Credo invece che la scelta ci sia eccome. Sono traviati e c'è questa cultura dominante, d'accordo, ma l'essere umano non è una tabula rasa che manca di principi e senso della giustizia innati. Se c'è del marcio uno deve accorgersene. E per me se ne accorgono, ma a sti ragazzi gli piace proprio atteggiarsi a gangster, è una scelta quotidiana, vogliono proprio essere così, gli garba, è figo.
Intervengo solo su questa parte, perché il resto sta andando in una direzione che ai più potrebbe diventare ostica da comprendere, viste anche le implicazioni etiche, filosofiche e intellettuali in senso proprio.
Ho notato anche io questa cosa. Ho dei ragazzi molto vicino, per amicizia e parentela e la situazione è più o meno quella da te descritta. Non sono persone stupide prese individualmente, non sono incapaci di individuare il bene ed il male, hanno evidente capacità di scelta. Le scelte tuttavia sono spesso sbagliate o influenzate. Noto che c'è una grandissima necessità di approvazione da parte degli altri. E' buono quello che agli altri piace, è cattivo quello che agli altri non piace. Una sorta di effetto gregge, dove il giusto è il giusto social.
Questo esula ovviamente dal discorso musicale in quanto tale. Tuttavia mi vedo costretto ad evidenziare una cosa. Va bene dire tutto in una canzone, fintanto che questo abbia uno scopo. Si può parlare di suicidio, di bevande o di cagnolini. L'importante è tuttavia che gli effetti dell'intero sistema (concerto, canzoni, interpreti, pubblico) non porti a queste situazioni. Se la gente inizia a morire, la musica si deve fermare, perché il sistema è rotto, e l'arte in quanto tale non esiste più, trasformata in strumento di degrado sociale.