- Registrato
- 6 Agosto 2012
- Messaggi
- 206,107
- Reaction score
- 28,611
Mario Sconcerti dal CorSera in edicola:"A mio modo di veder e i l co l p o p i ù grande del mercato è stato l’acquisto del Palermo da parte del fondo sovrano saudita, lo stesso che è proprietario del Manchester City. Se gli arabi avessero acquistato l’Inter o il Milan sarebbe stato non solo auspicabile ma anche una notizia bandiera di un’intera estate. La differenza fa parte non del calcio ma di come viene interpretato in base ai bacini di utenza. Che è una visione ottima, ma non reale delle cose che accadono. Il Palermo sarà entro cinquesette anni una delle squadre più forti della serie A, ma non credo se lo augurino in molti. Il resto è stato caratterizzato fino a ora da un ritorno rumoroso della Juventus, da una difficoltà oggettiva del Milan e da una situazione poco sostenibile dell’Inter.
Il Milan è davanti a sé stesso. È cominciata la realtà. Non è detto sia dura, ma cancella il miracolo. Nel calcio i miracoli esistono, ma sono come la pioggia: c’è, la conosciamo, ma non sai quando arriverà. Mi sembra sia uno dei primi limiti dei nuovi imprenditori americani. Arrivano fino al possibile, oltre c’è il sentimento. Quello manca. Sono imprenditori veri che comprano per rivendere appena c’è la convenienza. Berlusconi col Monza sta ricordando il buono del vecchio calcio senza calcoli e tanti debiti. Ma lui gioca sul suo nome, la sua vita. Non è forse un calcolo corretto per un’azienda ormai collettiva. Però, che invidia per il Monza che compra chiunqu
Il Milan è davanti a sé stesso. È cominciata la realtà. Non è detto sia dura, ma cancella il miracolo. Nel calcio i miracoli esistono, ma sono come la pioggia: c’è, la conosciamo, ma non sai quando arriverà. Mi sembra sia uno dei primi limiti dei nuovi imprenditori americani. Arrivano fino al possibile, oltre c’è il sentimento. Quello manca. Sono imprenditori veri che comprano per rivendere appena c’è la convenienza. Berlusconi col Monza sta ricordando il buono del vecchio calcio senza calcoli e tanti debiti. Ma lui gioca sul suo nome, la sua vita. Non è forse un calcolo corretto per un’azienda ormai collettiva. Però, che invidia per il Monza che compra chiunqu