Ordine:"Milan, serve altro per reggere peso blasone".

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Franco Ordine dal CorSport in edicola:"Chi fosse capitato per la prima volta a San Siro, ieri sera, senza conoscere quasi nulla dei tormenti e degli acciacchi traditi dal Milan in questa stagione di una mancata rifondazione, avrebbe colto al volo i luccicanti pregi e i clamorosi deficit con cui Stefano Pioli, da qualche mese, è costretto a fare i conti a Milanello. Il lampo abbagliante con cui Theo Hernandez e Leao hanno allestito il gol iniziale della sfida di Coppa Italia poi mirabilmente ribaltata dall’Atalanta ha rappresentato una dimostrazione esemplare. Quei due sono nati, senza saperlo, per fare ditta calcistica di grande spessore. Scorazzano sullo stesso binario, sono capaci di scambiarsi pallone, posizione e giocata quasi a occhi chiusi. Ieri sera in un attimo sono partiti in perfetto tempismo come ai vecchi tempi, ai tempi belli dello scudetto, non un secolo fa, primavera del 2022. E sul lancio vellutato di Reijnders, sono riusciti a piombare in area atalantina fulminando Carnesecchi. È questa l’arma migliore dell’attacco milanista di quest’ultima era targata fondi americani, prima Elliott e adesso RedBird, scovati entrambi dall’intuito della coppia Boban-Maldini: il primo vaticinò in tempi non sospetti l’esplosione del portoghese, il secondo volò a Ibiza per convincere il francese ad accettare il trasferimento dal Real Madrid. Ma ora, da qualche tempo, Theo Hernandez è costretto a fare il doppio mestiere. A inventarsi cioè sentinella centrale davanti a Maignan per l’assenza di un bel plotone di difensori (dopo Thiaw, Tomori e Kalulu, ieri si è aggiunto Gabbia toccato duro alla testa in uno scontro con De Roon) e a dedicarsi a rari blitz che però espongono i suoi alle velenose ripartenze dei rivali. E se gli attacchi dell’Empoli o quelli del Sassuolo, domati in campionato con appena qualche stento, le sortite di CDK o di Miranchuk più gli affilati artigli di Koopemeiners nella serata dell’Atalanta hanno lasciato il segno sulla pelle viva del Milan costretto a fare i conti con il suo peccato originale, i guai dovuti agli infortuni e alle assenze eccellenti. È vero: i talenti acerbi della Primavera possono dare un contributo, in qualche caso anche esaltare il lavoro della Primavera di Ignazio Abate. Ma poi quando c’è lo snodo decisivo, il duello uno contro uno, lo spagnolo Jimenez commette l’ingenuità del rigore. E il debutto di Terracciano, ultimo arrivato a Milanello, possiamo dirlo senza esitazione, non può aver colmato le gravi lacune. Alla fine, la morale di questa seconda eliminazione (dopo quella ancora più sanguinosa della Champions league) è sempre la stessa: c’è bisogno di altre risorse per reggere il peso delle responsabilità del blasone e delle aspettative del pubblico.
 

Jack92

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Il problema del Milan rimane il centrocampo, che è totalmente inesistente.
Loftus e Musah in pratica giocavano come attaccanti aggiunti.
Ci vorrebbe un Kessie (che è il mio più grande rimpianto), da piazzare accanto a Rejnders e non farlo muovere da la
 
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Franco Ordine dal CorSport in edicola:"Chi fosse capitato per la prima volta a San Siro, ieri sera, senza conoscere quasi nulla dei tormenti e degli acciacchi traditi dal Milan in questa stagione di una mancata rifondazione, avrebbe colto al volo i luccicanti pregi e i clamorosi deficit con cui Stefano Pioli, da qualche mese, è costretto a fare i conti a Milanello. Il lampo abbagliante con cui Theo Hernandez e Leao hanno allestito il gol iniziale della sfida di Coppa Italia poi mirabilmente ribaltata dall’Atalanta ha rappresentato una dimostrazione esemplare. Quei due sono nati, senza saperlo, per fare ditta calcistica di grande spessore. Scorazzano sullo stesso binario, sono capaci di scambiarsi pallone, posizione e giocata quasi a occhi chiusi. Ieri sera in un attimo sono partiti in perfetto tempismo come ai vecchi tempi, ai tempi belli dello scudetto, non un secolo fa, primavera del 2022. E sul lancio vellutato di Reijnders, sono riusciti a piombare in area atalantina fulminando Carnesecchi. È questa l’arma migliore dell’attacco milanista di quest’ultima era targata fondi americani, prima Elliott e adesso RedBird, scovati entrambi dall’intuito della coppia Boban-Maldini: il primo vaticinò in tempi non sospetti l’esplosione del portoghese, il secondo volò a Ibiza per convincere il francese ad accettare il trasferimento dal Real Madrid. Ma ora, da qualche tempo, Theo Hernandez è costretto a fare il doppio mestiere. A inventarsi cioè sentinella centrale davanti a Maignan per l’assenza di un bel plotone di difensori (dopo Thiaw, Tomori e Kalulu, ieri si è aggiunto Gabbia toccato duro alla testa in uno scontro con De Roon) e a dedicarsi a rari blitz che però espongono i suoi alle velenose ripartenze dei rivali. E se gli attacchi dell’Empoli o quelli del Sassuolo, domati in campionato con appena qualche stento, le sortite di CDK o di Miranchuk più gli affilati artigli di Koopemeiners nella serata dell’Atalanta hanno lasciato il segno sulla pelle viva del Milan costretto a fare i conti con il suo peccato originale, i guai dovuti agli infortuni e alle assenze eccellenti. È vero: i talenti acerbi della Primavera possono dare un contributo, in qualche caso anche esaltare il lavoro della Primavera di Ignazio Abate. Ma poi quando c’è lo snodo decisivo, il duello uno contro uno, lo spagnolo Jimenez commette l’ingenuità del rigore. E il debutto di Terracciano, ultimo arrivato a Milanello, possiamo dirlo senza esitazione, non può aver colmato le gravi lacune. Alla fine, la morale di questa seconda eliminazione (dopo quella ancora più sanguinosa della Champions league) è sempre la stessa: c’è bisogno di altre risorse per reggere il peso delle responsabilità del blasone e delle aspettative del pubblico.
Al Milan serve un grande centrocampista ed un grande attaccante.
Ah e poi anche un grande allenatore.
Ieri dopo il pareggio dell'Atalanta la squadra si è letteralmente squagliata. Lo schema era sterile fraseggio a centrocampo (fino a che l'Atalanta non ha iniziato a giocare a calcio), palla lunga per l'attaccante, o palla a Leao sperando che inventasse qualcosa.
Se a questo aggiungiamo, come al solito, giocatori fuori gioco e schema confusionario, ecco che il disastro appare meno sorprendente e più scontato.
 
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Franco Ordine dal CorSport in edicola:"Chi fosse capitato per la prima volta a San Siro, ieri sera, senza conoscere quasi nulla dei tormenti e degli acciacchi traditi dal Milan in questa stagione di una mancata rifondazione, avrebbe colto al volo i luccicanti pregi e i clamorosi deficit con cui Stefano Pioli, da qualche mese, è costretto a fare i conti a Milanello. Il lampo abbagliante con cui Theo Hernandez e Leao hanno allestito il gol iniziale della sfida di Coppa Italia poi mirabilmente ribaltata dall’Atalanta ha rappresentato una dimostrazione esemplare. Quei due sono nati, senza saperlo, per fare ditta calcistica di grande spessore. Scorazzano sullo stesso binario, sono capaci di scambiarsi pallone, posizione e giocata quasi a occhi chiusi. Ieri sera in un attimo sono partiti in perfetto tempismo come ai vecchi tempi, ai tempi belli dello scudetto, non un secolo fa, primavera del 2022. E sul lancio vellutato di Reijnders, sono riusciti a piombare in area atalantina fulminando Carnesecchi. È questa l’arma migliore dell’attacco milanista di quest’ultima era targata fondi americani, prima Elliott e adesso RedBird, scovati entrambi dall’intuito della coppia Boban-Maldini: il primo vaticinò in tempi non sospetti l’esplosione del portoghese, il secondo volò a Ibiza per convincere il francese ad accettare il trasferimento dal Real Madrid. Ma ora, da qualche tempo, Theo Hernandez è costretto a fare il doppio mestiere. A inventarsi cioè sentinella centrale davanti a Maignan per l’assenza di un bel plotone di difensori (dopo Thiaw, Tomori e Kalulu, ieri si è aggiunto Gabbia toccato duro alla testa in uno scontro con De Roon) e a dedicarsi a rari blitz che però espongono i suoi alle velenose ripartenze dei rivali. E se gli attacchi dell’Empoli o quelli del Sassuolo, domati in campionato con appena qualche stento, le sortite di CDK o di Miranchuk più gli affilati artigli di Koopemeiners nella serata dell’Atalanta hanno lasciato il segno sulla pelle viva del Milan costretto a fare i conti con il suo peccato originale, i guai dovuti agli infortuni e alle assenze eccellenti. È vero: i talenti acerbi della Primavera possono dare un contributo, in qualche caso anche esaltare il lavoro della Primavera di Ignazio Abate. Ma poi quando c’è lo snodo decisivo, il duello uno contro uno, lo spagnolo Jimenez commette l’ingenuità del rigore. E il debutto di Terracciano, ultimo arrivato a Milanello, possiamo dirlo senza esitazione, non può aver colmato le gravi lacune. Alla fine, la morale di questa seconda eliminazione (dopo quella ancora più sanguinosa della Champions league) è sempre la stessa: c’è bisogno di altre risorse per reggere il peso delle responsabilità del blasone e delle aspettative del pubblico.
Il nostro destino calcistico è fortemente indirizzato dal nostro stile e identità, quindi dal mister.
Questo in pochi lo dicono ma è palese.
 
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Il nostro destino calcistico è fortemente indirizzato dal nostro stile e identità, quindi dal mister.
Questo in pochi lo dicono ma è palese.
Ieri non ti sarà sfuggito che su entrambi i gol c'è stato il solito errore di concetto.
Sul primo viene tirato fuori dalla linea Hernandez sul secondo Kjaer.

Gol fotocopia di quelli che prendiamo contro l'Inter. Non ho più parole.
 
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Ieri non ti sarà sfuggito che su entrambi i gol c'è stato il solito errore di concetto.
Sul primo viene tirato fuori dalla linea Hernandez sul secondo Kjaer.

Gol fotocopia di quelli che prendiamo contro l'Inter. Non ho più parole.
Ma noi mica abbiamo il concetto della linea, la nostra fase difensiva è diversa.
Forse con gabbia in campo non avremmo preso il pari e nemmeno perso la partita, kjaer è improponibile col nostro modo di difendere.
 
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Il problema del Milan rimane il centrocampo, che è totalmente inesistente.
Loftus e Musah in pratica giocavano come attaccanti aggiunti.
Ci vorrebbe un Kessie (che è il mio più grande rimpianto), da piazzare accanto a Rejnders e non farlo muovere da la
Il nostro centrocampo andrebbe rifatto praticamente da zero(come gli altri reparti, tra l’altro).
I nostri presunti palleggiatori, Adli e Reijnders, per me sono una sciagura. Perdono sempre tempi di gioco perché non fanno mai, ma proprio MAI, una giocata un po’ meno semplice del passaggino di due metri. Ieri Leao un paio di volte ha sclerato perché ha fatto il taglio ad aggirare la difesa e non è stato servito perché si è preferito il passaggio in orizzontale al compagno vicino o indietro. Ma è normale che le verticalizzazioni le faccia praticamente solo il portiere? È normale che per vedere un cambio di fronte si debba aspettare che ci pensi un ragazzo della primavera con tre presenze tra i professionisti?
 
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Ma noi mica abbiamo il concetto della linea, la nostra fase difensiva è diversa.
Forse con gabbia in campo non avremmo preso il pari e nemmeno perso la partita, kjaer è improponibile col nostro modo di difendere.
ma poi adesso, secondo me, con theo centrale siamo proprio allo sbando. Non perchè Theo sia un buco unico, da centrale è un modestissimo centrale, niente di clamorosamente dannoso, però io sono convinto al 100% che lui gioca centrale solo per fare quello che ha fatto in occasione del nostro gol. Lanciarsi su e creare l'occasione. Che va bene, abbiamo fatto gol, ma concettualmente in difesa prima si difende e poi si attacca. Idem Loftus a centrompo che ormai si sta trasformando in un attaccante aggiunto, non basta il tridente, ci vuole un quarto attaccante. Idem Musah, ha gamba, quindi corri corri corri e buttati dentro pure tu.
Noi ormai non giochiamo con la tattica, ma giochiamo col concetto. Il concetto è "tutti su, tutti dentro in area, all'arrembaggio". Concettualmente siamo veramente l'opposto di Juve e Inter. Noi giochiamo le partite dal primo minuto IMPOSTANDOLE come se dovessimo fare l'assalto finale degli ultimi 10 minuti delle partite in svantaggio.

Non c'è tattica, non ci sono movimenti sincronizzati, coperture, ecc., ma è un tutto "su su su, pressing pressing pressing, in avanti in avanti in avanti, butta la palla in area!"

Pioli è rimasto folgorato da questo atteggiamento che ci ha portato a vincere lo scudetto nelle ultime 10 partite, in una stagione particiolarissima e irripetibile anche per i nostri avversari, e da lì non si smuove. Noi non ragioniamo, non prepariamo, non lavoriamo nella partita nella costruzione delle azioni. E' tutto uno strappo, è tutta una prepotenza, è tutto una roba dettata più da foga istinto che da lavoro e ragionamento.

Fanno letteralmente ridere i "dobbiamo lavorare di più" di Pioli in conferenza stampa. Secondo me, partita dopo partita, le uniche indicazioni che Pioli dà al gruppo sono "anticipa!" ai difensori e "buttati dentro!" a centrocampisti/attaccanti.
 
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ma poi adesso, secondo me, con theo centrale siamo proprio allo sbando. Non perchè Theo sia un buco unico, da centrale è un modestissimo centrale, niente di clamorosamente dannoso, però io sono convinto al 100% che lui gioca centrale solo per fare quello che ha fatto in occasione del nostro gol. Lanciarsi su e creare l'occasione. Che va bene, abbiamo fatto gol, ma concettualmente in difesa prima si difende e poi si attacca. Idem Loftus a centrompo che ormai si sta trasformando in un attaccante aggiunto, non basta il tridente, ci vuole un quarto attaccante. Idem Musah, ha gamba, quindi corri corri corri e buttati dentro pure tu.
Noi ormai non giochiamo con la tattica, ma giochiamo col concetto. Il concetto è "tutti su, tutti dentro in area, all'arrembaggio". Concettualmente siamo veramente l'opposto di Juve e Inter. Noi giochiamo le partite dal primo minuto IMPOSTANDOLE come se dovessimo fare l'assalto finale degli ultimi 10 minuti delle partite in svantaggio.

Non c'è tattica, non ci sono movimenti sincronizzati, coperture, ecc., ma è un tutto "su su su, pressing pressing pressing, in avanti in avanti in avanti, butta la palla in area!"

Pioli è rimasto folgorato da questo atteggiamento che ci ha portato a vincere lo scudetto nelle ultime 10 partite, in una stagione particiolarissima e irripetibile anche per i nostri avversari, e da lì non si smuove. Noi non ragioniamo, non prepariamo, non lavoriamo nella partita nella costruzione delle azioni. E' tutto uno strappo, è tutta una prepotenza, è tutto una roba dettata più da foga istinto che da lavoro e ragionamento.

Fanno letteralmente ridere i "dobbiamo lavorare di più" di Pioli in conferenza stampa. Secondo me, partita dopo partita, le uniche indicazioni che Pioli dà al gruppo sono "anticipa!" ai difensori e "buttati dentro!" a centrocampisti/attaccanti.
E' un modo difficile di giocare, c'è poco da fare.
Di certo non è un modo italiano e non mi aspetto possa esser capito in italia.
La tattica c'è ma non dentro il concetto di posizione, siamo agli antipodi del calcio posizionale.

Purtroppo abbiamo troppe defezioni e tanti limiti per giocare in questo modo.
Se vogliamo parlarne in modo più o meno serio, se poi vogliamo buttarla in vacca e caciara è un altro conto.

Io credo fondamentalmente che per giocare un calcio totale servano un bagaglio tecnico importante e poi tanta fisicità e corsa.
Poi ovviamente nel calcio succede quel che succede e cioè che spesso vinci con quelli più scarsi e spesso perdi con quelli più forti al netto di eccezioni in entrambi i casi.

Io sono parecchio scettico sul lavoro di pioli per tanti motivi, non per ultimo che ormai lavora da 5 anni, ma anche e soprattutto perchè a livello sanitario ha fatto disastri.
 
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