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Fernando Orsi, ex portiere della Lazio, dalle colonne di Tuttosport in edicola oggi, 29 ottobre, ha parlato della situazione del Milan. Ecco quanto scritto
I rossoneri hanno iniziato la stagione nel- la maniera peggiore. Dopo nove giornate il Milan si trova a meno tre punti dalla zona retrocessione e conta già un cambio al timone. Se non è crisi questa. In questo momento mi riesce difficile, anche
sforzandomi, trovare qualcosa di positivo, sia a livello tecnico che societario – Maldini e Boban, peraltro, hanno spesso esternato i loro dubbi circa i progetti a lungo termine della squadra. Gli acquisti del Milan, eccetto Leao e Hernandez, hanno fin qui deluso; ma è anche, e forse soprattutto, la vecchia guardia a non mostrarsi all’altezza. Penso a Biglia, Piatek, Suso, Calabria: giocatori granitici, solidi, da cui ci si aspetterebbe sempre qualcosa in più. È avvenuta una involuzione di gioco a dir poco preoccupante, che neanche la nuova guida Pioli è riuscita a frenare – e generalmente, la venuta di un nuovo allenatore dovrebbe suscitare nei giocatori una scossa mentale non indifferente (tra gli esempi recenti vedi quello del Genoa).
Nelle prossime quattro partite il Milan è chiamato a dare segni di una svolta risolutiva, ma il calendario non favorisce certo l’ottimismo: gli propone, in ordine, Spal, Lazio, Juve e Napoli. E dato un inizio così, pensare positivamente è impresa ardua. La squadra, come si dice, sembra piatta, povera di idee di gioco e abbastanza prevedibile nella manovra. Pioli deve trovare immediatamente soluzioni di gioco alternative e fare delle scelte che seppur impopolari possano restituire a questa squadra non solo un ruolo da comprimaria, ma anche obiettivi all’altezza del suo nome. Tutto ciò prima che un granello di neve rotolando di- venti una valanga. E ciò sarebbe una catastrofe, anche e soprattutto societaria.
I rossoneri hanno iniziato la stagione nel- la maniera peggiore. Dopo nove giornate il Milan si trova a meno tre punti dalla zona retrocessione e conta già un cambio al timone. Se non è crisi questa. In questo momento mi riesce difficile, anche
sforzandomi, trovare qualcosa di positivo, sia a livello tecnico che societario – Maldini e Boban, peraltro, hanno spesso esternato i loro dubbi circa i progetti a lungo termine della squadra. Gli acquisti del Milan, eccetto Leao e Hernandez, hanno fin qui deluso; ma è anche, e forse soprattutto, la vecchia guardia a non mostrarsi all’altezza. Penso a Biglia, Piatek, Suso, Calabria: giocatori granitici, solidi, da cui ci si aspetterebbe sempre qualcosa in più. È avvenuta una involuzione di gioco a dir poco preoccupante, che neanche la nuova guida Pioli è riuscita a frenare – e generalmente, la venuta di un nuovo allenatore dovrebbe suscitare nei giocatori una scossa mentale non indifferente (tra gli esempi recenti vedi quello del Genoa).
Nelle prossime quattro partite il Milan è chiamato a dare segni di una svolta risolutiva, ma il calendario non favorisce certo l’ottimismo: gli propone, in ordine, Spal, Lazio, Juve e Napoli. E dato un inizio così, pensare positivamente è impresa ardua. La squadra, come si dice, sembra piatta, povera di idee di gioco e abbastanza prevedibile nella manovra. Pioli deve trovare immediatamente soluzioni di gioco alternative e fare delle scelte che seppur impopolari possano restituire a questa squadra non solo un ruolo da comprimaria, ma anche obiettivi all’altezza del suo nome. Tutto ciò prima che un granello di neve rotolando di- venti una valanga. E ciò sarebbe una catastrofe, anche e soprattutto societaria.