Testimonianza Coronavirus in Rep. Ceca

Mou

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Ciao a tutti, apro questo topic per raccontarvi e parlare con voi di come stia venendo gestito il Coronavirus in Rep. Ceca, paese in cui vivo ormai da 3 anni (adesso sono tornato in Italia con uno degli ultimi voli da Praga a Roma).
La gestione è stata imbarazzante.
Fase 0 A inizio marzo, dopo essere tornato da un weekend a Milano, la mia datrice di lavoro mi ha consigliato di mettermi in quarantena per far star tranquilli i clienti (decisione condivisibile presa anche a tutela mia). Cosa succedeva a Praga a inizio marzo? Sui media l’italiano veniva venduto come untore e partiva i primi appelli a non recarsi in Italia per nessun motivo.
Fase 1 Compaiono i primi casi di contagiati sul suolo nazionale, due studentesse di ritorno da Milano e un docente universitario che aveva partecipato a una conferenza a Udine. Vengono chiuse le tratte tra Praga e Milano, Venezia e Bologna. C’è un problema: in quei giorni i cechi sono in settimana bianca sulle nostre montagna, se ne stiamo più di 20.000. Per loro viene prevista quarantena obbligatoria con una multa di 205.000 euro (avete letto bene) in caso di non rispetto del decreto. Verrà fuori, tramite il tracciamento delle carte di credito, che il 46% dei turisti tornati in patria non avrà rispettato questa decisione.
Fase 2 Polemica sui tamponi: da subito ne vengono effettuati pochissimi. Ad oggi ne sono stati fatti... 15000, con 1000 contagi. La politica è quella di non far esplodere i numeri e tutto viene tenuto insabbiato. A questa Rep. Ceca salva credono solo i cechi, nessuno mi crede quando li invito a guardare a ciò che sta succedendo in Italia. Danno l’idea di non avere né una televisione né internet: negazione totale.
Fase 3 I contagi aumentano rapidamente. Fanno scalpore in particolari i contagi di due tassisti e un medico di base, a Praga, che fungono a tutti gli effetti da bombe umane. Partono i contagi anche in un ospedale, 15 persone tra medici e infermiere vengono chiuse in quarantena. Risposta del governo? Semplicemente chiudere tutte le attività che prevedessero 100 o più persone! E questo mentre in Italia sfondavano il tetto dei 200 morti.
Fase 4 I contagi aumentano. Il governo in imbarazzo chiude tutte le attività... dalle 18 alle 6 del mattino, restano aperti i ristoranti e tutti i negozi negli altri orari.
Fase 5 finalmente si decide di stabilire la quarantena “all’Italiana” come definita dai loro stessi giornalisti. Aperti solo i supermercati e poche altre attività, divieto di circolazione in gruppo. Le norme NON vengono rispettate e tuttora i cechi girano indisturbati. Non c’è autocertificazione né nulla, ci si affida al buonsenso e alla civiltà. Sui mezzi pubblici è obbligatorio coprirsi naso e bocca, anche solo con una sciarpa.

Tutto ciò per farvi capire che non è stata solo l’Italia a gestire male l’epidemia e che, soprattutto, le altre nazioni non hanno sfruttato il loro vantaggi di non essere state le prime ad avere contagi in casa. Perché tutto ciò? Per salvare l’economia il più possibile? Lo chiedo anche a voi.

Capitolo mascherine requisite: secondo i media cechi non sono 680.000 quelle destinate all’Italia ma solo 100.000, e sarebbero state dirette alle comunità cinesi e non agli ospedali e al pubblico. Le autorità ceche stanno cercando di capire come sia finito un carico così importante in un magazzino/topaia sperduto nelle campagne. La cosa per noi grave, però, è che le mascherine siano state già ridistribuite all’ospedale di Usti Nad Labem, quindi sì, la Rep.Ceca ha requisito e poi fatto sparire a piacimento anche maschere destinate al suolo italiano. L’ambasciata d’Italia ha chiesto formalmente spiegazioni ma chiaramente una risposta non la avrà mai.
 

Djici

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Ciao a tutti, apro questo topic per raccontarvi e parlare con voi di come stia venendo gestito il Coronavirus in Rep. Ceca, paese in cui vivo ormai da 3 anni (adesso sono tornato in Italia con uno degli ultimi voli da Praga a Roma).
La gestione è stata imbarazzante.
Fase 0 A inizio marzo, dopo essere tornato da un weekend a Milano, la mia datrice di lavoro mi ha consigliato di mettermi in quarantena per far star tranquilli i clienti (decisione condivisibile presa anche a tutela mia). Cosa succedeva a Praga a inizio marzo? Sui media l’italiano veniva venduto come untore e partiva i primi appelli a non recarsi in Italia per nessun motivo.
Fase 1 Compaiono i primi casi di contagiati sul suolo nazionale, due studentesse di ritorno da Milano e un docente universitario che aveva partecipato a una conferenza a Udine. Vengono chiuse le tratte tra Praga e Milano, Venezia e Bologna. C’è un problema: in quei giorni i cechi sono in settimana bianca sulle nostre montagna, se ne stiamo più di 20.000. Per loro viene prevista quarantena obbligatoria con una multa di 205.000 euro (avete letto bene) in caso di non rispetto del decreto. Verrà fuori, tramite il tracciamento delle carte di credito, che il 46% dei turisti tornati in patria non avrà rispettato questa decisione.
Fase 2 Polemica sui tamponi: da subito ne vengono effettuati pochissimi. Ad oggi ne sono stati fatti... 15000, con 1000 contagi. La politica è quella di non far esplodere i numeri e tutto viene tenuto insabbiato. A questa Rep. Ceca salva credono solo i cechi, nessuno mi crede quando li invito a guardare a ciò che sta succedendo in Italia. Danno l’idea di non avere né una televisione né internet: negazione totale.
Fase 3 I contagi aumentano rapidamente. Fanno scalpore in particolari i contagi di due tassisti e un medico di base, a Praga, che fungono a tutti gli effetti da bombe umane. Partono i contagi anche in un ospedale, 15 persone tra medici e infermiere vengono chiuse in quarantena. Risposta del governo? Semplicemente chiudere tutte le attività che prevedessero 100 o più persone! E questo mentre in Italia sfondavano il tetto dei 200 morti.
Fase 4 I contagi aumentano. Il governo in imbarazzo chiude tutte le attività... dalle 18 alle 6 del mattino, restano aperti i ristoranti e tutti i negozi negli altri orari.
Fase 5 finalmente si decide di stabilire la quarantena “all’Italiana” come definita dai loro stessi giornalisti. Aperti solo i supermercati e poche altre attività, divieto di circolazione in gruppo. Le norme NON vengono rispettate e tuttora i cechi girano indisturbati. Non c’è autocertificazione né nulla, ci si affida al buonsenso e alla civiltà. Sui mezzi pubblici è obbligatorio coprirsi naso e bocca, anche solo con una sciarpa.

Tutto ciò per farvi capire che non è stata solo l’Italia a gestire male l’epidemia e che, soprattutto, le altre nazioni non hanno sfruttato il loro vantaggi di non essere state le prime ad avere contagi in casa. Perché tutto ciò? Per salvare l’economia il più possibile? Lo chiedo anche a voi.

Capitolo mascherine requisite: secondo i media cechi non sono 680.000 quelle destinate all’Italia ma solo 100.000, e sarebbero state dirette alle comunità cinesi e non agli ospedali e al pubblico. Le autorità ceche stanno cercando di capire come sia finito un carico così importante in un magazzino/topaia sperduto nelle campagne. La cosa per noi grave, però, è che le mascherine siano state già ridistribuite all’ospedale di Usti Nad Labem, quindi sì, la Rep.Ceca ha requisito e poi fatto sparire a piacimento anche maschere destinate al suolo italiano. L’ambasciata d’Italia ha chiesto formalmente spiegazioni ma chiaramente una risposta non la avrà mai.

Al posto del governo italiano farei tornare a casa l'ambasciatore italiano in repubblica Ceca e metterei l'ambasciatore ceco sul primo volo per Praga.

Ovviamente la stessa cosa la farei per gli altri "amici" europei che hanno fatto la stessa cosa.

Inaccetabile.


Per il resto, hai più o meno descritto come hanno reagito quasi tutti i governi del mondo.
 

Super_Lollo

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Ciao a tutti, apro questo topic per raccontarvi e parlare con voi di come stia venendo gestito il Coronavirus in Rep. Ceca, paese in cui vivo ormai da 3 anni (adesso sono tornato in Italia con uno degli ultimi voli da Praga a Roma).
La gestione è stata imbarazzante.
Fase 0 A inizio marzo, dopo essere tornato da un weekend a Milano, la mia datrice di lavoro mi ha consigliato di mettermi in quarantena per far star tranquilli i clienti (decisione condivisibile presa anche a tutela mia). Cosa succedeva a Praga a inizio marzo? Sui media l’italiano veniva venduto come untore e partiva i primi appelli a non recarsi in Italia per nessun motivo.
Fase 1 Compaiono i primi casi di contagiati sul suolo nazionale, due studentesse di ritorno da Milano e un docente universitario che aveva partecipato a una conferenza a Udine. Vengono chiuse le tratte tra Praga e Milano, Venezia e Bologna. C’è un problema: in quei giorni i cechi sono in settimana bianca sulle nostre montagna, se ne stiamo più di 20.000. Per loro viene prevista quarantena obbligatoria con una multa di 205.000 euro (avete letto bene) in caso di non rispetto del decreto. Verrà fuori, tramite il tracciamento delle carte di credito, che il 46% dei turisti tornati in patria non avrà rispettato questa decisione.
Fase 2 Polemica sui tamponi: da subito ne vengono effettuati pochissimi. Ad oggi ne sono stati fatti... 15000, con 1000 contagi. La politica è quella di non far esplodere i numeri e tutto viene tenuto insabbiato. A questa Rep. Ceca salva credono solo i cechi, nessuno mi crede quando li invito a guardare a ciò che sta succedendo in Italia. Danno l’idea di non avere né una televisione né internet: negazione totale.
Fase 3 I contagi aumentano rapidamente. Fanno scalpore in particolari i contagi di due tassisti e un medico di base, a Praga, che fungono a tutti gli effetti da bombe umane. Partono i contagi anche in un ospedale, 15 persone tra medici e infermiere vengono chiuse in quarantena. Risposta del governo? Semplicemente chiudere tutte le attività che prevedessero 100 o più persone! E questo mentre in Italia sfondavano il tetto dei 200 morti.
Fase 4 I contagi aumentano. Il governo in imbarazzo chiude tutte le attività... dalle 18 alle 6 del mattino, restano aperti i ristoranti e tutti i negozi negli altri orari.
Fase 5 finalmente si decide di stabilire la quarantena “all’Italiana” come definita dai loro stessi giornalisti. Aperti solo i supermercati e poche altre attività, divieto di circolazione in gruppo. Le norme NON vengono rispettate e tuttora i cechi girano indisturbati. Non c’è autocertificazione né nulla, ci si affida al buonsenso e alla civiltà. Sui mezzi pubblici è obbligatorio coprirsi naso e bocca, anche solo con una sciarpa.

Tutto ciò per farvi capire che non è stata solo l’Italia a gestire male l’epidemia e che, soprattutto, le altre nazioni non hanno sfruttato il loro vantaggi di non essere state le prime ad avere contagi in casa. Perché tutto ciò? Per salvare l’economia il più possibile? Lo chiedo anche a voi.

Capitolo mascherine requisite: secondo i media cechi non sono 680.000 quelle destinate all’Italia ma solo 100.000, e sarebbero state dirette alle comunità cinesi e non agli ospedali e al pubblico. Le autorità ceche stanno cercando di capire come sia finito un carico così importante in un magazzino/topaia sperduto nelle campagne. La cosa per noi grave, però, è che le mascherine siano state già ridistribuite all’ospedale di Usti Nad Labem, quindi sì, la Rep.Ceca ha requisito e poi fatto sparire a piacimento anche maschere destinate al suolo italiano. L’ambasciata d’Italia ha chiesto formalmente spiegazioni ma chiaramente una risposta non la avrà mai.

Quello che sostengo da giorni, ma qui basta gridare Conteh1!1!1!1 e pare che la situazione si sistemi.

Ogni governa ha affrontato lo stesso problema : salvare la gente a discapito della distruzione dell economia interna. Perché così sarà.
 
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La gestione è stata imbarazzante.
Fase 0 A inizio marzo, dopo essere tornato da un weekend a Milano, la mia datrice di lavoro mi ha consigliato di mettermi in quarantena per far star tranquilli i clienti (decisione condivisibile presa anche a tutela mia). Cosa succedeva a Praga a inizio marzo? Sui media l’italiano veniva venduto come untore e partiva i primi appelli a non recarsi in Italia per nessun motivo.
Fase 1 Compaiono i primi casi di contagiati sul suolo nazionale, due studentesse di ritorno da Milano e un docente universitario che aveva partecipato a una conferenza a Udine. Vengono chiuse le tratte tra Praga e Milano, Venezia e Bologna. C’è un problema: in quei giorni i cechi sono in settimana bianca sulle nostre montagna, se ne stiamo più di 20.000. Per loro viene prevista quarantena obbligatoria con una multa di 205.000 euro (avete letto bene) in caso di non rispetto del decreto. Verrà fuori, tramite il tracciamento delle carte di credito, che il 46% dei turisti tornati in patria non avrà rispettato questa decisione.
Fase 2 Polemica sui tamponi: da subito ne vengono effettuati pochissimi. Ad oggi ne sono stati fatti... 15000, con 1000 contagi. La politica è quella di non far esplodere i numeri e tutto viene tenuto insabbiato. A questa Rep. Ceca salva credono solo i cechi, nessuno mi crede quando li invito a guardare a ciò che sta succedendo in Italia. Danno l’idea di non avere né una televisione né internet: negazione totale.
Fase 3 I contagi aumentano rapidamente. Fanno scalpore in particolari i contagi di due tassisti e un medico di base, a Praga, che fungono a tutti gli effetti da bombe umane. Partono i contagi anche in un ospedale, 15 persone tra medici e infermiere vengono chiuse in quarantena. Risposta del governo? Semplicemente chiudere tutte le attività che prevedessero 100 o più persone! E questo mentre in Italia sfondavano il tetto dei 200 morti.
Fase 4 I contagi aumentano. Il governo in imbarazzo chiude tutte le attività... dalle 18 alle 6 del mattino, restano aperti i ristoranti e tutti i negozi negli altri orari.
Fase 5 finalmente si decide di stabilire la quarantena “all’Italiana” come definita dai loro stessi giornalisti. Aperti solo i supermercati e poche altre attività, divieto di circolazione in gruppo. Le norme NON vengono rispettate e tuttora i cechi girano indisturbati. Non c’è autocertificazione né nulla, ci si affida al buonsenso e alla civiltà. Sui mezzi pubblici è obbligatorio coprirsi naso e bocca, anche solo con una sciarpa.

Tutto ciò per farvi capire che non è stata solo l’Italia a gestire male l’epidemia e che, soprattutto, le altre nazioni non hanno sfruttato il loro vantaggi di non essere state le prime ad avere contagi in casa. Perché tutto ciò? Per salvare l’economia il più possibile? Lo chiedo anche a voi.

Capitolo mascherine requisite: secondo i media cechi non sono 680.000 quelle destinate all’Italia ma solo 100.000, e sarebbero state dirette alle comunità cinesi e non agli ospedali e al pubblico. Le autorità ceche stanno cercando di capire come sia finito un carico così importante in un magazzino/topaia sperduto nelle campagne. La cosa per noi grave, però, è che le mascherine siano state già ridistribuite all’ospedale di Usti Nad Labem, quindi sì, la Rep.Ceca ha requisito e poi fatto sparire a piacimento anche maschere destinate al suolo italiano. L’ambasciata d’Italia ha chiesto formalmente spiegazioni ma chiaramente una risposta non la avrà mai.

In tempo di guerra basta poco a rovinare i rapporti tra stati : per me sulla repubblica ceca si può mettere una pietra sopra.
E per ogni ''ferita'' italiana che dovesse essere direttamente o indirettamente riconducibile a questo vile e inqualificabile gesto ne auguro una ai cechi.
 

bmb

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Ciao a tutti, apro questo topic per raccontarvi e parlare con voi di come stia venendo gestito il Coronavirus in Rep. Ceca, paese in cui vivo ormai da 3 anni (adesso sono tornato in Italia con uno degli ultimi voli da Praga a Roma).
La gestione è stata imbarazzante.
Fase 0 A inizio marzo, dopo essere tornato da un weekend a Milano, la mia datrice di lavoro mi ha consigliato di mettermi in quarantena per far star tranquilli i clienti (decisione condivisibile presa anche a tutela mia). Cosa succedeva a Praga a inizio marzo? Sui media l’italiano veniva venduto come untore e partiva i primi appelli a non recarsi in Italia per nessun motivo.
Fase 1 Compaiono i primi casi di contagiati sul suolo nazionale, due studentesse di ritorno da Milano e un docente universitario che aveva partecipato a una conferenza a Udine. Vengono chiuse le tratte tra Praga e Milano, Venezia e Bologna. C’è un problema: in quei giorni i cechi sono in settimana bianca sulle nostre montagna, se ne stiamo più di 20.000. Per loro viene prevista quarantena obbligatoria con una multa di 205.000 euro (avete letto bene) in caso di non rispetto del decreto. Verrà fuori, tramite il tracciamento delle carte di credito, che il 46% dei turisti tornati in patria non avrà rispettato questa decisione.
Fase 2 Polemica sui tamponi: da subito ne vengono effettuati pochissimi. Ad oggi ne sono stati fatti... 15000, con 1000 contagi. La politica è quella di non far esplodere i numeri e tutto viene tenuto insabbiato. A questa Rep. Ceca salva credono solo i cechi, nessuno mi crede quando li invito a guardare a ciò che sta succedendo in Italia. Danno l’idea di non avere né una televisione né internet: negazione totale.
Fase 3 I contagi aumentano rapidamente. Fanno scalpore in particolari i contagi di due tassisti e un medico di base, a Praga, che fungono a tutti gli effetti da bombe umane. Partono i contagi anche in un ospedale, 15 persone tra medici e infermiere vengono chiuse in quarantena. Risposta del governo? Semplicemente chiudere tutte le attività che prevedessero 100 o più persone! E questo mentre in Italia sfondavano il tetto dei 200 morti.
Fase 4 I contagi aumentano. Il governo in imbarazzo chiude tutte le attività... dalle 18 alle 6 del mattino, restano aperti i ristoranti e tutti i negozi negli altri orari.
Fase 5 finalmente si decide di stabilire la quarantena “all’Italiana” come definita dai loro stessi giornalisti. Aperti solo i supermercati e poche altre attività, divieto di circolazione in gruppo. Le norme NON vengono rispettate e tuttora i cechi girano indisturbati. Non c’è autocertificazione né nulla, ci si affida al buonsenso e alla civiltà. Sui mezzi pubblici è obbligatorio coprirsi naso e bocca, anche solo con una sciarpa.

Tutto ciò per farvi capire che non è stata solo l’Italia a gestire male l’epidemia e che, soprattutto, le altre nazioni non hanno sfruttato il loro vantaggi di non essere state le prime ad avere contagi in casa. Perché tutto ciò? Per salvare l’economia il più possibile? Lo chiedo anche a voi.

Capitolo mascherine requisite: secondo i media cechi non sono 680.000 quelle destinate all’Italia ma solo 100.000, e sarebbero state dirette alle comunità cinesi e non agli ospedali e al pubblico. Le autorità ceche stanno cercando di capire come sia finito un carico così importante in un magazzino/topaia sperduto nelle campagne. La cosa per noi grave, però, è che le mascherine siano state già ridistribuite all’ospedale di Usti Nad Labem, quindi sì, la Rep.Ceca ha requisito e poi fatto sparire a piacimento anche maschere destinate al suolo italiano. L’ambasciata d’Italia ha chiesto formalmente spiegazioni ma chiaramente una risposta non la avrà mai.

Ma parliamo di cose serie. Quanto è facile reperire la faiga? :troll:

Scherzi a parte, in bocca al lupo!
 

Mou

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Al posto del governo italiano farei tornare a casa l'ambasciatore italiano in repubblica Ceca e metterei l'ambasciatore ceco sul primo volo per Praga.

Ovviamente la stessa cosa la farei per gli altri "amici" europei che hanno fatto la stessa cosa.

Inaccetabile.


Per il resto, hai più o meno descritto come hanno reagito quasi tutti i governi del mondo.

Sì, questo per dire che non si tratta di una questione di destra, sinistra, centro... i governi si sono mossi tutti nello stesso modo, praticamente. Noi però stiamo gestendo i numeri in modo completamente differente, basti pensare al numero di tamponi fatti fin da subito e al metodo di conteggio dei decessi.
Un’altra cosa, poi, ci distingue dagli altri in negativo: i tagli alla sanità. In Rep. Ceca ci sono più posti di terapia intensiva che in Italia, per 100.000 abitanti.
 
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Ciao a tutti, apro questo topic per raccontarvi e parlare con voi di come stia venendo gestito il Coronavirus in Rep. Ceca, paese in cui vivo ormai da 3 anni (adesso sono tornato in Italia con uno degli ultimi voli da Praga a Roma).
La gestione è stata imbarazzante.
Fase 0 A inizio marzo, dopo essere tornato da un weekend a Milano, la mia datrice di lavoro mi ha consigliato di mettermi in quarantena per far star tranquilli i clienti (decisione condivisibile presa anche a tutela mia). Cosa succedeva a Praga a inizio marzo? Sui media l’italiano veniva venduto come untore e partiva i primi appelli a non recarsi in Italia per nessun motivo.
Fase 1 Compaiono i primi casi di contagiati sul suolo nazionale, due studentesse di ritorno da Milano e un docente universitario che aveva partecipato a una conferenza a Udine. Vengono chiuse le tratte tra Praga e Milano, Venezia e Bologna. C’è un problema: in quei giorni i cechi sono in settimana bianca sulle nostre montagna, se ne stiamo più di 20.000. Per loro viene prevista quarantena obbligatoria con una multa di 205.000 euro (avete letto bene) in caso di non rispetto del decreto. Verrà fuori, tramite il tracciamento delle carte di credito, che il 46% dei turisti tornati in patria non avrà rispettato questa decisione.
Fase 2 Polemica sui tamponi: da subito ne vengono effettuati pochissimi. Ad oggi ne sono stati fatti... 15000, con 1000 contagi. La politica è quella di non far esplodere i numeri e tutto viene tenuto insabbiato. A questa Rep. Ceca salva credono solo i cechi, nessuno mi crede quando li invito a guardare a ciò che sta succedendo in Italia. Danno l’idea di non avere né una televisione né internet: negazione totale.
Fase 3 I contagi aumentano rapidamente. Fanno scalpore in particolari i contagi di due tassisti e un medico di base, a Praga, che fungono a tutti gli effetti da bombe umane. Partono i contagi anche in un ospedale, 15 persone tra medici e infermiere vengono chiuse in quarantena. Risposta del governo? Semplicemente chiudere tutte le attività che prevedessero 100 o più persone! E questo mentre in Italia sfondavano il tetto dei 200 morti.
Fase 4 I contagi aumentano. Il governo in imbarazzo chiude tutte le attività... dalle 18 alle 6 del mattino, restano aperti i ristoranti e tutti i negozi negli altri orari.
Fase 5 finalmente si decide di stabilire la quarantena “all’Italiana” come definita dai loro stessi giornalisti. Aperti solo i supermercati e poche altre attività, divieto di circolazione in gruppo. Le norme NON vengono rispettate e tuttora i cechi girano indisturbati. Non c’è autocertificazione né nulla, ci si affida al buonsenso e alla civiltà. Sui mezzi pubblici è obbligatorio coprirsi naso e bocca, anche solo con una sciarpa.

Tutto ciò per farvi capire che non è stata solo l’Italia a gestire male l’epidemia e che, soprattutto, le altre nazioni non hanno sfruttato il loro vantaggi di non essere state le prime ad avere contagi in casa. Perché tutto ciò? Per salvare l’economia il più possibile? Lo chiedo anche a voi.

Capitolo mascherine requisite: secondo i media cechi non sono 680.000 quelle destinate all’Italia ma solo 100.000, e sarebbero state dirette alle comunità cinesi e non agli ospedali e al pubblico. Le autorità ceche stanno cercando di capire come sia finito un carico così importante in un magazzino/topaia sperduto nelle campagne. La cosa per noi grave, però, è che le mascherine siano state già ridistribuite all’ospedale di Usti Nad Labem, quindi sì, la Rep.Ceca ha requisito e poi fatto sparire a piacimento anche maschere destinate al suolo italiano. L’ambasciata d’Italia ha chiesto formalmente spiegazioni ma chiaramente una risposta non la avrà mai.



Ci pensa giggino , fermezza e capacità sono i suoi punti forti .
Ci rubano aiuti umanitari , ordini sanitari già pagati in piena emergenza sanitaria , il governo muto.
 

Mou

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Ci pensa giggino , fermezza e capacità sono i suoi punti forti .
Ci rubano aiuti umanitari , ordini sanitari già pagati in piena emergenza sanitaria , il governo muto.

Ognuno pensa a se stesso... ognuno, tranne noi. Spero ci serva da lezione.
 

danjr

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Quello che sostengo da giorni, ma qui basta gridare Conteh1!1!1!1 e pare che la situazione si sistemi.

Ogni governa ha affrontato lo stesso problema : salvare la gente a discapito della distruzione dell economia interna. Perché così sarà.
Dire che tutti hanno commesso gli stessi errori, però, non equivale a dire che tutti hanno fatto la cosa giusta.
 
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