Djerry
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Io, se fossi il direttore sportivo del Milan, sarei letteralmente esaltato all'idea del piano B anche in queste situazioni critiche.
Siamo il Milan, continueremo a fatturare nonostante una prevedibile uscita di sponsor, abbiamo ancora i diritti tv nostrani che fanno la differenza rispetto alla fuffa della Europa League, abbiamo appeal, abbiamo strutture, abbiamo un popolo pronto ad innamorarsi di facce nuove ed a tornare vincere.
Ma non abbiamo le aspettative altissime imminenti.
Questo è un momento esaltante se inteso nel modo giusto, perché siamo anche tutti disposti ad accettare uno-due anni di sofferenza (intesi come sesto posto, mica tanto diverso dagli ultimi) a patto di rivoluzionare il paradigma e le prospettive, ringiovanendo, purificando, tagliando le spese, trovando ingaggi proporzionati, lavorando con competenza nel benedetto sottobosco, dando in mano ai nuovi arrivi il rilancio del Milan e l'opportunità di esplodere o di diventare bandiere.
Dobbiamo creare noi i Bonucci ed i leader, come abbiamo sempre fatto, investendo sul talento e non andando a portare via i capitani delle nostre avversarie.
Dobbiamo trovare noi il nostro Thiago Silva o il nostro Kakà a cui dare la fascia di capitano e chiedere di restare insieme a vincere la Champions o in alternativa a cui affidare la plusvalenza per i nostri conti e per zittire la UEFA.
Vorrei andare a prendere il Callejon a 10 milioni dal Real, l'Immobile a 9 milioni dal Siviglia, il Morata a 20 milioni sempre dal Real, ed avremmo il piano B che diventa piano A fatto in casa anche prima che il piano A originario ci faccia vincere, come si è visto l'anno scorso.
Poi mi sveglio, so che arriveranno 30enni tappabuchi perché "bisogna assolutamente centrare l'Europa League, obiettivo settimo posto, serve esperienza, servono giocatori pronti, basta scommesse, c'è una Supercoppa da vincere, siamo il Milan e non possiamo avere pazienza, chi se ne frega della UEFA e dei conti, non li mettiamo mica noi i soldi"... e sarà una lunga estate.
Ma se fossimo bravi e se volessimo, dalla stangata UEFA partirebbe il grande ritorno dell'AC Milan nel calcio che conta e dove gli spetta.
Siamo il Milan, continueremo a fatturare nonostante una prevedibile uscita di sponsor, abbiamo ancora i diritti tv nostrani che fanno la differenza rispetto alla fuffa della Europa League, abbiamo appeal, abbiamo strutture, abbiamo un popolo pronto ad innamorarsi di facce nuove ed a tornare vincere.
Ma non abbiamo le aspettative altissime imminenti.
Questo è un momento esaltante se inteso nel modo giusto, perché siamo anche tutti disposti ad accettare uno-due anni di sofferenza (intesi come sesto posto, mica tanto diverso dagli ultimi) a patto di rivoluzionare il paradigma e le prospettive, ringiovanendo, purificando, tagliando le spese, trovando ingaggi proporzionati, lavorando con competenza nel benedetto sottobosco, dando in mano ai nuovi arrivi il rilancio del Milan e l'opportunità di esplodere o di diventare bandiere.
Dobbiamo creare noi i Bonucci ed i leader, come abbiamo sempre fatto, investendo sul talento e non andando a portare via i capitani delle nostre avversarie.
Dobbiamo trovare noi il nostro Thiago Silva o il nostro Kakà a cui dare la fascia di capitano e chiedere di restare insieme a vincere la Champions o in alternativa a cui affidare la plusvalenza per i nostri conti e per zittire la UEFA.
Vorrei andare a prendere il Callejon a 10 milioni dal Real, l'Immobile a 9 milioni dal Siviglia, il Morata a 20 milioni sempre dal Real, ed avremmo il piano B che diventa piano A fatto in casa anche prima che il piano A originario ci faccia vincere, come si è visto l'anno scorso.
Poi mi sveglio, so che arriveranno 30enni tappabuchi perché "bisogna assolutamente centrare l'Europa League, obiettivo settimo posto, serve esperienza, servono giocatori pronti, basta scommesse, c'è una Supercoppa da vincere, siamo il Milan e non possiamo avere pazienza, chi se ne frega della UEFA e dei conti, non li mettiamo mica noi i soldi"... e sarà una lunga estate.
Ma se fossimo bravi e se volessimo, dalla stangata UEFA partirebbe il grande ritorno dell'AC Milan nel calcio che conta e dove gli spetta.
