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Continua la nuova incredibile serie di dichiarazioni di parte dei giocatori del Milan. Dopo Theo e Tonali, oggi tocca al solito Giroud. Al CorSport e a La Stampa:
"Spezia? Dopo la sconfitta di lunedì abbiamo ripreso a guardare avanti. Con la Juve Sarà una grande partita e abbiamo bisogno di una prestazione migliore rispetto a quella con lo Spezia. Lo sappiamo. Ci serve una prova eccezionale per batterla".
"Ammetto che mi aspettavo di vederli in corsa per lo scudetto perché la Juve è sempre la Juventus. Al di là della classifica e della partenza negli ultimi giorni di Cristiano Ronaldo, il loro miglior giocatore, hanno comunque un organico fatto di elementi importanti come per esempio Dybala, il loro playmaker offensivo, un elemento chiave e un campione. Forse hanno pagato i tanti infortuni, ma a livello di qualità e quantità sono tra i migliori d'Italia. Ecco perché non mi fido della Juventus: è in un buon momento e dovremo affrontarla nel giusto modo. Cosa temo di più? Là davanti hanno molte opzioni: oltre a Dybala, ci sono Morata, che ultimamente non ha giocato molto perché è stato coinvolto in discorsi di mercato, Kean, tornato in Italia dopo l'esperienza all'estero, e Kulusevski. Non c'è un solo elemento che può fare la differenza e dal quale devi guardarti"
"Non dobbiamo perdere fiducia in noi stessi o farci assalire da timori e dubbi perché abbiamo perso in casa un match che dovevamo vincere. Contro la Juventus voglio rivedere il solito Milan generoso, determinato e pronto a riscattarsi subito. D'accordo siamo caduti male, ma siamo pronti a combattere, come si dice, con il coltello tra i denti".
"Io vicino alla Juve? E' successo nell'estate 2020, con Pirlo allenatore, ma ho preferito restare al Chelsea dove volevo giocarmi le mie chance. Visto come si è conclusa la stagione (vittoria della Champions, ndr), ho preso la decisione".
"Serra? Ha subito capito di aver sbagliato: ha chiesto scusa e gli si leggeva in faccia che era dispiaciuto. Purtroppo si è trattato di una situazione di gioco che è accaduta e sulla quale non possiamo fare niente. Dovevamo vincere e invece abbiamo perso. Messa così, è davvero tanto frustrante, ma penso che anche noi abbiamo le nostre responsabilità: potevamo chiudere il confronto segnando il 2-0 e non ci siamo riusciti. Ora è necessario usare questa frustrazione che ci è rimasta dentro per fare bene contro la Juventus".
"Scudetto? Nello spogliatoio siamo uniti e determinati, ma ci sentiamo anche un po'... spalle al muro perché abbiamo bisogno di fare una grande partita con la Juve per non perdere terreno rispetto all'Inter. Dopo aver perso lunedì in casa, non abbiamo più jolly, ma non sono preoccupato perché conosco il valore del nostro gruppo. Sono convinto che resteremo vicini all'Inter e in corsa per lo scudetto fino alla fine".
"Zlatan è il motore della squadra. E' esigente specialmente con i giovani, ma anche con gli altri. Vuole sempre fare bene perché è al top fisicamente e pretende lo stesso dagli altri. E' importante sia in campo sia nello spogliatoio. Tutti insieme puntiamo ad arrivare in alto".
Giroud a La Stampa
Che cosa deve fare il Milan per reagire velocemente alla sconfitta con lo Spezia visto che c’è subito la Juventus?
«Abbiamo bisogno di voltare pagina e fare una partita eccezionale, facendo nostro un insegnamento di Mandela: “Non giudicatemi dai miei successi, ma da quante volte sono caduto e mi sono rialzato”. Dobbiamo combattere con il coltello tra i denti».
Vi preoccupa affrontare la Juventus in serie positiva?
«Sono forti davanti: Dybala è il giocatore chiave. Ma non c’è solo lui. Morata è mio amico dai tempi del Chelsea. Sono una squadra esperta. Non significa nulla il fatto che non sono partiti bene a inizio stagione dopo aver perso Ronaldo. Non dobbiamo avere paura di qualcosa solo perché abbiamo perso con lo Spezia. Sono sempre ottimista».
Le modalità di quella sconfitta posso avervi unito ancora di più?
«Bisogna fare due discorsi distinti. L’arbitro ha sbagliato e ha chiesto scusa. Lo abbiamo visto sulla sua faccia. Ne approfitto per dire che non ho ancora capito bene l’annullamento del gol al Napoli prima di Natale per la mia posizione giudicata di fuorigioco attivo. Ma dovevamo metterla a letto prima la partita con lo Spezia – spiega con un modo di dire inglese – potevamo segnare il 2-0. Dobbiamo utilizzare questa frustrazione in modo positivo. Tutti uniti per uscire da una situazione che ci vede con le spalle al muro. Vogliamo restare vicini all’Inter. Non abbiamo più jolly da giocare».
Ha origini italiane da parte delle nonne. Che cosa ha scoperto dell’Italia vivendoci?
«Che mi piace tantissimo il tiramisù. Mia nonna Antonia lo faceva buonissimo. E le lasagne, che mia mamma cucina bene. Ma non solo la gastronomia. È bellissimo andare a Milanello vedendo il cielo azzurro, che mi ricorda quello di Montpellier e della mia Savoia: Chambery e Grenoble, dove sono nato e cresciuto. Londra è speciale, ma quel cielo non ero più abituato a vederlo».
È molto religioso. A Milano ha già scoperto qualche chiesa dove andare a messa?
«In italiano église si dice chiesa, come l’attaccante? Allora da oggi Chiesa mi piace ancora di più come calciatore. Anzi, ne approfitto per fagli il mio in bocca al lupo per un recupero veloce. Non sono ancora andato a messa a Milano perché, con questo Covid, è meglio evitare luoghi affollati. Ma tutte le settimane faccio un incontro a distanza con il mio pastore di Londra. Studiamo la Bibbia. Per me è aria fresca. Ho bisogno di nutrirmi con queste parole. Sono un cristiano evangelico. La fede è il mio motore. Mi aiuta nelle decisioni importanti. Come quando ero vicino all’Inter, ma poi ho capito che nel mio destino ci sarebbe stato il Milan».
La Juventus l’ha mai cercata?
«Sì, nell’estate 2020, quando c’era Pirlo allenatore. Ma ho preferito restare al Chelsea con cui poi ho vinto la Champions League. Per la Juventus ero una delle tante opzioni, non l’unica».
Lei segna sempre a San Siro, Ibrahimovic in prevalenza in trasferta. Vi siete messi d’accordo?
«Facciamo così per spiegare a Pioli che dobbiamo giocare una partita a testa, io in casa e Ibra fuori. Così con la Juventus parto titolare io (ride). Scherzi a parte, ho segnato e fatto assist soprattutto quando ho giocato dall’inizio. Provo a dare il massimo anche quando entro dalla panchina. Ma le statistiche sono eloquenti».
Ha vinto in ogni squadra dove ha giocato. Succederà anche al Milan?
«Ecco, volete farmi dire che vinceremo lo scudetto. Sono uno che vuole sempre competere al massimo. É la spinta che mi dà una forte emozione nel profondo del cuore. Non tollero la sconfitta. Abbiamo le qualità per giocarcela. A dire il vero, nelle mie esperienze precedenti, ho sempre vinto alla seconda stagione. Ma al Milan ce la farò già al primo anno».
In Italia siamo a corto di centravanti. Ha visto qualche giovane interessante?
«Scamacca ha grandi potenzialità. Sarà il futuro della vostra Nazionale. Io ho lasciato spazio ai giovani nella Francia. Penso solo al Milan e alla famiglia. Spero che l’Italia riesca ad andare al Mondiale. Anche se questo comporterebbe la mancata qualificazione del Portogallo del mio amico Leao. Posso solo augurarmi che vinca il migliore». —
"Spezia? Dopo la sconfitta di lunedì abbiamo ripreso a guardare avanti. Con la Juve Sarà una grande partita e abbiamo bisogno di una prestazione migliore rispetto a quella con lo Spezia. Lo sappiamo. Ci serve una prova eccezionale per batterla".
"Ammetto che mi aspettavo di vederli in corsa per lo scudetto perché la Juve è sempre la Juventus. Al di là della classifica e della partenza negli ultimi giorni di Cristiano Ronaldo, il loro miglior giocatore, hanno comunque un organico fatto di elementi importanti come per esempio Dybala, il loro playmaker offensivo, un elemento chiave e un campione. Forse hanno pagato i tanti infortuni, ma a livello di qualità e quantità sono tra i migliori d'Italia. Ecco perché non mi fido della Juventus: è in un buon momento e dovremo affrontarla nel giusto modo. Cosa temo di più? Là davanti hanno molte opzioni: oltre a Dybala, ci sono Morata, che ultimamente non ha giocato molto perché è stato coinvolto in discorsi di mercato, Kean, tornato in Italia dopo l'esperienza all'estero, e Kulusevski. Non c'è un solo elemento che può fare la differenza e dal quale devi guardarti"
"Non dobbiamo perdere fiducia in noi stessi o farci assalire da timori e dubbi perché abbiamo perso in casa un match che dovevamo vincere. Contro la Juventus voglio rivedere il solito Milan generoso, determinato e pronto a riscattarsi subito. D'accordo siamo caduti male, ma siamo pronti a combattere, come si dice, con il coltello tra i denti".
"Io vicino alla Juve? E' successo nell'estate 2020, con Pirlo allenatore, ma ho preferito restare al Chelsea dove volevo giocarmi le mie chance. Visto come si è conclusa la stagione (vittoria della Champions, ndr), ho preso la decisione".
"Serra? Ha subito capito di aver sbagliato: ha chiesto scusa e gli si leggeva in faccia che era dispiaciuto. Purtroppo si è trattato di una situazione di gioco che è accaduta e sulla quale non possiamo fare niente. Dovevamo vincere e invece abbiamo perso. Messa così, è davvero tanto frustrante, ma penso che anche noi abbiamo le nostre responsabilità: potevamo chiudere il confronto segnando il 2-0 e non ci siamo riusciti. Ora è necessario usare questa frustrazione che ci è rimasta dentro per fare bene contro la Juventus".
"Scudetto? Nello spogliatoio siamo uniti e determinati, ma ci sentiamo anche un po'... spalle al muro perché abbiamo bisogno di fare una grande partita con la Juve per non perdere terreno rispetto all'Inter. Dopo aver perso lunedì in casa, non abbiamo più jolly, ma non sono preoccupato perché conosco il valore del nostro gruppo. Sono convinto che resteremo vicini all'Inter e in corsa per lo scudetto fino alla fine".
"Zlatan è il motore della squadra. E' esigente specialmente con i giovani, ma anche con gli altri. Vuole sempre fare bene perché è al top fisicamente e pretende lo stesso dagli altri. E' importante sia in campo sia nello spogliatoio. Tutti insieme puntiamo ad arrivare in alto".
Giroud a La Stampa
Che cosa deve fare il Milan per reagire velocemente alla sconfitta con lo Spezia visto che c’è subito la Juventus?
«Abbiamo bisogno di voltare pagina e fare una partita eccezionale, facendo nostro un insegnamento di Mandela: “Non giudicatemi dai miei successi, ma da quante volte sono caduto e mi sono rialzato”. Dobbiamo combattere con il coltello tra i denti».
Vi preoccupa affrontare la Juventus in serie positiva?
«Sono forti davanti: Dybala è il giocatore chiave. Ma non c’è solo lui. Morata è mio amico dai tempi del Chelsea. Sono una squadra esperta. Non significa nulla il fatto che non sono partiti bene a inizio stagione dopo aver perso Ronaldo. Non dobbiamo avere paura di qualcosa solo perché abbiamo perso con lo Spezia. Sono sempre ottimista».
Le modalità di quella sconfitta posso avervi unito ancora di più?
«Bisogna fare due discorsi distinti. L’arbitro ha sbagliato e ha chiesto scusa. Lo abbiamo visto sulla sua faccia. Ne approfitto per dire che non ho ancora capito bene l’annullamento del gol al Napoli prima di Natale per la mia posizione giudicata di fuorigioco attivo. Ma dovevamo metterla a letto prima la partita con lo Spezia – spiega con un modo di dire inglese – potevamo segnare il 2-0. Dobbiamo utilizzare questa frustrazione in modo positivo. Tutti uniti per uscire da una situazione che ci vede con le spalle al muro. Vogliamo restare vicini all’Inter. Non abbiamo più jolly da giocare».
Ha origini italiane da parte delle nonne. Che cosa ha scoperto dell’Italia vivendoci?
«Che mi piace tantissimo il tiramisù. Mia nonna Antonia lo faceva buonissimo. E le lasagne, che mia mamma cucina bene. Ma non solo la gastronomia. È bellissimo andare a Milanello vedendo il cielo azzurro, che mi ricorda quello di Montpellier e della mia Savoia: Chambery e Grenoble, dove sono nato e cresciuto. Londra è speciale, ma quel cielo non ero più abituato a vederlo».
È molto religioso. A Milano ha già scoperto qualche chiesa dove andare a messa?
«In italiano église si dice chiesa, come l’attaccante? Allora da oggi Chiesa mi piace ancora di più come calciatore. Anzi, ne approfitto per fagli il mio in bocca al lupo per un recupero veloce. Non sono ancora andato a messa a Milano perché, con questo Covid, è meglio evitare luoghi affollati. Ma tutte le settimane faccio un incontro a distanza con il mio pastore di Londra. Studiamo la Bibbia. Per me è aria fresca. Ho bisogno di nutrirmi con queste parole. Sono un cristiano evangelico. La fede è il mio motore. Mi aiuta nelle decisioni importanti. Come quando ero vicino all’Inter, ma poi ho capito che nel mio destino ci sarebbe stato il Milan».
La Juventus l’ha mai cercata?
«Sì, nell’estate 2020, quando c’era Pirlo allenatore. Ma ho preferito restare al Chelsea con cui poi ho vinto la Champions League. Per la Juventus ero una delle tante opzioni, non l’unica».
Lei segna sempre a San Siro, Ibrahimovic in prevalenza in trasferta. Vi siete messi d’accordo?
«Facciamo così per spiegare a Pioli che dobbiamo giocare una partita a testa, io in casa e Ibra fuori. Così con la Juventus parto titolare io (ride). Scherzi a parte, ho segnato e fatto assist soprattutto quando ho giocato dall’inizio. Provo a dare il massimo anche quando entro dalla panchina. Ma le statistiche sono eloquenti».
Ha vinto in ogni squadra dove ha giocato. Succederà anche al Milan?
«Ecco, volete farmi dire che vinceremo lo scudetto. Sono uno che vuole sempre competere al massimo. É la spinta che mi dà una forte emozione nel profondo del cuore. Non tollero la sconfitta. Abbiamo le qualità per giocarcela. A dire il vero, nelle mie esperienze precedenti, ho sempre vinto alla seconda stagione. Ma al Milan ce la farò già al primo anno».
In Italia siamo a corto di centravanti. Ha visto qualche giovane interessante?
«Scamacca ha grandi potenzialità. Sarà il futuro della vostra Nazionale. Io ho lasciato spazio ai giovani nella Francia. Penso solo al Milan e alla famiglia. Spero che l’Italia riesca ad andare al Mondiale. Anche se questo comporterebbe la mancata qualificazione del Portogallo del mio amico Leao. Posso solo augurarmi che vinca il migliore». —