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Il Papa ieri ha voluto conferire di persona il premio Paolo VI al presidente Mattarella
Ecco le motivazioni del comitato dell'istituto Paolo VI:
"In Sergio Mattarella è possibile riconoscere l’erede di una grande tradizione di politici cattolici che hanno pensato e contribuito a realizzare l’Unione Europea come spazio di convivenza pacifica e democratica tra i popoli”.
Le parole del Papa:
"Il servizio rischia di restare un ideale piuttosto astratto senza una seconda parola che non può mai esserle disgiunta: responsabilità.
Il servizio cammina a pari passo con la responsabilità.
Essa, come indica la parola stessa, è l'abilità di offrire risposte, facendo leva sul proprio impegno, senza aspettare che siano altri a darle. Quante volte, Signor Presidente, prima con l'esempio che con le parole, Lei lo ha richiamato!
Anche in questo non si può che notare una feconda affinità con Giovanni Battista Montini, che fin da giovane prete fu 'educatore di responsabilità'.
Da Papa, poi, scrisse che le parole servono a poco 'se non sono accompagnate in ciascuno da una presa di coscienza più viva della propria responsabilità'
A proposito di responsabilità, penso a quella componente essenziale del vivere comune che è l'impegno per la legalità.
Essa richiede lotta ed esempio, determinazione e memoria, memoria di quanti hanno sacrificato la vita per la giustizia; penso a suo fratello Piersanti, Signor Presidente, e alle vittime della strage mafiosa di Capaci, di cui pochi giorni fa si è commemorato il trentennale
San Paolo VI sentì l'importanza della responsabilità di ciascuno per il mondo di tutti, per un mondo diventato globale.
Lo fece parlando di pace, lo fece esortando a lottare senza rassegnarsi di fronte agli squilibri delle ingiustizie planetarie, perché la questione sociale è questione morale e perché un'azione solidale dopo le guerre mondiali è veramente tale solo se è globale .
Oltre cinquant'anni fa, avvertì l'urgenza di fronteggiare le sfide climatiche, davanti alla minaccia di un ambiente che sarebbe diventato intollerabile all'uomo in conseguenza della distruttiva attività dell'uomo stesso che, spadroneggiando sul creato, si sarebbe trovato a non padroneggiarlo più
Il senso di responsabilità e lo spirito di servizio stavano per San Paolo VI alla base della costruzione della vita sociale
Egli ci ha lasciato l'impegnativa eredità di edificare comunità solidali.
Era il suo sogno, che si scontrò con vari incubi diventati realtà - penso alla terribile vicenda di Aldo Moro; era il desiderio ardente che portava nel cuore e che espresse nei termini di "comunità di partecipazione e di vita", animate dall'impegno a "prodigarsi per costruire solidarietà attive e vissute.
Non sono utopie, ma profezie; profezie che esortano a vivere ideali alti.
Perché di questo oggi hanno bisogno i giovani.
E sono lieto, Signor Presidente, di farmi strumento di riconoscenza a nome di quanti, giovani e meno giovani, vedono in Lei un maestro, ma soprattutto un testimone coerente e garbato di servizio e di responsabilità"
Avvenire
Ecco le motivazioni del comitato dell'istituto Paolo VI:
"In Sergio Mattarella è possibile riconoscere l’erede di una grande tradizione di politici cattolici che hanno pensato e contribuito a realizzare l’Unione Europea come spazio di convivenza pacifica e democratica tra i popoli”.
Le parole del Papa:
"Il servizio rischia di restare un ideale piuttosto astratto senza una seconda parola che non può mai esserle disgiunta: responsabilità.
Il servizio cammina a pari passo con la responsabilità.
Essa, come indica la parola stessa, è l'abilità di offrire risposte, facendo leva sul proprio impegno, senza aspettare che siano altri a darle. Quante volte, Signor Presidente, prima con l'esempio che con le parole, Lei lo ha richiamato!
Anche in questo non si può che notare una feconda affinità con Giovanni Battista Montini, che fin da giovane prete fu 'educatore di responsabilità'.
Da Papa, poi, scrisse che le parole servono a poco 'se non sono accompagnate in ciascuno da una presa di coscienza più viva della propria responsabilità'
A proposito di responsabilità, penso a quella componente essenziale del vivere comune che è l'impegno per la legalità.
Essa richiede lotta ed esempio, determinazione e memoria, memoria di quanti hanno sacrificato la vita per la giustizia; penso a suo fratello Piersanti, Signor Presidente, e alle vittime della strage mafiosa di Capaci, di cui pochi giorni fa si è commemorato il trentennale
San Paolo VI sentì l'importanza della responsabilità di ciascuno per il mondo di tutti, per un mondo diventato globale.
Lo fece parlando di pace, lo fece esortando a lottare senza rassegnarsi di fronte agli squilibri delle ingiustizie planetarie, perché la questione sociale è questione morale e perché un'azione solidale dopo le guerre mondiali è veramente tale solo se è globale .
Oltre cinquant'anni fa, avvertì l'urgenza di fronteggiare le sfide climatiche, davanti alla minaccia di un ambiente che sarebbe diventato intollerabile all'uomo in conseguenza della distruttiva attività dell'uomo stesso che, spadroneggiando sul creato, si sarebbe trovato a non padroneggiarlo più
Il senso di responsabilità e lo spirito di servizio stavano per San Paolo VI alla base della costruzione della vita sociale
Egli ci ha lasciato l'impegnativa eredità di edificare comunità solidali.
Era il suo sogno, che si scontrò con vari incubi diventati realtà - penso alla terribile vicenda di Aldo Moro; era il desiderio ardente che portava nel cuore e che espresse nei termini di "comunità di partecipazione e di vita", animate dall'impegno a "prodigarsi per costruire solidarietà attive e vissute.
Non sono utopie, ma profezie; profezie che esortano a vivere ideali alti.
Perché di questo oggi hanno bisogno i giovani.
E sono lieto, Signor Presidente, di farmi strumento di riconoscenza a nome di quanti, giovani e meno giovani, vedono in Lei un maestro, ma soprattutto un testimone coerente e garbato di servizio e di responsabilità"
Avvenire