Sacchi:"Milan europeo, Inter più furba.

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Arrigo Sacchi alla GDS sul derby:

"Milan e Inter hanno onorato l’importanza della partita, e questo è un dato da sot- tolineare. Il pubblico, che final- mente tornava a vedere dal vivo un derby, non si è annoiato e, cre- detemi, non è poco».

E lei come giudica il duello? «Il primo tempo è stato molto di- vertente. Il Milan ha cominciato forte, ha spinto subito sull’acceleratore e ha tenuto ritmi che definirei “europei”».

In che senso “europei”?
«Nel senso che in Italia, generalmente, si va più piano, mentre nelle coppe, dove le squadre giocano in undici e non in sei o sette come fanno le nostre, si pedala a ritmi forsennati. E infatti il Milan è riuscito a pressare in zona offensiva e a rubare tanti palloni».

L’Inter, invece, che impressione le ha lasciato?
«Attesa e contropiede. Ha sfruttto gli errori dei rossoneri e ha colpito con i singoli che hanno maggiori qualità. I tre centrali difensivi, però, non partecipano quasi mai al gioco, e così si finisce per costruire la manovra in inferiorità numerica».

La qualità che l’ha colpita di più del Milan?
«Sicuramente il coraggio. E’ una squadra giovane, quella di Pioli, manca di esperienza e di malizia, però riesce a sopperire con l’entusiasmo. Vanno all’assalto, non hanno mai paura. E bisogna am- mettere che questo coraggio è supportato da un’ottima organizzazione e da un collettivo molto compatto. Se ci avete fatto caso, nella prima parte di gara, quando i rossoneri hanno tenuto spesso il pallone, le distanze tra i giocatori erano minime: tutti vicini per aiutarsi, per garantire al compagno il passaggio semplice e per raddoppiare nel caso in cui gli avversari entrassero in possesso del pallone. Questo è un atteggia- mento “europeo”».

L’Inter si è dimostrata molto paziente.
«Certo, paziente e furba. Quella nerazzurra è una squadra molto italiana. Il motto è chiaro: primo non prenderle. E poi si va via in contropiede. Ha elementi di ottima tecnica e di buone qualità fisiche, e alla lunga questi risultano decisivi. Però l’Inter dovrebbe avere più coraggio nei propri mezzi».

Ritiene che il risultato, alla fne, sia giusto?
«Il canovaccio è stato questo: una squadra, il Milan, ha cercato di promuovere il calcio e l’altra, l’Inter, ha cercato di fregarla. I singoli nerazzurri hanno avuto occasioni importanti, questo va ricordato, perché sul finire del primo tempo sia Barella sia Lautaro hanno sfiorato il gol. L’1-1 ci può stare, però se vogliono davvero diventare grandi, devono migliorare. Il Milan è sulla strada giusta. L’Inter sta facendo passi avanti e deve guardare di più al calcio internazionale».

Nel secondo tempo l’Inter è riuscita a mettere il muso fuori. «E ha tenuto il Milan nella sua metà campo. Questo è dovuto al fatto che i rossoneri hanno abbassato il ritmo e hanno fatto un passo indietro. La squadra di Pioli, che ripeto sempre è molto giova- ne e inesperta, per adesso riesce a spingere forte per 60’: quando raggiungerà i 90’, allora per gli avversari sarà dura. Le sostituzioni nel Milan hanno cambiato l’inerzia e i rossoneri sono tornati a far- si pericolosi, mentre quelle dei nerazzurri hanno inciso poco».

Chi le è piaciuto nel Milan? «Il portiere è stato bravissimo. E poi tutta la linea difensiva, tranne Ballo Tourè, mi ha convinto. Inoltre direi Tonali e Calabria, in grande crescita».

E nell’Inter?
«Il secondo tempo di Perisic mi ha impressionato, ha messo dei buoni palloni in mezzo all’area, mentre nella prima fase della partita era stato più timido. E poi Barella mi piace sempre, peccato si sia fatto male: spero non sia nulla di grave, e lo dico pensando alla Nazionale. Brozovic è sempre utile in mezzo: distribuisce, organizza e ruba palloni».

Che cosa le ha consegnato la serata di San Siro?
«Non proprio la bellezza assoluta, ma l’emozione. E’ già molto. E poi ho ammirato la correttezza dei giocatori. Poche proteste, tanto agonismo. In una partita così importante e così sentita non è facile vedere giocatori educati. A loro va un applauso».

In chiave-scudetto cambia qualcosa?
«Nulla. Il Milan è più avanti come costruzione di squadra. L’Inter ha uomini importanti in grado di risolvere le gare. Il Napoli ha pareggiato e dunque sarà una bellissima volata».
 

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Arrigo Sacchi alla GDS sul derby:

"Milan e Inter hanno onorato l’importanza della partita, e questo è un dato da sot- tolineare. Il pubblico, che final- mente tornava a vedere dal vivo un derby, non si è annoiato e, cre- detemi, non è poco».

E lei come giudica il duello? «Il primo tempo è stato molto di- vertente. Il Milan ha cominciato forte, ha spinto subito sull’acceleratore e ha tenuto ritmi che definirei “europei”».

In che senso “europei”?
«Nel senso che in Italia, generalmente, si va più piano, mentre nelle coppe, dove le squadre giocano in undici e non in sei o sette come fanno le nostre, si pedala a ritmi forsennati. E infatti il Milan è riuscito a pressare in zona offensiva e a rubare tanti palloni».

L’Inter, invece, che impressione le ha lasciato?
«Attesa e contropiede. Ha sfruttto gli errori dei rossoneri e ha colpito con i singoli che hanno maggiori qualità. I tre centrali difensivi, però, non partecipano quasi mai al gioco, e così si finisce per costruire la manovra in inferiorità numerica».

La qualità che l’ha colpita di più del Milan?
«Sicuramente il coraggio. E’ una squadra giovane, quella di Pioli, manca di esperienza e di malizia, però riesce a sopperire con l’entusiasmo. Vanno all’assalto, non hanno mai paura. E bisogna am- mettere che questo coraggio è supportato da un’ottima organizzazione e da un collettivo molto compatto. Se ci avete fatto caso, nella prima parte di gara, quando i rossoneri hanno tenuto spesso il pallone, le distanze tra i giocatori erano minime: tutti vicini per aiutarsi, per garantire al compagno il passaggio semplice e per raddoppiare nel caso in cui gli avversari entrassero in possesso del pallone. Questo è un atteggia- mento “europeo”».

L’Inter si è dimostrata molto paziente.
«Certo, paziente e furba. Quella nerazzurra è una squadra molto italiana. Il motto è chiaro: primo non prenderle. E poi si va via in contropiede. Ha elementi di ottima tecnica e di buone qualità fisiche, e alla lunga questi risultano decisivi. Però l’Inter dovrebbe avere più coraggio nei propri mezzi».

Ritiene che il risultato, alla fne, sia giusto?
«Il canovaccio è stato questo: una squadra, il Milan, ha cercato di promuovere il calcio e l’altra, l’Inter, ha cercato di fregarla. I singoli nerazzurri hanno avuto occasioni importanti, questo va ricordato, perché sul finire del primo tempo sia Barella sia Lautaro hanno sfiorato il gol. L’1-1 ci può stare, però se vogliono davvero diventare grandi, devono migliorare. Il Milan è sulla strada giusta. L’Inter sta facendo passi avanti e deve guardare di più al calcio internazionale».

Nel secondo tempo l’Inter è riuscita a mettere il muso fuori. «E ha tenuto il Milan nella sua metà campo. Questo è dovuto al fatto che i rossoneri hanno abbassato il ritmo e hanno fatto un passo indietro. La squadra di Pioli, che ripeto sempre è molto giova- ne e inesperta, per adesso riesce a spingere forte per 60’: quando raggiungerà i 90’, allora per gli avversari sarà dura. Le sostituzioni nel Milan hanno cambiato l’inerzia e i rossoneri sono tornati a far- si pericolosi, mentre quelle dei nerazzurri hanno inciso poco».

Chi le è piaciuto nel Milan? «Il portiere è stato bravissimo. E poi tutta la linea difensiva, tranne Ballo Tourè, mi ha convinto. Inoltre direi Tonali e Calabria, in grande crescita».

E nell’Inter?
«Il secondo tempo di Perisic mi ha impressionato, ha messo dei buoni palloni in mezzo all’area, mentre nella prima fase della partita era stato più timido. E poi Barella mi piace sempre, peccato si sia fatto male: spero non sia nulla di grave, e lo dico pensando alla Nazionale. Brozovic è sempre utile in mezzo: distribuisce, organizza e ruba palloni».

Che cosa le ha consegnato la serata di San Siro?
«Non proprio la bellezza assoluta, ma l’emozione. E’ già molto. E poi ho ammirato la correttezza dei giocatori. Poche proteste, tanto agonismo. In una partita così importante e così sentita non è facile vedere giocatori educati. A loro va un applauso».

In chiave-scudetto cambia qualcosa?
«Nulla. Il Milan è più avanti come costruzione di squadra. L’Inter ha uomini importanti in grado di risolvere le gare. Il Napoli ha pareggiato e dunque sarà una bellissima volata».
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Arrigo Sacchi alla GDS sul derby:

"Milan e Inter hanno onorato l’importanza della partita, e questo è un dato da sot- tolineare. Il pubblico, che final- mente tornava a vedere dal vivo un derby, non si è annoiato e, cre- detemi, non è poco».

E lei come giudica il duello? «Il primo tempo è stato molto di- vertente. Il Milan ha cominciato forte, ha spinto subito sull’acceleratore e ha tenuto ritmi che definirei “europei”».

In che senso “europei”?
«Nel senso che in Italia, generalmente, si va più piano, mentre nelle coppe, dove le squadre giocano in undici e non in sei o sette come fanno le nostre, si pedala a ritmi forsennati. E infatti il Milan è riuscito a pressare in zona offensiva e a rubare tanti palloni».

L’Inter, invece, che impressione le ha lasciato?
«Attesa e contropiede. Ha sfruttto gli errori dei rossoneri e ha colpito con i singoli che hanno maggiori qualità. I tre centrali difensivi, però, non partecipano quasi mai al gioco, e così si finisce per costruire la manovra in inferiorità numerica».

La qualità che l’ha colpita di più del Milan?
«Sicuramente il coraggio. E’ una squadra giovane, quella di Pioli, manca di esperienza e di malizia, però riesce a sopperire con l’entusiasmo. Vanno all’assalto, non hanno mai paura. E bisogna am- mettere che questo coraggio è supportato da un’ottima organizzazione e da un collettivo molto compatto. Se ci avete fatto caso, nella prima parte di gara, quando i rossoneri hanno tenuto spesso il pallone, le distanze tra i giocatori erano minime: tutti vicini per aiutarsi, per garantire al compagno il passaggio semplice e per raddoppiare nel caso in cui gli avversari entrassero in possesso del pallone. Questo è un atteggia- mento “europeo”».

L’Inter si è dimostrata molto paziente.
«Certo, paziente e furba. Quella nerazzurra è una squadra molto italiana. Il motto è chiaro: primo non prenderle. E poi si va via in contropiede. Ha elementi di ottima tecnica e di buone qualità fisiche, e alla lunga questi risultano decisivi. Però l’Inter dovrebbe avere più coraggio nei propri mezzi».

Ritiene che il risultato, alla fne, sia giusto?
«Il canovaccio è stato questo: una squadra, il Milan, ha cercato di promuovere il calcio e l’altra, l’Inter, ha cercato di fregarla. I singoli nerazzurri hanno avuto occasioni importanti, questo va ricordato, perché sul finire del primo tempo sia Barella sia Lautaro hanno sfiorato il gol. L’1-1 ci può stare, però se vogliono davvero diventare grandi, devono migliorare. Il Milan è sulla strada giusta. L’Inter sta facendo passi avanti e deve guardare di più al calcio internazionale».

Nel secondo tempo l’Inter è riuscita a mettere il muso fuori. «E ha tenuto il Milan nella sua metà campo. Questo è dovuto al fatto che i rossoneri hanno abbassato il ritmo e hanno fatto un passo indietro. La squadra di Pioli, che ripeto sempre è molto giova- ne e inesperta, per adesso riesce a spingere forte per 60’: quando raggiungerà i 90’, allora per gli avversari sarà dura. Le sostituzioni nel Milan hanno cambiato l’inerzia e i rossoneri sono tornati a far- si pericolosi, mentre quelle dei nerazzurri hanno inciso poco».

Chi le è piaciuto nel Milan? «Il portiere è stato bravissimo. E poi tutta la linea difensiva, tranne Ballo Tourè, mi ha convinto. Inoltre direi Tonali e Calabria, in grande crescita».

E nell’Inter?
«Il secondo tempo di Perisic mi ha impressionato, ha messo dei buoni palloni in mezzo all’area, mentre nella prima fase della partita era stato più timido. E poi Barella mi piace sempre, peccato si sia fatto male: spero non sia nulla di grave, e lo dico pensando alla Nazionale. Brozovic è sempre utile in mezzo: distribuisce, organizza e ruba palloni».

Che cosa le ha consegnato la serata di San Siro?
«Non proprio la bellezza assoluta, ma l’emozione. E’ già molto. E poi ho ammirato la correttezza dei giocatori. Poche proteste, tanto agonismo. In una partita così importante e così sentita non è facile vedere giocatori educati. A loro va un applauso».

In chiave-scudetto cambia qualcosa?
«Nulla. Il Milan è più avanti come costruzione di squadra. L’Inter ha uomini importanti in grado di risolvere le gare. Il Napoli ha pareggiato e dunque sarà una bellissima volata».
La cosa importantissima era tenerli a distanza di sicurezza. Ci siamo riusciti, anche se perdere non sarebbe stato comunque catastrofico a questo punto della stagione. La cosa più bella rimane essere imbattuti dopo dodici partite, con tutti gli scontri diretti (escluso Napoli) già alle spalle. Sarà una bellissima volata e prepariamoci a soffrire, perché l'Inter non è quella di qualche anno fa, non imploderà e rimarrà in corsa fino all'ultimo.
 
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"Milan e Inter hanno onorato l’importanza della partita, e questo è un dato da sot- tolineare. Il pubblico, che final- mente tornava a vedere dal vivo un derby, non si è annoiato e, cre- detemi, non è poco».

E lei come giudica il duello? «Il primo tempo è stato molto di- vertente. Il Milan ha cominciato forte, ha spinto subito sull’acceleratore e ha tenuto ritmi che definirei “europei”».

In che senso “europei”?
«Nel senso che in Italia, generalmente, si va più piano, mentre nelle coppe, dove le squadre giocano in undici e non in sei o sette come fanno le nostre, si pedala a ritmi forsennati. E infatti il Milan è riuscito a pressare in zona offensiva e a rubare tanti palloni».

L’Inter, invece, che impressione le ha lasciato?
«Attesa e contropiede. Ha sfruttto gli errori dei rossoneri e ha colpito con i singoli che hanno maggiori qualità. I tre centrali difensivi, però, non partecipano quasi mai al gioco, e così si finisce per costruire la manovra in inferiorità numerica».

La qualità che l’ha colpita di più del Milan?
«Sicuramente il coraggio. E’ una squadra giovane, quella di Pioli, manca di esperienza e di malizia, però riesce a sopperire con l’entusiasmo. Vanno all’assalto, non hanno mai paura. E bisogna am- mettere che questo coraggio è supportato da un’ottima organizzazione e da un collettivo molto compatto. Se ci avete fatto caso, nella prima parte di gara, quando i rossoneri hanno tenuto spesso il pallone, le distanze tra i giocatori erano minime: tutti vicini per aiutarsi, per garantire al compagno il passaggio semplice e per raddoppiare nel caso in cui gli avversari entrassero in possesso del pallone. Questo è un atteggia- mento “europeo”».

L’Inter si è dimostrata molto paziente.
«Certo, paziente e furba. Quella nerazzurra è una squadra molto italiana. Il motto è chiaro: primo non prenderle. E poi si va via in contropiede. Ha elementi di ottima tecnica e di buone qualità fisiche, e alla lunga questi risultano decisivi. Però l’Inter dovrebbe avere più coraggio nei propri mezzi».

Ritiene che il risultato, alla fne, sia giusto?
«Il canovaccio è stato questo: una squadra, il Milan, ha cercato di promuovere il calcio e l’altra, l’Inter, ha cercato di fregarla. I singoli nerazzurri hanno avuto occasioni importanti, questo va ricordato, perché sul finire del primo tempo sia Barella sia Lautaro hanno sfiorato il gol. L’1-1 ci può stare, però se vogliono davvero diventare grandi, devono migliorare. Il Milan è sulla strada giusta. L’Inter sta facendo passi avanti e deve guardare di più al calcio internazionale».

Nel secondo tempo l’Inter è riuscita a mettere il muso fuori. «E ha tenuto il Milan nella sua metà campo. Questo è dovuto al fatto che i rossoneri hanno abbassato il ritmo e hanno fatto un passo indietro. La squadra di Pioli, che ripeto sempre è molto giova- ne e inesperta, per adesso riesce a spingere forte per 60’: quando raggiungerà i 90’, allora per gli avversari sarà dura. Le sostituzioni nel Milan hanno cambiato l’inerzia e i rossoneri sono tornati a far- si pericolosi, mentre quelle dei nerazzurri hanno inciso poco».

Chi le è piaciuto nel Milan? «Il portiere è stato bravissimo. E poi tutta la linea difensiva, tranne Ballo Tourè, mi ha convinto. Inoltre direi Tonali e Calabria, in grande crescita».

E nell’Inter?
«Il secondo tempo di Perisic mi ha impressionato, ha messo dei buoni palloni in mezzo all’area, mentre nella prima fase della partita era stato più timido. E poi Barella mi piace sempre, peccato si sia fatto male: spero non sia nulla di grave, e lo dico pensando alla Nazionale. Brozovic è sempre utile in mezzo: distribuisce, organizza e ruba palloni».

Che cosa le ha consegnato la serata di San Siro?
«Non proprio la bellezza assoluta, ma l’emozione. E’ già molto. E poi ho ammirato la correttezza dei giocatori. Poche proteste, tanto agonismo. In una partita così importante e così sentita non è facile vedere giocatori educati. A loro va un applauso».

In chiave-scudetto cambia qualcosa?
«Nulla. Il Milan è più avanti come costruzione di squadra. L’Inter ha uomini importanti in grado di risolvere le gare. Il Napoli ha pareggiato e dunque sarà una bellissima volata».
L'inter boccheggiava , non riusciva minimamente a giocare al nostro ritmo.
Coi titolari e senza kessie (non c'è con la testa) li avremmo umiliati.
Ma roba da 5-1 o giù di li.
 
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"Milan e Inter hanno onorato l’importanza della partita, e questo è un dato da sot- tolineare. Il pubblico, che final- mente tornava a vedere dal vivo un derby, non si è annoiato e, cre- detemi, non è poco».

E lei come giudica il duello? «Il primo tempo è stato molto di- vertente. Il Milan ha cominciato forte, ha spinto subito sull’acceleratore e ha tenuto ritmi che definirei “europei”».

In che senso “europei”?
«Nel senso che in Italia, generalmente, si va più piano, mentre nelle coppe, dove le squadre giocano in undici e non in sei o sette come fanno le nostre, si pedala a ritmi forsennati. E infatti il Milan è riuscito a pressare in zona offensiva e a rubare tanti palloni».

L’Inter, invece, che impressione le ha lasciato?
«Attesa e contropiede. Ha sfruttto gli errori dei rossoneri e ha colpito con i singoli che hanno maggiori qualità. I tre centrali difensivi, però, non partecipano quasi mai al gioco, e così si finisce per costruire la manovra in inferiorità numerica».

La qualità che l’ha colpita di più del Milan?
«Sicuramente il coraggio. E’ una squadra giovane, quella di Pioli, manca di esperienza e di malizia, però riesce a sopperire con l’entusiasmo. Vanno all’assalto, non hanno mai paura. E bisogna am- mettere che questo coraggio è supportato da un’ottima organizzazione e da un collettivo molto compatto. Se ci avete fatto caso, nella prima parte di gara, quando i rossoneri hanno tenuto spesso il pallone, le distanze tra i giocatori erano minime: tutti vicini per aiutarsi, per garantire al compagno il passaggio semplice e per raddoppiare nel caso in cui gli avversari entrassero in possesso del pallone. Questo è un atteggia- mento “europeo”».

L’Inter si è dimostrata molto paziente.
«Certo, paziente e furba. Quella nerazzurra è una squadra molto italiana. Il motto è chiaro: primo non prenderle. E poi si va via in contropiede. Ha elementi di ottima tecnica e di buone qualità fisiche, e alla lunga questi risultano decisivi. Però l’Inter dovrebbe avere più coraggio nei propri mezzi».

Ritiene che il risultato, alla fne, sia giusto?
«Il canovaccio è stato questo: una squadra, il Milan, ha cercato di promuovere il calcio e l’altra, l’Inter, ha cercato di fregarla. I singoli nerazzurri hanno avuto occasioni importanti, questo va ricordato, perché sul finire del primo tempo sia Barella sia Lautaro hanno sfiorato il gol. L’1-1 ci può stare, però se vogliono davvero diventare grandi, devono migliorare. Il Milan è sulla strada giusta. L’Inter sta facendo passi avanti e deve guardare di più al calcio internazionale».

Nel secondo tempo l’Inter è riuscita a mettere il muso fuori. «E ha tenuto il Milan nella sua metà campo. Questo è dovuto al fatto che i rossoneri hanno abbassato il ritmo e hanno fatto un passo indietro. La squadra di Pioli, che ripeto sempre è molto giova- ne e inesperta, per adesso riesce a spingere forte per 60’: quando raggiungerà i 90’, allora per gli avversari sarà dura. Le sostituzioni nel Milan hanno cambiato l’inerzia e i rossoneri sono tornati a far- si pericolosi, mentre quelle dei nerazzurri hanno inciso poco».

Chi le è piaciuto nel Milan? «Il portiere è stato bravissimo. E poi tutta la linea difensiva, tranne Ballo Tourè, mi ha convinto. Inoltre direi Tonali e Calabria, in grande crescita».

E nell’Inter?
«Il secondo tempo di Perisic mi ha impressionato, ha messo dei buoni palloni in mezzo all’area, mentre nella prima fase della partita era stato più timido. E poi Barella mi piace sempre, peccato si sia fatto male: spero non sia nulla di grave, e lo dico pensando alla Nazionale. Brozovic è sempre utile in mezzo: distribuisce, organizza e ruba palloni».

Che cosa le ha consegnato la serata di San Siro?
«Non proprio la bellezza assoluta, ma l’emozione. E’ già molto. E poi ho ammirato la correttezza dei giocatori. Poche proteste, tanto agonismo. In una partita così importante e così sentita non è facile vedere giocatori educati. A loro va un applauso».

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Condivido tutto.

SI potrebbe pensare che Arrigo elogi il Milan per le sue idee, per l'organizzazione e per la mentalità con cui aggredisce le partite perché è un ex-rossonero, ma non lo direbbe se non lo constatasse e pensasse veramente.

Ora io penso a cosa saremmo se, invece di Krunic e Diaz, potessimo schierare a trequarti e a destra due elementi del valore di Leao/Rebic o su di lì.
 
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Siamo talmente europei che poi ci prende il Porto,in Europa appunto,e ci balla in testa facendo ciò che vuole,magari saremo europei,ma nel mediocre campionato italico.
 
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