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Preambolo: ho accolto con un misto di dubbi e fiducia il passaggio dei pieni poteri della parte sportiva da Leonardo a Maldini, arrivato a fine maggio con le dimissioni del brasiliano. Col passare dei mesi, seguendo l'operato di Maldini in sede di mercato, la fiducia è scesa e sono aumentati i dubbi sulle capacità dell'ex capitano.
Provo a spiegare quelli che secondo me sono i motivi che stanno portando all'ennesimo ribaltone societario.
A fine maggio la situazione a Casa Milan è più o meno questa: Gattuso e Leonardo si dimettono, quindi siamo praticamente a inizio giugno, in un periodo in cui le squadre solitamente mettono in pratica, sul mercato, ciò che hanno programmato nella stagione precedente, senza guida tecnica e senza direttore sportivo, tra le squadre di vertice siamo gli unici, insieme alla Roma in questa situazione.
Il 19 giugno il Milan ufficializza Giampaolo (nel frattempo il DS non c'era ancora, nonostante teoricamente il DS dovrebbe avere una certa voce in capitolo sul tema allenatore), un allenatore molto particolare, che già in passato aveva lanciato segnali di scarsa sopportazione delle pressioni che coinvolgono un allenatore, e che aveva raggiunto risultati appena discreti nel quinquennio precedente, tra Cremonese, Empoli (forse l'unica piazza in cui è andato al di là delle aspettative) e Sampdoria, ma soprattutto TATTICAMENTE COMPLETAMENTE DIVERSO dall'allenatore che poche settimane prima aveva portato il Milan a giocarsi il terzo e quarto posto con Atalanta e Inter, pur avendo un organico complessivamente inferiore alle due squadre in questione. Questo per me rimane un errore imperdonabile: perché andare a rivoluzionare il tutto, lasciare andare via Gattuso poteva starci, ma qual è il senso di andare a prendere un allenatore così diverso? Senza scomodare Allegri e Spalletti, bisognava fare carte false per Simone Inzaghi oppure, scommessa per scommessa, avrebbe avuto decisamente più senso buttarsi su un D'Aversa o un Semplici, due tecnici pragmatici e che danno grossa attenzione alla fase difensiva.
Preso Giampaolo, iniziano ad arrivare i primi calciatori per soddisfare le richieste (?) del tecnico. Nelle prime settimane arrivano Krunic e Theo Hernandez, nel complesso i due acquisti migliori (attenzione, non parlo di 'giocatori migliori', parlo di 'acquisti migliori', perché funzionali alle idee del tecnico e pagati il giusto o comunque meno di quanto valessero): il primo un'onesta riserva, il secondo sicuramente il terzino più forte della Serie A al momento.
In mezzo a questi due acquisti arriva Bennacer, nelle idee iniziali il regista del centrocampo a rombo di Giampaolo. Il problema è che Bennacer nella posizione di regista ci ha giocato per qualche mese in un Empoli retrocesso e in cui aveva alternato buone cose ad altre meno buone, e che oltretutto era reduce da una Coppa D'Africa giocata ottimamente nel ruolo di mezzala sinistra. Bennacer inizialmente non gioca e quando scende il campo continua ad alternare buone cose (come la prestazione col Brescia) e cose meno buone (come i due rigori regalati alla Fiorentina), tant'è che verrà successivamente panchinato anche da Pioli nelle prime settimane. In ogni caso l'algerino, poi, anche grazie al cambio di modulo che gli permette di non dover coprire da solo tutta la mediana diventerà un giocatore cruciale per la squadra. Resta tuttavia sbagliata l'idea iniziale di affidare la mediana rossonera a lui e allo scandaloso Biglia.
Passano i giorni e il Milan intanto pare sia su Correa, giocatore brevilineo che ha passato i suoi anni a Madrid a fare la spola tra fare il ricambio a Griezmann nel ruolo di seconda punta e a barcamenarsi sulla fascia destra, i giorni passano e diventano addirittura settimane, ma di Correa a Milanello neanche l'ombra, così come non c'è l'ombra neanche di un Piano B o C, per mesi e mezzo i giornali ci raccontano di un tira e molla continuo tra Milan e Atletico che si risolverà con un nulla di fatto. All'improvviso il Milan accelera e chiude per Leao, attaccante dalle buone potenzialità ma con un ruolo non definito e che soprattutto fa una gran fatica a prendere la porta, il che, per una squadra già allergica al gol come il Milan, non è una buona notizia. Insieme a Leao arriva tale Leo Duarte dal Flamengo, pagato ben 12 milioni (per dire la Roma con due centesimi ha preso Smalling), sconosciuto ai più, Duarte sembra non avere le caratteristiche del centrale che servivano al Milan: forte fisicamente, forte in marcatura e nell'anticipo. Tutte caratteristiche che non gli appartengono, difatti il buon Duarte si rivelerà una sega scandalosa, capace di vincere zero duelli nella partita con la Juventus, tanto per dirne una.
E le cessioni? Zero. O quasi. Difatti il Milan riesce a liberarsi solo e soltanto di Cutrone, grazie all'aiuto di Jorge Mendes che parcheggia il ragazzo in una delle sue colonie, il Wolverhampton. Per il resto tabula rasa, restano tutti, anche chi non sembra adatto alle idee tecniche dell'allenatore. Anche qui, mi chiedo come sia possibile non riuscire a piazzare nessuno, perfino un somaro come Mirabelli era riuscito a ricavare una 60ina di milioni dalle cessioni di Lapadula, Niang, Bacca, Rodrigo Ely, Kucka e altri scarsoni.
Il Milan alla fine chiude il mercato con Rebic, un giocatore non molto associativo e che ama partire dall'esterno per poi giocarsi l'uno contro uno col terzino e andare a riempire l'area sui cross. Praticamente tutto ciò che non è una seconda punta di Giampaolo. Per Rebic poi varrà un po' il discorso di Bennacer, e dopo mesi e mesi di panchina si rivelerà un giocatore crucale per la squadra.
E il terzino destro? Il centrale forte in marcatura? La mezzala di possesso? Il trequartista? La seconda punta?
Non arrivano.
Chiudo il topic con quanto successo a ottobre: Giampaolo viene, prevedibilmente, esonerato, dopo 9 punti in 7 partite, uno scarso utilizzo dei nuovi acquisti e una serie di dichiarazioni preoccupanti. Il Milan fa annusare ai suoi tifosi il possibile arrivo di Spalletti, ma poi per motivi non precisati, ripiega su Pioli, altro mediocre abbastanza patentato.
Le pezze messe a gennaio con l'arrivo di Ibrahimovic (su cui comunque pare abbia inciso più Boban che Maldini) non bastano a giudicare positivo l'operato di Maldini al Milan per quanto mi riguarda. Spero di sentire la vostra.
io non sono d'accordo su duarte. nel senso che probabilmente è una sega ma è un giocatore che costa poco, il costo di smalling per una stagione alla roma è molto più alto credo. cioè spendi di più per una stagione di smalling in prestito di quanto ti costa un anno di duarte e hai preso un giocatore di proprietà. questo è il motivo per cui abbiamo duarte che è una sega e non smalling che è molto meglio, non perchè sono rimbambiti.