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Ancora Ziliani sul Milan, con bordate, questa volta, a Scaroni:
Il Milan vince a Udine 4-0, nono in classifica era e nono rimane ma a tenere banco è oggi l'incredibile, imperdibile intervista rilasciata dal suo presidente onorario, ormai indiscusso campione del mondo delle gaffes, che sembra giungere dal pianeta Marte a conferma di uno sbando dirigenziale che ha pericolosamente superato i livelli di guardia
Immaginate per un momento che un giorno, ad un evento pubblico cui è invitato - poniamo - il Real Madrid (ma potrebbe essere il Manchester City, il Liverpool, il Bayern, il PSG), a nome e in rappresentanza del club si alzi in piedi e prenda la parola per rispondere alle domande dei giornalisti, fare il punto della situazione e illustrare le strategie e il momento attraversato dal club non Florentino Perez ma Paolo Scaroni. Dopo un veloce riordino mentale delle idee, e dopo esservi dato un pizzicotto, vi chiedereste: “Scaroni chi?”. E avreste ragione. Perchè vedere rappresentato uno dei più famosi club di calcio al mondo, un club carico di storia, di gloria e di leggenda da un signor nessuno che con la storia del club e col calcio in generale c’entra come i cavoli a merenda, lascerebbe chiunque senza parole.
Senza parole sono rimasti infatti i tifosi del Milan, 9° in classifica anche oggi nonostante il 4-0 di ieri a Udine, nel leggere le dichiarazioni rilasciate da Paolo Scaroni, che del Milan è presidente onorario (non si sa bene in base a quali benemerenze essendo egli un ex banchiere per di più coinvolto nello scandalo Mani Pulite in cui patteggiò una condanna a 1 anno e 4 mesi per tangenti pagate al Partito Socialista, rimanendo poi coinvolto in altri scottanti casi giudiziari sempre per tangenti quand’era manager dell’ENI), in occasione dell’evento “Il Foglio a San Siro”. Scaroni è riuscito nell’impresa di dire che quella del Milan non è un’annata da buttare (“Abbiamo preso la Supercoppa: proprio una stagione totalmente negativa non mi sento di poterlo dire”), ha ringraziato i tifosi per essersi dimostrati “resilienti”, li ha incoraggiati riguardo al futuro dicendo che il Milan procederà nel segno della continuità (“Abbiamo intenzione di continuare questa nostra politica di essere attivi soprattutto sui giocatori giovani; quindi continueremo in questo processo di rafforzamento della squadra che è affidato naturalmente a chi si occupa di queste cose, Giorgio Furlani innanzitutto poi Ibra”) e a proposito di quest’ultimo è riuscito a dire, e a dirlo restando serio, che Ibra “è un valore aggiunto per il Milan e per Red Bird. Lui è un consulente di Red Bird prestato al Milan. Ibra è un grande campione, è stato un grandissimo campione ed è ancora un grande campione nella sua attività”.
Ora, siccome il primo d’aprile è passato e pensare che si tratti di un feroce e mal riuscito pesce d’aprile non è possibile, la domanda che sorge spontanea è: come ha fatto un club della storia, della gloria e del blasone del Milan a ritrovarsi rappresentato oggi, anno di (dis)grazia 2025, dal banchiere Paolo Scaroni e a ritrovarsi affidato alle cure del laureato alla Bocconi Giorgio Aronne Furlani che ne è diventato il motore trainante dopo la rottamazione da lui stesso decisa di Paolo Maldini? Com’è possibile che personaggi totalmente inventati e sprovvisti di un minimo livello di competenza e esperienza siano entrati nella stanza dei bottoni di un club come l’AC Milan e abbiano preso possesso di tutte le leve di comando del club? Sarebbe come se io, che non ho la patente e non ho mai preso un volante in mano in vita mia, mi ritrovassi da un giorno all’altro ad essere il deus ex machina alla Ferrari o alla McLaren o alla Mercedes scegliendo i piloti e decidendo le strategia di scuderia senza nemmeno sapere cos’è un alettone e cos’è un più stop.
“Continueremo in questo processo di rafforzamento della squadra che è affidato naturalmente a chi si occupa di queste cose, Giorgio Furlani innanzitutto poi Ibra”, ha detto con testuali parole l’ex banchiere Paolo Scaroni. Che rispetto a questa tanto concisa quanto inquietante frase e alle altre che ho citato dovrebbe avere la bontà di spiegare alcune cose. Direi quattro.
1. La prima riguarda l’uso del verbo “continuare”: che presuppone che ciò di cui Scaroni parla (il “rafforzamento della squadra”) sia almeno iniziato. Ma in quale film? Il Milan, che la stagione scorsa si piazzò secondo alle spalle dell’Inter, dopo il “rafforzamento” di cui Scaroni parla è oggi 9°: il che significa che se il campionato finisse oggi (e forse sarebbe meglio visto che più passa il tempo e più le cose peggiorano) il Milan sarebbe fuori da tutte le coppe con un danno sportivo, economico e d’immagine incalcolabile. Come se non bastasse, in Champions League, la manifestazione che dà più prestigio sotto il profilo sportivo e più introiti economici, il Milan è andato a picco fallendo il traguardo minimo prefissato, quello dell’approdo agli ottavi di finale che peraltro era stato a lungo alla sua portata. E quindi, di grazia, di quale “rafforzamento” va cianciando Scaroni? Quello che ha trasformato una squadra da 2° posto in una squadra da 9° posto, cioè in una specie di Udinese?
2. La seconda riguarda l’avverbio “naturalmente”: riferito al fatto che sia Giorgio Furlani l’incaricato (l’affidatario) del rafforzamento della squadra. Scusi dottor Scaroni: naturalmente cosa? Se il rafforzamento del Milan passa in primo luogo attraverso la scelta e l’acquisto di giocatori di pallone, forse a compiere questo lavoro dovrebbe essere chi è del mestiere come lo era ad esempio Paolo Maldini: che non ha fatto altro nella vita che giocare, sfidare, confrontarsi e osservare calciatori mentre Furlani Aronne Giorgio studiava e si laureava alla Bocconi e conseguiva un Master in Business Administration alla Harvard Business School. Complimenti vivissimi, naturalmente; ma se Furlani pensa che Emerson Royal sia un buon giocatore e Morata il sostituto perfetto di Giroud, allora siamo all’SOS: Houston, abbiamo un problema.
3. La terza riguarda Ibra. Che Scaroni definisce “un valore aggiunto per il Milan e per Red Bird (…) un consulente di Red Bird prestato al Milan” e che, aggiunge Scaroni, “è un grande campione, è stato un grandissimo campione ed è ancora un grande campione nella sua attività”. E allora: la prima cosa da dire è che se è vero, com’è vero, che Ibrahimovic non figura nell’organigramma del Milan ma in quello di Red Bird, e se è vero, com’è vero, che di Red Bird lo svedese è anche socio, già questo solleva un problema (o dovrebbe sollevarlo) di conflitto d’interessi. Quando Ibra in estate dice che il Milan non ha bisogno di procedere a ulteriori acquisti perchè è già forte così com’è, quali interessi tutela: quelli del Milan (rinforzarsi di più) o quelli di Red Bird (spendere il meno possibile)?
Ancora: che Ibra sia stato un grande campione lo sanno tutti ma non si capisce quale importanza rivesta questo fatto oggi. Che sia invece ancora un campione, come dice Scaroni, “nella sua attività” di adesso, ci piacerebbe capire in che modo e perchè. Perchè se è vero che il Milan da quando Ibra è stato ammesso a corte è andato ogni giorno sempre peggio, se Ibra si sta comportando da “campione” qualcuno che non sia la squadra deve evidentemente averne tratto vantaggio (altrimenti Scaroni avrebbe detto che Ibra è una pippa): e appunto, a chi ha giovato Ibrahimovic? Probabilmente ha giovato a Red Bird, che nella più totale miopia di visione ha guardato all’uovo e non alla gallina, ha risparmiato soldi comprando a poco giocatori scarsi e adesso ne pagherà le conseguenze col salasso ormai certo dei mancati introiti Champions 2025-26 e problematiche annesse; sicuramente ha giovato ai competitor del Milan, non solo Inter, Napoli, Atalanta e Juventus ma anche Bologna, Lazio, Roma e Fiorentina che mai si erano trovati di fronte a una banda del buco quale il Milan di Furlani & Ibra si è rivelato essere nella tragicomica stagione che ancora non ha finito di procurare umiliazioni ai suoi milioni di tifosi.
4. La quarta riguarda, per l’appunto, i tifosi. Che Scaroni, primatista del mondo in fatto di gaffes e di sfondoni, bello come il sole elogia e ringrazia sapete per cosa? Per la “resilienza” dimostrata in questa stagione. Cioè (dal vocabolario Treccani) “la capacità di resistere e di reagire di fronte a difficoltà, avversità, eventi negativi eccetera”. Decidete voi se ci troviamo di fronte a un lapsus freudiano o al classico caso di excusatio non petita, accusatio manifesta. Perchè delle due l’una: o è vero che la stagione del Milan non è stato poi così negativa, come dice Scaroni, e allora non si capisce il perchè del richiamo alla “resilienza”; oppure i tifosi si sono davvero mostrati “resilienti” e allora vorrebbe dire che la stagione del Milan è stata quel che in effetti è stata, uno stillicidio di tracolli. Una catastrofe.
In realtà, la tifoseria del Milan più che resiliente è stata masochista: oltre che autolesionista, visto che riempire San Siro per seguire il carrozzone assemblato senza alcun senso logico de Furlani & c. riempiendo nel contempo le casse di una società cui interessano solo i soldi e alla quale delle fortune sportive dell’AC Milan interessa zero, è da seguaci di Tafazzi. Lo scrivo da mesi ma inutilmente: voler bene al Milan vorrebbe dire far sì che la squadra si ritrovi a giocare in un San Siro deserto. Senza che arrivi un soldo in cassa. Se succedesse, forse Scaroni, Furlani & company capirebbero che il limite all’indecenza è stato superato.
Ma non succederà. E le piaghe d’Egitto continueranno. Come si dice in questi casi: con accanimento terapeutico (dal vocabolario Treccani: “Pratica, molto discussa, di prosecuzione non richiesta di terapie straordinarie pur nell'evidenza di condizioni cliniche ormai disperate”. Come quelle in cui è ridotto quel che resta dell’AC Milan).
Il Milan vince a Udine 4-0, nono in classifica era e nono rimane ma a tenere banco è oggi l'incredibile, imperdibile intervista rilasciata dal suo presidente onorario, ormai indiscusso campione del mondo delle gaffes, che sembra giungere dal pianeta Marte a conferma di uno sbando dirigenziale che ha pericolosamente superato i livelli di guardia
Immaginate per un momento che un giorno, ad un evento pubblico cui è invitato - poniamo - il Real Madrid (ma potrebbe essere il Manchester City, il Liverpool, il Bayern, il PSG), a nome e in rappresentanza del club si alzi in piedi e prenda la parola per rispondere alle domande dei giornalisti, fare il punto della situazione e illustrare le strategie e il momento attraversato dal club non Florentino Perez ma Paolo Scaroni. Dopo un veloce riordino mentale delle idee, e dopo esservi dato un pizzicotto, vi chiedereste: “Scaroni chi?”. E avreste ragione. Perchè vedere rappresentato uno dei più famosi club di calcio al mondo, un club carico di storia, di gloria e di leggenda da un signor nessuno che con la storia del club e col calcio in generale c’entra come i cavoli a merenda, lascerebbe chiunque senza parole.
Senza parole sono rimasti infatti i tifosi del Milan, 9° in classifica anche oggi nonostante il 4-0 di ieri a Udine, nel leggere le dichiarazioni rilasciate da Paolo Scaroni, che del Milan è presidente onorario (non si sa bene in base a quali benemerenze essendo egli un ex banchiere per di più coinvolto nello scandalo Mani Pulite in cui patteggiò una condanna a 1 anno e 4 mesi per tangenti pagate al Partito Socialista, rimanendo poi coinvolto in altri scottanti casi giudiziari sempre per tangenti quand’era manager dell’ENI), in occasione dell’evento “Il Foglio a San Siro”. Scaroni è riuscito nell’impresa di dire che quella del Milan non è un’annata da buttare (“Abbiamo preso la Supercoppa: proprio una stagione totalmente negativa non mi sento di poterlo dire”), ha ringraziato i tifosi per essersi dimostrati “resilienti”, li ha incoraggiati riguardo al futuro dicendo che il Milan procederà nel segno della continuità (“Abbiamo intenzione di continuare questa nostra politica di essere attivi soprattutto sui giocatori giovani; quindi continueremo in questo processo di rafforzamento della squadra che è affidato naturalmente a chi si occupa di queste cose, Giorgio Furlani innanzitutto poi Ibra”) e a proposito di quest’ultimo è riuscito a dire, e a dirlo restando serio, che Ibra “è un valore aggiunto per il Milan e per Red Bird. Lui è un consulente di Red Bird prestato al Milan. Ibra è un grande campione, è stato un grandissimo campione ed è ancora un grande campione nella sua attività”.
Ora, siccome il primo d’aprile è passato e pensare che si tratti di un feroce e mal riuscito pesce d’aprile non è possibile, la domanda che sorge spontanea è: come ha fatto un club della storia, della gloria e del blasone del Milan a ritrovarsi rappresentato oggi, anno di (dis)grazia 2025, dal banchiere Paolo Scaroni e a ritrovarsi affidato alle cure del laureato alla Bocconi Giorgio Aronne Furlani che ne è diventato il motore trainante dopo la rottamazione da lui stesso decisa di Paolo Maldini? Com’è possibile che personaggi totalmente inventati e sprovvisti di un minimo livello di competenza e esperienza siano entrati nella stanza dei bottoni di un club come l’AC Milan e abbiano preso possesso di tutte le leve di comando del club? Sarebbe come se io, che non ho la patente e non ho mai preso un volante in mano in vita mia, mi ritrovassi da un giorno all’altro ad essere il deus ex machina alla Ferrari o alla McLaren o alla Mercedes scegliendo i piloti e decidendo le strategia di scuderia senza nemmeno sapere cos’è un alettone e cos’è un più stop.
“Continueremo in questo processo di rafforzamento della squadra che è affidato naturalmente a chi si occupa di queste cose, Giorgio Furlani innanzitutto poi Ibra”, ha detto con testuali parole l’ex banchiere Paolo Scaroni. Che rispetto a questa tanto concisa quanto inquietante frase e alle altre che ho citato dovrebbe avere la bontà di spiegare alcune cose. Direi quattro.
1. La prima riguarda l’uso del verbo “continuare”: che presuppone che ciò di cui Scaroni parla (il “rafforzamento della squadra”) sia almeno iniziato. Ma in quale film? Il Milan, che la stagione scorsa si piazzò secondo alle spalle dell’Inter, dopo il “rafforzamento” di cui Scaroni parla è oggi 9°: il che significa che se il campionato finisse oggi (e forse sarebbe meglio visto che più passa il tempo e più le cose peggiorano) il Milan sarebbe fuori da tutte le coppe con un danno sportivo, economico e d’immagine incalcolabile. Come se non bastasse, in Champions League, la manifestazione che dà più prestigio sotto il profilo sportivo e più introiti economici, il Milan è andato a picco fallendo il traguardo minimo prefissato, quello dell’approdo agli ottavi di finale che peraltro era stato a lungo alla sua portata. E quindi, di grazia, di quale “rafforzamento” va cianciando Scaroni? Quello che ha trasformato una squadra da 2° posto in una squadra da 9° posto, cioè in una specie di Udinese?
2. La seconda riguarda l’avverbio “naturalmente”: riferito al fatto che sia Giorgio Furlani l’incaricato (l’affidatario) del rafforzamento della squadra. Scusi dottor Scaroni: naturalmente cosa? Se il rafforzamento del Milan passa in primo luogo attraverso la scelta e l’acquisto di giocatori di pallone, forse a compiere questo lavoro dovrebbe essere chi è del mestiere come lo era ad esempio Paolo Maldini: che non ha fatto altro nella vita che giocare, sfidare, confrontarsi e osservare calciatori mentre Furlani Aronne Giorgio studiava e si laureava alla Bocconi e conseguiva un Master in Business Administration alla Harvard Business School. Complimenti vivissimi, naturalmente; ma se Furlani pensa che Emerson Royal sia un buon giocatore e Morata il sostituto perfetto di Giroud, allora siamo all’SOS: Houston, abbiamo un problema.
3. La terza riguarda Ibra. Che Scaroni definisce “un valore aggiunto per il Milan e per Red Bird (…) un consulente di Red Bird prestato al Milan” e che, aggiunge Scaroni, “è un grande campione, è stato un grandissimo campione ed è ancora un grande campione nella sua attività”. E allora: la prima cosa da dire è che se è vero, com’è vero, che Ibrahimovic non figura nell’organigramma del Milan ma in quello di Red Bird, e se è vero, com’è vero, che di Red Bird lo svedese è anche socio, già questo solleva un problema (o dovrebbe sollevarlo) di conflitto d’interessi. Quando Ibra in estate dice che il Milan non ha bisogno di procedere a ulteriori acquisti perchè è già forte così com’è, quali interessi tutela: quelli del Milan (rinforzarsi di più) o quelli di Red Bird (spendere il meno possibile)?
Ancora: che Ibra sia stato un grande campione lo sanno tutti ma non si capisce quale importanza rivesta questo fatto oggi. Che sia invece ancora un campione, come dice Scaroni, “nella sua attività” di adesso, ci piacerebbe capire in che modo e perchè. Perchè se è vero che il Milan da quando Ibra è stato ammesso a corte è andato ogni giorno sempre peggio, se Ibra si sta comportando da “campione” qualcuno che non sia la squadra deve evidentemente averne tratto vantaggio (altrimenti Scaroni avrebbe detto che Ibra è una pippa): e appunto, a chi ha giovato Ibrahimovic? Probabilmente ha giovato a Red Bird, che nella più totale miopia di visione ha guardato all’uovo e non alla gallina, ha risparmiato soldi comprando a poco giocatori scarsi e adesso ne pagherà le conseguenze col salasso ormai certo dei mancati introiti Champions 2025-26 e problematiche annesse; sicuramente ha giovato ai competitor del Milan, non solo Inter, Napoli, Atalanta e Juventus ma anche Bologna, Lazio, Roma e Fiorentina che mai si erano trovati di fronte a una banda del buco quale il Milan di Furlani & Ibra si è rivelato essere nella tragicomica stagione che ancora non ha finito di procurare umiliazioni ai suoi milioni di tifosi.
4. La quarta riguarda, per l’appunto, i tifosi. Che Scaroni, primatista del mondo in fatto di gaffes e di sfondoni, bello come il sole elogia e ringrazia sapete per cosa? Per la “resilienza” dimostrata in questa stagione. Cioè (dal vocabolario Treccani) “la capacità di resistere e di reagire di fronte a difficoltà, avversità, eventi negativi eccetera”. Decidete voi se ci troviamo di fronte a un lapsus freudiano o al classico caso di excusatio non petita, accusatio manifesta. Perchè delle due l’una: o è vero che la stagione del Milan non è stato poi così negativa, come dice Scaroni, e allora non si capisce il perchè del richiamo alla “resilienza”; oppure i tifosi si sono davvero mostrati “resilienti” e allora vorrebbe dire che la stagione del Milan è stata quel che in effetti è stata, uno stillicidio di tracolli. Una catastrofe.
In realtà, la tifoseria del Milan più che resiliente è stata masochista: oltre che autolesionista, visto che riempire San Siro per seguire il carrozzone assemblato senza alcun senso logico de Furlani & c. riempiendo nel contempo le casse di una società cui interessano solo i soldi e alla quale delle fortune sportive dell’AC Milan interessa zero, è da seguaci di Tafazzi. Lo scrivo da mesi ma inutilmente: voler bene al Milan vorrebbe dire far sì che la squadra si ritrovi a giocare in un San Siro deserto. Senza che arrivi un soldo in cassa. Se succedesse, forse Scaroni, Furlani & company capirebbero che il limite all’indecenza è stato superato.
Ma non succederà. E le piaghe d’Egitto continueranno. Come si dice in questi casi: con accanimento terapeutico (dal vocabolario Treccani: “Pratica, molto discussa, di prosecuzione non richiesta di terapie straordinarie pur nell'evidenza di condizioni cliniche ormai disperate”. Come quelle in cui è ridotto quel che resta dell’AC Milan).
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