo ha affrontato senza paura. Sono qualità da potenziale campione, speriamo mantenga le promesse».

Resterà al Milan?

«Faremo il possibile per riscattarlo, anche se ci sono ancora due mesi da giocare e non dipenderà solo dal Milan».

Romagnoli è finito nelle rotazioni. Come gestisce situazioni simili un capitano?

«Deve solo rientrare dall’infortunio. Poi tornerà un punto di riferimento: è il capitano ed è riconosciuto da tutti».

Intanto la fascia la indossa Donnarumma. Che effetto le fa vederlo leader, e che consigli gli darebbe per il futuro?

«Portarla a 22 anni è un privilegio, questo deve saperlo. Conosciamo il valore e le qualità di Gigio, è cresciuto qui, e sappiamo quanto potrebbe essere importante per il Milan anche nei prossimi anni».

Che succede a Tonali?

«Da un giocatore con le sue qualità ci si aspetta tanto, ma non possiamo ignorare il fatto che abbia vent’anni: come si fa a pretendere che si imponga da subito come un veterano? In questi mesi è migliorato, ha tutto per diventare protagonista».

Ibra è tornato in nazionale a 39 anni...

«Non mi stupisce più. Anzi, una cosa c’è: quelle lacrime davanti alle telecamere, è un ragazzo di cuore».

Lo vedrebbe al suo fianco da dirigente?

«Bisogna chiederlo a lui... (risata, ndr). Dico solo che per cambiare ruolo c’è tempo. Io spero di vederlo un altro anno in campo, è una forza della natura».

Chi l’ha sorpresa di più?

«Kessie. È cresciuto in maniera esponenziale, sotto tutti gli aspetti: mentalmente e tatticamente. Oggi è un calciatore che incide sul rendimento dei compagni».

Pioli ha detto che ogni tanto gli viene voglia di scendere in campo a dare una mano. Capita anche a lei?

«Il Milan sta benissimo così. Merito di Pioli, è riuscito a creare un’atmosfera speciale. Vedo un gruppo in cui tutti sono coinvolti».

In che cosa deve crescere ancora questo Milan?

«È un gruppo giovane, e in quanto tale vive le partite con entusiasmo: questo a volte può portarti all’errore, ma ci sta, fa parte del percorso di crescita. Anche gli sbagli hanno il loro peso, tornano utili in futuro».

Nel 2021-22 vedremo il Milan in Champions?

«Pensiamo al presente. Quello di cui sono certo è che se ci saranno obiettivi importanti per i quali lottare, la società si muoverà di conseguenza».

Incredibile come Franco incuta ancora una soggezione unica, almeno per quanto mi riguarda. Essere passati dagli APACF show a sentire come voce della società Franco e Paolo è rasserenante, a prescindere dal campo.
 

kipstar

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tomori ha accettato il prestito mica decide se essere riscattato o meno.

appunto. Tomo ha accettato il prestito. Gli vorrai chiedere se vuole rimanere fisso ? credo di si......
i giocatori non sono pacchi...sono quelli che decidono. Se non hai l'ok del giocatore non riscatti......a prescindere dagli accordi....
 
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appunto. Tomo ha accettato il prestito. Gli vorrai chiedere se vuole rimanere fisso ? credo di si......
i giocatori non sono pacchi...sono quelli che decidono. Se non hai l'ok del giocatore non riscatti......a prescindere dagli accordi....

con la champions xke non dovrebbe rimanere?
 
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Franco Baresi alla GDS in edicola:"Le rivali vanno rispettate tutte, ci sono squadre come l’Atalanta che lottano con entusiasmo. Ma il Milan deve pensare solo al proprio cammino».

C’è un aspetto in cui il Milan è superiore all’Inter?

«Sono due squadre diverse. Il gioco è il tratto distintivo che ha caratterizzato la nostra stagione: il Milan è propositivo, le sue vittorie passano dalla qualità come del resto dice la storia di questo club. Andiamo in campo con coraggio, a volte magari rischiando qualcosa, ma sempre con la voglia di creare più degli altri, e i risultati stanno premiando Pioli».

Donnarumma, Calabria, Romagnoli, Tonali... Quanto pesa avere un blocco italiano?

«È la nostra tradizione. Giocatori italiani di valore, spesso cresciuti a Milanello: conoscere l’ambiente significa conoscere anche la cultura del club, e il fatto che Pioli possa puntare anche su dei giovani diventati grandi qui è senz’altro un vantaggio, anche per chi arriva da fuori e deve inserirsi».

Come Tomori.

«Si sta imponendo con grande determinazione e talento. È arrivato in un campionato che non conosceva e lo ha affrontato senza paura. Sono qualità da potenziale campione, speriamo mantenga le promesse».

Resterà al Milan?

«Faremo il possibile per riscattarlo, anche se ci sono ancora due mesi da giocare e non dipenderà solo dal Milan».

Romagnoli è finito nelle rotazioni. Come gestisce situazioni simili un capitano?

«Deve solo rientrare dall’infortunio. Poi tornerà un punto di riferimento: è il capitano ed è riconosciuto da tutti».

Intanto la fascia la indossa Donnarumma. Che effetto le fa vederlo leader, e che consigli gli darebbe per il futuro?

«Portarla a 22 anni è un privilegio, questo deve saperlo. Conosciamo il valore e le qualità di Gigio, è cresciuto qui, e sappiamo quanto potrebbe essere importante per il Milan anche nei prossimi anni».

Che succede a Tonali?

«Da un giocatore con le sue qualità ci si aspetta tanto, ma non possiamo ignorare il fatto che abbia vent’anni: come si fa a pretendere che si imponga da subito come un veterano? In questi mesi è migliorato, ha tutto per diventare protagonista».

Ibra è tornato in nazionale a 39 anni...

«Non mi stupisce più. Anzi, una cosa c’è: quelle lacrime davanti alle telecamere, è un ragazzo di cuore».

Lo vedrebbe al suo fianco da dirigente?

«Bisogna chiederlo a lui... (risata, ndr). Dico solo che per cambiare ruolo c’è tempo. Io spero di vederlo un altro anno in campo, è una forza della natura».

Chi l’ha sorpresa di più?

«Kessie. È cresciuto in maniera esponenziale, sotto tutti gli aspetti: mentalmente e tatticamente. Oggi è un calciatore che incide sul rendimento dei compagni».

Pioli ha detto che ogni tanto gli viene voglia di scendere in campo a dare una mano. Capita anche a lei?

«Il Milan sta benissimo così. Merito di Pioli, è riuscito a creare un’atmosfera speciale. Vedo un gruppo in cui tutti sono coinvolti».

In che cosa deve crescere ancora questo Milan?

«È un gruppo giovane, e in quanto tale vive le partite con entusiasmo: questo a volte può portarti all’errore, ma ci sta, fa parte del percorso di crescita. Anche gli sbagli hanno il loro peso, tornano utili in futuro».

Nel 2021-22 vedremo il Milan in Champions?

«Pensiamo al presente. Quello di cui sono certo è che se ci saranno obiettivi importanti per i quali lottare, la società si muoverà di conseguenza».

Mi sembra evidente che tutto passa dalla qualificazione in champions.
 
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