Prof. Noci sulla cessione del Milan e sulle autorizzazioni.

wfiesso

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ma infatti aspettiamo il 13...ma senza passare per scemi però...d'altronde le notizie vanno commentate in un modo o nell'altro.

ma si, io non parlo del commento in sè, è che ad ogni notizia che esce, da fonti più o meno discutibili, sembra che ci sia una catastrofe imminente quando da entrambe le parti è stato detto il 13, aspettiamo sto 13 e vediamo che succede senza farci del male da soli
 

Henry

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L'agenzia di stampa Adnkronos ha intervistato il professore universitario (Politecnico di Milano) esperto di Cina, Giuliano Noci, in merito alla cessione del Milan. Secondo quanto riportato dallo stesso professore, per la cessione del Milan, così come tutte le altre operazioni che "escono" dalla Cina, serve l'ok del governo di Pechino. Per ottenere le autorizzazioni, però, non servono tempi lunghissimi. Circa 30-50 giorni al massimo. Premesso ciò, la sensazione del professore è che il tema principale dei ritardi non siano le autorizzazioni governative ma la definizione della cordata, che non sarebbe stata ancora trovata del tutto. Inoltre, Fininvest può verificare senza alcun tipo di problema se i soldi siano stati depositati: in Italia sono presenti quattro banche cinesi che, tra l'altro, sono le principali e più grandi banche di tutta la Cina.

Io ieri ho dato informazioni sul tema tratte da legal updates di importanti studi legali e le confermo tutte al netto della svista sulla questione delle imprese pubbliche già corretta nell'immediato. L'articolo "Chinese outbound regulatory approval timing: law and practice di King&Wood Mallesons è aggiornato ad aprile del 2016, più di così non posso dire. Noci è un esperto di marketing più che altro e si vede, non è certo un giurista e quindi ha fatto affermazioni generiche sulla perdurante necessità di "autorizzazioni", alcune delle quali sembrano assai poco informate, e i numeri sembrano numeri del lotto, ma al netto di queste considerazioni non dice cose molto diverse da quelle che ho detto io.
A costo di dirlo in arabo: la procedura attualmente vigente consiste in una registrazione, l'approvazione/autorizzazione, dietro ponderoso scrutinio sostanziale, serve solo per casi particolari, ossia investimenti in Paesi e settori "sensibili", a prescindere dall'ammontare: non è certo il nostro caso. Per altro NDRC andava interpellata prima della firma del preliminare, per avere la lettera di conferma, quindi con quella in mano dopo la stipula 30/50 giorni sono un tempo più che congruo per avere il via libera del Ministero del Commercio, dell'autorità che vigila sulle imprese pubbliche, se necessario, e dalla autorità valutaria, che ha delegato le pratiche di registrazione del conto in valuta estera alle banche commerciali, pratica finale che richiede al massimo 20 giorni. Tanto più che gli esperti avvocati dello studio citato affermano: In our experience, however, it generally takes 2-3 weeks for Chinese investors to complete both the NDRC and MOFCOM processes, thanks to major recent deregulations" e poi: "Notably, as part of the regulatory reform, the application process with MOFCOM can now be undertaken in parallel with the NDRC process ." Malizioso affermare che la caparra l'hanno pagata in settembre dopo un mese dalla firma perché a quella data aveva già espletato le pratiche burocratiche per l'intero affare?
E infatti alla fine anche Noci ha la stessa mia sensazione: burocrazia comodo paravento per difficoltà di altra natura.
Gustosa la elementare notazione sulle banche cinesi, che conferma l'assurdità dell'ipotesi dei conti vincolati a HK; come dice Noci sarebbe bastato che una banca cinese del continente fosse stata coinvolta da subito e avesse fatto da escrow agent e avesse segregato i fondi in attesa del closing riservando gli interessi ai compratori (cosa che avviene spesso sin dalla stipula del preliminare nella prassi: l'escrow account è proprio lo strumento che si usa, lo potremmo tradurre "deposito fiduciario"). A tale notazione io aggiungerei: le banche cinesi avrebbero potuto dare garanzie a prima richiesta, che è lo strumento di garanzia del venditore che si usa in alternativa all'escrow account nella pratica, e lo potevano fare già in agosto se veramente sin da allora ci fossero stati dei colossi cinesi dietro Yong, il settore finanziario gode di maggiore libertà di movimento nella movimentazione di denaro verso l'estero nel quadro della concessione delle garanzie tipiche nel mondo del commercio internazionale. Certo, queste garanzie costano, ma se non le dai ad alti livelli o sei uno straccione, oppure come nel nostro, caso dei uno che strombazza operazioni sin da agosto quando ancora gli acquirenti di peso non ci sono, ma c'è un tizio semisconosciuto che li deve cercare.

Mi dispiace seminare pessimismo ma devo dire la verità: non ho visto finora quegli elementi tecnici che mi fanno pensare a una cordata di grandi imprese, ma spero di essere smentito dai fatti da qui a breve. E stendo un velo pietoso su cose di cui si è detto in passato, come esibizione di estratti conto come prova di solidità finanziaria, poi risultati falsi: il problema non è il falso, ma che si usino tali documenti per questo fine tra soggetti importanti, ma quando mai! Prevengo una obiezione: il fatto che la consulenza la facciano banche d'affari di un certo livello non significa niente in sé: quelli li paghi e ti fanno da advisor, diverso discorso sono le garanzie bancarie che ho citato prima e quelle con tutta evidenza sono mancate finora.
Va detto per onestà che dopo l'acquisizione, per quel che ne so, la libertà di movimentare capitali verso controllate estere non soggiace alle restrizioni ordinarie e quindi la gestione dovrebbe essere più agile, cosa necessaria per le esigenze di un club calcistico.

Faccio notare in via generale che i policymakers cinesi si rendono conto che è sempre più difficile contenere le forze di mercato con strumenti amministrativi nel campo delle acquisizioni all'estero, e si è assistito ad acquisti senza il benestare delle autorità, come nel caso di Tsinghua per esempio, che se ne è strafregata di tutto e ha finanziato l'operazione di acquisto dell'americana RDA tramite meccanismi offshore. Giusto per dare un'idea della evoluzione del quadro. Naturalmente altro discorso sono le operazioni puramente finanziarie di persone fisiche che vogliono comprare prodotti finanziari o assicurativi esteri, per proteggersi da una temuta svalutazione dello yuan, e qui abbiamo restrizioni forti che si riverberano persino nei confronti di Hong Kong, tese a difendere il valore dello yuan. Sul tema articoli a iosa del South China Morning Post per chi è interessato. (Ovvio, se compri assicurazioni a HK compri dollari di HK e vendi yuan, deprimendone il valore). Rimane il fatto che è come svuotare il mare con un secchio. Secondo Goldman Sachs ci sono stati "US$372 billion in outflows by Chinese residents spent on foreign assets in the second half of last year". Ecco, quindi nel secondo semestre del 2015 abbiamo avuto un deflusso lordo, ossia al lordo degli afflussi, di 372 miliardi di dollari americani, e secondo recentissimi dati dell'IIF il deflusso netto di capitali solo nel mese di Ottobre del 2016 è stato di 73 miliardi di dollari: 73 $ B è il risultato della differenza tra l'acquisto di assets esteri da parte di cinesi e l'acquisto di assets domestici da parte di stranieri (contando investimenti di tutti in tipi, anche di semplice portafoglio): non male per un Paese che fino a pochi anni fa era un larghissimo importatore netto di capitali ;)
 

naliM77

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Io ieri ho dato informazioni sul tema tratte da legal updates di importanti studi legali e le confermo tutte al netto della svista sulla questione delle imprese pubbliche già corretta nell'immediato. L'articolo "Chinese outbound regulatory approval timing: law and practice di King&Wood Mallesons è aggiornato ad aprile del 2016, più di così non posso dire. Noci è un esperto di marketing più che altro e si vede, non è certo un giurista e quindi ha fatto affermazioni generiche sulla perdurante necessità di "autorizzazioni", alcune delle quali sembrano assai poco informate, e i numeri sembrano numeri del lotto, ma al netto di queste considerazioni non dice cose molto diverse da quelle che ho detto io.
A costo di dirlo in arabo: la procedura attualmente vigente consiste in una registrazione, l'approvazione/autorizzazione, dietro ponderoso scrutinio sostanziale, serve solo per casi particolari, ossia investimenti in Paesi e settori "sensibili", a prescindere dall'ammontare: non è certo il nostro caso. Per altro NDRC andava interpellata prima della firma del preliminare, per avere la lettera di conferma, quindi con quella in mano dopo la stipula 30/50 giorni sono un tempo più che congruo per avere il via libera del Ministero del Commercio, dell'autorità che vigila sulle imprese pubbliche, se necessario, e dalla autorità valutaria, che ha delegato le pratiche di registrazione del conto in valuta estera alle banche commerciali, pratica finale che richiede al massimo 20 giorni. Tanto più che gli esperti avvocati dello studio citato affermano: In our experience, however, it generally takes 2-3 weeks for Chinese investors to complete both the NDRC and MOFCOM processes, thanks to major recent deregulations" e poi: "Notably, as part of the regulatory reform, the application process with MOFCOM can now be undertaken in parallel with the NDRC process ." Malizioso affermare che la caparra l'hanno pagata in settembre dopo un mese dalla firma perché a quella data aveva già espletato le pratiche burocratiche per l'intero affare?
E infatti alla fine anche Noci ha la stessa mia sensazione: burocrazia comodo paravento per difficoltà di altra natura.
Gustosa la elementare notazione sulle banche cinesi, che conferma l'assurdità dell'ipotesi dei conti vincolati a HK; come dice Noci sarebbe bastato che una banca cinese del continente fosse stata coinvolta da subito e avesse fatto da escrow agent e avesse segregato i fondi in attesa del closing riservando gli interessi ai compratori (cosa che avviene spesso sin dalla stipula del preliminare nella prassi: l'escrow account è proprio lo strumento che si usa, lo potremmo tradurre "deposito fiduciario"). A tale notazione io aggiungerei: le banche cinesi avrebbero potuto dare garanzie a prima richiesta, che è lo strumento di garanzia del venditore che si usa in alternativa all'escrow account nella pratica, e lo potevano fare già in agosto se veramente sin da allora ci fossero stati dei colossi cinesi dietro Yong, il settore finanziario gode di maggiore libertà di movimento nella movimentazione di denaro verso l'estero nel quadro della concessione delle garanzie tipiche nel mondo del commercio internazionale. Certo, queste garanzie costano, ma se non le dai ad alti livelli o sei uno straccione, oppure come nel nostro, caso dei uno che strombazza operazioni sin da agosto quando ancora gli acquirenti di peso non ci sono, ma c'è un tizio semisconosciuto che li deve cercare.

Mi dispiace seminare pessimismo ma devo dire la verità: non ho visto finora quegli elementi tecnici che mi fanno pensare a una cordata di grandi imprese, ma spero di essere smentito dai fatti da qui a breve. E stendo un velo pietoso su cose di cui si è detto in passato, come esibizione di estratti conto come prova di solidità finanziaria, poi risultati falsi: il problema non è il falso, ma che si usino tali documenti per questo fine tra soggetti importanti, ma quando mai! Prevengo una obiezione: il fatto che la consulenza la facciano banche d'affari di un certo livello non significa niente in sé: quelli li paghi e ti fanno da advisor, diverso discorso sono le garanzie bancarie che ho citato prima e quelle con tutta evidenza sono mancate finora.
Va detto per onestà che dopo l'acquisizione, per quel che ne so, la libertà di movimentare capitali verso controllate estere non soggiace alle restrizioni ordinarie e quindi la gestione dovrebbe essere più agile, cosa necessaria per le esigenze di un club calcistico.

Faccio notare in via generale che i policymakers cinesi si rendono conto che è sempre più difficile contenere le forze di mercato con strumenti amministrativi nel campo delle acquisizioni all'estero, e si è assistito ad acquisti senza il benestare delle autorità, come nel caso di Tsinghua per esempio, che se ne è strafregata di tutto e ha finanziato l'operazione di acquisto dell'americana RDA tramite meccanismi offshore. Giusto per dare un'idea della evoluzione del quadro. Naturalmente altro discorso sono le operazioni puramente finanziarie di persone fisiche che vogliono comprare prodotti finanziari o assicurativi esteri, per proteggersi da una temuta svalutazione dello yuan, e qui abbiamo restrizioni forti che si riverberano persino nei confronti di Hong Kong, tese a difendere il valore dello yuan. Sul tema articoli a iosa del South China Morning Post per chi è interessato. (Ovvio, se compri assicurazioni a HK compri dollari di HK e vendi yuan, deprimendone il valore). Rimane il fatto che è come svuotare il mare con un secchio. Secondo Goldman Sachs ci sono stati "US$372 billion in outflows by Chinese residents spent on foreign assets in the second half of last year". Ecco, quindi nel secondo semestre del 2015 abbiamo avuto un deflusso lordo, ossia al lordo degli afflussi, di 372 miliardi di dollari americani, e secondo recentissimi dati dell'IIF il deflusso netto di capitali solo nel mese di Ottobre del 2016 è stato di 73 miliardi di dollari: 73 $ B è il risultato della differenza tra l'acquisto di assets esteri da parte di cinesi e l'acquisto di assets domestici da parte di stranieri (contando investimenti di tutti in tipi, anche di semplice portafoglio): non male per un Paese che fino a pochi anni fa era un larghissimo importatore netto di capitali ;)

Ok, è se invece il totale fosse stato raccolto solo un mese fa?
 

Il Re dell'Est

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Ecco le dichiarazioni complete del Prof. Noci ad Adnkronos: "Le cose in Cina vanno fluide quando le decide il vertice, altrimenti non sono così fluide. Gli imprevisti sono sempre dietro l'angolo. Comunque credo che nel caso 30-50 giorni in più siano sufficienti per chiudere l'operazione, in caso contrario avrei dubbi sulla reale consistenza della cordata. Fininvest può tranquillamente verificare se i soldi ci sono perché in Italia ci sono le più grandi 4 banche cinesi. Non credo che il problema siano gli approcci restrittivi del governo (se ne parla qui: http://www.milanworld.net/il-govern...izioni-su-investimenti-allestero-vt42422.html), in questo caso infatti parliamo di operazioni al di sopra del miliardo che sono al di fuori del core business delle aziende. Quindi non è il caso del Milan"

Ma perchè questa dichiarazione è diversa da quella iniziale?

La dichiarazione su AdnKronos è questa. Il titolo dell'agenzia poteva sembrare fuorviante ma all'interno del pezzo si parla chiaramente di altri 30-50 giorni in più come tempistica che dovrebbe essere sufficiente (nel caso) per completare tutte le procedure.
 
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