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Il Corriere della Sera riporta uno studio israeliano secondo il quale non sarebbe solo Astrazeneca ad avere difficoltà contro la variante sudafricana del Covid.
Secondo i nuovi studi la variante sarebbe in grado di «bucare», almeno in parte, la protezione indotta dal vaccino Pfizer-BioNTech, contrariamente a quanto affermato dagli studi precedenti. Per fortuna sembra che la vulnerabilità del vaccino sia ridotta nel tempo.
Dopo la seconda dose di Pfizer, la variante sudafricana resterebbe pericolosa ancora per una quindicina di giorni.
Il tallone d'Achille della sudafricana sembrerebbe essere la poca contagiosità.
Le case farmaceutiche americane si sono già mosse e stanno studiando una terza dose proprio per aumentare la protezione contro le varianti più insidiose.
Secondo i nuovi studi la variante sarebbe in grado di «bucare», almeno in parte, la protezione indotta dal vaccino Pfizer-BioNTech, contrariamente a quanto affermato dagli studi precedenti. Per fortuna sembra che la vulnerabilità del vaccino sia ridotta nel tempo.
Dopo la seconda dose di Pfizer, la variante sudafricana resterebbe pericolosa ancora per una quindicina di giorni.
Il tallone d'Achille della sudafricana sembrerebbe essere la poca contagiosità.
Le case farmaceutiche americane si sono già mosse e stanno studiando una terza dose proprio per aumentare la protezione contro le varianti più insidiose.