Barella e Dzeko:"Col Milan vogliamo qualcosa di straordinario".

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Barella sul match col Milan:" Serviranno cuore, coraggio e forza, ma anche capire che è una partita di calcio e quindi può succedere di tutto e molti fattori potrebbero essere decisivi. Ma il mondo intero seguirà questa partita. Saremo tutti contenti di essere in campo in quel momento. Quando lo stadio è pieno di tifosi che urlano "the Champions" io penso "Ci siamo!". Sono sensazioni forti, ti vengono i brividi e solo uno stadio come San Siro, una competizione come la Champions League e i tifosi dell'Inter possono regalartele. È stata una stagione difficile e un po' strana con tutti gli alti e bassi per me e la squadra - ammette Barella - Sembra strano, ma abbiamo lavorato meglio da squadra in Champions League che in campionato. Potrebbero essere solo le sensazioni che si provano con una certa atmosfera, ascoltare quella musica ti dà la spinta in più. Il pareggio con il Porto è stato per cuori forti, ma ha dimostrato che lo spirito di squadra è molto forte e che abbiamo la volontà di fare qualcosa di straordinario insieme. I gol con il Benfica? Cerco sempre di arrivare davanti alla porta, serve anche un po' di istinto. La cosa migliore era quanto fossero cruciali per i nostri obiettivi".

Dzeko:" È il mio secondo anno qui e abbiamo già vinto tre trofei. Dobbiamo essere l'Inter di Champions: siamo arrivati in semifinale battendo squadre importanti, che sono prime nei rispettivi campionati. I due derby saranno spettacolari: Milano e tutta l'Italia devono essere orgogliose di questa sfida. Saranno due gare emozionanti, tra due squadre attente, perché c'è una finale in palio. Tutti quanti devono saper giocare e io amo molto quelli che sanno giocare a calcio in modo diverso. Quando giocavo nella mia squadra in Bosnia da piccolo, rimanevo spesso in campo oltre gli allenamenti perché volevo migliorare a calciare col sinistro. Non ero molto bravo da quel lato e volevo migliorare. Uno dei miei allenatori mi chiamava Andrij Shevchenko perché ero biondo come lui e avevo alcuni movimenti che lo ricordavano. Da lì, piano piano, ho iniziato a guardarlo. Mi ricordo la tripletta che ha segnato a Barcellona, da lì è diventato il mio attaccante preferito".
 
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Barella sul match col Milan:" Serviranno cuore, coraggio e forza, ma anche capire che è una partita di calcio e quindi può succedere di tutto e molti fattori potrebbero essere decisivi. Ma il mondo intero seguirà questa partita. Saremo tutti contenti di essere in campo in quel momento. Quando lo stadio è pieno di tifosi che urlano "the Champions" io penso "Ci siamo!". Sono sensazioni forti, ti vengono i brividi e solo uno stadio come San Siro, una competizione come la Champions League e i tifosi dell'Inter possono regalartele. È stata una stagione difficile e un po' strana con tutti gli alti e bassi per me e la squadra - ammette Barella - Sembra strano, ma abbiamo lavorato meglio da squadra in Champions League che in campionato. Potrebbero essere solo le sensazioni che si provano con una certa atmosfera, ascoltare quella musica ti dà la spinta in più. Il pareggio con il Porto è stato per cuori forti, ma ha dimostrato che lo spirito di squadra è molto forte e che abbiamo la volontà di fare qualcosa di straordinario insieme. I gol con il Benfica? Cerco sempre di arrivare davanti alla porta, serve anche un po' di istinto. La cosa migliore era quanto fossero cruciali per i nostri obiettivi".

Dzeko:" È il mio secondo anno qui e abbiamo già vinto tre trofei. Dobbiamo essere l'Inter di Champions: siamo arrivati in semifinale battendo squadre importanti, che sono prime nei rispettivi campionati. I due derby saranno spettacolari: Milano e tutta l'Italia devono essere orgogliose di questa sfida. Saranno due gare emozionanti, tra due squadre attente, perché c'è una finale in palio".
 

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gare bloccate.....tatticamente. risolte magari da qualche prodezza o episodio dubbio....
 

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Barella sul match col Milan:" Serviranno cuore, coraggio e forza, ma anche capire che è una partita di calcio e quindi può succedere di tutto e molti fattori potrebbero essere decisivi. Ma il mondo intero seguirà questa partita. Saremo tutti contenti di essere in campo in quel momento. Quando lo stadio è pieno di tifosi che urlano "the Champions" io penso "Ci siamo!". Sono sensazioni forti, ti vengono i brividi e solo uno stadio come San Siro, una competizione come la Champions League e i tifosi dell'Inter possono regalartele. È stata una stagione difficile e un po' strana con tutti gli alti e bassi per me e la squadra - ammette Barella - Sembra strano, ma abbiamo lavorato meglio da squadra in Champions League che in campionato. Potrebbero essere solo le sensazioni che si provano con una certa atmosfera, ascoltare quella musica ti dà la spinta in più. Il pareggio con il Porto è stato per cuori forti, ma ha dimostrato che lo spirito di squadra è molto forte e che abbiamo la volontà di fare qualcosa di straordinario insieme. I gol con il Benfica? Cerco sempre di arrivare davanti alla porta, serve anche un po' di istinto. La cosa migliore era quanto fossero cruciali per i nostri obiettivi".

Dzeko:" È il mio secondo anno qui e abbiamo già vinto tre trofei. Dobbiamo essere l'Inter di Champions: siamo arrivati in semifinale battendo squadre importanti, che sono prime nei rispettivi campionati. I due derby saranno spettacolari: Milano e tutta l'Italia devono essere orgogliose di questa sfida. Saranno due gare emozionanti, tra due squadre attente, perché c'è una finale in palio".
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Dzeko:" È il mio secondo anno qui e abbiamo già vinto tre trofei. Dobbiamo essere l'Inter di Champions: siamo arrivati in semifinale battendo squadre importanti, che sono prime nei rispettivi campionati. I due derby saranno spettacolari: Milano e tutta l'Italia devono essere orgogliose di questa sfida. Saranno due gare emozionanti, tra due squadre attente, perché c'è una finale in palio. Tutti quanti devono saper giocare e io amo molto quelli che sanno giocare a calcio in modo diverso. Quando giocavo nella mia squadra in Bosnia da piccolo, rimanevo spesso in campo oltre gli allenamenti perché volevo migliorare a calciare col sinistro. Non ero molto bravo da quel lato e volevo migliorare. Uno dei miei allenatori mi chiamava Andrij Shevchenko perché ero biondo come lui e avevo alcuni movimenti che lo ricordavano. Da lì, piano piano, ho iniziato a guardarlo. Mi ricordo la tripletta che ha segnato a Barcellona, da lì è diventato il mio attaccante preferito".
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