Ibra Milan: legame forte. Ma per il futuro...

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Come riportato dalla GDS in edicola, il legame tra Ibra e il Milan è sempre molto forte come testimoniato dalla visita di ieri a Milanello. Per ora, non farà il dirigente del Milan. Ma Ibra non è uomo da divano e Playstation. Presto vorrà impegnarsi. In passato si è parlato di un ruolo da club manager, ora affidato a Marangon. In futuro, se il Milan vedrà sviluppi, chissà...Ibra è uno che stupisce. Potrebbe decidere di fare l'agente, ma anche l'imprenditore. Oppure anche il dirigente o l'allenatore.


Repubblica: Pioli, plenipotenziario a Milanello e molto consultato per il mercato, non ha bisogno di tutori. Tuttavia è diventato difficile non ricollegare alla sconfitta la presenza di un personaggio così carismatico (e ingombrante) come Ibrahimovic. Che invece di tornare in Svezia ha scelto di vivere a Milano (i due figli giocano a calcio: il sedi- cenne Maximilian nell’Under 18 rossonera). Imprenditore delle startup, socio in varie attività sportive e possibile collaboratore del procuratore Enzo Raiola cugino dello scomparso Mino suo mentore, Ibra è milanista vero e non creerebbe mai un fastidio alla squadra. Di sicuro il ruolo di club manager e motivatore gli starebbe stretto, data la sua fortissima personalità, e quello di uomo mercato, sopra Moncada e D’Ottavio e succedendo all’amico Maldini, non pare conciliabile con la politica del club.


Tuttosport: la presenza di Zlatan Ibrahimovic a Milanello è sempre una notizia. L’ex centravanti rossonero, ritiratosi al termine della passata stagione, ieri ha assistito alla rifinitura degli ex compagni in vista della partita odierna contro il Newcastle e ha avuto una serie di colloqui singoli con alcuni giocatori, oltre a essersi intrattenuto con Stefano Pioli e con Giorgio Furlani (l’ad era presente a bordocampo durante l’ultimo allenamento, prima dell’esordio in Champions League). Come ovvio che fosse, tra la pesantissima sconfitta del derby e la prima partita del girone di Champions, la comparsa di Ibrahimovic ha dato adito a diverse speculazioni su quanto lo svedese possa mancare all’interno dei sacri muri dello spogliatoio e, di conseguenza, nella quotidianità del Milan. In realtà è stato lo stesso Stefano Pioli a spiegare il timing della presenza di Ibra al centro sportivo milanista: «La visita di Zlatan era prevista per venerdì, ma ha avuto degli impegni ed è stata spostata. Penso che abbia parlato individualmente con alcuni dei ragazzi. Poi con me ha parlato di tante cose, specie dei nuovi giocatori e poi di cose nostre. Sappiamo quanto sia stato importante per il nostro percorso. La sua presenza è stata positiva per tutti e ha fatto piacere a me, alla dirigenza e ai ragazzi».

Ed effettivamente le cose sono andate così, visto che Zlatan, venerdì sera, era in campo a Lubiana per una partita di beneficenza per raccogliere fondi da destinare alle vittime dell’alluvione che ha travolto la Slovenia nei giorni scorsi. Ibra è stato invitato, così come tutte le leggende presenti, personalmente dal presidente dell’Uefa, Aleksander Ceferin. La partita, per la cronaca, è finita per 1-1 con gol su rigore proprio di Ibrahimovic e dell’altro ex bomber milanista, Andriy Shevchenko. Ovviamente, guardando all’aspetto mistico e motivazionale del ritorno di Ibrahimovic a Milanello per la prima volta dopo il ritiro, c’è quella sensazione che Zlatan abbia anche caricato i giocatori del Milan in vista della partita di oggi contro il Newcastle, che potrebbe rappresentare già uno snodo importante nel cammino europeo del Milan. Fikayo Tomori, che tornerà titolare al centro della difesa e presente in conferenza stampa insieme con Pioli, ha parlato a sua volta della visita di Ibrahimovic: «Bello rivederlo, grande uomo, ci dà fiducia, ci rispetta, è stato un piacere perché lui è uno dei nostri. È stato un piacere e un onore lavorare con lui». Non è dato sapere se Ibrahimovic sarà presente questa sera a San Siro, ma in ogni caso, anche qualora dovesse essere davanti alla televisione, farà sicuramente il tifo per il suo Milan che gli ha sempre lasciato le porte aperte per un eventuale futuro in società. Zlatan, al momento, è impegnato nello sviluppo delle attività che ha avviato in maniera parallela alla sua carriera da calciatore, ma non è da escludere che - più avanti - possa prendere in considerazione l’ipotesi di entrare a far parte della dirigenza milanista. Una risorsa così, sotto tanti punti di vista, è da (ri)mettersi in casa e la prova la si è avuta con le parole dello stesso Zlatan ai giocatori quando è iniziato l’allenamento: «Dai, dai, dai . Positivi. Energia oh!». Poche parole ma dal solito, grande, impatto emotivo. Questo momento di difficoltà sarà il primo, vero, banco di prova per il Milan orfano dello svedese e dell’altro totem che ha lasciato il club a giugno, ovvero Paolo Maldini. Tutti saranno chiamati a una reazione post-derby, nel solco dell’insegnamento che Ibrahimovic ha predicato dal 2019 - quando decise di tornare per “salvare” il Milan dallo smarrimento - fino a tre mesi fa quando, anche da infortunato, continuava a essere una delle stelle polari dello spogliatoio.
 

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Come riportato dalla GDS in edicola, il legame tra Ibra e il Milan è sempre molto forte come testimoniato dalla visita di ieri a Milanello. Per ora, non farà il dirigente del Milan. Ma Ibra non è uomo da divano e Playstation. Presto vorrà impegnarsi. In passato si è parlato di un ruolo da club manager, ora affidato a Marangon. In futuro, se il Milan vedrà sviluppi, chissà...Ibra è uno che stupisce. Potrebbe decidere di fare l'agente, ma anche l'imprenditore. Oppure anche il dirigente o l'allenatore.

Tuttosport: la presenza di Zlatan Ibrahimovic a Milanello è sempre una notizia. L’ex centravanti rossonero, ritiratosi al termine della passata stagione, ieri ha assistito alla rifinitura degli ex compagni in vista della partita odierna contro il Newcastle e ha avuto una serie di colloqui singoli con alcuni giocatori, oltre a essersi intrattenuto con Stefano Pioli e con Giorgio Furlani (l’ad era presente a bordocampo durante l’ultimo allenamento, prima dell’esordio in Champions League). Come ovvio che fosse, tra la pesantissima sconfitta del derby e la prima partita del girone di Champions, la comparsa di Ibrahimovic ha dato adito a diverse speculazioni su quanto lo svedese possa mancare all’interno dei sacri muri dello spogliatoio e, di conseguenza, nella quotidianità del Milan. In realtà è stato lo stesso Stefano Pioli a spiegare il timing della presenza di Ibra al centro sportivo milanista: «La visita di Zlatan era prevista per venerdì, ma ha avuto degli impegni ed è stata spostata. Penso che abbia parlato individualmente con alcuni dei ragazzi. Poi con me ha parlato di tante cose, specie dei nuovi giocatori e poi di cose nostre. Sappiamo quanto sia stato importante per il nostro percorso. La sua presenza è stata positiva per tutti e ha fatto piacere a me, alla dirigenza e ai ragazzi».

Ed effettivamente le cose sono andate così, visto che Zlatan, venerdì sera, era in campo a Lubiana per una partita di beneficenza per raccogliere fondi da destinare alle vittime dell’alluvione che ha travolto la Slovenia nei giorni scorsi. Ibra è stato invitato, così come tutte le leggende presenti, personalmente dal presidente dell’Uefa, Aleksander Ceferin. La partita, per la cronaca, è finita per 1-1 con gol su rigore proprio di Ibrahimovic e dell’altro ex bomber milanista, Andriy Shevchenko. Ovviamente, guardando all’aspetto mistico e motivazionale del ritorno di Ibrahimovic a Milanello per la prima volta dopo il ritiro, c’è quella sensazione che Zlatan abbia anche caricato i giocatori del Milan in vista della partita di oggi contro il Newcastle, che potrebbe rappresentare già uno snodo importante nel cammino europeo del Milan. Fikayo Tomori, che tornerà titolare al centro della difesa e presente in conferenza stampa insieme con Pioli, ha parlato a sua volta della visita di Ibrahimovic: «Bello rivederlo, grande uomo, ci dà fiducia, ci rispetta, è stato un piacere perché lui è uno dei nostri. È stato un piacere e un onore lavorare con lui». Non è dato sapere se Ibrahimovic sarà presente questa sera a San Siro, ma in ogni caso, anche qualora dovesse essere davanti alla televisione, farà sicuramente il tifo per il suo Milan che gli ha sempre lasciato le porte aperte per un eventuale futuro in società. Zlatan, al momento, è impegnato nello sviluppo delle attività che ha avviato in maniera parallela alla sua carriera da calciatore, ma non è da escludere che - più avanti - possa prendere in considerazione l’ipotesi di entrare a far parte della dirigenza milanista. Una risorsa così, sotto tanti punti di vista, è da (ri)mettersi in casa e la prova la si è avuta con le parole dello stesso Zlatan ai giocatori quando è iniziato l’allenamento: «Dai, dai, dai . Positivi. Energia oh!». Poche parole ma dal solito, grande, impatto emotivo. Questo momento di difficoltà sarà il primo, vero, banco di prova per il Milan orfano dello svedese e dell’altro totem che ha lasciato il club a giugno, ovvero Paolo Maldini. Tutti saranno chiamati a una reazione post-derby, nel solco dell’insegnamento che Ibrahimovic ha predicato dal 2019 - quando decise di tornare per “salvare” il Milan dallo smarrimento - fino a tre mesi fa quando, anche da infortunato, continuava a essere una delle stelle polari dello spogliatoio.

Tuttosport: la presenza di Zlatan Ibrahimovic a Milanello è sempre una notizia. L’ex centravanti rossonero, ritiratosi al termine della passata stagione, ieri ha assistito alla rifinitura degli ex compagni in vista della partita odierna contro il Newcastle e ha avuto una serie di colloqui singoli con alcuni giocatori, oltre a essersi intrattenuto con Stefano Pioli e con Giorgio Furlani (l’ad era presente a bordocampo durante l’ultimo allenamento, prima dell’esordio in Champions League). Come ovvio che fosse, tra la pesantissima sconfitta del derby e la prima partita del girone di Champions, la comparsa di Ibrahimovic ha dato adito a diverse speculazioni su quanto lo svedese possa mancare all’interno dei sacri muri dello spogliatoio e, di conseguenza, nella quotidianità del Milan. In realtà è stato lo stesso Stefano Pioli a spiegare il timing della presenza di Ibra al centro sportivo milanista: «La visita di Zlatan era prevista per venerdì, ma ha avuto degli impegni ed è stata spostata. Penso che abbia parlato individualmente con alcuni dei ragazzi. Poi con me ha parlato di tante cose, specie dei nuovi giocatori e poi di cose nostre. Sappiamo quanto sia stato importante per il nostro percorso. La sua presenza è stata positiva per tutti e ha fatto piacere a me, alla dirigenza e ai ragazzi».

Ed effettivamente le cose sono andate così, visto che Zlatan, venerdì sera, era in campo a Lubiana per una partita di beneficenza per raccogliere fondi da destinare alle vittime dell’alluvione che ha travolto la Slovenia nei giorni scorsi. Ibra è stato invitato, così come tutte le leggende presenti, personalmente dal presidente dell’Uefa, Aleksander Ceferin. La partita, per la cronaca, è finita per 1-1 con gol su rigore proprio di Ibrahimovic e dell’altro ex bomber milanista, Andriy Shevchenko. Ovviamente, guardando all’aspetto mistico e motivazionale del ritorno di Ibrahimovic a Milanello per la prima volta dopo il ritiro, c’è quella sensazione che Zlatan abbia anche caricato i giocatori del Milan in vista della partita di oggi contro il Newcastle, che potrebbe rappresentare già uno snodo importante nel cammino europeo del Milan. Fikayo Tomori, che tornerà titolare al centro della difesa e presente in conferenza stampa insieme con Pioli, ha parlato a sua volta della visita di Ibrahimovic: «Bello rivederlo, grande uomo, ci dà fiducia, ci rispetta, è stato un piacere perché lui è uno dei nostri. È stato un piacere e un onore lavorare con lui». Non è dato sapere se Ibrahimovic sarà presente questa sera a San Siro, ma in ogni caso, anche qualora dovesse essere davanti alla televisione, farà sicuramente il tifo per il suo Milan che gli ha sempre lasciato le porte aperte per un eventuale futuro in società. Zlatan, al momento, è impegnato nello sviluppo delle attività che ha avviato in maniera parallela alla sua carriera da calciatore, ma non è da escludere che - più avanti - possa prendere in considerazione l’ipotesi di entrare a far parte della dirigenza milanista. Una risorsa così, sotto tanti punti di vista, è da (ri)mettersi in casa e la prova la si è avuta con le parole dello stesso Zlatan ai giocatori quando è iniziato l’allenamento: «Dai, dai, dai . Positivi. Energia oh!». Poche parole ma dal solito, grande, impatto emotivo. Questo momento di difficoltà sarà il primo, vero, banco di prova per il Milan orfano dello svedese e dell’altro totem che ha lasciato il club a giugno, ovvero Paolo Maldini. Tutti saranno chiamati a una reazione post-derby, nel solco dell’insegnamento che Ibrahimovic ha predicato dal 2019 - quando decise di tornare per “salvare” il Milan dallo smarrimento - fino a tre mesi fa quando, anche da infortunato, continuava a essere una delle stelle polari dello spogliatoio.
 

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Repubblica: Pioli, plenipotenziario a Milanello e molto consultato per il mercato, non ha bisogno di tutori. Tuttavia è diventato difficile non ricollegare alla sconfitta la presenza di un personaggio così carismatico (e ingombrante) come Ibrahimovic. Che invece di tornare in Svezia ha scelto di vivere a Milano (i due figli giocano a calcio: il sedi- cenne Maximilian nell’Under 18 rossonera). Imprenditore delle startup, socio in varie attività sportive e possibile collaboratore del procuratore Enzo Raiola cugino dello scomparso Mino suo mentore, Ibra è milanista vero e non creerebbe mai un fastidio alla squadra. Di sicuro il ruolo di club manager e motivatore gli starebbe stretto, data la sua fortissima personalità, e quello di uomo mercato, sopra Moncada e D’Ottavio e succedendo all’amico Maldini, non pare conciliabile con la politica del club.
 

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Come riportato dalla GDS in edicola, il legame tra Ibra e il Milan è sempre molto forte come testimoniato dalla visita di ieri a Milanello. Per ora, non farà il dirigente del Milan. Ma Ibra non è uomo da divano e Playstation. Presto vorrà impegnarsi. In passato si è parlato di un ruolo da club manager, ora affidato a Marangon. In futuro, se il Milan vedrà sviluppi, chissà...Ibra è uno che stupisce. Potrebbe decidere di fare l'agente, ma anche l'imprenditore. Oppure anche il dirigente o l'allenatore.

Repubblica: Pioli, plenipotenziario a Milanello e molto consultato per il mercato, non ha bisogno di tutori. Tuttavia è diventato difficile non ricollegare alla sconfitta la presenza di un personaggio così carismatico (e ingombrante) come Ibrahimovic. Che invece di tornare in Svezia ha scelto di vivere a Milano (i due figli giocano a calcio: il sedi- cenne Maximilian nell’Under 18 rossonera). Imprenditore delle startup, socio in varie attività sportive e possibile collaboratore del procuratore Enzo Raiola cugino dello scomparso Mino suo mentore, Ibra è milanista vero e non creerebbe mai un fastidio alla squadra. Di sicuro il ruolo di club manager e motivatore gli starebbe stretto, data la sua fortissima personalità, e quello di uomo mercato, sopra Moncada e D’Ottavio e succedendo all’amico Maldini, non pare conciliabile con la politica del club.


Tuttosport: la presenza di Zlatan Ibrahimovic a Milanello è sempre una notizia. L’ex centravanti rossonero, ritiratosi al termine della passata stagione, ieri ha assistito alla rifinitura degli ex compagni in vista della partita odierna contro il Newcastle e ha avuto una serie di colloqui singoli con alcuni giocatori, oltre a essersi intrattenuto con Stefano Pioli e con Giorgio Furlani (l’ad era presente a bordocampo durante l’ultimo allenamento, prima dell’esordio in Champions League). Come ovvio che fosse, tra la pesantissima sconfitta del derby e la prima partita del girone di Champions, la comparsa di Ibrahimovic ha dato adito a diverse speculazioni su quanto lo svedese possa mancare all’interno dei sacri muri dello spogliatoio e, di conseguenza, nella quotidianità del Milan. In realtà è stato lo stesso Stefano Pioli a spiegare il timing della presenza di Ibra al centro sportivo milanista: «La visita di Zlatan era prevista per venerdì, ma ha avuto degli impegni ed è stata spostata. Penso che abbia parlato individualmente con alcuni dei ragazzi. Poi con me ha parlato di tante cose, specie dei nuovi giocatori e poi di cose nostre. Sappiamo quanto sia stato importante per il nostro percorso. La sua presenza è stata positiva per tutti e ha fatto piacere a me, alla dirigenza e ai ragazzi».

Ed effettivamente le cose sono andate così, visto che Zlatan, venerdì sera, era in campo a Lubiana per una partita di beneficenza per raccogliere fondi da destinare alle vittime dell’alluvione che ha travolto la Slovenia nei giorni scorsi. Ibra è stato invitato, così come tutte le leggende presenti, personalmente dal presidente dell’Uefa, Aleksander Ceferin. La partita, per la cronaca, è finita per 1-1 con gol su rigore proprio di Ibrahimovic e dell’altro ex bomber milanista, Andriy Shevchenko. Ovviamente, guardando all’aspetto mistico e motivazionale del ritorno di Ibrahimovic a Milanello per la prima volta dopo il ritiro, c’è quella sensazione che Zlatan abbia anche caricato i giocatori del Milan in vista della partita di oggi contro il Newcastle, che potrebbe rappresentare già uno snodo importante nel cammino europeo del Milan. Fikayo Tomori, che tornerà titolare al centro della difesa e presente in conferenza stampa insieme con Pioli, ha parlato a sua volta della visita di Ibrahimovic: «Bello rivederlo, grande uomo, ci dà fiducia, ci rispetta, è stato un piacere perché lui è uno dei nostri. È stato un piacere e un onore lavorare con lui». Non è dato sapere se Ibrahimovic sarà presente questa sera a San Siro, ma in ogni caso, anche qualora dovesse essere davanti alla televisione, farà sicuramente il tifo per il suo Milan che gli ha sempre lasciato le porte aperte per un eventuale futuro in società. Zlatan, al momento, è impegnato nello sviluppo delle attività che ha avviato in maniera parallela alla sua carriera da calciatore, ma non è da escludere che - più avanti - possa prendere in considerazione l’ipotesi di entrare a far parte della dirigenza milanista. Una risorsa così, sotto tanti punti di vista, è da (ri)mettersi in casa e la prova la si è avuta con le parole dello stesso Zlatan ai giocatori quando è iniziato l’allenamento: «Dai, dai, dai . Positivi. Energia oh!». Poche parole ma dal solito, grande, impatto emotivo. Questo momento di difficoltà sarà il primo, vero, banco di prova per il Milan orfano dello svedese e dell’altro totem che ha lasciato il club a giugno, ovvero Paolo Maldini. Tutti saranno chiamati a una reazione post-derby, nel solco dell’insegnamento che Ibrahimovic ha predicato dal 2019 - quando decise di tornare per “salvare” il Milan dallo smarrimento - fino a tre mesi fa quando, anche da infortunato, continuava a essere una delle stelle polari dello spogliatoio.
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Repubblica: Pioli, plenipotenziario a Milanello e molto consultato per il mercato, non ha bisogno di tutori. Tuttavia è diventato difficile non ricollegare alla sconfitta la presenza di un personaggio così carismatico (e ingombrante) come Ibrahimovic. Che invece di tornare in Svezia ha scelto di vivere a Milano (i due figli giocano a calcio: il sedi- cenne Maximilian nell’Under 18 rossonera). Imprenditore delle startup, socio in varie attività sportive e possibile collaboratore del procuratore Enzo Raiola cugino dello scomparso Mino suo mentore, Ibra è milanista vero e non creerebbe mai un fastidio alla squadra. Di sicuro il ruolo di club manager e motivatore gli starebbe stretto, data la sua fortissima personalità, e quello di uomo mercato, sopra Moncada e D’Ottavio e succedendo all’amico Maldini, non pare conciliabile con la politica del club.


Tuttosport: la presenza di Zlatan Ibrahimovic a Milanello è sempre una notizia. L’ex centravanti rossonero, ritiratosi al termine della passata stagione, ieri ha assistito alla rifinitura degli ex compagni in vista della partita odierna contro il Newcastle e ha avuto una serie di colloqui singoli con alcuni giocatori, oltre a essersi intrattenuto con Stefano Pioli e con Giorgio Furlani (l’ad era presente a bordocampo durante l’ultimo allenamento, prima dell’esordio in Champions League). Come ovvio che fosse, tra la pesantissima sconfitta del derby e la prima partita del girone di Champions, la comparsa di Ibrahimovic ha dato adito a diverse speculazioni su quanto lo svedese possa mancare all’interno dei sacri muri dello spogliatoio e, di conseguenza, nella quotidianità del Milan. In realtà è stato lo stesso Stefano Pioli a spiegare il timing della presenza di Ibra al centro sportivo milanista: «La visita di Zlatan era prevista per venerdì, ma ha avuto degli impegni ed è stata spostata. Penso che abbia parlato individualmente con alcuni dei ragazzi. Poi con me ha parlato di tante cose, specie dei nuovi giocatori e poi di cose nostre. Sappiamo quanto sia stato importante per il nostro percorso. La sua presenza è stata positiva per tutti e ha fatto piacere a me, alla dirigenza e ai ragazzi».

Ed effettivamente le cose sono andate così, visto che Zlatan, venerdì sera, era in campo a Lubiana per una partita di beneficenza per raccogliere fondi da destinare alle vittime dell’alluvione che ha travolto la Slovenia nei giorni scorsi. Ibra è stato invitato, così come tutte le leggende presenti, personalmente dal presidente dell’Uefa, Aleksander Ceferin. La partita, per la cronaca, è finita per 1-1 con gol su rigore proprio di Ibrahimovic e dell’altro ex bomber milanista, Andriy Shevchenko. Ovviamente, guardando all’aspetto mistico e motivazionale del ritorno di Ibrahimovic a Milanello per la prima volta dopo il ritiro, c’è quella sensazione che Zlatan abbia anche caricato i giocatori del Milan in vista della partita di oggi contro il Newcastle, che potrebbe rappresentare già uno snodo importante nel cammino europeo del Milan. Fikayo Tomori, che tornerà titolare al centro della difesa e presente in conferenza stampa insieme con Pioli, ha parlato a sua volta della visita di Ibrahimovic: «Bello rivederlo, grande uomo, ci dà fiducia, ci rispetta, è stato un piacere perché lui è uno dei nostri. È stato un piacere e un onore lavorare con lui». Non è dato sapere se Ibrahimovic sarà presente questa sera a San Siro, ma in ogni caso, anche qualora dovesse essere davanti alla televisione, farà sicuramente il tifo per il suo Milan che gli ha sempre lasciato le porte aperte per un eventuale futuro in società. Zlatan, al momento, è impegnato nello sviluppo delle attività che ha avviato in maniera parallela alla sua carriera da calciatore, ma non è da escludere che - più avanti - possa prendere in considerazione l’ipotesi di entrare a far parte della dirigenza milanista. Una risorsa così, sotto tanti punti di vista, è da (ri)mettersi in casa e la prova la si è avuta con le parole dello stesso Zlatan ai giocatori quando è iniziato l’allenamento: «Dai, dai, dai . Positivi. Energia oh!». Poche parole ma dal solito, grande, impatto emotivo. Questo momento di difficoltà sarà il primo, vero, banco di prova per il Milan orfano dello svedese e dell’altro totem che ha lasciato il club a giugno, ovvero Paolo Maldini. Tutti saranno chiamati a una reazione post-derby, nel solco dell’insegnamento che Ibrahimovic ha predicato dal 2019 - quando decise di tornare per “salvare” il Milan dallo smarrimento - fino a tre mesi fa quando, anche da infortunato, continuava a essere una delle stelle polari dello spogliatoio.
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