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Galbiati:"Ecco la qualità di un vice. Weah il ricordo più bello".
Italo Galbiati, storico vice di Capello, sull'importanza dei vice allenatori. Le dichiarazioni alla GDS:"La qualità più importante? Il rispetto delle persone e la cultura del lavoro. Io per esempio ero molto professionale con i giocatori, me lo chiedevano i “capi”.
"Un vice ci mette poco del suo? Dipende. Ai miei tempi forse meno di oggi. Poi dipende dal carattere. Io per esempio eseguivo scrupolosamente i programmi dell’allenatore. Il lavoro del vice allora era di mettere in pratica ciò che decideva il tecnico in prima al aspettava per calciare e mattino, ci si vedeva sul campo e giù a lavorare duramente fino a pomeriggio inoltrato. Nel Milan di allora poi c’erano giocatori straordinari, i più forti del mondo di allora, campioni fatti e finiti che non avevano nulla da imparare, anzi, erano loro a insegnare agli altri".
"Chi mi ha lasciato il ricordo più bello? George Weah. Al mattino prima dell’allenamento mi aspettava per calciare e vedere chi centrava per primo la traversa, sia col piede destro sia col sinistro. Tiri su tiri prima che arrivassero i giocatori e si iniziasse la seduta. Anche al Real Madrid, Ronaldo il Fenomeno era un altro che voleva fare lavoro specifico e supplementare con me. “Io mi devo migliorare” mi diceva. Ma cosa devi migliorare gli rispondevo, se sei un fenomeno!".
Italo Galbiati, storico vice di Capello, sull'importanza dei vice allenatori. Le dichiarazioni alla GDS:"La qualità più importante? Il rispetto delle persone e la cultura del lavoro. Io per esempio ero molto professionale con i giocatori, me lo chiedevano i “capi”.
"Un vice ci mette poco del suo? Dipende. Ai miei tempi forse meno di oggi. Poi dipende dal carattere. Io per esempio eseguivo scrupolosamente i programmi dell’allenatore. Il lavoro del vice allora era di mettere in pratica ciò che decideva il tecnico in prima al aspettava per calciare e mattino, ci si vedeva sul campo e giù a lavorare duramente fino a pomeriggio inoltrato. Nel Milan di allora poi c’erano giocatori straordinari, i più forti del mondo di allora, campioni fatti e finiti che non avevano nulla da imparare, anzi, erano loro a insegnare agli altri".
"Chi mi ha lasciato il ricordo più bello? George Weah. Al mattino prima dell’allenamento mi aspettava per calciare e vedere chi centrava per primo la traversa, sia col piede destro sia col sinistro. Tiri su tiri prima che arrivassero i giocatori e si iniziasse la seduta. Anche al Real Madrid, Ronaldo il Fenomeno era un altro che voleva fare lavoro specifico e supplementare con me. “Io mi devo migliorare” mi diceva. Ma cosa devi migliorare gli rispondevo, se sei un fenomeno!".