Montella:"Il Milan, il derby e Yonghong Li...".

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Vincenzo Montella a TMW:

Parlando di attualità, è tempo di euroderby in Champions. Cosa ci dobbiamo aspettare?
"Sinceramente il Milan ci è arrivato con qualche defezione, non solo prima ma anche durante la gara, vedi Bennacer. La partita d'andata ci ha fatto vedere che in campo c'erano delle differenze. Ma il calcio e il Milan ci insegnano tanto per cui fare previsioni scontate non è oggettivo. Poi è una semifinale di Champions ed è sempre particolarmente difficile, aperta e ci possono essere sorprese. L'Inter ha un vantaggio e dovrà saperlo mantenere durante la partita".

Hai allenato il Milan in un periodo particolare, in cui c'è stato uno storico cambio di proprietà
"È un capitolo di cui si potrebbe parlare a lungo. Il cambio di proprietà è un qualcosa che mi ha accompagnato spesso in carriera: ho iniziato alla Roma e c'è stato il cambio di proprietà; al Catania dopo un anno il direttore generale ha lasciato; alla Fiorentina c'è stata un'unica proprietà ed è stata forse quella più solida nel mio percorso e con i Della Valle abbiamo avuto grandissimi successi. Al Siviglia era andato via Monchi e poi è ritornato e c'era un vuoto. Sono andato al Milan e c'è stato il cambio di proprietà. Sicuramente sono uno specialista nel trovarmi in mezzo a queste cose (ride, ndr)".

Che ricordi hai di quel periodo?
"Il primo anno è stato straordinario, abbiamo vinto una coppa che non è mai facile contro una squadra sulla carta invincibile in quel momento (Juventus, ndr). Nel secondo anno, quello della ricostruzione, sono cambiati 18 calciatori, parecchi scelti dal club come giusto che sia. Quando ci sono i cambi di proprietà cambiano anche i manager che magari possono avere, giustamente, idee diverse. Non ero un allenatore scelto dal management sportivo e probabilmente ho pagato questo. Per me è stata un'esperienza straordinaria, allenare il Milan è stato qualcosa di straordinario anche se non era più il vecchio Milan, dato che non entrava nelle coppe da tre anni e la proprietà non era più presente come prima. Ho avuto la fortuna di conoscere forse il miglior dirigente italiano che è Galliani, che è stato straordinario con me. Ho fatto delle esperienze importanti".

Hai mai incontrato il misterioso presidente di allora, Li Yonghhong?
"No, sinceramente credo di non averlo mai visto".
 

Swaitak

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Vincenzo Montella a TMW:

Parlando di attualità, è tempo di euroderby in Champions. Cosa ci dobbiamo aspettare?
"Sinceramente il Milan ci è arrivato con qualche defezione, non solo prima ma anche durante la gara, vedi Bennacer. La partita d'andata ci ha fatto vedere che in campo c'erano delle differenze. Ma il calcio e il Milan ci insegnano tanto per cui fare previsioni scontate non è oggettivo. Poi è una semifinale di Champions ed è sempre particolarmente difficile, aperta e ci possono essere sorprese. L'Inter ha un vantaggio e dovrà saperlo mantenere durante la partita".

Hai allenato il Milan in un periodo particolare, in cui c'è stato uno storico cambio di proprietà
"È un capitolo di cui si potrebbe parlare a lungo. Il cambio di proprietà è un qualcosa che mi ha accompagnato spesso in carriera: ho iniziato alla Roma e c'è stato il cambio di proprietà; al Catania dopo un anno il direttore generale ha lasciato; alla Fiorentina c'è stata un'unica proprietà ed è stata forse quella più solida nel mio percorso e con i Della Valle abbiamo avuto grandissimi successi. Al Siviglia era andato via Monchi e poi è ritornato e c'era un vuoto. Sono andato al Milan e c'è stato il cambio di proprietà. Sicuramente sono uno specialista nel trovarmi in mezzo a queste cose (ride, ndr)".

Che ricordi hai di quel periodo?
"Il primo anno è stato straordinario, abbiamo vinto una coppa che non è mai facile contro una squadra sulla carta invincibile in quel momento (Juventus, ndr). Nel secondo anno, quello della ricostruzione, sono cambiati 18 calciatori, parecchi scelti dal club come giusto che sia. Quando ci sono i cambi di proprietà cambiano anche i manager che magari possono avere, giustamente, idee diverse. Non ero un allenatore scelto dal management sportivo e probabilmente ho pagato questo. Per me è stata un'esperienza straordinaria, allenare il Milan è stato qualcosa di straordinario anche se non era più il vecchio Milan, dato che non entrava nelle coppe da tre anni e la proprietà non era più presente come prima. Ho avuto la fortuna di conoscere forse il miglior dirigente italiano che è Galliani, che è stato straordinario con me. Ho fatto delle esperienze importanti".

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ahia , s'è tradito!
 

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Parlando di attualità, è tempo di euroderby in Champions. Cosa ci dobbiamo aspettare?
"Sinceramente il Milan ci è arrivato con qualche defezione, non solo prima ma anche durante la gara, vedi Bennacer. La partita d'andata ci ha fatto vedere che in campo c'erano delle differenze. Ma il calcio e il Milan ci insegnano tanto per cui fare previsioni scontate non è oggettivo. Poi è una semifinale di Champions ed è sempre particolarmente difficile, aperta e ci possono essere sorprese. L'Inter ha un vantaggio e dovrà saperlo mantenere durante la partita".

Hai allenato il Milan in un periodo particolare, in cui c'è stato uno storico cambio di proprietà
"È un capitolo di cui si potrebbe parlare a lungo. Il cambio di proprietà è un qualcosa che mi ha accompagnato spesso in carriera: ho iniziato alla Roma e c'è stato il cambio di proprietà; al Catania dopo un anno il direttore generale ha lasciato; alla Fiorentina c'è stata un'unica proprietà ed è stata forse quella più solida nel mio percorso e con i Della Valle abbiamo avuto grandissimi successi. Al Siviglia era andato via Monchi e poi è ritornato e c'era un vuoto. Sono andato al Milan e c'è stato il cambio di proprietà. Sicuramente sono uno specialista nel trovarmi in mezzo a queste cose (ride, ndr)".

Che ricordi hai di quel periodo?
"Il primo anno è stato straordinario, abbiamo vinto una coppa che non è mai facile contro una squadra sulla carta invincibile in quel momento (Juventus, ndr). Nel secondo anno, quello della ricostruzione, sono cambiati 18 calciatori, parecchi scelti dal club come giusto che sia. Quando ci sono i cambi di proprietà cambiano anche i manager che magari possono avere, giustamente, idee diverse. Non ero un allenatore scelto dal management sportivo e probabilmente ho pagato questo. Per me è stata un'esperienza straordinaria, allenare il Milan è stato qualcosa di straordinario anche se non era più il vecchio Milan, dato che non entrava nelle coppe da tre anni e la proprietà non era più presente come prima. Ho avuto la fortuna di conoscere forse il miglior dirigente italiano che è Galliani, che è stato straordinario con me. Ho fatto delle esperienze importanti".

Hai mai incontrato il misterioso presidente di allora, Li Yonghhong?
"No, sinceramente credo di non averlo mai visto".
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DavMilan

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Parlando di attualità, è tempo di euroderby in Champions. Cosa ci dobbiamo aspettare?
"Sinceramente il Milan ci è arrivato con qualche defezione, non solo prima ma anche durante la gara, vedi Bennacer. La partita d'andata ci ha fatto vedere che in campo c'erano delle differenze. Ma il calcio e il Milan ci insegnano tanto per cui fare previsioni scontate non è oggettivo. Poi è una semifinale di Champions ed è sempre particolarmente difficile, aperta e ci possono essere sorprese. L'Inter ha un vantaggio e dovrà saperlo mantenere durante la partita".

Hai allenato il Milan in un periodo particolare, in cui c'è stato uno storico cambio di proprietà
"È un capitolo di cui si potrebbe parlare a lungo. Il cambio di proprietà è un qualcosa che mi ha accompagnato spesso in carriera: ho iniziato alla Roma e c'è stato il cambio di proprietà; al Catania dopo un anno il direttore generale ha lasciato; alla Fiorentina c'è stata un'unica proprietà ed è stata forse quella più solida nel mio percorso e con i Della Valle abbiamo avuto grandissimi successi. Al Siviglia era andato via Monchi e poi è ritornato e c'era un vuoto. Sono andato al Milan e c'è stato il cambio di proprietà. Sicuramente sono uno specialista nel trovarmi in mezzo a queste cose (ride, ndr)".

Che ricordi hai di quel periodo?
"Il primo anno è stato straordinario, abbiamo vinto una coppa che non è mai facile contro una squadra sulla carta invincibile in quel momento (Juventus, ndr). Nel secondo anno, quello della ricostruzione, sono cambiati 18 calciatori, parecchi scelti dal club come giusto che sia. Quando ci sono i cambi di proprietà cambiano anche i manager che magari possono avere, giustamente, idee diverse. Non ero un allenatore scelto dal management sportivo e probabilmente ho pagato questo. Per me è stata un'esperienza straordinaria, allenare il Milan è stato qualcosa di straordinario anche se non era più il vecchio Milan, dato che non entrava nelle coppe da tre anni e la proprietà non era più presente come prima. Ho avuto la fortuna di conoscere forse il miglior dirigente italiano che è Galliani, che è stato straordinario con me. Ho fatto delle esperienze importanti".

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"No, sinceramente credo di non averlo mai visto".
Rendiamoci conto che quasi tutti i nostri ultimi ex allenatori ormai sono in pensione perchè non li vuole più nessuno: Montella,Giampollo,Gattuso;Brocchi,Seedorf, Inzaghi è andato in B.... e Pioli?...
 

Zenos

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Vincenzo Montella a TMW:

Parlando di attualità, è tempo di euroderby in Champions. Cosa ci dobbiamo aspettare?
"Sinceramente il Milan ci è arrivato con qualche defezione, non solo prima ma anche durante la gara, vedi Bennacer. La partita d'andata ci ha fatto vedere che in campo c'erano delle differenze. Ma il calcio e il Milan ci insegnano tanto per cui fare previsioni scontate non è oggettivo. Poi è una semifinale di Champions ed è sempre particolarmente difficile, aperta e ci possono essere sorprese. L'Inter ha un vantaggio e dovrà saperlo mantenere durante la partita".

Hai allenato il Milan in un periodo particolare, in cui c'è stato uno storico cambio di proprietà
"È un capitolo di cui si potrebbe parlare a lungo. Il cambio di proprietà è un qualcosa che mi ha accompagnato spesso in carriera: ho iniziato alla Roma e c'è stato il cambio di proprietà; al Catania dopo un anno il direttore generale ha lasciato; alla Fiorentina c'è stata un'unica proprietà ed è stata forse quella più solida nel mio percorso e con i Della Valle abbiamo avuto grandissimi successi. Al Siviglia era andato via Monchi e poi è ritornato e c'era un vuoto. Sono andato al Milan e c'è stato il cambio di proprietà. Sicuramente sono uno specialista nel trovarmi in mezzo a queste cose (ride, ndr)".

Che ricordi hai di quel periodo?
"Il primo anno è stato straordinario, abbiamo vinto una coppa che non è mai facile contro una squadra sulla carta invincibile in quel momento (Juventus, ndr). Nel secondo anno, quello della ricostruzione, sono cambiati 18 calciatori, parecchi scelti dal club come giusto che sia. Quando ci sono i cambi di proprietà cambiano anche i manager che magari possono avere, giustamente, idee diverse. Non ero un allenatore scelto dal management sportivo e probabilmente ho pagato questo. Per me è stata un'esperienza straordinaria, allenare il Milan è stato qualcosa di straordinario anche se non era più il vecchio Milan, dato che non entrava nelle coppe da tre anni e la proprietà non era più presente come prima. Ho avuto la fortuna di conoscere forse il miglior dirigente italiano che è Galliani, che è stato straordinario con me. Ho fatto delle esperienze importanti".

Hai mai incontrato il misterioso presidente di allora, Li Yonghhong?
"No, sinceramente credo di non averlo mai visto".
Ritolini...ma poi lo hanno rinchiuso in una clinica con la camicia di forza?
 

Stanis La Rochelle

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Rendiamoci conto che quasi tutti i nostri ultimi ex allenatori ormai sono in pensione perchè non li vuole più nessuno: Montella,Giampollo,Gattuso;Brocchi,Seedorf, Inzaghi è andato in B.... e Pioli?...
Pioli farà la stessa fine, non troverà più nessun contratto in società serie post Milan.

La gente si fa tante pippe sul mercato società e affini, ma la risposta vera sta qui. E' una decina d'anno che il Milan non ha un allenatore decente.

Il tassello più importante per una squadra che non può comprare campioni a tutto spiano è proprio l'allenatore. Imbarazzante il fatto che nessuno abbia mai portato un fottuto allenatore di livello.
 

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