Penso di aver ricomposto il puzzle (non chiedetemi come perché non risponderei) della cessione del Milan.
Ovviamente ognuno è libero di pensarla come crede, questa è solo la mia versione.
Dopotutto quel che ci interessa sono i fatti, e i fatti sono che il Milan è di Berlusconi e la vendita è ancora rimandata, a prescindere dai motivi.
Ecco la sintesi del puzzle:
1. Fininvest vuole vendere (e fin qui...).
2. Berlusconi si è rassegnato a cedere, ma pretende un ruolo operativo nel Milan del nuovo corso.
3. Galatioto e Gancikoff hanno respinto le sue richieste per un ruolo operativo. A maggio infatti era trapelato questo malumore di Berlusconi. http://www.milanworld.net/berlusconi-i-cinesi-mi-vogliono-cacciare-e-io-vt36938.html
4. La stessa cosa la voleva fare Richard Lee l'anno scorso. Non è un caso che la cordata di Lee aveva nomi importanti come Zong (il re delle bibite in Cina), tanto quanto quella di Galatioto ha avuto nomi ancor più altisonanti come Robin Li ed Evergrande.
5. Poichè né la cordata di Lee né quella di Galatioto erano disposte a concedere ruoli operativi a Berlusconi, quest'ultimo ha dapprima incaricato Bee e successivamente Yonghong Li e Han Li di formare una cordata i cui soci gli concedano i poteri che pretende.
L'unica vera differenza è che con Bee ha messo la trattativa sotto i riflettori, perdipiù per la cessione di quote di minoranza a un prezzo elevato per motivare le alte cifre richieste per una cessione di maggioranza, mentre con i due Li ha deciso di mantenerla a un profilo più basso.
Per il resto Bee e i due Li sono tizi sconosciuti che lavorano in ambito finanziario che sono stati scelti appositamente da Berlusconi. Piccolo vantaggio dei due Li è il loro passato col governo cinese.
6. Il punto di cui sopra è molto importante, perchè non è casuale che con Richard Lee un anno fa e Galatioto quest'anno ci fossero nomi di imprenditori e aziende importanti, mentre con Bee e Yonghong Li siano saltate fuori banche e finanziarie. Nomi come TLC infatti figurerebbero solo come sponsor.
7. In tutti i casi c'è veramente la regia dello Stato cinese (mai smentita e citata persino in comunicati ufficiali), ma il governo non ha naturalmente alcun potere per imporre a Berlusconi di andarsene finchè egli ha il controllo del Milan. Il governo cinese considererebbe umiliante e dannoso esporsi per il Milan lasciando il controllo a Berlusconi. Altresì comprensibile la difficoltà a trovare dei privati che aderiscano alla cordata, dato che giustamente vorrebbero comandare al di sopra di Berlusconi.
8. Proprio per le ragioni sopradescritte si parla di cordata fluida in questo momento. Ci sono aziende che si interessano, ma che si ritirano quando comprendono le pretese irremovibili di Berlusconi.
9. Galatioto e Gancikoff ci hanno sempre messo la faccia, seppur con moderazione. Non sono mai stati fatti fuori dai cinesi; sono stati fatti fuori direttamente da Berlusconi assieme alla loro (reale) cordata, quando ha interrotto la trattativa con loro aprendo di sua iniziativa quella con Yonghong Li e Han Li (notare che la Sino Europe era assente nell'annuncio ufficiale della trattativa in esclusiva).
10. Yonghong Li e Han Li si sono esposti al minimo, e c'è un motivo preciso. Più che lavorare per la sponda cinese, lavorano per la sponda italiana (ci siamo capiti), e poichè Fassone e Mirabelli lavorano per Sino Europe e per conto dei due Li, anche Fassone e Mirabelli mantengono un basso profilo.
11. Berlusconi si è quindi accordato con Fininvest per dare ai due Li il tempo necessario per trovare degli investitori disponibili a concedergli un ruolo da presidente operativo. Questa finestra temporale scade (per adesso) a marzo.
E' impossibile che il Milan non venga venduto, perchè l'operazione di finanza strutturata messa in piedi a proposito è stata portata troppo avanti per tornare indietro. Di fatto il Milan è stato venduto il 5 agosto alla Rossoneri Sport. Sarebbe lunghissimo da spiegare e nemmeno io c'ho capito moltissimo, ma in sintesi il Milan è venduto a una sorta di scatola, e il Milan sarà di proprietà di chi comprerà quella scatola. Per il momento per quella scatola ci sono degli advisor finanziari di grido "accalorati" da un garante misterioso.
Chi sia il garante misterioso è immaginabile.
12. Non ci sono soldi o non ci sono autorizzazioni? Alla luce di quanto detto si direbbe la prima. Non è comunque da escludere che i due Li siano riusciti a raccogliere un po' di capitali da qualche piccolo investitore che ha difficoltà a ottenere autorizzazioni (la colletta citata da Forchielli...).
13. Sempre alla luce di quanto detto, la cessione si sbloccherebbe in tempi rapidi se Berlusconi accettasse di farsi da parte, o con un ruolo da presidente onorario senza poteri o lasciando definitivamente il club. Non sarebbe da escludere nemmeno un ritorno di Galatioto e Gancikoff (o anche solo del primo).
14. Che ne sarà di Fassone e Mirabelli? Nel caso i due Li trovino veramente degli investitori, la palla passerebbe a Berlusconi che manterrebbe poteri decisionali. Potrebbe decidere di tenerli con Galliani delegando Fassone alla parte commerciale (li avete sentiti alcuni giornalisti che già lo definiscono Barbara Fassone?) e mantenendo Mirabelli come DS (mentre Maiorino verrebbe mandato via. Le sue lunghe interviste di questi giorni non sono casuali, dopo tanto tempo in cui non si era mai visto pubblicamente). Oppure potrebbe inventarsi qualcos'altro, visto che Fassone e Mirabelli hanno un contratto con Sino Europe e non con il Milan (cosa succederebbe se la Sino Europe si sciogliesse?).
Poche certezze per Fassone e Mirabelli, e ancor meno qualora salti l'accordo con i due Li e Berlusconi venda a un altro consorzio. Sarà quel consorzio a decidere se ingaggiare ugualmente Fassone e Mirabelli, o scegliere altri dirigenti.
Questo è quanto.
A mio parere coi due Li non si combinerà niente, e mentre loro lavorano per formare una cordata cinese, penso che Berlusconi stia lavorando per conto suo a una cordata italiana (sempre con la condizione che lui resti presidente operativo).
Potrebbe avvenire ugualmente un closing a marzo, ma con una cordata differente e senza un ruolo operativo per Berlusconi. Su questo punto Berlusconi si deve rassegnare, non venderà mai il Milan fino a che non accetti di farsi da parte.
Ovviamente ognuno è libero di pensarla come crede, questa è solo la mia versione.
Dopotutto quel che ci interessa sono i fatti, e i fatti sono che il Milan è di Berlusconi e la vendita è ancora rimandata, a prescindere dai motivi.
Ecco la sintesi del puzzle:
1. Fininvest vuole vendere (e fin qui...).
2. Berlusconi si è rassegnato a cedere, ma pretende un ruolo operativo nel Milan del nuovo corso.
3. Galatioto e Gancikoff hanno respinto le sue richieste per un ruolo operativo. A maggio infatti era trapelato questo malumore di Berlusconi. http://www.milanworld.net/berlusconi-i-cinesi-mi-vogliono-cacciare-e-io-vt36938.html
4. La stessa cosa la voleva fare Richard Lee l'anno scorso. Non è un caso che la cordata di Lee aveva nomi importanti come Zong (il re delle bibite in Cina), tanto quanto quella di Galatioto ha avuto nomi ancor più altisonanti come Robin Li ed Evergrande.
5. Poichè né la cordata di Lee né quella di Galatioto erano disposte a concedere ruoli operativi a Berlusconi, quest'ultimo ha dapprima incaricato Bee e successivamente Yonghong Li e Han Li di formare una cordata i cui soci gli concedano i poteri che pretende.
L'unica vera differenza è che con Bee ha messo la trattativa sotto i riflettori, perdipiù per la cessione di quote di minoranza a un prezzo elevato per motivare le alte cifre richieste per una cessione di maggioranza, mentre con i due Li ha deciso di mantenerla a un profilo più basso.
Per il resto Bee e i due Li sono tizi sconosciuti che lavorano in ambito finanziario che sono stati scelti appositamente da Berlusconi. Piccolo vantaggio dei due Li è il loro passato col governo cinese.
6. Il punto di cui sopra è molto importante, perchè non è casuale che con Richard Lee un anno fa e Galatioto quest'anno ci fossero nomi di imprenditori e aziende importanti, mentre con Bee e Yonghong Li siano saltate fuori banche e finanziarie. Nomi come TLC infatti figurerebbero solo come sponsor.
7. In tutti i casi c'è veramente la regia dello Stato cinese (mai smentita e citata persino in comunicati ufficiali), ma il governo non ha naturalmente alcun potere per imporre a Berlusconi di andarsene finchè egli ha il controllo del Milan. Il governo cinese considererebbe umiliante e dannoso esporsi per il Milan lasciando il controllo a Berlusconi. Altresì comprensibile la difficoltà a trovare dei privati che aderiscano alla cordata, dato che giustamente vorrebbero comandare al di sopra di Berlusconi.
8. Proprio per le ragioni sopradescritte si parla di cordata fluida in questo momento. Ci sono aziende che si interessano, ma che si ritirano quando comprendono le pretese irremovibili di Berlusconi.
9. Galatioto e Gancikoff ci hanno sempre messo la faccia, seppur con moderazione. Non sono mai stati fatti fuori dai cinesi; sono stati fatti fuori direttamente da Berlusconi assieme alla loro (reale) cordata, quando ha interrotto la trattativa con loro aprendo di sua iniziativa quella con Yonghong Li e Han Li (notare che la Sino Europe era assente nell'annuncio ufficiale della trattativa in esclusiva).
10. Yonghong Li e Han Li si sono esposti al minimo, e c'è un motivo preciso. Più che lavorare per la sponda cinese, lavorano per la sponda italiana (ci siamo capiti), e poichè Fassone e Mirabelli lavorano per Sino Europe e per conto dei due Li, anche Fassone e Mirabelli mantengono un basso profilo.
11. Berlusconi si è quindi accordato con Fininvest per dare ai due Li il tempo necessario per trovare degli investitori disponibili a concedergli un ruolo da presidente operativo. Questa finestra temporale scade (per adesso) a marzo.
E' impossibile che il Milan non venga venduto, perchè l'operazione di finanza strutturata messa in piedi a proposito è stata portata troppo avanti per tornare indietro. Di fatto il Milan è stato venduto il 5 agosto alla Rossoneri Sport. Sarebbe lunghissimo da spiegare e nemmeno io c'ho capito moltissimo, ma in sintesi il Milan è venduto a una sorta di scatola, e il Milan sarà di proprietà di chi comprerà quella scatola. Per il momento per quella scatola ci sono degli advisor finanziari di grido "accalorati" da un garante misterioso.
Chi sia il garante misterioso è immaginabile.
12. Non ci sono soldi o non ci sono autorizzazioni? Alla luce di quanto detto si direbbe la prima. Non è comunque da escludere che i due Li siano riusciti a raccogliere un po' di capitali da qualche piccolo investitore che ha difficoltà a ottenere autorizzazioni (la colletta citata da Forchielli...).
13. Sempre alla luce di quanto detto, la cessione si sbloccherebbe in tempi rapidi se Berlusconi accettasse di farsi da parte, o con un ruolo da presidente onorario senza poteri o lasciando definitivamente il club. Non sarebbe da escludere nemmeno un ritorno di Galatioto e Gancikoff (o anche solo del primo).
14. Che ne sarà di Fassone e Mirabelli? Nel caso i due Li trovino veramente degli investitori, la palla passerebbe a Berlusconi che manterrebbe poteri decisionali. Potrebbe decidere di tenerli con Galliani delegando Fassone alla parte commerciale (li avete sentiti alcuni giornalisti che già lo definiscono Barbara Fassone?) e mantenendo Mirabelli come DS (mentre Maiorino verrebbe mandato via. Le sue lunghe interviste di questi giorni non sono casuali, dopo tanto tempo in cui non si era mai visto pubblicamente). Oppure potrebbe inventarsi qualcos'altro, visto che Fassone e Mirabelli hanno un contratto con Sino Europe e non con il Milan (cosa succederebbe se la Sino Europe si sciogliesse?).
Poche certezze per Fassone e Mirabelli, e ancor meno qualora salti l'accordo con i due Li e Berlusconi venda a un altro consorzio. Sarà quel consorzio a decidere se ingaggiare ugualmente Fassone e Mirabelli, o scegliere altri dirigenti.
Questo è quanto.
A mio parere coi due Li non si combinerà niente, e mentre loro lavorano per formare una cordata cinese, penso che Berlusconi stia lavorando per conto suo a una cordata italiana (sempre con la condizione che lui resti presidente operativo).
Potrebbe avvenire ugualmente un closing a marzo, ma con una cordata differente e senza un ruolo operativo per Berlusconi. Su questo punto Berlusconi si deve rassegnare, non venderà mai il Milan fino a che non accetti di farsi da parte.