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Ancora Nocerino, a Tuttosport in edicola oggi 18 novembre, sul Milan e su Ibra:"Soffro perché il Milan lo porto con me, ho bellis- simi ricordi e dispiace vederlo così. Spero si possa riprendere perché non merita questa classifica. Perchè questo momento difficile? A mio avviso il Milan si era ripreso con Gattuso. Perché Rino aveva dato stabilità e anche risultati. Quest’anno ci sono stati diversi problemi che hanno portato a questo punto, al cambio di allenatore e la classifica brutta ne è lo specchio. C’è bisogno che tutti reagiscano e si compattino".
"Nel 2012/2013 El Swaarawy determinava le partite, manca un giocatore così? Quell’anno sbocciò Stephan, ma dietro aveva una squadra che lo aiutava. Grazie al lavoro che ci fu dietro, lui riuscì ad essere determinante. Noi avevamo ancora campioni come Ambrosini , Abate e Abbiati, che sapevano gestire le situazioni e i momenti di difficoltà si gestivano in maniera diversa. C’erano grandi personalità che davano tranquillità e si assumevano responsabilità. E’ fondamentale in una squadra giovane".
"Bennacer? E’ forte, ha fatto bene a Empoli e ha fatto benissimo in nazionale. Non ci dimentichiamo di Biglia, che è un giocatore di esperienza e personalità e in questo momento, oltre ai giovani forti, c’è bisogno di chi sappia guidare la barca nelle tempeste. In questo Milan, secondo me, c’è bisogno di persone che si assumano le responsabilità e che aiutino i giovani a crescere".
"Mercato di gennaio? Io prenderei giocatori esperti, un usato sicuro. Gente che sappia entrare nel gruppo e prendersi le responsabilità sulle spalle. Servono giocatori pronti, che non hanno paura dell’importanza della maglia e che conoscano il campionato italiano".
"Ibra? Io penso che uno come lui possa aiutare i gioca- tori che ha intorno, perché è un campione incredibile. Porta tanta personalità, è molto esigente e a mio avviso può essere un grande valore aggiunto. Lui pretende tanto e ti porta a dare tanto. Oltre a lui prenderei altri due giocatori che possano cambiare la mentalità ed eliminare la sensazione del non accontentarsi".
"Poca qualità in questo Milan? Non credo ci sia poca qualità. Quello che manca, secondo me, è un po’ più di carattere. La qualità, spesso, va abbinata con la personalità".
"Ho fiducia in Pioli o ci sarà un altro cambio a fine anno? E’ un allenatore preparato, che conosce il campionato. Ed è bravo. È stata una scelta buona. Non so se a fine anno ci sarà un altro cambio, però in questo momento non è importante pensare a Pioli, al singolo. E’ importante pensare al Milan e uscire da questa situazione. L’unica cosa che ti dà la conferma del lavoro possono essere i risultati. La società sa bene quello che deve fare, perché sono persone preparate. Spero si torni a lottare per la Champions League".
"Milan in corsa per la Champions? Io spero proprio di sì. Probabilmente in molti pensano che, ad oggi, arrivare in Europa League sia l’obiettivo più alla portata, ma se il Milan facesse un filotto di vittorie, inizierebbe a risalire in maniera importante. Adesso il Milan si deve allontanare dalla zona calda, perché l’ambiente non è abituato a vivere quella parte della classifica. Prima si esca dalle sabbie mobili e poi si pensi a guardare in alto".
"L'astinenza di Piatek? Il singolo fa poco. Ha bisogno della squadra. L’astinenza di Piatek è lo specchio delle difficoltà della squadra".
"Nel 2012/2013 El Swaarawy determinava le partite, manca un giocatore così? Quell’anno sbocciò Stephan, ma dietro aveva una squadra che lo aiutava. Grazie al lavoro che ci fu dietro, lui riuscì ad essere determinante. Noi avevamo ancora campioni come Ambrosini , Abate e Abbiati, che sapevano gestire le situazioni e i momenti di difficoltà si gestivano in maniera diversa. C’erano grandi personalità che davano tranquillità e si assumevano responsabilità. E’ fondamentale in una squadra giovane".
"Bennacer? E’ forte, ha fatto bene a Empoli e ha fatto benissimo in nazionale. Non ci dimentichiamo di Biglia, che è un giocatore di esperienza e personalità e in questo momento, oltre ai giovani forti, c’è bisogno di chi sappia guidare la barca nelle tempeste. In questo Milan, secondo me, c’è bisogno di persone che si assumano le responsabilità e che aiutino i giovani a crescere".
"Mercato di gennaio? Io prenderei giocatori esperti, un usato sicuro. Gente che sappia entrare nel gruppo e prendersi le responsabilità sulle spalle. Servono giocatori pronti, che non hanno paura dell’importanza della maglia e che conoscano il campionato italiano".
"Ibra? Io penso che uno come lui possa aiutare i gioca- tori che ha intorno, perché è un campione incredibile. Porta tanta personalità, è molto esigente e a mio avviso può essere un grande valore aggiunto. Lui pretende tanto e ti porta a dare tanto. Oltre a lui prenderei altri due giocatori che possano cambiare la mentalità ed eliminare la sensazione del non accontentarsi".
"Poca qualità in questo Milan? Non credo ci sia poca qualità. Quello che manca, secondo me, è un po’ più di carattere. La qualità, spesso, va abbinata con la personalità".
"Ho fiducia in Pioli o ci sarà un altro cambio a fine anno? E’ un allenatore preparato, che conosce il campionato. Ed è bravo. È stata una scelta buona. Non so se a fine anno ci sarà un altro cambio, però in questo momento non è importante pensare a Pioli, al singolo. E’ importante pensare al Milan e uscire da questa situazione. L’unica cosa che ti dà la conferma del lavoro possono essere i risultati. La società sa bene quello che deve fare, perché sono persone preparate. Spero si torni a lottare per la Champions League".
"Milan in corsa per la Champions? Io spero proprio di sì. Probabilmente in molti pensano che, ad oggi, arrivare in Europa League sia l’obiettivo più alla portata, ma se il Milan facesse un filotto di vittorie, inizierebbe a risalire in maniera importante. Adesso il Milan si deve allontanare dalla zona calda, perché l’ambiente non è abituato a vivere quella parte della classifica. Prima si esca dalle sabbie mobili e poi si pensi a guardare in alto".
"L'astinenza di Piatek? Il singolo fa poco. Ha bisogno della squadra. L’astinenza di Piatek è lo specchio delle difficoltà della squadra".