Serie A flop: persi 111 gol in 5 anni.

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CorSport: in Serie A si sta assistendo a un significativo calo nel numero di gol, un dato presumibilmente legato alla minore prolificità degli attaccanti. All'undicesima giornata del campionato attuale sono state segnate 244 reti, un dato drasticamente inferiore rispetto alle 301 dell'anno scorso e soprattutto alle 355 della stagione 2020-2021, una differenza di 111 gol che equivale a circa 10 gol in meno a ogni turno di campionato. Il totale attuale è il secondo più basso da quando la Serie A è passata a 20 squadre (stagione 2004-2005), superato solo dalle 241 reti del 2010-2011. Questo calo si traduce in partite con poco spettacolo ed emozioni: negli ultimi anticipi di campionato, cinque gare hanno prodotto solo cinque gol totali, quattro dei quali concentrati in Parma-Milan. Particolarmente indicativa è la frequenza dei pareggi per 0-0: nelle prime undici giornate ci sono stati ben diciassette incontri senza gol, un record assoluto per i campionati a venti squadre e un dato che, pur potendo far piacere agli amanti delle "porte inviolate" come segno di buona organizzazione difensiva, sacrifica il divertimento.

Questa tendenza riflette un possibile minore coraggio delle squadre, che, ispirate forse dal modello vincente della Juventus di un tempo (quella con Buffon, Barzagli, Bonucci e Chiellini), tendono a concentrarsi sulla compattezza difensiva, spesso adottando difese a tre. Sebbene questo approccio non sia sbagliato, toglie qualcosa allo spettacolo. Un altro fattore chiave, menzionato come possibile ragione principale, è la mancanza di grandi cannonieri in grado di segnare con regolarità. È interessante notare come l'attuale mancanza di gol si verifichi nonostante le regole recenti siano state pensate per favorire gli attaccanti; gli unici a opporsi a questo trend sono i portieri, che hanno già parato sette rigori in stagione, contribuendo in parte alla diminuzione del totale delle reti.

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CorSport: in Serie A si sta assistendo a un significativo calo nel numero di gol, un dato presumibilmente legato alla minore prolificità degli attaccanti. All'undicesima giornata del campionato attuale sono state segnate 244 reti, un dato drasticamente inferiore rispetto alle 301 dell'anno scorso e soprattutto alle 355 della stagione 2020-2021, una differenza di 111 gol che equivale a circa 10 gol in meno a ogni turno di campionato. Il totale attuale è il secondo più basso da quando la Serie A è passata a 20 squadre (stagione 2004-2005), superato solo dalle 241 reti del 2010-2011. Questo calo si traduce in partite con poco spettacolo ed emozioni: negli ultimi anticipi di campionato, cinque gare hanno prodotto solo cinque gol totali, quattro dei quali concentrati in Parma-Milan. Particolarmente indicativa è la frequenza dei pareggi per 0-0: nelle prime undici giornate ci sono stati ben diciassette incontri senza gol, un record assoluto per i campionati a venti squadre e un dato che, pur potendo far piacere agli amanti delle "porte inviolate" come segno di buona organizzazione difensiva, sacrifica il divertimento.

Questa tendenza riflette un possibile minore coraggio delle squadre, che, ispirate forse dal modello vincente della Juventus di un tempo (quella con Buffon, Barzagli, Bonucci e Chiellini), tendono a concentrarsi sulla compattezza difensiva, spesso adottando difese a tre. Sebbene questo approccio non sia sbagliato, toglie qualcosa allo spettacolo. Un altro fattore chiave, menzionato come possibile ragione principale, è la mancanza di grandi cannonieri in grado di segnare con regolarità. È interessante notare come l'attuale mancanza di gol si verifichi nonostante le regole recenti siano state pensate per favorire gli attaccanti; gli unici a opporsi a questo trend sono i portieri, che hanno già parato sette rigori in stagione, contribuendo in parte alla diminuzione del totale delle reti.

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Quanto mi fanno incazzare queste analisi superficiali e sbagliatissime.
Secondo loro in tutto il campionato non c’è nemmeno un attaccante normodotato in grado di segnare, tutti peggio che scarsi.
Che poi non ha nemmeno senso logico, sono più scarsi anche i difensori, non è che nel campionato greco o cinese non segnano gli attaccanti nonostante siano scarsissimi, sono normali in rapporto al loro campionato.
Il vero grande enorme problema è questa odiosa irritante schifezza del possesso palla ossessivo con le squadre che giocano a calciorugby con il 70% dei passaggi che sono all’indietro.
Nelle sfide fra piccole squadre si assiste a un orripilante spettacolo di due squadre schierate col 5-4-1 che pensano solo a coperture e diagonali e pressing senza minimamente accelerare mai per provare a fare male, col risultato che stanno a guardarsi a vicenda senza tirare in porta mai.
Gli attaccanti sono da soli in balia delle difese, per giunta quelli anche bravi a segnare vengono penalizzati perché “non coprono” che già difendono in 10 che bisogno c’è che difenda anche l’unico attaccante? Poi ovvio che si trova a 70 metri dalla porta e le poche volte che ci arriva è stremato.
Almeno una volta c’era catenaccio e contropiede all’italiana fatto bene, con ripartenza a 100 all’ora in verticale e attaccanti che segnavano, ora c’è il catenaccio alla spagnola con catenaccio e passaggio indietro per far salire la squadra, così arrivano a centrocampo dopo un quarto d’ora e arrivati lì non sanno che fare e tornano indietro di nuovo fino al portiere che alla fine la lancia lunga a casaccio.
Gli allenatori oltre a essere i peggiori mai visti nella storia, ora hanno anche la mania di protagonismo di voler essere loro i veri attori principali al posto dei giocatori, quindi si vede anche un assurdo turnover ossessivo e inutile e sostituzioni dei migliori giocatori al 60 per fare entrare lo scarpone “fresco” in modo che corra per pressare, oppure la nuova moda di sbattere in panchina i migliori per poi inserirli a 15 minuti dalla fine “per aprire la partita”…. Strano non averlo mai visto fare a Kakà o Sheva una gestione del genere, chissà perché quelli li giocavano sempre tutti i minuti.
 

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