Ibra, Pioli, Galliani e co. Le dichiarazioni.

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A brevissimo le ennesime dichiarazioni di Ibrahimovic, che presenterà "Adrenalina" alla Triennale. Ci saranno anche Pioli, Galliani e altri ospiti.

Ibra:"Sono felice, la risposta al libro è positiva. È la mia storia, voglio ringraziare le persone che mi hanno accompagnato nella mia carriera. Ora c’è la possibilità di vedere un po’ della mia storia.Devi scegliere la tua strada e credere in te stesso. Si sbaglia e si impara, per me essere perfetti è essere se stessi. Ho avuto successo, se a 40 anni sono ancora qua vuol dire che qualcosa ho fatto bene. L'adrenalina? Mi arriva con gli obiettivi che mi pongo. Ogni giorno mi sveglio con dei dolori, ma con l’adrenalina vado avanti. La rovesciata di ieri mi porta avanti, non ho vinto e mi brucia, non sono felice. Anche questa è adrenalina per la prossima partita. Io ancora decisivo? Dopo l’infortunio che ho avuto che mi ha fatto stare fuori un anno, ho capito che il calcio per me è tutto. Ho paura di smettere perché non so cosa mi aspetta dopo. A Sanremo avevo paura della multa se non mi fossi presentato. Comunque, sto dimostrando che con la mentalità giusta posso fare ancora la differenza. È tutto recupero, voglia che devi avere. Poi ho una mentalità: perché essere normale quando puoi essere migliore. È così. Adrenalina è anche scudetto per il Milan? Sì, è così. Capello? Vi racconto una storia. Entro, c’è il mister che legge la Gazzetta. Gli ho detto: 'Buongiorno mister'. Lui continua a leggere, poi abbassa il giornale ed esce fuori. Lì ho capito chi è il boss. Ha visto tutte le cose che mi mancavano e dove sarei potuto arrivare. Mi metteva tutti i giorni davanti alla porta e mi ha fatto cambiare stile di gioco. Tutti i giorni tiravo 50-60 tiri. Capello mi ha fatto capire come lavorare con così tanti campioni. Non chiedeva rispetto, lo prendeva. Quando entrava nello spogliatoio c’erano Vieira, Cannavaro, Nedved. A quel tempo ibra non era nessuno, ma volevo dimostrare di essere più forte di tutti. Ogni giorno mi allenavo contro Cannavaro e Thuram. Poi quando li passavo c’era Buffon. Era un buon allenamento, mi ha fatto diventare chi sono oggi. Il mio ritorno al Milan? Quando sono arrivato era difficile, però abbiamo messo insieme il gruppo. Tutti hanno capito cosa serve per arrivare agli obiettivi: sacrificio, correre. Abbiamo creato un’atmosfera più che top. Poi c’è stata la pandemia. Ha uno staff fantastico, ho avuto tanti allenatori con staff differenti. Il suo staff è top, il gruppo va verso lo stesso obiettivo. Purtroppo ieri non abbiamo vinto, se facevo due gol vincevamo. Berlusconi? Rapporto molto bello. L’ho salutato in Sardegna, non lo vedevo da anni. Mi ha portato in Italia quando non ero felice a Barcellona. Lo devo ringraziare. Ieri Galliani mi ha mandato un messaggio, era col presidente. Come si fa a vincere lo scudetto? È la mentalità. Come mi alleno così gioco, ogni giorno è una finale. Quando sono arrivato al Milan c’erano altri giocatori, sono arrivato per mettere pressione e tirare fuori l’ultima grande stagione. Ero lì e martellavo, ad alcuni andava bene e ad altri no. È colpa di Capello

Pioli:"Il primo incontro con Ibra? Molto piacevole, ho capito subito chi mi trovavo di fronte. Ci siamo parlati in modo semplici. Mi ha detto 'Mister, tu sei il boss. Io sono sempre disponibile per il bene della squadra'. Il suo arrivo ci ha migliorato. Se ieri fosse stato più in area nel primo tempo avremmo vinto! (ride). Ibra è una persona intelligentissima, è un top in tutto quello che fa. Lo continua a dimostrare. Sono rimasto un po’ male che non mi avete invitato a Sanremo, sono un buon cantante (ride, ndr). Quando smetterà di giocare sicuramente troverà la strada giusta, con la sua capacità di essere sempre al posto giusto troverà la sua strada. Lo scudetto? I miei giocatori fanno bene, dobbiamo andare oltre i nostri limiti. Abbiamo un po’ rallentato ultimamente, ma abbiamo le qualità per lottare fino alla fine. Avere Ibra è un vantaggio? Assolutamente sì. Ho la fortuna di avere uno Zlatan molto maturo, molto attento, sensibile e rispettoso del gruppo. Sa sempre come dire le cose, anche con un tono molto acceso. Ma tutti noi sappiamo che lo fa per migliorare. Quando si parte da questa base tutto viene ben ascoltato. Sui compagni a volte fa più presa quello che dice un giocatore piuttosto che quello che dice l’allenatore

Capello:"Ibra giocava per fare i numeri, come al circo. Poi si è accorto che doveva fare gol, per vincere bisogna fare gol e non l’aveva ancora capito. Quando è arrivato alla Juve è stato un colpo di fortuna che l’ho incontrato nel pre campionato. Andai da Moggi e Giraudo e gli dissi di prenderlo. C’era un ottimo rapporto tra Raiola e la Juve, si è poi dimostrato subito l’ottimo giocatore che pensavamo che fosse. Gli dicevo che aveva i piedi di legno, si fermava a calciare e lo abbiamo corretto un po’. Aveva capito che stava migliorando e tutti i giorni tutti i giorni, anche se ogni tanto lo richiamavo, ha continuato a lavorare ed è diventato quello che è diventato. Aveva grande competitività alla Juve, ha visto il livello alto della squadra e ha pensato di dover diventare meglio degli altri. E ci è riuscito. Quello che ha fatto dopo è la dimostrazione che bisogna avere voglia di migliorarsi. Raiola diceva: 'Occhio che rompe le mani ai portieri' Gli ho risposto: 'Fino ad oggi ha rotto solo i cristalli in palestra. Che ruolo IBra dopo il calco? Da allenatore sarebbe sprecato. Forse un manager all’inglese. Ferguson non allenava, ma decideva tutto quanto. Ibra ha la qualità e la credibilità per farlo. Penso che qualcosa di calcio capisca".


Galliani:"Voglio raccontare il più grande rimpianto. Sarebbe dovuto arrivare nel 2006. Quando la Juve lo cede nell’estate del 2006 va a trovarlo un paio di volte ed avevamo trovato un accordo con Mino. In quel momento il Milan non sapeva se sarebbe andato in Champions, Champions che poi abbiamo vinto. Non sapevamo, gli dicevano che andando in Champions l’avremmo preso. È stata rapida l’Inter, Zlatan è andato lì. Altrimenti sarebbe arrivato da noi 4 anni prima. Con lui sei praticamente sicuro di vincere lo scudetto. Quando è arrivato da noi Zlatan vinceva lo scudetto da 7 anni consecutivi: Ajax, Juventus, Inter, Barcellona. Il presidente Berlusconi voleva vincere lo scudetto ha pensato: 'Non bucherà mica l’ottava volta'. E infatti arriva, e il Milan vince lo scudetto. Un aneddoto? Andiamo la sera a cena. Mi presento in questo ristorante con la carta di credito, che non passa. Non passa neppure la seconda. Zlatan si avvicina: 'Pago io'. L’ho rassicurato: 'Stai sereno, c’è Berlusconi, avrai tutto il tuo stipendio'. Dopo il contratto di Zlatan la carta del Milan non passava. Aneddoto? Giochiamo con l’Arsenal. Vinciamo l’andata 4-0, e metto nella testa di Allegri di portare in panchina 2 portieri. Ritorno partita terrificante, perdiamo 3-0 ma ci qualifichiamo. Tutti felici, ma entra negli spogliatoi Zlatan ed urla come un pazzo, quasi mena Max Allegri che aveva messo due portieri in panchina. Non è mai contento, non si accontenta mai. Vuole sempre il massimo. Ibra se pareggia o arriva secondo si incazza come una iena. La sua più grande qualità sia questa cosa qui, di non essere mai soddisfatto con sé stesso e con gli altri. Ho avuto la fortuna di stare al Milan per 31 anni, abbiamo avuto giocatori immensi, con Capello in panchina abbiamo vinto 4 scudetti in 5 anni. Giocatori immensi: Van Basten, Gullit, Baresi, Maldini, Ancelotti, Tassotti. Tecnicamente per me Van Basten era la madonna, quando lo vedo mi inginocchio. Purtroppo una caviglia l’ha fermato a 28 anni. È passato di tutto al Milan, ma nessuno secondo me aveva la forza mentale di Zlatan Ibrahimovic. Questo è il mio pensiero".

Berlusconi:"Il libro che presentate oggi dimostra che Zlatan non è solo un grande campione dello sport ma anche della vita. Ha una media di 0,6 gol a partita, una media straordinaria. Il primo gol risale al 30 ottobre 99, l’ultimo a ieri. L’ho visto, è stato un gol che solo Ibrahimovic poteva segnare. 40 anni vissuti sempre con la voglia di dare il massimo. Mi ricordo con commozione di quando indossò la prima volta la maglia del Milan. Sento di avere con lui un rapporto di affetto. Quest’estate in Sardegna abbiamo parlato dei suoi prossimi obiettivi che sicuramente riuscirà a concretizzare. Gli auguro successo, sono sicuro che riuscirà a raggiungere tutti i traguardi che si porrà. Sei stato e sei ancora un grande campione. Ti vogliamo tanto bene".
 
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A brevissimo le ennesime dichiarazioni di Ibrahimovic, che presenterà "Adrenalina" alla Triennale. Ci saranno anche Pioli, Galliani e altri ospiti.

Ibra:Sono felice, la risposta al libro è positiva. È la mia storia, voglio ringraziare le persone che mi hanno accompagnato nella mia carriera. Ora c’è la possibilità di vedere un po’ della mia storia.Devi scegliere la tua strada e credere in te stesso. Si sbaglia e si impara, per me essere perfetti è essere se stessi. Ho avuto successo, se a 40 anni sono ancora qua vuol dire che qualcosa ho fatto bene".

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Ibra:Sono felice, la risposta al libro è positiva. È la mia storia, voglio ringraziare le persone che mi hanno accompagnato nella mia carriera. Ora c’è la possibilità di vedere un po’ della mia storia.Devi scegliere la tua strada e credere in te stesso. Si sbaglia e si impara, per me essere perfetti è essere se stessi. Ho avuto successo, se a 40 anni sono ancora qua vuol dire che qualcosa ho fatto bene".

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BASTA!
 

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A brevissimo le ennesime dichiarazioni di Ibrahimovic, che presenterà "Adrenalina" alla Triennale. Ci saranno anche Pioli, Galliani e altri ospiti.

Ibra:Sono felice, la risposta al libro è positiva. È la mia storia, voglio ringraziare le persone che mi hanno accompagnato nella mia carriera. Ora c’è la possibilità di vedere un po’ della mia storia.Devi scegliere la tua strada e credere in te stesso. Si sbaglia e si impara, per me essere perfetti è essere se stessi. Ho avuto successo, se a 40 anni sono ancora qua vuol dire che qualcosa ho fatto bene".

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Perchè non ci manda il maiale a presentare il libro?
 

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Ibra:"Sono felice, la risposta al libro è positiva. È la mia storia, voglio ringraziare le persone che mi hanno accompagnato nella mia carriera. Ora c’è la possibilità di vedere un po’ della mia storia.Devi scegliere la tua strada e credere in te stesso. Si sbaglia e si impara, per me essere perfetti è essere se stessi. Ho avuto successo, se a 40 anni sono ancora qua vuol dire che qualcosa ho fatto bene. L'adrenalina? Mi arriva con gli obiettivi che mi pongo. Ogni giorno mi sveglio con dei dolori, ma con l’adrenalina vado avanti. La rovesciata di ieri mi porta avanti, non ho vinto e mi brucia, non sono felice. Anche questa è adrenalina per la prossima partita. Io ancora decisivo? Dopo l’infortunio che ho avuto che mi ha fatto stare fuori un anno, ho capito che il calcio per me è tutto. Ho paura di smettere perché non so cosa mi aspetta dopo. A Sanremo avevo paura della multa se non mi fossi presentato. Comunque, sto dimostrando che con la mentalità giusta posso fare ancora la differenza. È tutto recupero, voglia che devi avere. Poi ho una mentalità: perché essere normale quando puoi essere migliore. È così".

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Ibra:"Sono felice, la risposta al libro è positiva. È la mia storia, voglio ringraziare le persone che mi hanno accompagnato nella mia carriera. Ora c’è la possibilità di vedere un po’ della mia storia.Devi scegliere la tua strada e credere in te stesso. Si sbaglia e si impara, per me essere perfetti è essere se stessi. Ho avuto successo, se a 40 anni sono ancora qua vuol dire che qualcosa ho fatto bene. L'adrenalina? Mi arriva con gli obiettivi che mi pongo. Ogni giorno mi sveglio con dei dolori, ma con l’adrenalina vado avanti. La rovesciata di ieri mi porta avanti, non ho vinto e mi brucia, non sono felice. Anche questa è adrenalina per la prossima partita. Io ancora decisivo? Dopo l’infortunio che ho avuto che mi ha fatto stare fuori un anno, ho capito che il calcio per me è tutto. Ho paura di smettere perché non so cosa mi aspetta dopo. A Sanremo avevo paura della multa se non mi fossi presentato. Comunque, sto dimostrando che con la mentalità giusta posso fare ancora la differenza. È tutto recupero, voglia che devi avere. Poi ho una mentalità: perché essere normale quando puoi essere migliore. È così. Adrenalina è anche scudetto per il Milan? Sì, è così. Capello? Vi racconto una storia. Entro, c’è il mister che legge la Gazzetta. Gli ho detto: 'Buongiorno mister'. Lui continua a leggere, poi abbassa il giornale ed esce fuori. Lì ho capito chi è il boss. Ha visto tutte le cose che mi mancavano e dove sarei potuto arrivare. Mi metteva tutti i giorni davanti alla porta e mi ha fatto cambiare stile di gioco. Tutti i giorni tiravo 50-60 tiri. Capello mi ha fatto capire come lavorare con così tanti campioni. Non chiedeva rispetto, lo prendeva. Quando entrava nello spogliatoio c’erano Vieira, Cannavaro, Nedved. A quel tempo ibra non era nessuno, ma volevo dimostrare di essere più forte di tutti. Ogni giorno mi allenavo contro Cannavaro e Thuram. Poi quando li passavo c’era Buffon. Era un buon allenamento, mi ha fatto diventare chi sono oggi".

Capello:"Ibra giocava per fare i numeri, come al circo. Poi si è accorto che doveva fare gol, per vincere bisogna fare gol e non l’aveva ancora capito. Quando è arrivato alla Juve è stato un colpo di fortuna che l’ho incontrato nel pre campionato. Andai da Moggi e Giraudo e gli dissi di prenderlo. C’era un ottimo rapporto tra Raiola e la Juve, si è poi dimostrato subito l’ottimo giocatore che pensavamo che fosse. Gli dicevo che aveva i piedi di legno, si fermava a calciare e lo abbiamo corretto un po’. Aveva capito che stava migliorando e tutti i giorni tutti i giorni, anche se ogni tanto lo richiamavo, ha continuato a lavorare ed è diventato quello che è diventato. Aveva grande competitività alla Juve, ha visto il livello alto della squadra e ha pensato di dover diventare meglio degli altri. E ci è riuscito. Quello che ha fatto dopo è la dimostrazione che bisogna avere voglia di migliorarsi. Raiola diceva: 'Occhio che rompe le mani ai portieri' Gli ho risposto: 'Fino ad oggi ha rotto solo i cristalli in palestra

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Pioli:"Il primo incontro con Ibra? Molto piacevole, ho capito subito chi mi trovavo di fronte. Ci siamo parlati in modo semplici. Mi ha detto 'Mister, tu sei il boss. Io sono sempre disponibile per il bene della squadra'. Il suo arrivo ci ha migliorato".

Capello:"Ibra giocava per fare i numeri, come al circo. Poi si è accorto che doveva fare gol, per vincere bisogna fare gol e non l’aveva ancora capito. Quando è arrivato alla Juve è stato un colpo di fortuna che l’ho incontrato nel pre campionato. Andai da Moggi e Giraudo e gli dissi di prenderlo. C’era un ottimo rapporto tra Raiola e la Juve, si è poi dimostrato subito l’ottimo giocatore che pensavamo che fosse. Gli dicevo che aveva i piedi di legno, si fermava a calciare e lo abbiamo corretto un po’. Aveva capito che stava migliorando e tutti i giorni tutti i giorni, anche se ogni tanto lo richiamavo, ha continuato a lavorare ed è diventato quello che è diventato. Aveva grande competitività alla Juve, ha visto il livello alto della squadra e ha pensato di dover diventare meglio degli altri. E ci è riuscito. Quello che ha fatto dopo è la dimostrazione che bisogna avere voglia di migliorarsi. Raiola diceva: 'Occhio che rompe le mani ai portieri' Gli ho risposto: 'Fino ad oggi ha rotto solo i cristalli in palestra. Che ruolo IBra dopo il calco? Da allenatore sarebbe sprecato. Forse un manager all’inglese. Ferguson non allenava, ma decideva tutto quanto. Ibra ha la qualità e la credibilità per farlo. Penso che qualcosa di calcio capisca".


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Pioli:"Il primo incontro con Ibra? Molto piacevole, ho capito subito chi mi trovavo di fronte. Ci siamo parlati in modo semplici. Mi ha detto 'Mister, tu sei il boss. Io sono sempre disponibile per il bene della squadra'. Il suo arrivo ci ha migliorato. Se ieri fosse stato più in area nel primo tempo avremmo vinto! (ride). Ibra è una persona intelligentissima, è un top in tutto quello che fa. Lo continua a dimostrare. Sono rimasto un po’ male che non mi avete invitato a Sanremo, sono un buon cantante (ride, ndr). Quando smetterà di giocare sicuramente troverà la strada giusta, con la sua capacità di essere sempre al posto giusto troverà la sua strada. Lo scudetto? I miei giocatori fanno bene, dobbiamo andare oltre i nostri limiti. Abbiamo un po’ rallentato ultimamente, ma abbiamo le qualità per lottare fino alla fine. Avere Ibra è un vantaggio? Assolutamente sì. Ho la fortuna di avere uno Zlatan molto maturo, molto attento, sensibile e rispettoso del gruppo. Sa sempre come dire le cose, anche con un tono molto acceso. Ma tutti noi sappiamo che lo fa per migliorare. Quando si parte da questa base tutto viene ben ascoltato. Sui compagni a volte fa più presa quello che dice un giocatore piuttosto che quello che dice l’allenatore

Capello:"Ibra giocava per fare i numeri, come al circo. Poi si è accorto che doveva fare gol, per vincere bisogna fare gol e non l’aveva ancora capito. Quando è arrivato alla Juve è stato un colpo di fortuna che l’ho incontrato nel pre campionato. Andai da Moggi e Giraudo e gli dissi di prenderlo. C’era un ottimo rapporto tra Raiola e la Juve, si è poi dimostrato subito l’ottimo giocatore che pensavamo che fosse. Gli dicevo che aveva i piedi di legno, si fermava a calciare e lo abbiamo corretto un po’. Aveva capito che stava migliorando e tutti i giorni tutti i giorni, anche se ogni tanto lo richiamavo, ha continuato a lavorare ed è diventato quello che è diventato. Aveva grande competitività alla Juve, ha visto il livello alto della squadra e ha pensato di dover diventare meglio degli altri. E ci è riuscito. Quello che ha fatto dopo è la dimostrazione che bisogna avere voglia di migliorarsi. Raiola diceva: 'Occhio che rompe le mani ai portieri' Gli ho risposto: 'Fino ad oggi ha rotto solo i cristalli in palestra. Che ruolo IBra dopo il calco? Da allenatore sarebbe sprecato. Forse un manager all’inglese. Ferguson non allenava, ma decideva tutto quanto. Ibra ha la qualità e la credibilità per farlo. Penso che qualcosa di calcio capisca".


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Pioli:"Il primo incontro con Ibra? Molto piacevole, ho capito subito chi mi trovavo di fronte. Ci siamo parlati in modo semplici. Mi ha detto 'Mister, tu sei il boss. Io sono sempre disponibile per il bene della squadra'. Il suo arrivo ci ha migliorato. Se ieri fosse stato più in area nel primo tempo avremmo vinto! (ride). Ibra è una persona intelligentissima, è un top in tutto quello che fa. Lo continua a dimostrare. Sono rimasto un po’ male che non mi avete invitato a Sanremo, sono un buon cantante (ride, ndr). Quando smetterà di giocare sicuramente troverà la strada giusta, con la sua capacità di essere sempre al posto giusto troverà la sua strada. Lo scudetto? I miei giocatori fanno bene, dobbiamo andare oltre i nostri limiti. Abbiamo un po’ rallentato ultimamente, ma abbiamo le qualità per lottare fino alla fine. Avere Ibra è un vantaggio? Assolutamente sì. Ho la fortuna di avere uno Zlatan molto maturo, molto attento, sensibile e rispettoso del gruppo. Sa sempre come dire le cose, anche con un tono molto acceso. Ma tutti noi sappiamo che lo fa per migliorare. Quando si parte da questa base tutto viene ben ascoltato. Sui compagni a volte fa più presa quello che dice un giocatore piuttosto che quello che dice l’allenatore

Capello:"Ibra giocava per fare i numeri, come al circo. Poi si è accorto che doveva fare gol, per vincere bisogna fare gol e non l’aveva ancora capito. Quando è arrivato alla Juve è stato un colpo di fortuna che l’ho incontrato nel pre campionato. Andai da Moggi e Giraudo e gli dissi di prenderlo. C’era un ottimo rapporto tra Raiola e la Juve, si è poi dimostrato subito l’ottimo giocatore che pensavamo che fosse. Gli dicevo che aveva i piedi di legno, si fermava a calciare e lo abbiamo corretto un po’. Aveva capito che stava migliorando e tutti i giorni tutti i giorni, anche se ogni tanto lo richiamavo, ha continuato a lavorare ed è diventato quello che è diventato. Aveva grande competitività alla Juve, ha visto il livello alto della squadra e ha pensato di dover diventare meglio degli altri. E ci è riuscito. Quello che ha fatto dopo è la dimostrazione che bisogna avere voglia di migliorarsi. Raiola diceva: 'Occhio che rompe le mani ai portieri' Gli ho risposto: 'Fino ad oggi ha rotto solo i cristalli in palestra. Che ruolo IBra dopo il calco? Da allenatore sarebbe sprecato. Forse un manager all’inglese. Ferguson non allenava, ma decideva tutto quanto. Ibra ha la qualità e la credibilità per farlo. Penso che qualcosa di calcio capisca".


Galliani:"Voglio raccontare il più grande rimpianto. Sarebbe dovuto arrivare nel 2006. Quando la Juve lo cede nell’estate del 2006 va a trovarlo un paio di volte ed avevamo trovato un accordo con Mino. In quel momento il Milan non sapeva se sarebbe andato in Champions, Champions che poi abbiamo vinto. Non sapevamo, gli dicevano che andando in Champions l’avremmo preso. È stata rapida l’Inter, Zlatan è andato lì. Altrimenti sarebbe arrivato da noi 4 anni prima. Con lui sei praticamente sicuro di vincere lo scudetto. Quando è arrivato da noi Zlatan vinceva lo scudetto da 7 anni consecutivi: Ajax, Juventus, Inter, Barcellona. Il presidente Berlusconi voleva vincere lo scudetto ha pensato: 'Non bucherà mica l’ottava volta'. E infatti arriva, e il Milan vince lo scudetto. Un aneddoto? Andiamo la sera a cena. Mi presento in questo ristorante con la carta di credito, che non passa. Non passa neppure la seconda. Zlatan si avvicina: 'Pago io'. L’ho rassicurato: 'Stai sereno, c’è Berlusconi, avrai tutto il tuo stipendio'. Dopo il contratto di Zlatan la carta del Milan non passava)".


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