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Infemiera Sacco:"Età media si abbassa. Se il virus entra a Milano...
Il Corriere della Sera in edicola oggi, 26 marzo, ha intervistato un'infermiera del Sacco di Milano. Ecco le dichiarazioni:"Se il Covid-19 entras- se profondo su Milano, sarebbe come un Boieng-747 che si schianta davanti al pronto soccorso. Non ce la faremmo. Servirà ancora una settimana per capire. Qualche settimana fa molti arrivavano con sintomi lievi, o medi, comunque senza “impegno respiratorio”. Oggi sono un po’ meno, ma l’età media s’è abbassata, intorno ai 55/60 anni, anche ragazzi di 30 anni. E quasi tutti hanno bisogno immediato di ossigeno. Febbre che non scende sotto i 38. Lastre bruttissime. In pronto soccorso vedi ovunque persone con cannule, mascherine, caschi.Tutto il sistema sanitario sta dicendo ai malati di restare a casa isolati il più possibile. A volte va bene, ma le persone non si rendono conto di quanto avanza la malattia. Entrano in pronto soccorso con l’ossigeno nel sangue a 90, basso da far spavento. Quaranta atti respiratori al minuto, oltre il doppio del normale: hanno fatto quattro passi e ansimano come se avessero corso. Compensano fino alla fine con i polmoni quasi compromessi. Su 20/25 pazienti che entrano in un turno di 7 ore, almeno 3 o 4, ancor prima di fare il tampone, hanno già bisogno del casco, massimo livello di ossigeno prima dell’intubazione"
"Ce la facciamo? In pronto soccorso “reggiamo” 8-9 caschi, più le mascherine. Hanno creato due aree d’emergenza, anche in astanteria. Ad ogni bocchettone d’ossigeno è attaccato qualcuno. Abbiamo anche i meccanismi per sdoppiare i flussi e assistere due pazienti. Ma la quantità totale d’ossigeno dell’impianto resta quella. Per ora stiamo reggendo".
Il Corriere della Sera in edicola oggi, 26 marzo, ha intervistato un'infermiera del Sacco di Milano. Ecco le dichiarazioni:"Se il Covid-19 entras- se profondo su Milano, sarebbe come un Boieng-747 che si schianta davanti al pronto soccorso. Non ce la faremmo. Servirà ancora una settimana per capire. Qualche settimana fa molti arrivavano con sintomi lievi, o medi, comunque senza “impegno respiratorio”. Oggi sono un po’ meno, ma l’età media s’è abbassata, intorno ai 55/60 anni, anche ragazzi di 30 anni. E quasi tutti hanno bisogno immediato di ossigeno. Febbre che non scende sotto i 38. Lastre bruttissime. In pronto soccorso vedi ovunque persone con cannule, mascherine, caschi.Tutto il sistema sanitario sta dicendo ai malati di restare a casa isolati il più possibile. A volte va bene, ma le persone non si rendono conto di quanto avanza la malattia. Entrano in pronto soccorso con l’ossigeno nel sangue a 90, basso da far spavento. Quaranta atti respiratori al minuto, oltre il doppio del normale: hanno fatto quattro passi e ansimano come se avessero corso. Compensano fino alla fine con i polmoni quasi compromessi. Su 20/25 pazienti che entrano in un turno di 7 ore, almeno 3 o 4, ancor prima di fare il tampone, hanno già bisogno del casco, massimo livello di ossigeno prima dell’intubazione"
"Ce la facciamo? In pronto soccorso “reggiamo” 8-9 caschi, più le mascherine. Hanno creato due aree d’emergenza, anche in astanteria. Ad ogni bocchettone d’ossigeno è attaccato qualcuno. Abbiamo anche i meccanismi per sdoppiare i flussi e assistere due pazienti. Ma la quantità totale d’ossigeno dell’impianto resta quella. Per ora stiamo reggendo".