Imho la storia della tela di Penelope, e cioè compro giocatori che si rivelano forti e poi li vendo ritornando ai livelli di prima, è una boiata pazzesca. A parte il fatto che il segreto del calcio moderno, se non hai uno sceicco, è tentare di rinforzare la squadra generando nuova ricchezza a ciclo continuo, e quindi la Roma non potrebbe scegliere modello economico diverso, la storia di questi anni ci insegna che la società capitolina, cedendo, tra l'altro sempre di meno di stagione in stagione, ci ha guadagnato sia economicamente che sportivamente. Io sul fatto che la squadra di quest'anno sia molto più forte di quella dello scorso anno non ho dubbi, è più completa e profonda. Se vendi un grande giocatore all'anno, e solo uno, a cifre astronomiche, non butti giù tutto, crei semplicemente un buco garantendoti le risorse per coprirne potenzialmente quattro. E' oggettivo che ci guadagni, anche se chiaramente devi poi avere in società chi quelle risorse te le sa far fruttare al 100%. Qui entra in gioco Sabatini. Adesso se dovesse arrivare pure Rabiot la Roma si mette nella condizioni a giugno di poter vendere uno tra Strootman e Pjanic e reinvestire tutto su altri ruoli, perchè i sostituti ci sono già. A questo punto arriva Van Gaal che offre 45 per Strootman. Ma ci pensereste pure? E' ictu oculi un guadagno per la Roma, che magari si prende la mega-punta aggiungendo pure qualche soldo della Champions e si rinforza ancora. Purtroppo noi siamo ancora legati alle vecchie logiche del calcio italiano anni '90, l'equivalente della Premier attuale. Quelli sono fuori mercato adesso come prima lo eravamo noi, ma non è assolutamente detto che spendere di più significhi sfruttare meglio le risorse. Per quello ci vuole competenza. E poi il fatturato della Roma sta crescendo e quest'anno sforerà probabilmente i 200 milioni per la prima volta nella storia. Capite bene che più la ricchezza sale è più si può "resistere" alle offerte estere, magari cedendo solo per cifre fuori mercato.
Chiudo sull'idea di una Roma che sta facendo la stagione della vita del tipo "o adesso o mai più". Non c'è nulla di più falso. Lasciando stare per il momento realtà che viaggiano su altri pianeti tipo Barcellona e Manchester, tutto quello che sta facendo Pallotta è volto a garantire la sostenibilità ad altissimi livelli nel tempo. Qui sta la differenza principale con il passato. Lo stadio da un miliardo, le partnership internazionali, i media societari ristrutturati, gli investimenti triplicati sul settore giovanile (e già si partiva da un'ottima base) sono tutti indici di una realtà che cresce nel suo complesso e di cui la prima squadra è solo la punta dell'iceberg. La Roma controlla giovani come Jedvaj (titolare del Leverkusen), Romagnoli, Sanabria, Uçan, Paredes, tutta gente che ha un grande futuro davanti, eppure a gennaio pare compri pure Rabiot. Non so cosa succederà in Europa, ma una vittoria Italia nel giro di poco tempo è ampiamente prevedibile, dato il livello non proprio altissimo del campionato. Poi è chiaro che un progetto così dovrai valutarlo tra dieci anni, perchè molto ambizioso e a lungo termine. Ma è tutto fuorchè un "mordi e fuggi" senza una solida base.
Negli anni scorsi la realtà emergente sembrava il Napoli. Ma fateci caso, questa Roma da un'impressione di solidità completamente diversa. E la differenza sta proprio nel fatto che quel Napoli cresceva solo sportivamente, nei risultati e nella forza della prima squadra, questa Roma è un tutt'uno armonico in cui cresce sì la squadra, ma pure l'organizzazione della società, il settore giovanile, la divisione commerciale, gli investimenti in strutture.