Lodetti:"Pioli piacerebbe a Rocco, ma stile diverso"

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L'ex rossonero Lodetti alla GDS in edicola:

Che penserebbe Rocco di Pioli?

«Gli piacerebbe. Pioli non si esalta, non se la prende, non fa mai discorsi strani. È un moderato e anche Rocco era così, soprattutto se paragonato a Herrera».

Quali caratteristiche in comune?

«Rocco sapeva tenere il gruppo e dava serenità. Quando sapeva che eravamo distratti dalle ragazze, ci prendeva e ci diceva: “Brutto mona, avrai tutto il tempo per le donne, ora fai il calciatore”. Sapeva farlo in modo piacevole e tu finivi per accontentarlo».

In campo invece molte differenze. Giusto?

«Sì, sul campo lo stile è diverso, ma è il calcio a essere cambiato. Ai tempi correvamo io, Trapattoni e l’altra mezzala. Ora corrono tutti, anche se magari non sanno dove vanno. In generale, da noi il vero allenatore era Marino Bergamasco. Rocco creava un nucleo di giocatori e li gestiva. Nel calcio puoi ottenere risultati con le buone maniere; se usi le cattive, i risultati arrivano, ma poi rompi».

Ci racconta un episodio del tempo che oggi non sarebbe mai possibile?

«Quando si usciva da San Siro, si passava in mezzo a 500 persone. Il 15-11-’64, quando segnai due gol nel derby, un interista mi vide e si lamentò in milanese: “Ma guarda quel pirletta qui, non segna mai e ne fa due a noi”. Ve lo immaginate oggi?
 

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Che penserebbe Rocco di Pioli?

«Gli piacerebbe. Pioli non si esalta, non se la prende, non fa mai discorsi strani. È un moderato e anche Rocco era così, soprattutto se paragonato a Herrera».

Quali caratteristiche in comune?

«Rocco sapeva tenere il gruppo e dava serenità. Quando sapeva che eravamo distratti dalle ragazze, ci prendeva e ci diceva: “Brutto mona, avrai tutto il tempo per le donne, ora fai il calciatore”. Sapeva farlo in modo piacevole e tu finivi per accontentarlo».

In campo invece molte differenze. Giusto?

«Sì, sul campo lo stile è diverso, ma è il calcio a essere cambiato. Ai tempi correvamo io, Trapattoni e l’altra mezzala. Ora corrono tutti, anche se magari non sanno dove vanno. In generale, da noi il vero allenatore era Marino Bergamasco. Rocco creava un nucleo di giocatori e li gestiva. Nel calcio puoi ottenere risultati con le buone maniere; se usi le cattive, i risultati arrivano, ma poi rompi».

Ci racconta un episodio del tempo che oggi non sarebbe mai possibile?

«Quando si usciva da San Siro, si passava in mezzo a 500 persone. Il 15-11-’64, quando segnai due gol nel derby, un interista mi vide e si lamentò in milanese: “Ma guarda quel pirletta qui, non segna mai e ne fa due a noi”. Ve lo immaginate oggi?

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«Gli piacerebbe. Pioli non si esalta, non se la prende, non fa mai discorsi strani. È un moderato e anche Rocco era così, soprattutto se paragonato a Herrera».

Quali caratteristiche in comune?

«Rocco sapeva tenere il gruppo e dava serenità. Quando sapeva che eravamo distratti dalle ragazze, ci prendeva e ci diceva: “Brutto mona, avrai tutto il tempo per le donne, ora fai il calciatore”. Sapeva farlo in modo piacevole e tu finivi per accontentarlo».

In campo invece molte differenze. Giusto?

«Sì, sul campo lo stile è diverso, ma è il calcio a essere cambiato. Ai tempi correvamo io, Trapattoni e l’altra mezzala. Ora corrono tutti, anche se magari non sanno dove vanno. In generale, da noi il vero allenatore era Marino Bergamasco. Rocco creava un nucleo di giocatori e li gestiva. Nel calcio puoi ottenere risultati con le buone maniere; se usi le cattive, i risultati arrivano, ma poi rompi».

Ci racconta un episodio del tempo che oggi non sarebbe mai possibile?

«Quando si usciva da San Siro, si passava in mezzo a 500 persone. Il 15-11-’64, quando segnai due gol nel derby, un interista mi vide e si lamentò in milanese: “Ma guarda quel pirletta qui, non segna mai e ne fa due a noi”. Ve lo immaginate oggi?

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