Milan: il tetto alle spese del governo un problema per il closing?

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La Gazzetta dello Sport in edicola oggi, 6 gennaio 2017, riporta che il tetto alle spese che il governo cinese vuole mettere sul calcio (qui i dettagli http://www.milanworld.net/il-govern...prende-provvedimenti-vt43437.html#post1120982 ) potrebbe rappresentare un nuovo, ennesimo, problema in vista del closing. Sempre secondo La Gazzetta, la perplessità sulle ultime notizie uscite ieri riguarda il prestito da un istituto di credito come Huarong, pratica non non comune nelle trattative tra Cina e Italia. Non è sorprendente, invece, che il prestito sia arrivato dalle Isole Vergini, tra i paesi in cui la Cina fa più investimenti.

Altre notizie di giornata


QUI -) http://www.milanworld.net/keita-milan-lotito-non-molla-e-vuole-30-milioni-vt43440.html#post1121005


QUI -) http://www.milanworld.net/milan-giu...ercato-gli-obiettivi-vt43441.html#post1121012


QUI -) http://www.milanworld.net/albertini...-meglio-non-spendere-vt43442.html#post1121016


QUI -) http://www.milanworld.net/milan-il-...blema-per-il-closing-vt43443.html#post1121018


QUI -) http://www.milanworld.net/milan-sul...a-ad-una-sola-lingua-vt43444.html#post1121020


QUI -) http://www.milanworld.net/orsolini-vicino-alla-juve-per-4-5-milioni-di-euro-vt43445.html#post1121021
 

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La Gazzetta dello Sport in edicola oggi, 6 gennaio 2017, riporta che il tetto alle spese che il governo cinese vuole mettere sul calcio (qui i dettagli http://www.milanworld.net/il-govern...prende-provvedimenti-vt43437.html#post1120982 ) potrebbe rappresentare un nuovo, ennesimo, problema in vista del closing. Sempre secondo La Gazzetta, la perplessità sulle ultime notizie uscite ieri riguarda il prestito da un istituto di credito come Huarong, pratica non non comune nelle trattative tra Cina e Italia. Non è sorprendente, invece, che il prestito sia arrivato dalle Isole Vergini, tra i paesi in cui la Cina fa più investimenti.

Altre notizie di giornata


QUI -) http://www.milanworld.net/keita-milan-lotito-non-molla-e-vuole-30-milioni-vt43440.html#post1121005


QUI -) http://www.milanworld.net/milan-giu...ercato-gli-obiettivi-vt43441.html#post1121012


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QUI -) http://www.milanworld.net/milan-il-...blema-per-il-closing-vt43443.html#post1121018


QUI -) http://www.milanworld.net/milan-sul...a-ad-una-sola-lingua-vt43444.html#post1121020


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Casnop

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La Gazzetta dello Sport in edicola oggi, 6 gennaio 2017, riporta che il tetto alle spese che il governo cinese vuole mettere sul calcio (qui i dettagli http://www.milanworld.net/il-govern...prende-provvedimenti-vt43437.html#post1120982 ) potrebbe rappresentare un nuovo, ennesimo, problema in vista del closing. Sempre secondo La Gazzetta, la perplessità sulle ultime notizie uscite ieri riguarda il prestito da un istituto di credito come Huarong, pratica non non comune nelle trattative tra Cina e Italia. Non è sorprendente, invece, che il prestito sia arrivato dalle Isole Vergini, tra i paesi in cui la Cina fa più investimenti.
Di sicuro il processo autorizzativo si è allungato, e l'entità dell'investimento programmato per il Milan sta richiedendo indagini ulteriori da parte delle autorità cinesi. Ed opportuna appare la scelta di fare una richiesta overall, per garantire il flusso una volta per tutte, onde evitare di azzoppare in futuro la flessibilità finanziaria del club con pratiche amministrative dalle tempistiche incompatibili con il managing di una società di calcio. Ma qui ormai contano solo i fatti, e dunque portare a casa l'affare. I timori sono banditi, o le cose ci sono, o non ci sono, tutto qui. :)
 
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Di sicuro il processo autorizzativo si è allungato, e l'entità dell'investimento programmato per il Milan sta richiedendo indagini ulteriori da parte delle autorità cinesi. Ed opportuna appare la scelta di fare una richiesta overall, per garantire il flusso una volta per tutte, onde evitare di azzoppare in futuro la flessibilità finanziaria del club con pratiche amministrative dalle tempistiche incompatibili con il managing di una società di calcio. Ma qui ormai contano solo i fatti, e dunque portare a casa l'affare. I timori sono banditi, o le cose ci sono, o non ci sono, tutto qui. :)
ti faccio una domanda ignorante.....ma ammesso e non concesso che questo closing arrivi,vada tutto bene ecc....poi con il discorso delle autorizzazioni siamo a posto definitivamente...o no?
voglio dire se poi si vuole spendere 50 milioni per comprare giocatore x non è che ogni volta c'è tutta sta manfrina....sarebbe folle
 

Super_Lollo

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ti faccio una domanda ignorante.....ma ammesso e non concesso che questo closing arrivi,vada tutto bene ecc....poi con il discorso delle autorizzazioni siamo a posto definitivamente...o no?
voglio dire se poi si vuole spendere 50 milioni per comprare giocatore x non è che ogni volta c'è tutta sta manfrina....sarebbe folle

Ma figurati
 

Casnop

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ti faccio una domanda ignorante.....ma ammesso e non concesso che questo closing arrivi,vada tutto bene ecc....poi con il discorso delle autorizzazioni siamo a posto definitivamente...o no?
voglio dire se poi si vuole spendere 50 milioni per comprare giocatore x non è che ogni volta c'è tutta sta manfrina....sarebbe folle
Nel comunicato stampa di Fininvest del 5 agosto scorso, che annunciava la sottoscrizione del preliminare della cessione delle quote del Milan con SES, si leggeva che tra le parti erano stati altresì sottoscritti impegni per cui i nuovi proprietari si erano obbligati ad investire almeno 350 milioni di euro per il mercato giocatori nei successivi tre anni. Allora parve una stranezza che SES si fosse obbligata per un piano di investimenti a così lunga scadenza rispetto al closing con un soggetto, Fininvest, che dopo la cessione delle quote non avrebbe avuto alcuna partecipazione o interesse nel Milan. Semplicemente, si disse che SES non era affatto obbligata a garantire quel livello di investimenti, e che per converso Fininvest non avrebbe più avuto titolo di pretenderli. Dopo, capimmo quella 'stranezza': SES aveva inteso porre il rilascio delle autorizzazioni alla esportazione di valuta per quegli investimenti, doverosamente, proprio come condizione risolutiva del contratto di compravendita delle quote, come da prassi negoziale in questi casi, ed aveva dovuto pertanto declinare in contratto l'oggetto di quella condizione risolutiva, ovvero l'entità degli investimenti programmati oggetto di autorizzazione, che avrebbe richiesto in via unitaria e complessiva alle autorità cinesi quale budget per un piano di impieghi di capitale su base triennale, a titolo di versamento a saldo del prezzo delle quote, accollo del debito consolidato a bilancio, finanziamento dell'acquisto di giocatori a montante per cartellino, ingaggio, tasse e contributi (ovviamente a forfait), budget per acquisizione dei terreni e costo di costruzione del nuovo stadio (elemento certo, questo, se si considera la stretta inerenza di questo progetto speciale all'obiettivo di espansione del fatturato, condizione necessaria per il futuro leverage sulle azioni collocate in borsa per la redditività dell'investimento, nonché infine considerata la presenza, non smentita, della nota società specializzata nella costruzione di impianti sportivi), potenziamento della rete commerciale e di merchandising del Milan in madrepatria, ulteriori spese ed oneri. Un investimento, molto complesso, con ogni probabilità eccedente la fatidica soglia dei due miliardi di dollari americani, che impone il vaglio del progetto anche da parte del Consiglio di Stato cinese, con un netto ampliamento dei tempi di istruttoria e deliberazione. Non può allora non apprezzarsi la lungimiranza dei signori di SES di aver percorso la strada, certo più lunga ed impervia, della richiesta di autorizzazione alla esportazione, effettuata 'one shot', in un colpo solo, dell'intero budget, ciò proprio al fine di escludere l'attivazione di una molteplicità di processi autorizzativi per la liberazione di risorse per tagli minori, con tempi burocratici incompatibili con quelli della gestione ordinaria in corso e, si direbbe, per prevenire mutamenti futuri di poltiche di vaglio delle autorizzazioni valutarie per investimenti esteri da parte del Governo di Pechino, che effettivamente si stanno palesando in questi ultimi mesi. Certo, tutto ora appare farraginoso e defatigante, ed alimenta sospetti di opacità della intera operazione, ma è probabile che il tutto lo si apprezzerà, in termini di efficacia e tempestività operativa, quando ciò realmente servirà, ovvero a nuovo board in sella. Per ora, attendiamo che gli eventi facciano il corso programmato. :)
 
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Nel comunicato stampa di Fininvest del 5 agosto scorso, che annunciava la sottoscrizione del preliminare della cessione delle quote del Milan con SES, si leggeva che tra le parti erano stati altresì sottoscritti impegni per cui i nuovi proprietari si erano obbligati ad investire almeno 350 milioni di euro per il mercato giocatori nei successivi tre anni. Allora parve una stranezza che SES si fosse obbligata per un piano di investimenti a così lunga scadenza rispetto al closing con un soggetto, Fininvest, che dopo la cessione delle quote non avrebbe avuto alcuna partecipazione o interesse nel Milan. Semplicemente, si disse che SES non era affatto obbligata a garantire quel livello di investimenti, e che per converso Fininvest non avrebbe più avuto titolo di pretenderli. Dopo, capimmo quella 'stranezza': SES aveva inteso porre il rilascio delle autorizzazioni alla esportazione di valuta per quegli investimenti, doverosamente, proprio come condizione risolutiva del contratto di compravendita delle quote, come da prassi negoziale in questi casi, ed aveva dovuto pertanto declinare in contratto l'oggetto di quella condizione risolutiva, ovvero l'entità degli investimenti programmati oggetto di autorizzazione, che avrebbe richiesto in via unitaria e complessiva alle autorità cinesi quale budget per un piano di impieghi di capitale su base triennale, a titolo di versamento a saldo del prezzo delle quote, accollo del debito consolidato a bilancio, finanziamento dell'acquisto di giocatori a montante per cartellino, ingaggio, tasse e contributi (ovviamente a forfait), budget per acquisizione dei terreni e costo di costruzione del nuovo stadio (elemento certo, questo, se si considera la stretta inerenza di questo progetto speciale all'obiettivo di espansione del fatturato, condizione necessaria per il futuro leverage sulle azioni collocate in borsa per la redditività dell'investimento, nonché infine considerata la presenza, non smentita, della nota società specializzata nella costruzione di impianti sportivi), potenziamento della rete commerciale e di merchandising del Milan in madrepatria, ulteriori spese ed oneri. Un investimento, molto complesso, con ogni probabilità eccedente la fatidica soglia dei due miliardi di dollari americani, che impone il vaglio del progetto anche da parte del Consiglio di Stato cinese, con un netto ampliamento dei tempi di istruttoria e deliberazione. Non può allora non apprezzarsi la lungimiranza dei signori di SES di aver percorso la strada, certo più lunga ed impervia, della richiesta di autorizzazione alla esportazione, effettuata 'one shot', in un colpo solo, dell'intero budget, ciò proprio al fine di escludere l'attivazione di una molteplicità di processi autorizzativi per la liberazione di risorse per tagli minori, con tempi burocratici incompatibili con quelli della gestione ordinaria in corso e, si direbbe, per prevenire mutamenti futuri di poltiche di vaglio delle autorizzazioni valutarie per investimenti esteri da parte del Governo di Pechino, che effettivamente si stanno palesando in questi ultimi mesi. Certo, tutto ora appare farraginoso e defatigante, ed alimenta sospetti di opacità della intera operazione, ma è probabile che il tutto lo si apprezzerà, in termini di efficacia e tempestività operativa, quando ciò realmente servirà, ovvero a nuovo board in sella. Per ora, attendiamo che gli eventi facciano il corso programmato. :)
quindi Silvione si sarebbe approfittato della necessità dei cinesi per farsi bello,ossia per far finta che era lui che imponeva 350 mil in 3 anni?
 

MaschioAlfa

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Nel comunicato stampa di Fininvest del 5 agosto scorso, che annunciava la sottoscrizione del preliminare della cessione delle quote del Milan con SES, si leggeva che tra le parti erano stati altresì sottoscritti impegni per cui i nuovi proprietari si erano obbligati ad investire almeno 350 milioni di euro per il mercato giocatori nei successivi tre anni. Allora parve una stranezza che SES si fosse obbligata per un piano di investimenti a così lunga scadenza rispetto al closing con un soggetto, Fininvest, che dopo la cessione delle quote non avrebbe avuto alcuna partecipazione o interesse nel Milan. Semplicemente, si disse che SES non era affatto obbligata a garantire quel livello di investimenti, e che per converso Fininvest non avrebbe più avuto titolo di pretenderli. Dopo, capimmo quella 'stranezza': SES aveva inteso porre il rilascio delle autorizzazioni alla esportazione di valuta per quegli investimenti, doverosamente, proprio come condizione risolutiva del contratto di compravendita delle quote, come da prassi negoziale in questi casi, ed aveva dovuto pertanto declinare in contratto l'oggetto di quella condizione risolutiva, ovvero l'entità degli investimenti programmati oggetto di autorizzazione, che avrebbe richiesto in via unitaria e complessiva alle autorità cinesi quale budget per un piano di impieghi di capitale su base triennale, a titolo di versamento a saldo del prezzo delle quote, accollo del debito consolidato a bilancio, finanziamento dell'acquisto di giocatori a montante per cartellino, ingaggio, tasse e contributi (ovviamente a forfait), budget per acquisizione dei terreni e costo di costruzione del nuovo stadio (elemento certo, questo, se si considera la stretta inerenza di questo progetto speciale all'obiettivo di espansione del fatturato, condizione necessaria per il futuro leverage sulle azioni collocate in borsa per la redditività dell'investimento, nonché infine considerata la presenza, non smentita, della nota società specializzata nella costruzione di impianti sportivi), potenziamento della rete commerciale e di merchandising del Milan in madrepatria, ulteriori spese ed oneri. Un investimento, molto complesso, con ogni probabilità eccedente la fatidica soglia dei due miliardi di dollari americani, che impone il vaglio del progetto anche da parte del Consiglio di Stato cinese, con un netto ampliamento dei tempi di istruttoria e deliberazione. Non può allora non apprezzarsi la lungimiranza dei signori di SES di aver percorso la strada, certo più lunga ed impervia, della richiesta di autorizzazione alla esportazione, effettuata 'one shot', in un colpo solo, dell'intero budget, ciò proprio al fine di escludere l'attivazione di una molteplicità di processi autorizzativi per la liberazione di risorse per tagli minori, con tempi burocratici incompatibili con quelli della gestione ordinaria in corso e, si direbbe, per prevenire mutamenti futuri di poltiche di vaglio delle autorizzazioni valutarie per investimenti esteri da parte del Governo di Pechino, che effettivamente si stanno palesando in questi ultimi mesi. Certo, tutto ora appare farraginoso e defatigante, ed alimenta sospetti di opacità della intera operazione, ma è probabile che il tutto lo si apprezzerà, in termini di efficacia e tempestività operativa, quando ciò realmente servirà, ovvero a nuovo board in sella. Per ora, attendiamo che gli eventi facciano il corso programmato. :)

Ottima disamina.

Spiegato il perché di questi 350 milioni di investimenti inseriti nella clausola del preliminare.

Non per fininvest ma per ottenere da subito le autorizzazioni dal governo cinese.
 
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