Un giocatore arriva a 30 anni senza aver mai messo piede in campo in una partita di Champions, gioca 38 partite su 38 nella squadra che questa Champions dovrebbe raggiungere, arriva invece settimo, ed ora la colpa è tutta degli altri e lui ha diritto di andarsene a coronare il suo sogno? Dopo un quinquennale a 3.5 netti per cinque anni fino al 2020?
Ma è un mondo alla rovescia.
Un giocatore serio con un minimo di ambizione e di personalità non direbbe mai "resto al Milan se si punta alla Champions", perché in quella frase c'è la diretta ammissione che lui vale ed i suoi compagni no, che è una cosa gravissima. Figuriamoci dirlo dopo che ha firmato quel contratto che, se è vero che non ha obbligato nessuno a proporglielo, al tempo stesso nessuno lo ha obbligato a firmare vincolandosi in quel modo a noi.
Vuoi raggiungere grandi obiettivi con questa maglia con cui hai sottoscritto un quinquennale? Allora la frase giusta è "resto al Milan per puntare alla Champions", ed invece di 16 gol ne fai 25 l'anno prossimo. Prendendo la squadra in mano da leader che quel contratto ti impone di essere.
Se altrimenti vuoi andare altrove o la società vuole fare cassa con la tua cessione, benissimo. Ma dell'ipocrisia di quella frase da separato in casa e primo della classe, dall'alto di non si sa bene cosa, utilizzando la base del contratto con noi per trattative al rialzo con altri, possiamo farne a meno.
Se tanto vuole la Champions, perché non si riduce il contatto di 1 milione e di 2 anni, tanto più dopo averla mancata da titolare inamovibile, firmando un biennale a 2.5 con l'Atletico Madrid di turno? Troppo facile chiedere chiarezza dopo 12 mesi a chi spende per te 68 milioni in 5 anni.