se c’è un Paese che per definizione è meticcio questo è l’Italia. Siamo stati invasi, andando un po’ random da: barbari di qualsiasi sorta, arabi, normanni, francesi, austriaci, tedeschi, spagnoli, inglesi, americani…Ognuno di loro ha lasciato tracce genetiche a iosa. I movimenti migratori del ventesimo e del ventunesimo secolo hanno fatto il resto. Stando a wikipedia (non al bollettino della sinistra buonista e tollerante) i gruppi etnici presenti in Italia sono almeno 21.
E noi non saremmo un popolo meticcio? Lo siamo e siamo fieri di esserlo: ricchi e diversi. Peri di più la ministro Kyenge aveva detto, precisamente, queste parole testuali:
“Le polemiche sulla mia nomina? Non sono un problema mio, la legge parla chiaro. Dico no a politiche di contrapposizione, cerco un terreno condiviso per una nuova coesione sociale. Più che mai l’Italia deve recuperare valori come solidarietà e accoglienza. L’endorsement di Mario Balotelli fa piacere, in questo momento l’Italia ha bisogno di esempi concreti e positivi per far vedere che ormai è una società meticcia, mista e bisogna prenderne atto”.
Mi sembra di leggere "SOCIETA' METICCIA", non popolo meticcio, che è giusto un filino leggermente diverso. Ora, potremmo discutere sull'uso improprio del termine meticcio che, implicando una mescolanza di "razze", non è applicabile in antropologia proprio perché in questa scienza il concetto di "razza" è stato ampiamente superato: voler negare, al di là di questo che la società italiana attuale e, soprattutto futura, è e sarà costituita da individi di origine, tradizione e culture diverse significa voler nascondere la testa sotto la sabbia.
In conclusione, possiamo eliminare il termine meticcio, usarne uno diverso o più appropriato per spiegare un concetto complesso e in corso. Francamente, aspetto di vedere come i fenomeni dell'arrampicamento sugli specchi saranno in grado di spiegare con maggiore chiarezza il concetto profondo che sta dietro al pensiero "quando vedo le immagini della Kyenge non posso non pensare, anche se non dico che lo sia, alle sembianze di orango”.