- Registrato
- 26 Giugno 2018
- Messaggi
- 23,935
- Reaction score
- 21,806
diavoloINme;2360470 ha scritto:E' incredibile come la vita e lo sport sappiano sempre sorprenderci ed emozionarci.
Il mio trasporto verso il calcio sta vivendo una fase calante per colpa delle consuete vicissitudini del calcio italiano che poggia sul 'sistema', per colpa delle lotte degne delle peggior ndrine tra uefa e promotori della superlega e per colpa anche di comportamenti come quelli di donnarumma.
Perfino la Nazionale non sta riuscendo del tutto ad appassionarmi, tant'è che ai 3 gol degli azzurri non ho nemmeno esultato come solitamente si fa in queste occasioni ribaltando divano e/o poltrona.
Ho gioito ovviamente in cuor mio e spero gli azzurri sappiano devastarmi ma faccio fatica ultimamente e riconoscermi nel movimento calcistico italiano e seguo quindi la nazionale ma con relativa freddezza.
Poi però accade che in Danimarca-Finlandia un calciatore, un capitano , un UOMO (ovviamente tutto in maiuscolo) salva una vita a un suo compagno e guida i suoi su come comportarsi passo dopo passo in quegli attimi interminabili e concitati.
Lucido quando non perde la concentrazione su cosa fare nelle prime manovre di soccorso, leader assoluto quando dispone i suoi giocatori a protezione del compagno, commovente quando trova pure la forza di consolare una moglie emotivamente distrutta.
No, non ho bisogno dei donnarumma e dei raiola, non voglio il calcio dei gravina, ceferin , agnelli e perez, lo sport che voglio è un altro.
Lo sport deve raccontare storie e deve emozionarmi, deve educare e trasmettere valori positivi, deve saper farmi sognare in quelle due ore in cui 22 ragazzi rincorrono una palla.
Lo sport è uno spaccato della vita in cui abbiamo tutti quel bisogno quasi antropologico di veder fruttare ciò che abbiamo seminato e la magia sta nella possibilità di racchiudere sogni, speranze, sudore, gioia , dolore e gratificazione tutto in due ore nelle quali 11 giocatori si misurano contro altri 11 giocatori.
In campo poi ognuno fa il suo compito e lo fa con le proprie qualità, che sono diverse tra i vari attori protagonisti, ma il nostro bisogno è di vedere qualcuno sul terreno di gioco che sappia tirare fuori gesta che si innalzano dall'umano per tendere al divino.
Li restiamo estasiati, soddisfatti, appagati, rapiti.
Ieri però non è stata una giocata di Messi a farci emozionare ma è stato un uomo, un uomo discreto e umile, che ci ha insegnato che i veri eroi camminano tra noi e sanno sempre cosa fare nel momento giusto.
Grazie Simon, l'europeo è iniziato da appena due giorni ma ha già decretato il suo vincitore più assoluto.
Grazie per aver salvato una vita.
Grazie per avermi riconciliato con lo sport.
Grazie per i tuoi silenzi pieni.
Mi sono già espresso tante volte su Kjaer.
Fin da subito mi aveva colpito la sua umiltà. Ho avuto subito la sensazione di una persona con carriera sfortunata e grandi vicissitudini, il più delle volte subite e non cercate. Ingiustamente bollato da tanti, a prescindere, come spesso accade.
Quella di ieri sera è la giusta "ricompensa", se così la vogliamo chiamare, per le qualità superiori dell'uomo.
Nonostante quanto sia accaduto non è certo una cosa da celebrare, sono sicuro che Simon ne ha tratto grande soddisfazione morale. Aver contribuito ad aiutare un amico in difficoltà riempie di gioia. E per il lieto fine ci ha riempiti a tutti.
Sapere di avere una persona così in squadra ci aiuta a vedere il Milan, e il calcio, in modo meno diffidente, adesso sappiamo che c'è ancora qualcuno che non vive questo sport solo in funzione di soldi e di sé stesso. Specialmente considerato quanto sta accadendo, inutile scendere nei dettagli.
Anche questo è un segno. E sono sicuro che, se Ibrahimovic è stato determinante per dare un boost alla squadra come gioco e motivazione, forse altrettanto determinante è stato Simon nel portare una professionalità, una serietà e un modo di vivere pieno di umanità e modestia.
Uno dei più grandi acquisti. Non per classe e tecnica, ma per cuore e mentalità.