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Il sindaco di Bergamo Gori lancia l'appello per una legge proporzionale che non fa decidere ai cittadini chiare gerarchie su un programma elettorale presentato prima delle elezioni ma lascia spazio ad alleanze parlamentari susseguenti in aula, così da poter avere ancora Draghi premier e una maggioranza simile a quella europea
"Io penso che Fi non abbia interesse a restare ingabbiata dentro una coalizione disomogenea e instabile, col rischio di essere egemonizzata da forze di matrice nazionalista
Se resta il maggioritario sarà difficile che il quadro muti.
Se invece matureranno le condizioni per una legge elettorale di tipo proporzionale — simile a quella tedesca, dove le maggioranze si formano a valle del voto sulla base di chiari impegni di governo — la situazione potrebbe cambiare.
E sarebbe, io credo, una cosa buona per l’Italia, che ha bisogno di proseguire il percorso di modernizzazione e di rilancio avviato dall’amministrazione Draghi.
Se dal voto dovesse uscire una maggioranza di impronta riformista, questa potrebbe chiamare Draghi a completare il lavoro su riforme e Pnrr".
Perché questo accada è auspicabile che le forze riformiste e socialiste lavorino insieme, come già succede in Europa nella Commissione von der Leyen, superando la classica divisione fra centrodestra e centrosinistra
Per me vale la road map tracciata da Letta nel giorno della sua investitura: prima si pensa a far crescere il Pd coltivandone l’identità come forza del lavoro, dell’equità e della modernizzazione del Paese.
Poi si ricostruisce il centrosinistra.
E infine si dialoga con i 5S, sperando che recuperino un assetto più stabile, che per me non è mai stato un alleato affidabile
Con una chiara gerarchia delle relazioni"
Repubblica
"Io penso che Fi non abbia interesse a restare ingabbiata dentro una coalizione disomogenea e instabile, col rischio di essere egemonizzata da forze di matrice nazionalista
Se resta il maggioritario sarà difficile che il quadro muti.
Se invece matureranno le condizioni per una legge elettorale di tipo proporzionale — simile a quella tedesca, dove le maggioranze si formano a valle del voto sulla base di chiari impegni di governo — la situazione potrebbe cambiare.
E sarebbe, io credo, una cosa buona per l’Italia, che ha bisogno di proseguire il percorso di modernizzazione e di rilancio avviato dall’amministrazione Draghi.
Se dal voto dovesse uscire una maggioranza di impronta riformista, questa potrebbe chiamare Draghi a completare il lavoro su riforme e Pnrr".
Perché questo accada è auspicabile che le forze riformiste e socialiste lavorino insieme, come già succede in Europa nella Commissione von der Leyen, superando la classica divisione fra centrodestra e centrosinistra
Per me vale la road map tracciata da Letta nel giorno della sua investitura: prima si pensa a far crescere il Pd coltivandone l’identità come forza del lavoro, dell’equità e della modernizzazione del Paese.
Poi si ricostruisce il centrosinistra.
E infine si dialoga con i 5S, sperando che recuperino un assetto più stabile, che per me non è mai stato un alleato affidabile
Con una chiara gerarchia delle relazioni"
Repubblica