Il vantaggio di questo accordo a metà strada è molteplice: subito una notevole liquidità per ripianare il deficit di bilancio, finanziare il mercato, ed aumentare la dotazione proveniente dal club destinata alla costruzione del nuovo stadio. Berlusconi mantiene il controllo della società sotto il profilo delle scelte sportive, ma l'amministrazione diventerà da subito collegiale con uomini di fiducia del nuovo socio. Viene sventato il pericolo di una operazione di indebitamento diretto della società, per ora si parla di un prestito condizionato da parte delle banche ad un programma di collocamento a brevissimo di quote cospicue del capitale sul mercato. E' qui che è stato trovato l'accordo vero: le parti hanno convenuto di liberare quote proporzionali dei rispettivi pacchetti azionari, onde diluire le partecipazioni ma soprattutto consentire a nuove maggioranze future di assumere tramite patti di sindacato la maggioranza del club. Berlusconi, dunque, accetta di scendere entro un periodo di un paio di anni in minoranza. La attuale situazione dei conti del club, ai limiti del dissesto, ed una prevedibile politica di forti investimenti necessaria per ritornare in quota, fa escludere che questo possa avvenire ad opera di un nuovo mecenate che, oltre a risanare e ad investire, voglia anche prendere il 51 per cento. Andiamo piuttosto su un nucleo forte di soci che si uniscono insieme per il controllo della società con un patto pluriennale: la quotazione in borsa non sta sotto la mannaia di una leva esagerata per garantire i finanziatori. Le banche, secondo me, entreranno direttamente nel capitale, per sorvegliare l'andamento degli accordi ed evitare patti tra Berlusconi e Mr. Bee che non siano rispondenti ai loro interessi. La cosa più importante è che il Milan da questo passaggio non ne esca ulteriormente appesantito sotto la cappa di nuovo debito e che possa programmare il proprio rilancio. Ora, però, diamo forza ai sogni: mercato, prossima quotazione in Borsa e nuovo stadio. Le notizie che circolavano oggi su quest'ultimo erano realmente preoccupanti. Ma stasera festeggiamo tutti una svolta storica... e domani, Ibrahimovic.