Maldini: passo indietro e no lieto fine stipendio. Annuncio oggi o dopo CDA?

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Se è vero che Maldini ha fatto qualche passo indietro, è la conferma definitiva che con quell' attacco nucleare ( intervista sulla Gazzetta) ha semplicemente fatto un grande, gigantesca, strepitosa caxxata.

Pazienza, fondamentale abbia rinnovato.
Sono felicissimo
be caxxata...... si è portato tutti i tifosi dalla sua parte ed ha costretto quindi la proprietà a venire verso di lui più di quanto avrebbe fatto. non mi pare una mossa a vuoto.
 
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be caxxata...... si è portato tutti i tifosi dalla sua parte ed ha costretto quindi la proprietà a venire verso di lui più di quanto avrebbe fatto. non mi pare una mossa a vuoto.
Figurati se gli americani spostano una virgola perchè lo vogliono i tifosi in Italia.

Manco se vedo le modifiche delle bozze con i cambiamenti in matita ci credo.
 

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Il Giornale: c’è la fumata rossonera. Habemus l’accordo tra Maldini ed Elliott In serata le firme. Vicenda grottesca con tutti colpevoli. Paga solo il Milan. Paolo chiedeva più libertà sul mercato. La società ha voluto evitare lo strappo ma resterà la tensione. I rapporti personali, deteriorati dall’intervista di Maldini e dal successivo braccio di ferro con Elliott per la richiesta di maggiori poteri presentata dall’ex capitano, lasceranno il segno. Probabilmente finiranno con il condizionare anche le prossime scelte sul mercato qualora Maldini e Massara dovessero pagare in qualche modo il ritardo operativo accumulato a giugno. Intendiamoci su questo punto a futura memoria: qualunque siano gli esiti di questo giugno “vietnamita”, nessuno godrà di giustificazione alcuna perché tutti i protagonisti avranno sulle spalle la rispettiva quota di colpe. L’accordo contrattuale tormentato del quale si discute da un mese può essere virtualmente considerato il risultato finale di un compromesso inevitabile tra le pesanti richieste di Maldini stesso da un lato, giudicate irricevibili dalla proprietà, e la buona volontà mostrata alla fine del braccio di ferro silenzioso da Elliott-Cardinale alfine dichiarato di evitare lo strappo oltre che la figuraccia di giungere lunedì prossimo 4 luglio, inizio solenne del raduno da campioni d’Italia, senza la presenza di Maldini e Massara al tavolo con Pioli e Gazidis
 
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Come riportato dalla GDS in edicola, la firma di Maldini è stata molto complessa, arrivata dopo giorni di interventi legali, obiezioni, precisazioni. Il grande tema al centro del dibattito è sempre stata l’autonomia, la fiducia totale chiesta da Maldini. Il mondo milanista ha sempre tifato per la firma e sì, anche questo può avere avuto un peso. La volontà di rinnovare c’è sempre stata, da entrambe le parti, ma i presupposti di partenza erano molto diversi. Maldini ha fatto un passo indietro su alcuni punti e sì, la voglia di difendere lo scudetto con la stessa “squadra”del 2021-22 ha prevalso. Per questo, la felicità del 30 giugno apre le porte al lavoro del primo luglio. L'annuncio arriverà oggi.

CorSera: ieri sera, finalmente, la quadra su Maldini. Se la lunga fase di stallo era dovuta a una richiesta di maggiore autonomia da parte di Maldini, diciamo che è stata trovata una soluzione che accontenta tutti. Una cosa però è certa: Maldini dovrà comunque rispondere a un amministratore delegato, che fino a dicembre sarà Ivan Gazidis. La struttura organizzativa resta quindi immutata. E in fondo lo scudetto vinto è la prova del fatto che la strategia operativa fosse quella giusta. Lieto fine? No, fine e basta. Non si doveva arrivare così in là, di certo tutta questa attesa non ha giovato. Botman ha scelto il Newcastle, Sanches sta virando verso il Psg: non c’è controprova, ma la sensazione è che con un management pienamente operativo forse per quei due obiettivi si sarebbe potuto fare di più. L'annuncio potrebbe arrivare tra qualche giorno dopo il CDA

Anche TS sulla stessa lunghezza d'onda: le prime parole rilasciate ieri da Maldini fanno capire le difficoltà. E trapela insoddisfazione. Se sono serviti trenta giorni, o forse più, significa che sul piatto Maldini ha inserito aspetti importanti. Come la durata del contratto, sul quale si è discusso a lungo: due o tre anni? Oggi, si spera, sapremo, ma sembra che si sia arrivati al classico compromesso di due più opzione per il terzo. Maldini ha poi preteso un contratto economicamente da star e fin qui nulla di male. Ma le trattative si sono nuovamente complicate quando si è trattato di decidere ruoli e competenze. La base di partenza è che Gazidis fino a novembre (scadenza del contratto) o come minimo fino a settembre (passaggio ufficiale di proprietà) rimarrà al suo posto. E gerarchicamente non potrà non essere sopra Maldini, anche se l’ex capitano pare abbia ottenuto un po’ più di libertà sul mercato, Certe operazioni non dovranno passare necessariamente al vaglio di Gazidis, anche se grandi dettagli, sull’accordo raggiunto nella tarda serata di ieri, non sono trapelati

Repubblica: Maldini non si è impuntato tanto sull’entità del ritocco dell’ingaggio da 2 milioni lordi l’anno, quanto sulle garanzie di indipendenza. Certo, il contratto biennale con opzione per il terzo anno potrà essere rinsaldato a ottobre, quando il previsto passaggio di proprietà del club dal fondo Elliott della famiglia Singer alla società d’investimento RedBird Capital di Gerry Cardinale permetterà in teoria la promozione di Maldini a fulcro operativo. Fino ad allora la coesistenza nelle forme attuali con Gazidis, scelto da Elliott nel 2018 fino al prossimo novembre, continuerà a segnare il solco tra finanza e campo. Al budget limitato per la campagna acquisti (50 milioni) rischia di aggiungersi il “suggerimento” della sentenza Uefa, attesa anche da Inter, Juventus e Roma, sul vecchio fair-play finanziario. Quando Gazidis lascerà (guadagnando una trentina di milioni, dopo il closing da 1,2 miliardi, percentuale delle azioni ricevute all’assunzione), il suo successore dovrebbe essere nominato da Cardinale con mandato solo economico. Non a caso Maldini avrebbe chiesto invano, secondo le indiscrezioni legali, totale autonomia da ad della parte sportiva: una separazione dei poteri come ai tempi di Barbara Berlusconi e Galliani. Cardinale proverebbe ad accontentare Maldini, ma il nodo è proprio il suo potere. Viene descritto come un duro re dello show business e tuttavia è aiutato da un consistente prestito di Elliott, il cui peso azionario, sia pure in minoranza, postulerebbe un ruolo cruciale nel Cda. La scalata di RedBird viene assimilata a quella della famiglia Glazer al Manchester United nel 2005: a debito, con l’obiettivo realizzato di moltiplicare il valore del club negli anni. A Milano i moltiplicatori sarebbero i diritti tv, pane quotidiano per Cardinale con baseball, hockey su ghiaccio e Ligue 1 (Tolosa), ma soprattutto il nuovo stadio. Lunedì la presentazione della nuova stagione, con Origi in più, ma senza le suggestioni Botman, Sanches e Dybala, e con l’allenatore dei portieri Dida in meno (in Brasile per ragioni personali il candidato è Roma, a Milanello giocatore dal 2009 al 2012). Occhi puntati sul tavolo dei dirigenti: su Maldini e Gazidis.



ATTENZIONE COMMENTI SOLO ALLE NEWS. SOLITI OFF da flame (su giornalisti, giornalai, complotti etc etc = BAN
bene

ora però il lieto fine è il mercato

perchè io sento parlare solo di "potere personale piu ampio,durata del contratto,ecc) ma a me di queste cose interessa il giusto

in parole molte chiare e dirette:

a settembre vedremo se maldini sarà garante o complice :asd:
 

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Come riportato dalla GDS in edicola, la firma di Maldini è stata molto complessa, arrivata dopo giorni di interventi legali, obiezioni, precisazioni. Il grande tema al centro del dibattito è sempre stata l’autonomia, la fiducia totale chiesta da Maldini. Il mondo milanista ha sempre tifato per la firma e sì, anche questo può avere avuto un peso. La volontà di rinnovare c’è sempre stata, da entrambe le parti, ma i presupposti di partenza erano molto diversi. Maldini ha fatto un passo indietro su alcuni punti e sì, la voglia di difendere lo scudetto con la stessa “squadra”del 2021-22 ha prevalso. Per questo, la felicità del 30 giugno apre le porte al lavoro del primo luglio. L'annuncio arriverà oggi.

CorSera: ieri sera, finalmente, la quadra su Maldini. Se la lunga fase di stallo era dovuta a una richiesta di maggiore autonomia da parte di Maldini, diciamo che è stata trovata una soluzione che accontenta tutti. Una cosa però è certa: Maldini dovrà comunque rispondere a un amministratore delegato, che fino a dicembre sarà Ivan Gazidis. La struttura organizzativa resta quindi immutata. E in fondo lo scudetto vinto è la prova del fatto che la strategia operativa fosse quella giusta. Lieto fine? No, fine e basta. Non si doveva arrivare così in là, di certo tutta questa attesa non ha giovato. Botman ha scelto il Newcastle, Sanches sta virando verso il Psg: non c’è controprova, ma la sensazione è che con un management pienamente operativo forse per quei due obiettivi si sarebbe potuto fare di più. L'annuncio potrebbe arrivare tra qualche giorno dopo il CDA

Anche TS sulla stessa lunghezza d'onda: le prime parole rilasciate ieri da Maldini fanno capire le difficoltà. E trapela insoddisfazione. Se sono serviti trenta giorni, o forse più, significa che sul piatto Maldini ha inserito aspetti importanti. Come la durata del contratto, sul quale si è discusso a lungo: due o tre anni? Oggi, si spera, sapremo, ma sembra che si sia arrivati al classico compromesso di due più opzione per il terzo. Maldini ha poi preteso un contratto economicamente da star e fin qui nulla di male. Ma le trattative si sono nuovamente complicate quando si è trattato di decidere ruoli e competenze. La base di partenza è che Gazidis fino a novembre (scadenza del contratto) o come minimo fino a settembre (passaggio ufficiale di proprietà) rimarrà al suo posto. E gerarchicamente non potrà non essere sopra Maldini, anche se l’ex capitano pare abbia ottenuto un po’ più di libertà sul mercato, Certe operazioni non dovranno passare necessariamente al vaglio di Gazidis, anche se grandi dettagli, sull’accordo raggiunto nella tarda serata di ieri, non sono trapelati

Repubblica: Maldini non si è impuntato tanto sull’entità del ritocco dell’ingaggio da 2 milioni lordi l’anno, quanto sulle garanzie di indipendenza. Certo, il contratto biennale con opzione per il terzo anno potrà essere rinsaldato a ottobre, quando il previsto passaggio di proprietà del club dal fondo Elliott della famiglia Singer alla società d’investimento RedBird Capital di Gerry Cardinale permetterà in teoria la promozione di Maldini a fulcro operativo. Fino ad allora la coesistenza nelle forme attuali con Gazidis, scelto da Elliott nel 2018 fino al prossimo novembre, continuerà a segnare il solco tra finanza e campo. Al budget limitato per la campagna acquisti (50 milioni) rischia di aggiungersi il “suggerimento” della sentenza Uefa, attesa anche da Inter, Juventus e Roma, sul vecchio fair-play finanziario. Quando Gazidis lascerà (guadagnando una trentina di milioni, dopo il closing da 1,2 miliardi, percentuale delle azioni ricevute all’assunzione), il suo successore dovrebbe essere nominato da Cardinale con mandato solo economico. Non a caso Maldini avrebbe chiesto invano, secondo le indiscrezioni legali, totale autonomia da ad della parte sportiva: una separazione dei poteri come ai tempi di Barbara Berlusconi e Galliani. Cardinale proverebbe ad accontentare Maldini, ma il nodo è proprio il suo potere. Viene descritto come un duro re dello show business e tuttavia è aiutato da un consistente prestito di Elliott, il cui peso azionario, sia pure in minoranza, postulerebbe un ruolo cruciale nel Cda. La scalata di RedBird viene assimilata a quella della famiglia Glazer al Manchester United nel 2005: a debito, con l’obiettivo realizzato di moltiplicare il valore del club negli anni. A Milano i moltiplicatori sarebbero i diritti tv, pane quotidiano per Cardinale con baseball, hockey su ghiaccio e Ligue 1 (Tolosa), ma soprattutto il nuovo stadio. Lunedì la presentazione della nuova stagione, con Origi in più, ma senza le suggestioni Botman, Sanches e Dybala, e con l’allenatore dei portieri Dida in meno (in Brasile per ragioni personali il candidato è Roma, a Milanello giocatore dal 2009 al 2012). Occhi puntati sul tavolo dei dirigenti: su Maldini e Gazidis.

Il Giornale: c’è la fumata rossonera. Habemus l’accordo tra Maldini ed Elliott In serata le firme. Vicenda grottesca con tutti colpevoli. Paga solo il Milan. Paolo chiedeva più libertà sul mercato. La società ha voluto evitare lo strappo ma resterà la tensione. I rapporti personali, deteriorati dall’intervista di Maldini e dal successivo braccio di ferro con Elliott per la richiesta di maggiori poteri presentata dall’ex capitano, lasceranno il segno. Probabilmente finiranno con il condizionare anche le prossime scelte sul mercato qualora Maldini e Massara dovessero pagare in qualche modo il ritardo operativo accumulato a giugno. Intendiamoci su questo punto a futura memoria: qualunque siano gli esiti di questo giugno “vietnamita”, nessuno godrà di giustificazione alcuna perché tutti i protagonisti avranno sulle spalle la rispettiva quota di colpe. L’accordo contrattuale tormentato del quale si discute da un mese può essere virtualmente considerato il risultato finale di un compromesso inevitabile tra le pesanti richieste di Maldini stesso da un lato, giudicate irricevibili dalla proprietà, e la buona volontà mostrata alla fine del braccio di ferro silenzioso da Elliott-Cardinale alfine dichiarato di evitare lo strappo oltre che la figuraccia di giungere lunedì prossimo 4 luglio, inizio solenne del raduno da campioni d’Italia, senza la presenza di Maldini e Massara al tavolo con Pioli e Gazidis





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Questo è il quadretto completo. Leggete e quotate.
 

jumpy65

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Il Giornale: c’è la fumata rossonera. Habemus l’accordo tra Maldini ed Elliott In serata le firme. Vicenda grottesca con tutti colpevoli. Paga solo il Milan. Paolo chiedeva più libertà sul mercato. La società ha voluto evitare lo strappo ma resterà la tensione. I rapporti personali, deteriorati dall’intervista di Maldini e dal successivo braccio di ferro con Elliott per la richiesta di maggiori poteri presentata dall’ex capitano, lasceranno il segno. Probabilmente finiranno con il condizionare anche le prossime scelte sul mercato qualora Maldini e Massara dovessero pagare in qualche modo il ritardo operativo accumulato a giugno. Intendiamoci su questo punto a futura memoria: qualunque siano gli esiti di questo giugno “vietnamita”, nessuno godrà di giustificazione alcuna perché tutti i protagonisti avranno sulle spalle la rispettiva quota di colpe. L’accordo contrattuale tormentato del quale si discute da un mese può essere virtualmente considerato il risultato finale di un compromesso inevitabile tra le pesanti richieste di Maldini stesso da un lato, giudicate irricevibili dalla proprietà, e la buona volontà mostrata alla fine del braccio di ferro silenzioso da Elliott-Cardinale alfine dichiarato di evitare lo strappo oltre che la figuraccia di giungere lunedì prossimo 4 luglio, inizio solenne del raduno da campioni d’Italia, senza la presenza di Maldini e Massara al tavolo con Pioli e Gazidis
Il Giornale tiene la posizione. Interpretazione molto pessimistica di ciò che è accaduto e che accadrà. Ne esce un quadro irrealistico a mio parere. Quando si parla di top manager non bisogna pensare a gente che fa litigi da bar. Altrimenti non è adatta a quel ruolo.
 
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Riguardate il video.
Paolo ha usato “programmare un Milan VINCENTE” “molto felice” “siamo indietro ma in tempo e recupereremo”.

sono tutte frasi non dovute. Poteva dire “è fatta” e basta. Poi vero che sembrava provato, ma penso più per stanchezza nella negoziazione delle ultime ore più che per la non felicità. Altrimenti non avrebbe detto “giuro che non lo sembro ma lo sono”.
maldini non mente, mai.

quindi non avrà ottenuto tutto, ma ha ottenuto “abbastanza” per ritenersi soddisfatto e questo mi basta.

forza milan!
 
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Concordo sull'idea di non fare contratti più che biennali ai dirigenti. Se fossi proprietario non vorrei che i manager acquisissero troppo potere. A fine anno si valutano i risultati e si rinnova di anno in anno.
Il Milan è rimasta una delle poche società in cui le storie devono essere infinite.
Non è che la persona migliore al momento è al Milan, a volte cambiare è una necessità anche per vedere le cose da un nuovo punto di vista e migliorare su nuovi aspetti.
Vorrei fosse chiaro quale budget hanno Maldini e Massara, gli obiettivi in termini di risultati di prima squadra (scudetto e ottavi di champions?) ma anche di giovanili e crescita vivaio. Hanno stipendi importanti e devono lavorare tanto senza sentirsi immortali e troppo importanti.
 
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