Seedorf e Albertini su Milan, arabi, scudetto, Ibra e Pioli.

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Seedorf al CorSport:Fin dall’inizio l’Inter è sempre stata indicata come la favorita perché ha la rosa più competitiva ed è campione d’Italia. Ora però il Milan è alla pari dei nerazzurri, in una posizione ottima per vincere lo scudetto dopo tanti anni. Questo duello è positivo per lo spettacolo: in Spagna, Germania e Francia è tutto deciso da settimane, mentre in Italia ci divertiamo ancora".

Cosa le piace del Milan? E’ una squadra con uno spirito molto bello. Si vede da come celebrano i gol, dall’impegno che mettono tutti quando un compagno perde una palla importante. Noto uno spirito positivo, frutto del lavoro di un allenatore molto costante nel suo modo di essere. Pioli infonde serenità alla squadra e i risultati si vedono"

"Quanti meriti a Maldini? Molti perché Paolo con la sua presenza garantisce appoggio all’allenatore oltre a trasferire al gruppo la sua mentalità vincente, il dna milanista. Conosco Maldini e so che nei momenti di difficoltà trova sempre quell’equilibrio necessario per aiutare lo spogliatoio, per spingere il gruppo a essere competitivo. Grazie a lui il Milan ha fatto un bel salto di qualità rispetto
agli ultimi anni"

"Ibra? Costacurta e Maldini hanno giocato fino a 41 anni... L’età è un numero e Ibra si mantiene in forma perché fa la vita giusta, sta attento ai particolari. Giocatori in età avanzata possono essere più decisivi di certi ventenni"


Albertini al CorSera

Demetrio Albertini, lei che da metronomo del Milan ha conquistato uno scudetto nel 1999 punto a punto con la Lazio, fornisca la ricetta vincente ai giocatori di Pioli.

«A questo punto è fondamentale la consapevolezza nei propri mezzi. Nelle gare rimanenti i giocatori devono scendere in campo senza paura, e soprattutto senza pensare al- l’obiettivo finale. Devono credere in se stessi e convincersi che se sono primi ora hanno le qualità per esserlo fino alla fine».

A parte i due punti di vantaggio, su quale leva occorre puntare?

«Premesso che due lunghezze in più in questa fase del cammino non sono poche, penso che il Milan debba valorizzare quei pregi che ha evidenziato finora, su tutti la spavalderia. Deve scendere in campo senza far cal- coli, con incoscienza. Come se ogni sfida fosse una gara senza appello. In tante occasioni i giocatori hanno già dimostrato di avere que- sta mentalità: con la Lazio Tonali ha segnato nel recupero, Leao alla Fiorentina all’82’».

Il giocatore che a suo avviso farà la differenza?

«Mi auguro che sia Ibrahimovic».

Cosa gli consiglia per il futuro?

«Se il suo fisico lo asseconda, perché non provare a giocare ancora? In fin dei conti ci si può sentire protagonisti ed essere incisivi anche con un minutaggio inferiore».

Ai fini della classifica finale quanto pese- ranno le difficoltà legate ai calendari delle due squadre?

«Saranno partite toste per entrambe le squadre. Vorrei ricordare che il calcio è, fra gli sport di gruppo, la disciplina meno ripetitiva e più soggetta ad imprevedibilità».

Che significato avrebbe per il Milan uno scudetto insperato a inizio stagione?

«Chi l’ha detto che i dirigenti non lo avevano indicato come un traguardo da centrare? I critici forse non lo avevano inserito in pole nelle griglie di partenza ma se il Milan da due anni e mezzo ha uno standard di rendimento altissimo ed è nelle prime posizioni non capisco perché a ragione non pianifichi di vincere il
titolo».

Per la terza volta in cinque anni stiamo assistendo a un passaggio di quote societarie. Il signing con il fondo Investcorp è imminente: sensazioni?

«Leggo già di programmi sul mercato e sullo stadio e le considero supposizioni almeno finché non avverrà il closing definitivo. Perciò non mi spingo a immaginare una campagna acquisti faraonica, piuttosto mi limito a osservare: se un compratore subentra a Elliott, che ben si è comportato in questi anni, vorrà fare qualcosa di più per lasciare il segno, no? E una squadra che punta a tornare protagonista in Italia e in Euopa ha bisogno di investimenti".
 

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Seedorf al CorSport:Fin dall’inizio l’Inter è sempre stata indicata come la favorita perché ha la rosa più competitiva ed è campione d’Italia. Ora però il Milan è alla pari dei nerazzurri, in una posizione ottima per vincere lo scudetto dopo tanti anni. Questo duello è positivo per lo spettacolo: in Spagna, Germania e Francia è tutto deciso da settimane, mentre in Italia ci divertiamo ancora".

Cosa le piace del Milan? E’ una squadra con uno spirito molto bello. Si vede da come celebrano i gol, dall’impegno che mettono tutti quando un compagno perde una palla importante. Noto uno spirito positivo, frutto del lavoro di un allenatore molto costante nel suo modo di essere. Pioli infonde serenità alla squadra e i risultati si vedono"

"Quanti meriti a Maldini? Molti perché Paolo con la sua presenza garantisce appoggio all’allenatore oltre a trasferire al gruppo la sua mentalità vincente, il dna milanista. Conosco Maldini e so che nei momenti di difficoltà trova sempre quell’equilibrio necessario per aiutare lo spogliatoio, per spingere il gruppo a essere competitivo. Grazie a lui il Milan ha fatto un bel salto di qualità rispetto
agli ultimi anni"

"Ibra? Costacurta e Maldini hanno giocato fino a 41 anni... L’età è un numero e Ibra si mantiene in forma perché fa la vita giusta, sta attento ai particolari. Giocatori in età avanzata possono essere più decisivi di certi ventenni"


Albertini al CorSera

Demetrio Albertini, lei che da metronomo del Milan ha conquistato uno scudetto nel 1999 punto a punto con la Lazio, fornisca la ricetta vincente ai giocatori di Pioli.

«A questo punto è fondamentale la consapevolezza nei propri mezzi. Nelle gare rimanenti i giocatori devono scendere in campo senza paura, e soprattutto senza pensare al- l’obiettivo finale. Devono credere in se stessi e convincersi che se sono primi ora hanno le qualità per esserlo fino alla fine».

A parte i due punti di vantaggio, su quale leva occorre puntare?

«Premesso che due lunghezze in più in questa fase del cammino non sono poche, penso che il Milan debba valorizzare quei pregi che ha evidenziato finora, su tutti la spavalderia. Deve scendere in campo senza far cal- coli, con incoscienza. Come se ogni sfida fosse una gara senza appello. In tante occasioni i giocatori hanno già dimostrato di avere que- sta mentalità: con la Lazio Tonali ha segnato nel recupero, Leao alla Fiorentina all’82’».

Il giocatore che a suo avviso farà la differenza?

«Mi auguro che sia Ibrahimovic».

Cosa gli consiglia per il futuro?

«Se il suo fisico lo asseconda, perché non provare a giocare ancora? In fin dei conti ci si può sentire protagonisti ed essere incisivi anche con un minutaggio inferiore».

Ai fini della classifica finale quanto pese- ranno le difficoltà legate ai calendari delle due squadre?

«Saranno partite toste per entrambe le squadre. Vorrei ricordare che il calcio è, fra gli sport di gruppo, la disciplina meno ripetitiva e più soggetta ad imprevedibilità».

Che significato avrebbe per il Milan uno scudetto insperato a inizio stagione?

«Chi l’ha detto che i dirigenti non lo avevano indicato come un traguardo da centrare? I critici forse non lo avevano inserito in pole nelle griglie di partenza ma se il Milan da due anni e mezzo ha uno standard di rendimento altissimo ed è nelle prime posizioni non capisco perché a ragione non pianifichi di vincere il
titolo».

Per la terza volta in cinque anni stiamo assistendo a un passaggio di quote societarie. Il signing con il fondo Investcorp è imminente: sensazioni?

«Leggo già di programmi sul mercato e sullo stadio e le considero supposizioni almeno finché non avverrà il closing definitivo. Perciò non mi spingo a immaginare una campagna acquisti faraonica, piuttosto mi limito a osservare: se un compratore subentra a Elliott, che ben si è comportato in questi anni, vorrà fare qualcosa di più per lasciare il segno, no? E una squadra che punta a tornare protagonista in Italia e in Euopa ha bisogno di investimenti".
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Seedorf al CorSport:Fin dall’inizio l’Inter è sempre stata indicata come la favorita perché ha la rosa più competitiva ed è campione d’Italia. Ora però il Milan è alla pari dei nerazzurri, in una posizione ottima per vincere lo scudetto dopo tanti anni. Questo duello è positivo per lo spettacolo: in Spagna, Germania e Francia è tutto deciso da settimane, mentre in Italia ci divertiamo ancora".

Cosa le piace del Milan? E’ una squadra con uno spirito molto bello. Si vede da come celebrano i gol, dall’impegno che mettono tutti quando un compagno perde una palla importante. Noto uno spirito positivo, frutto del lavoro di un allenatore molto costante nel suo modo di essere. Pioli infonde serenità alla squadra e i risultati si vedono"

"Quanti meriti a Maldini? Molti perché Paolo con la sua presenza garantisce appoggio all’allenatore oltre a trasferire al gruppo la sua mentalità vincente, il dna milanista. Conosco Maldini e so che nei momenti di difficoltà trova sempre quell’equilibrio necessario per aiutare lo spogliatoio, per spingere il gruppo a essere competitivo. Grazie a lui il Milan ha fatto un bel salto di qualità rispetto
agli ultimi anni"

"Ibra? Costacurta e Maldini hanno giocato fino a 41 anni... L’età è un numero e Ibra si mantiene in forma perché fa la vita giusta, sta attento ai particolari. Giocatori in età avanzata possono essere più decisivi di certi ventenni"


Albertini al CorSera

Demetrio Albertini, lei che da metronomo del Milan ha conquistato uno scudetto nel 1999 punto a punto con la Lazio, fornisca la ricetta vincente ai giocatori di Pioli.

«A questo punto è fondamentale la consapevolezza nei propri mezzi. Nelle gare rimanenti i giocatori devono scendere in campo senza paura, e soprattutto senza pensare al- l’obiettivo finale. Devono credere in se stessi e convincersi che se sono primi ora hanno le qualità per esserlo fino alla fine».

A parte i due punti di vantaggio, su quale leva occorre puntare?

«Premesso che due lunghezze in più in questa fase del cammino non sono poche, penso che il Milan debba valorizzare quei pregi che ha evidenziato finora, su tutti la spavalderia. Deve scendere in campo senza far cal- coli, con incoscienza. Come se ogni sfida fosse una gara senza appello. In tante occasioni i giocatori hanno già dimostrato di avere que- sta mentalità: con la Lazio Tonali ha segnato nel recupero, Leao alla Fiorentina all’82’».

Il giocatore che a suo avviso farà la differenza?

«Mi auguro che sia Ibrahimovic».


Cosa gli consiglia per il futuro?

«Se il suo fisico lo asseconda, perché non provare a giocare ancora? In fin dei conti ci si può sentire protagonisti ed essere incisivi anche con un minutaggio inferiore».

Ai fini della classifica finale quanto pese- ranno le difficoltà legate ai calendari delle due squadre?

«Saranno partite toste per entrambe le squadre. Vorrei ricordare che il calcio è, fra gli sport di gruppo, la disciplina meno ripetitiva e più soggetta ad imprevedibilità».

Che significato avrebbe per il Milan uno scudetto insperato a inizio stagione?

«Chi l’ha detto che i dirigenti non lo avevano indicato come un traguardo da centrare? I critici forse non lo avevano inserito in pole nelle griglie di partenza ma se il Milan da due anni e mezzo ha uno standard di rendimento altissimo ed è nelle prime posizioni non capisco perché a ragione non pianifichi di vincere il
titolo».

Per la terza volta in cinque anni stiamo assistendo a un passaggio di quote societarie. Il signing con il fondo Investcorp è imminente: sensazioni?

«Leggo già di programmi sul mercato e sullo stadio e le considero supposizioni almeno finché non avverrà il closing definitivo. Perciò non mi spingo a immaginare una campagna acquisti faraonica, piuttosto mi limito a osservare: se un compratore subentra a Elliott, che ben si è comportato in questi anni, vorrà fare qualcosa di più per lasciare il segno, no? E una squadra che punta a tornare protagonista in Italia e in Euopa ha bisogno di investimenti".

Ibra decisivo? Oggi non ne ha la forza. I due che possono (devono) decidere sono Leao e Ante, soprattutto Rebic deve dare ciò che in questa stagione è mancato dopo la primissima parte che era stata buona.
 

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Cosa le piace del Milan? E’ una squadra con uno spirito molto bello. Si vede da come celebrano i gol, dall’impegno che mettono tutti quando un compagno perde una palla importante. Noto uno spirito positivo, frutto del lavoro di un allenatore molto costante nel suo modo di essere. Pioli infonde serenità alla squadra e i risultati si vedono"

"Quanti meriti a Maldini? Molti perché Paolo con la sua presenza garantisce appoggio all’allenatore oltre a trasferire al gruppo la sua mentalità vincente, il dna milanista. Conosco Maldini e so che nei momenti di difficoltà trova sempre quell’equilibrio necessario per aiutare lo spogliatoio, per spingere il gruppo a essere competitivo. Grazie a lui il Milan ha fatto un bel salto di qualità rispetto
agli ultimi anni"

"Ibra? Costacurta e Maldini hanno giocato fino a 41 anni... L’età è un numero e Ibra si mantiene in forma perché fa la vita giusta, sta attento ai particolari. Giocatori in età avanzata possono essere più decisivi di certi ventenni"


Albertini al CorSera

Demetrio Albertini, lei che da metronomo del Milan ha conquistato uno scudetto nel 1999 punto a punto con la Lazio, fornisca la ricetta vincente ai giocatori di Pioli.

«A questo punto è fondamentale la consapevolezza nei propri mezzi. Nelle gare rimanenti i giocatori devono scendere in campo senza paura, e soprattutto senza pensare al- l’obiettivo finale. Devono credere in se stessi e convincersi che se sono primi ora hanno le qualità per esserlo fino alla fine».

A parte i due punti di vantaggio, su quale leva occorre puntare?

«Premesso che due lunghezze in più in questa fase del cammino non sono poche, penso che il Milan debba valorizzare quei pregi che ha evidenziato finora, su tutti la spavalderia. Deve scendere in campo senza far cal- coli, con incoscienza. Come se ogni sfida fosse una gara senza appello. In tante occasioni i giocatori hanno già dimostrato di avere que- sta mentalità: con la Lazio Tonali ha segnato nel recupero, Leao alla Fiorentina all’82’».

Il giocatore che a suo avviso farà la differenza?

«Mi auguro che sia Ibrahimovic».

Cosa gli consiglia per il futuro?

«Se il suo fisico lo asseconda, perché non provare a giocare ancora? In fin dei conti ci si può sentire protagonisti ed essere incisivi anche con un minutaggio inferiore».

Ai fini della classifica finale quanto pese- ranno le difficoltà legate ai calendari delle due squadre?

«Saranno partite toste per entrambe le squadre. Vorrei ricordare che il calcio è, fra gli sport di gruppo, la disciplina meno ripetitiva e più soggetta ad imprevedibilità».

Che significato avrebbe per il Milan uno scudetto insperato a inizio stagione?

«Chi l’ha detto che i dirigenti non lo avevano indicato come un traguardo da centrare? I critici forse non lo avevano inserito in pole nelle griglie di partenza ma se il Milan da due anni e mezzo ha uno standard di rendimento altissimo ed è nelle prime posizioni non capisco perché a ragione non pianifichi di vincere il
titolo».

Per la terza volta in cinque anni stiamo assistendo a un passaggio di quote societarie. Il signing con il fondo Investcorp è imminente: sensazioni?

«Leggo già di programmi sul mercato e sullo stadio e le considero supposizioni almeno finché non avverrà il closing definitivo. Perciò non mi spingo a immaginare una campagna acquisti faraonica, piuttosto mi limito a osservare: se un compratore subentra a Elliott, che ben si è comportato in questi anni, vorrà fare qualcosa di più per lasciare il segno, no? E una squadra che punta a tornare protagonista in Italia e in Euopa ha bisogno di investimenti".
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