Ancora Ibra vs Materazzi:"Non dimentico. Se non sei bravo...".

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Ancora un estratto dalla nuova autobiografia di Ibra e nuovo attacco a Materazzi:"Mi insultò dal fischio d'inizio. A un certo punto gli ho tirato una testata che mi è costata una squalifica. Ci ero cascato un'altra volta. Mihajlovic non mi odiava, non aveva nulla di personale contro di me. Voleva solo procurare un vantaggio alla sua squadra e vincere la partita. Marco Materazzi invece era un caso diverso. Entrava per farti male. Al di là delle ragioni della partita, aveva una strategia personale per innervosire l'avversario. Quando uno non è abbastanza bravo nel gioco, ricorre a tutti i mezzi per imporsi. Era il suo stile".

"Ma se certe cose le fai a me, io non le dimentico, perché mi resta una cosa qui dentro, nel petto, che non passa. Ho aspettato cinque anni per riuscire a beccarlo. Juventus-Inter, 2 ottobre 2005. Materazzi portava quelle lenti a contatto speciali Nike, allora popolari, che alteravano il colore degli occhi. Ricordo due pupille rosse, da belva, che mi braccavano dappertutto. Riesce a prendermi bene, con un'entrata a due piedi, a forbice. Devo uscire dal campo per farmi medicare. Zoppico. Capello mi vuole sostituire, ma io gli dico: «No, mister. Ce la faccio». Rientro solo per cercarlo. A questo punto il calcio non c'entra più, per me la partita è già finita. Ma non riesco neppure a camminare per il dolore, Capello se ne accorge e mi fa uscire".
 

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Ancora un estratto dalla nuova autobiografia di Ibra e nuovo attacco a Materazzi:"Mi insultò dal fischio d'inizio. A un certo punto gli ho tirato una testata che mi è costata una squalifica. Ci ero cascato un'altra volta. Mihajlovic non mi odiava, non aveva nulla di personale contro di me. Voleva solo procurare un vantaggio alla sua squadra e vincere la partita. Marco Materazzi invece era un caso diverso. Entrava per farti male. Al di là delle ragioni della partita, aveva una strategia personale per innervosire l'avversario. Quando uno non è abbastanza bravo nel gioco, ricorre a tutti i mezzi per imporsi. Era il suo stile".

"Ma se certe cose le fai a me, io non le dimentico, perché mi resta una cosa qui dentro, nel petto, che non passa. Ho aspettato cinque anni per riuscire a beccarlo. Juventus-Inter, 2 ottobre 2005. Materazzi portava quelle lenti a contatto speciali Nike, allora popolari, che alteravano il colore degli occhi. Ricordo due pupille rosse, da belva, che mi braccavano dappertutto. Riesce a prendermi bene, con un'entrata a due piedi, a forbice. Devo uscire dal campo per farmi medicare. Zoppico. Capello mi vuole sostituire, ma io gli dico: «No, mister. Ce la faccio». Rientro solo per cercarlo. A questo punto il calcio non c'entra più, per me la partita è già finita. Ma non riesco neppure a camminare per il dolore, Capello se ne accorge e mi fa uscire".
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Andris

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non dimenticherò mai queste parole di Ibra:ave::ave::ave:


"In un Juventus-Inter del 2006 sono dovuto uscire dal campo per un'entrata assassina di Materazzi.
Una volta passato al Milan, durante il derby, nel secondo tempo ancora Materazzi mi carica e allora gli ho fatto una mossa di taekwondo.

L'ho mandato in ospedale

Stankovic mi ha chiesto perchè l'avessi fatto.

e io ho risposto: ho aspettato questo momento per quattro anni"


 

pipporo

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Ha fatto a Macelazzi di cambiare la maschera di Berlusconi con la masca d'oxigeno :applauso:
 

Milanforever26

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Ancora un estratto dalla nuova autobiografia di Ibra e nuovo attacco a Materazzi:"Mi insultò dal fischio d'inizio. A un certo punto gli ho tirato una testata che mi è costata una squalifica. Ci ero cascato un'altra volta. Mihajlovic non mi odiava, non aveva nulla di personale contro di me. Voleva solo procurare un vantaggio alla sua squadra e vincere la partita. Marco Materazzi invece era un caso diverso. Entrava per farti male. Al di là delle ragioni della partita, aveva una strategia personale per innervosire l'avversario. Quando uno non è abbastanza bravo nel gioco, ricorre a tutti i mezzi per imporsi. Era il suo stile".

"Ma se certe cose le fai a me, io non le dimentico, perché mi resta una cosa qui dentro, nel petto, che non passa. Ho aspettato cinque anni per riuscire a beccarlo. Juventus-Inter, 2 ottobre 2005. Materazzi portava quelle lenti a contatto speciali Nike, allora popolari, che alteravano il colore degli occhi. Ricordo due pupille rosse, da belva, che mi braccavano dappertutto. Riesce a prendermi bene, con un'entrata a due piedi, a forbice. Devo uscire dal campo per farmi medicare. Zoppico. Capello mi vuole sostituire, ma io gli dico: «No, mister. Ce la faccio». Rientro solo per cercarlo. A questo punto il calcio non c'entra più, per me la partita è già finita. Ma non riesco neppure a camminare per il dolore, Capello se ne accorge e mi fa uscire".
Macellazzi è forse l'unico giocatore a cui ho augurato di chiudere la carriera per infortunio anzitempo, al di là dello schifo nel vederlo in campo, c'era anche un fattore di sicurezza..ho sempre pensato che prima o poi avrebbe fatto davvero male a qualcuno..era davvero un'indecenza vederlo giocare
 

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