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Il CorSera in edicola ha intervistato Marco Pacini, tifoso milanista, ex spazzino, e ideatore della coreografia dedicata alla lotta al Covid. Ecco le dichiarazioni:"Eravamo tutti chiusi in casa e ci chiedevamo quando sarebbe stato possibile tornare allo stadio.Si sentivano sirene a tutte le ore e si contavano centinaia di morti. Erano i giorni dei camion con le bare a Bergamo. Peraltro mia sorella è medico di base e il problema in casa lo abbiamo toccato da vicino. L’auspicio era realizzare una coreografia sul tema per la prima gara di cartello della stagione: dopo aver studiato in agosto il calendario dell’anno, inizialmente avremmo voluto allestirla per la gara di Champions con l’Atletico Madrid ma poi abbiamo realizzato che il derby sarebbe stato una vetrina più globale. Un lavoro lungo 4 mesi, autofinanziato, che ha richiesto 4 mila metri quadri di stoffa. 3 mila metri quadri sono serviti per i disegni dei medici e i mille restanti per la scritta “Milano non dimentica”. Noti bene che non c’è nulla di stampato: un ragazzo dei nostri fa i disegni e poi tutto viene colorato a mano.
"I contatti col Milan? Dal momento che insieme al club avevamo fatto in passato donazioni all’Areu avevamo chiesto la disponibilità a collaborare per questa iniziativa. Quando nel campionato scorso il club decise di rimborsare i prezzi dei biglietti e degli abbonamenti tutti noi rinunciammo e versammo l’importo all’Agenzia Regionale Emergenza Urgenza che si occupava di reperire mascherine e respiratori. Alla stessa associazione il club aveva effettuato un’importante donazione. La nostra figura di riferimento all’interno della società è lo Slo (Supporter Liaison Officer: manager che ha lo scopo di facilitare e migliorare la relazione fra il club e i tifosi, ndr). Si chiama Fabio Pansa: abbiamo informato la società che a differenza delle altre occasioni avremmo tralasciato coreografie di sfottò agli interisti e che ci sarebbe piaciuto organizzare qualcosa insieme. Il club si è mostrato subito sensibile e nel video dal contenuto emotivo che ha prodotto ha dedicato una parte delle immagini ai ragazzi della curva che lavorano all’elaborazione degli striscioni"
"Al contrario degli altri derby, quando il contenuto viene tenuto nascosto dai 30 appartenenti del comitato addetto alle coreografie, stavolta era abbastanza noto a tutti. Volevamo rendere omaggio a chi ha combattuto in prima linea e ricordare chi è venuto a mancare in questo periodo. Attorno alla scritta “Grazie” c’è il tracciato del battito cardiaco: un omaggio per chi ci ha riportato alla vita. Voglio ricordare che tanti tifosi della Sud vengono da Brescia e da Bergamo: tutti abbiamo perso un amico o un parente".
"Un modo in più per convincere i negazionisti? Ringraziando i sanitari, abbiamo di fatto dimostrato di sapere che il Covid esiste e bisogna combatterlo. Ma politicamente non vogliamo schierarci, allo stadio c’è il Milan e basta: chi viene in curva deve essere vaccinato o mostrare il tampone. Queste sono le regole".
"I contatti col Milan? Dal momento che insieme al club avevamo fatto in passato donazioni all’Areu avevamo chiesto la disponibilità a collaborare per questa iniziativa. Quando nel campionato scorso il club decise di rimborsare i prezzi dei biglietti e degli abbonamenti tutti noi rinunciammo e versammo l’importo all’Agenzia Regionale Emergenza Urgenza che si occupava di reperire mascherine e respiratori. Alla stessa associazione il club aveva effettuato un’importante donazione. La nostra figura di riferimento all’interno della società è lo Slo (Supporter Liaison Officer: manager che ha lo scopo di facilitare e migliorare la relazione fra il club e i tifosi, ndr). Si chiama Fabio Pansa: abbiamo informato la società che a differenza delle altre occasioni avremmo tralasciato coreografie di sfottò agli interisti e che ci sarebbe piaciuto organizzare qualcosa insieme. Il club si è mostrato subito sensibile e nel video dal contenuto emotivo che ha prodotto ha dedicato una parte delle immagini ai ragazzi della curva che lavorano all’elaborazione degli striscioni"
"Al contrario degli altri derby, quando il contenuto viene tenuto nascosto dai 30 appartenenti del comitato addetto alle coreografie, stavolta era abbastanza noto a tutti. Volevamo rendere omaggio a chi ha combattuto in prima linea e ricordare chi è venuto a mancare in questo periodo. Attorno alla scritta “Grazie” c’è il tracciato del battito cardiaco: un omaggio per chi ci ha riportato alla vita. Voglio ricordare che tanti tifosi della Sud vengono da Brescia e da Bergamo: tutti abbiamo perso un amico o un parente".
"Un modo in più per convincere i negazionisti? Ringraziando i sanitari, abbiamo di fatto dimostrato di sapere che il Covid esiste e bisogna combatterlo. Ma politicamente non vogliamo schierarci, allo stadio c’è il Milan e basta: chi viene in curva deve essere vaccinato o mostrare il tampone. Queste sono le regole".