Gravina:"Playoff? Chi vince ha paura. Stadi riaperti...".

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"Gli stadi chiusi? Non so se è pregiudizio. Ma certamente qualcuno fa fatica a comprendere quale rigore, quale qualità, quale responsabilità il calcio è in grado di mettere in gioco. Ci è stato detto che bisognava aspettare la riapertura delle scuole, adesso spero che i riscontri positivi ci consentano di parlare di riaprire gli spalti. Certo, mi dispiace che ancora una volta l'Italia vada a rimorchio di esempi chearrivano da altri paesi, come la Germania. Conte manterrà le promesse? Ho molta fiducia nel premier, che ho incontrato con grande piacere. E ho fiducia nei ministri della Salute e dello Sport. Ma la fiducia richiede risposte in tempi brevi. Perché c'è un protocollo di grande qualità, e ci sono tutte le condizioni per una riapertura parziale. 30% dei tifosi? La partita Siviglia-Bayern del 24 settembre a Budapest sarà un test per l'Uefa e per noi. Ci atterremo agli esiti. Abbiamo strutture, procedure, metodologie di controllo che ci hanno già dato risultati eccellenti nel finale di stagione, a differenza di altri sistemi sociali che hanno denunciato ben più gravi criticità. Si dovrà tenerne conto".

"I playoff? A me pare che le gare internazionali stiano crescendo di anno in anno. Noi invece non riusciamo a cambiare al nostro interno. Si teme che i playoff penalizzino le società abituate a vincere e che investono di più. Non è così? No, se costruisci un campionato che affascina ogni giorno. Il nostro rischia di perdere pubblico se in alcune fasi non è più decisivo per squadre che hanno già acquisito un risultato di retrocessione o di salvezza, o di piazzamento. E a quel punto non vale più chi vince o chi perde. Ma uno sport dove non si vince e non si perde non ha senso. Il modello? Unc ampionato diviso in tre fasi, con una final eight per assegnare il titolo".


"La crisi economica nel calcio? Botteghini chiusi e crollo dei ricavi da sponsor hanno creato una voragine impressionante. Dall'altra parte c'è la conferma dei costi, degli stipendi. Così, il sistema non regge".
 
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"Gli stadi chiusi? Non so se è pregiudizio. Ma certamente qualcuno fa fatica a comprendere quale rigore, quale qualità, quale responsabilità il calcio è in grado di mettere in gioco. Ci è stato detto che bisognava aspettare la riapertura delle scuole, adesso spero che i riscontri positivi ci consentano di parlare di riaprire gli spalti. Certo, mi dispiace che ancora una volta l'Italia vada a rimorchio di esempi chearrivano da altri paesi, come la Germania. Conte manterrà le promesse? Ho molta fiducia nel premier, che ho incontrato con grande piacere. E ho fiducia nei ministri della Salute e dello Sport. Ma la fiducia richiede risposte in tempi brevi. Perché c'è un protocollo di grande qualità, e ci sono tutte le condizioni per una riapertura parziale. 30% dei tifosi? La partita Siviglia-Bayern del 24 settembre a Budapest sarà un test per l'Uefa e per noi. Ci atterremo agli esiti. Abbiamo strutture, procedure, metodologie di controllo che ci hanno già dato risultati eccellenti nel finale di stagione, a differenza di altri sistemi sociali che hanno denunciato ben più gravi criticità. Si dovrà tenerne conto".

"I playoff? A me pare che le gare internazionali stiano crescendo di anno in anno. Noi invece non riusciamo a cambiare al nostro interno. Si teme che i playoff penalizzino le società abituate a vincere e che investono di più. Non è così? No, se costruisci un campionato che affascina ogni giorno. Il nostro rischia di perdere pubblico se in alcune fasi non è più decisivo per squadre che hanno già acquisito un risultato di retrocessione o di salvezza, o di piazzamento. E a quel punto non vale più chi vince o chi perde. Ma uno sport dove non si vince e non si perde non ha senso. Il modello? Unc ampionato diviso in tre fasi, con una final eight per assegnare il titolo".


"La crisi economica nel calcio? Botteghini chiusi e crollo dei ricavi da sponsor hanno creato una voragine impressionante. Dall'altra parte c'è la conferma dei costi, degli stipendi. Così, il sistema non regge".

Si era capito perfettamente che fosse la juve a boicottare i play off.

In tempi di covid comunque bisogna esser pronti a tutto. Io mi auguro che il campionato possa esser portato a termine ma non è nemmeno cosi scontato.

Per quest'anno (sperando nella stagione 21-22 di esserne fuori), io avrei diviso idealmente il campionato in due tronconi in stile argentina (apertura e clausura ) assegnando due titoli per poi a fine stagione giocarsi titolo, qualificazione alle coppe e salvezza in gara secca.
Se malauguratamente ci si dovesse fermare per il covid si potrebbe sempre congelare la classifica della sola apertura, chiudendo di fatto il campionato al solo girone di andata( 19 turni su 9 mesi li porti a termine facilmente).

Insomma, io capisco che non sia facile ma bisogna pure avere un attimo di elasticità mentale, fantasia, voglia di mettersi in discussione ma del resto non mi sorprendo più di nulla visto che a torino avevano preparato il loro bel dossier da presentare in lega affinchè riaprisse solo il loro stadio fregandosene altamente di tutto il paese e tutte le altre squadre.
 

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"Gli stadi chiusi? Non so se è pregiudizio. Ma certamente qualcuno fa fatica a comprendere quale rigore, quale qualità, quale responsabilità il calcio è in grado di mettere in gioco. Ci è stato detto che bisognava aspettare la riapertura delle scuole, adesso spero che i riscontri positivi ci consentano di parlare di riaprire gli spalti. Certo, mi dispiace che ancora una volta l'Italia vada a rimorchio di esempi chearrivano da altri paesi, come la Germania. Conte manterrà le promesse? Ho molta fiducia nel premier, che ho incontrato con grande piacere. E ho fiducia nei ministri della Salute e dello Sport. Ma la fiducia richiede risposte in tempi brevi. Perché c'è un protocollo di grande qualità, e ci sono tutte le condizioni per una riapertura parziale. 30% dei tifosi? La partita Siviglia-Bayern del 24 settembre a Budapest sarà un test per l'Uefa e per noi. Ci atterremo agli esiti. Abbiamo strutture, procedure, metodologie di controllo che ci hanno già dato risultati eccellenti nel finale di stagione, a differenza di altri sistemi sociali che hanno denunciato ben più gravi criticità. Si dovrà tenerne conto".

"I playoff? A me pare che le gare internazionali stiano crescendo di anno in anno. Noi invece non riusciamo a cambiare al nostro interno. Si teme che i playoff penalizzino le società abituate a vincere e che investono di più. Non è così? No, se costruisci un campionato che affascina ogni giorno. Il nostro rischia di perdere pubblico se in alcune fasi non è più decisivo per squadre che hanno già acquisito un risultato di retrocessione o di salvezza, o di piazzamento. E a quel punto non vale più chi vince o chi perde. Ma uno sport dove non si vince e non si perde non ha senso. Il modello? Unc ampionato diviso in tre fasi, con una final eight per assegnare il titolo".


"La crisi economica nel calcio? Botteghini chiusi e crollo dei ricavi da sponsor hanno creato una voragine impressionante. Dall'altra parte c'è la conferma dei costi, degli stipendi. Così, il sistema non regge".

incredibile! finalmente qualcuno che parla di playoff per evitare le ultime ridicole giornate in cui alcune squadre praticamente non scendono neanche in campo.

pure la questione stipendi mi trova d'accordo. Se gli stadi restano chiusi, non si può non ridiscutere questi costi per la società.
 
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