Ma il problema non è tanto l’FPF in se (una qualche forma di regolamentazione ci vuole, altrimenti il CITY farebbe un miliardo e mezzo di euro di acquisti per sessione), è il come viene implementato, cioè in maniera troppo restrittiva.
Già un FPF con uso estensivo del voluntary agreement e breakeven a sette anni (è un esempio) permetterebbe di crescere molto di più e più velocemente per chi deve farlo.
Problema che non ci riguarda al momento, perché tanto Elliott non spenderebbe comunque. Uno strozzino prodigo devo ancora vederlo. Ma era per dire che le regole servono, ma non devono necessariamente essere così restrittive.
Indubbiamente ci si può e deve mettere mano, però le regole restrittive non hanno vietato al Milan già indebitato di spendere (male) ed impegnare circa 250 milioni nell'estate 2017.
La restrizione, ed è questo per me un punto forte e "liberista" del FPF, arriva se e solo se sgarri in maniera brutale negli investimenti e nei conti, entrando in un percorso potenzialmente non sostenibile a livello finanziario. Ed entra gioco per tutelare il sistema. Detto in altre parole, il FPF ti osserva, ti sanziona e ti costringe a fare bene i conti non come metodo d'azione, ma solo nel caso in cui sbagli a livello aziendale e/o a livello sportivo e quindi hai già fatto danni.
Ed ecco perché ogni sciocchezza che si legge sulla potenza di Elliott e sulla sia impossibilità di fare investimenti è proprio intrinsecamente sbagliata: Elliott entra al Milan non per investire, ma in funzione della speculazione e di fatto scommettendo sul nostro fallimento virtuale. Quindi Elliott, proprio per suo modus operandi, non solo accetta ma ha bisogno del debito pregresso e quindi di conti fuori posto, per poter operare nel risanamento.
La nostra fortuna è che, nell'azienda calcio, risanare vuol dire molto probabilmente investire bene per tornare competitivi, quindi per pura coincidenza di interessi quello di Singer ed il nostro di tifosi coincide.
P.S.: caso mai, e qui casca l'asino se pensiamo all'Italia ma persino alle serie minori inglesi (se retrocedi dalla Premier e non risali in pochi anni sei spesso rovinato), il grande limite del FPF è che vale solo per la partecipazione all'Europa, e quindi quell'effetto di regolamentazione si ferma alle prime 6-7 squadre di ogni paese.
Risultato? Noi abbiamo ed abbiamo avuto persino in serie A delle società zombie oberate di debiti e di fatto fallite (Cesena, Siena, Palermo, Catania, Parma, in parte le genovesi, etc), senza che COVISOC o chicchessia abbia svolto il benché minimo controllo. E per carità di patria non cito le serie minori o la giunga della serie C in cui il debito è considerato organico alla partecipazione (e non a caso ci sono solo speculatori a capo delle società).
Se non si parte almeno dall'idea di sostenibilità e se non si è restrittivi nell'applicarla, il calcio professionistico muore come è morto da anni dalla bassa serie A fino alla serie C.