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Espresso shock: "Covid creato in laboratori militari. Le prove."
Il giornalista Fabrizio Gatti, inviato de L'Espresso, ricostruisce 14 mesi di pandemia con carte e documenti. Dai quali emergono inquetanti ombre sull'origine del virus: potrebbe essere sfuggito al controllo durante un esperimento.
Due virus Sars-like dei pipistrelli, nome in codice ZC45 e ZXC21, conservati nei laboratori militari cinesi, sono i parenti stretti, se non addirittura i "genitori", del Sars-CoV-2.
Tra il 2015 e il 2017, gli scienziati dell' Università medica militare di Chongqing frequentano le aree infestate dai pipistrelli nel distretto di Dinghai e nella contea di Daishan, intorno alla città-arcipelago di Zhoushan. Vi lavorano per mesi, ai confini settentrionali della provincia da cui proviene gran parte della comunità cinese in Europa e in Italia. E qui gli studiosi catturano e studiano 334 pipistrelli Rhinolophus sinicus alla ricerca di coronavirus.
Qui vengono individuati i covid "genitori". Ma gli scienziati militari si spingono oltre.
Provano a far replicare e a isolare il virus da una coltivazione di cellule renali di una scimmia ma fallisce. Allora, al chiuso di un laboratorio di livello Bsl-3, gli autori di questo studio militare infettano alcune comunità di cuccioli di ratti nati da tre giorni.
Nelle conclusioni dell'esperimento scrivono che "i coronavirus Sars-like derivati dai pipistrelli possono replicarsi con successo nei ratti da latte" e possono "contagiare specie diverse.
I virus SL-CoV ZXC21 e SL-CoV ZC45, di cui i pipistrelli sono portatori sani, "possono immediatamente diffondere la loro infezione ai ratti senza necessità di adattamenti o mutazioni. E' un nuovo salto di specie provocato non dalla casualità dell’evoluzione naturale ma dalla competizione fra scienziati".
Il giornalista Fabrizio Gatti, inviato de L'Espresso, ricostruisce 14 mesi di pandemia con carte e documenti. Dai quali emergono inquetanti ombre sull'origine del virus: potrebbe essere sfuggito al controllo durante un esperimento.
Due virus Sars-like dei pipistrelli, nome in codice ZC45 e ZXC21, conservati nei laboratori militari cinesi, sono i parenti stretti, se non addirittura i "genitori", del Sars-CoV-2.
Tra il 2015 e il 2017, gli scienziati dell' Università medica militare di Chongqing frequentano le aree infestate dai pipistrelli nel distretto di Dinghai e nella contea di Daishan, intorno alla città-arcipelago di Zhoushan. Vi lavorano per mesi, ai confini settentrionali della provincia da cui proviene gran parte della comunità cinese in Europa e in Italia. E qui gli studiosi catturano e studiano 334 pipistrelli Rhinolophus sinicus alla ricerca di coronavirus.
Qui vengono individuati i covid "genitori". Ma gli scienziati militari si spingono oltre.
Provano a far replicare e a isolare il virus da una coltivazione di cellule renali di una scimmia ma fallisce. Allora, al chiuso di un laboratorio di livello Bsl-3, gli autori di questo studio militare infettano alcune comunità di cuccioli di ratti nati da tre giorni.
Nelle conclusioni dell'esperimento scrivono che "i coronavirus Sars-like derivati dai pipistrelli possono replicarsi con successo nei ratti da latte" e possono "contagiare specie diverse.
I virus SL-CoV ZXC21 e SL-CoV ZC45, di cui i pipistrelli sono portatori sani, "possono immediatamente diffondere la loro infezione ai ratti senza necessità di adattamenti o mutazioni. E' un nuovo salto di specie provocato non dalla casualità dell’evoluzione naturale ma dalla competizione fra scienziati".
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