[MENTION=209]Roten1896[/MENTION]... come sostengo da tempo, in società sanno bene come si fa a vincere. Berlusconi e Galliani c'erano quando il Milan di Sacchi insegnava calcio, Berlusconi e Galliani c'erano quando Capello stabiliva un record assurdo nel campionato più difficile del mondo, Berlusconi e Galliani c'erano nel Milan degli immortali e degli invincibili. C'erano e sanno come si vince, il problema è che non vogliono più vincere, deliberatamente. Berlusconi non vuole più rimetterci soldi quindi vuole che il Milan abbia il bilancio in pari, cosa che forse abbiamo raggiunto ma non è ancora sufficiente perché fin quando non saremo in super attivo non verranno mai fatte spese. Ecco, dunque, spiegato tutto, ecco perché si pensa solo a cedere giocatori e ad incassare senza pensare ai sostituti di quei calciatori che partono perché d'altronde quando guardi alla cassa non c'è mica bisogno di rimpiazzare adeguatamente(cioè dal punto di vista calcistico)il giocatore che è partito ma c'è soltanto bisogno di rimpiazzarlo numericamente. Questo è il Milan oggi, un'azienda che tira a campare o meglio: un azienda che non ha più voglia di vincere perché probabilmente siamo la società più sana del mondo ma di portafoglio e non di mente. Ti dirò di più parli di Pato e di De Jong, De Jong lo considerano rimpiazzato da Muntari che non c'è mai stato fino ad oggi ed oggi c'è, è praticamente un acquisto; stesso discorso con Pato che non c'è mai stato e quindi che bisogno hai di rimpiazzarlo ? La società non è ancora in grado di versare denaro perché non siamo ancora all'attivissimo e quindi viviamo sulle cessioni. Questa è la realtà. Sono d'accordo con te nel dire che è la cosa più sbagliata del mondo, che non si gestisce così una società ma tant'è... che possiamo fare ? "Si è sopraffatti"[cit.] possiamo solo aspettare che il nano levi le tende o dal mondo o semplicemente dalla direzione. Il processo catartico è ancora lungo perché il Milan andrà in mano ai figli dopo Berlusconi e solo più tardi in mano ad un altro proprietario, come la Roma, sperando però che quei proprietari non abbiano la stessa voglia che hanno gli Americani de Roma. Attendiamo, per ora il nostro destino è vedere gli altri vincere e noi crogiolarci nell'oro e nelle ragnatele del passato: grazie presidente.