A Milano, la vendita dello stadio di
San Siro da parte del Comune a Inter e Milan sta suscitando polemiche. Il prezzo di vendita, inizialmente fissato a
197 milioni di euro dall'Agenzia delle Entrate, potrebbe scendere a
160 milioni per coprire i costi di bonifica e altri oneri accessori che spettano al Comune.
Alessandro Giungi (PD) si dichiara sconcertato da questa riduzione di prezzo. Sostiene che la legge sugli stadi, che imporrebbe al Comune i costi di bonifica, non sia obbligatoria da applicare e che, se i club la richiedono, ciò dimostra la mancanza di un "interesse pubblico" nell'operazione. Critica inoltre l'argomento secondo cui il ricavato finanzierà opere di interesse generale, ritenendolo una giustificazione per svendere i beni comunali.
Carlo Monguzzi (Verdi) parla di un "ulteriore regalo ai fondi speculativi", sottolineando che il prezzo di San Siro sarebbe così inferiore a quello di un edificio come il "Pirellino". Definisce offensiva l'idea che il Consiglio comunale debba "decidere come spendere i soldi", perché questo è il suo ruolo naturale e non una "concessione".